Recensione Fire Emblem Awakening

La saga di Tactical RPG torna su Nintendo 3DS per mano di Intelligent System

Recensione Fire Emblem Awakening
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  • 3DS
  • Apprezzatissima dai fan di un genere i cui esponenti sono sempre più rari, la saga di Fire Emblem miete consensi episodio dopo episodio. Grazie allo stile puramente nipponico della narrazione e dei personaggi, e ad un gameplay che non fa sconti (esaltando gli appassionati alla ricerca di una profondità strategica con pochi paragoni), la serie fa di questo “classicismo orientale” un vero e proprio marco di fabbrica. Ovviamente l'episodio per 3DS -Awakening- non fa eccezione, e arriva a ravvivare la line-up del portatile Nintendo in un periodo primaverile che, come ogni anno, riserva agli utenti grandi produzioni e ottime sorprese.
    Fire Emblem Awakening, oltre a proporre un gameplay interessante e ben articolato, cerca di aprirsi anche ai neofiti, mettendo da parte (ma in una sola modalità che verrà ovviamente snobbata dai puristi) persino la morte permanente dei personaggi. E' però chiaro che l'approccio tradizionale è quello che riserva più soddisfazioni, imponendo una pianificazione attenta e meticolosa di ogni mossa. L'inserimento di qualche dinamica originale, inoltre, smussa alcune asperità che in passato hanno reso alcuni capitoli un po' troppo criptici. Fire Emblem Awakening, quindi, rappresenta un titolo ben confezionato ed un altro centro per Nintendo ed Intelligent System.

    Plegia ed Yilisse

    Prima di cominciare l'avventura Fire Emblem Awakening vi chiede di creare un personaggio grazie ad un editor in verità molto povero, e procede poi a ritmi spediti nel raccontare la storia del regno di Yilisse. Il protagonista si risveglia circondato da un gruppo di soldati, che scopre essere i cosiddetti “Pastori”: guerrieri scelti a protezione del regno, minacciato dalle truppe d'invasione di Plegia.
    Fra questi soldati troveremo anche il principe Chrom, che ci prenderò sotto la sua ala come nuovo stratega in forze presso l'esercito reale. Ben presto, oltre a dover sostenere gli assalti dei dissidenti, capiremo che sarà necessario avere a che fare anche con una forza sovrannaturale. I “Risorti” camminano sui territori del regno, gettando su ogni città l'ombra scura di un presagio di distruzione eterna (almeno a sentire le parole profetiche di un misterioso guerriero in maschera).

    Il plot di Fire Emblem Awakening procede generalmente attraverso dialoghi in-game e cut-scene abbastanza brevi, e bisogna ammettere che il ritmo della narrazione non è troppo esaltante. Alle volte troppo sbrigativa, altre troppo prolissa, la trama avanza in maniera tutto sommato lineare, e non sempre si respira l'epicità che sarebbe necessaria a fare da controcanto alla gesta ed alla caratterizzazione dei personaggi. Ci sono un paio di colpi di scena veramente indovinati, e tanto basta per non lamentarsi troppo, ma è altrettanto vero che spesso il culto dello stereotipo emerge in maniera davvero troppo vistosa, riducendo un po' gli entusiasmi.
    C'è anche da dire che, come per molti altri episodi della saga, è davvero difficile parlare di trama vera e propria, indipendentemente invece da tutti quei dialoghi idealmente opzionali che avvengono fra i vari personaggi. La costruzione di un buon rapporto fra i membri del gruppo è come sempre un elemento strategico fondamentale per Fire Emblem, così il giocatore dovrà premurarsi di avviare -prima delle battaglie- varie conversazioni, assistendo ora a siparietti non troppo convincenti, ora invece a lunghi discorsi abbastanza toccanti. Ogni utente reagirà in maniera molto personale a questa struttura, entrando in sintonia con questo o quel personaggio. Complessivamente, non si può però dire che Awakening sia fra gli episodi più riusciti a livello di narrazione.

    Dove ti metto?

    E' invece il Gameplay che in Fire Emblem Awakening mostra notevoli passi avanti. Anzitutto, come già si diceva in apertura, il titolo permette di scegliere fra diversi livelli di difficoltà, alcuni troppo permissivi (l'eliminazione del permadeath rende la progressione molto sbiadita, anche se è seriamente consigliata per chi si avvicina per la prima volta alla saga), altri invece fin troppo Hardcore per il giocatore medio. La scelta che ci sentiamo di consigliare, lasciando i livelli di difficoltà più alti per eventuali futuri Playthrough, è quella di procedere con un grado di sfida medio, senza timore di trovare un titolo troppo “morbido”. Anzi: Fire Emblem Awakening è sempre abbastanza risoluto nel riaffermare la necessitò di ponderare ogni mossa, opponendo al giocatore una serie di stage anche molto complessi da affrontare se presi alla leggera.
    Nella struttura portante, Awakening è rimasto lo stesso di sempre. Si tratta quindi di un RPG Tattico in cui il giocatore deve controllare diverse unità, muovendole sulla griglia di gioco nel suo turno d'azione, e poi attendendo l'assalto avversario.
    Fin da subito si capisce che il posizionamento dei propri soldati è davvero fondamentale per la buona riuscita degli scontri. In questo capitolo, oltre alle caselle particolari che identificano particolari tipi di terreno o fortificazioni, tutte le unità prenderanno un bonus aggiuntivo a seconda dei compagni che gli stanno a fianco. Considerando che ogni soldato non attacca soltanto nel proprio turno, ma contrattacca anche quando un nemico porta l'assalto, è bene studiare con attenzione la disposizione delle truppe, magari per far muro e contenere i danni nel corso del turno avversario.

    La prossimità di qualche personaggio permette anche di eseguire degli attacchi extra, mentre alcuni soldati possono addirittura intervenire a protezione del compagno assalito, per annullare l'attacco avversario. La probabilità di ottenere questi effetti è direttamente influenzata dal rapporto fra i personaggi che stanno fianco a fianco, così i dialoghi fra una missione e l'altra, grazie ai quali costruire amori ed amicizie, diventano fondamentali.
    C'è da dire, a proposito di queste opzioni, che il team di sviluppo avrebbe potuto organizzare meglio l'interfaccia di gioco, per mostrare più chiaramente percentuali e probabilità di successo degli attacchi combinati. Le informazioni sono invece molto nascoste, tanto che ogni tanto si ha come l'idea che il tutto avvenga in maniera un po' randomica, a meno che ad ogni turno non si vada a ricontrollare ogni statistica attraversando troppe schermate perchè il ritmo di gioco non risulti troppo singhiozzante.
    La gestione delle schermate riepilogative e delle informazioni, anche a livello generale, è forse il punto debole più evidente di Awakening, che si trova impacciato anche quando si tratta di dover metter mano all'inventario, o di scambiare oggetti fra le unità.
    Serve un discreto periodo d'adattamento per cominciare e muoversi efficacemente fra i menù di gioco, che permettono fra l'altro di personalizzare in maniera totale il flusso dello scontro, eliminando o mantenendo le sequenze animate che idealmente mettono in mostra ogni attacco (ma che saranno presto disattivate in nome di una progressione meno frammentata).
    Fra le novità inserite in questo capitolo troviamo poi alcune trovate interessanti. C'è ad esempio la possibilità di accoppiare assieme due unità, che permette non solo di avere a disposizione combattenti più performanti, ma è utilissima quando si deve spostare in massa tutto il nostro piccolo esercito, rendendo le operazioni decisamente più rapide e meno tediose.
    Per il resto a livello strategico torna il sistema tripartito di debolezze, sul modello della morra cinese, che si mescola poi con altri rapporti di forza legati a specifiche unità (ad esempio gli arcieri sono molto utili contro le unità volanti, ma non possono contrattaccare se minacciati in corpo a corpo). Anche se la base tattica di Fire Emblen non è raffinatissima, l'insieme delle meccaniche, la varietà delle unità, la conformazione delle arene risultano in un impasto strategico veramente eccezionale, valorizzato proprio dall'intransigenza di un sistema che non fa sconti.
    L'avanzamento nell'avventura principale avviene come sempre di stage in stage, ma è gradevole la presenza di quest secondarie che ci fanno deviare dal percorso principale, magari permettendoci di reclutare personaggi extra, da far crescere di livello con la solita meticolosità. Anche il sistema di crescita, nonostante sia sempre automatizzato, ci propone stavolta un guizzo non da poco: gli oggetti speciali che in passato servivano per i Level-Up, stavolta permettono ad alcuni personaggi di cambiare classe, riportando indietro le statistiche ma conservando i bonus e le skill specifiche accumulate prima del cambio. Anche in questo caso, dunque, bisogna decidere con attenzione e dimostrare una buona padronanza degli strumenti strategici a nostra disposizione.
    Complessivamente, nonostante gli inciampi legati alla gestione delle informazioni e dell'inventario, Fire Emblem Awakening risulta quindi un eccellente esponente del genere d'appartenenza, che parte da premesse semplici per costruire un impianto ludico molto profondo, vivacizzato da novità interessanti e potentemente basato sul posizionamento, sulla pazienza, sulla capacità di valutare i rischi e le situazioni. Una vera manna dal cielo per i passionisti.

    Dal punto di vista tecnico Awakening non scuote l'hardware del 3DS, proponendo modelli poligonali non troppo rifiniti, ma soprattutto texture ambientali abbastanza sottotono. Nel corso delle cut scene o degli intermezzi in cui si risolvono gli scontri fra i personaggi, una generale povertà viene messa in luce in maniera abbastanza lampante. C'è anche da dire che le mappe di gioco sono ben caratterizzate, i tempi di caricamento molto ridotti, gli effetti speciali tutto sommato ben integrati. Quello che più entusiasma è lo stile delle illustrazioni e la caratterizzazione artistica complessiva, a livelli davvero eccezionali. Il filmato iniziale lascia a bocca aperta, e ogni volta che gli occhi si posano sugli artwork dei personaggi Awakening conquista indistintamente.
    Il comparto sonoro è solido: la musica sottolinea in maniera decisa la tensione dello scontro o, fuori dal campo di battaglia, i momenti più toccanti. Il doppiaggio inglese è espressivo, gli effetti invece un po' troppo monotoni e ripetitivi.

    Fire Emblem Awakening Fire Emblem AwakeningVersione Analizzata Nintendo 3DSFire Emblem Awakening non è il capitolo migliore dell'ormai storica saga di Tactical RPG. A causa di una narrazione non sempre convincente, troppo lineare e a volte troppo stereotipata, ma anche per via di certi problemi nella gestione dell'interfaccia e dell'inventario, che funestano leggermente l'altrimenti quasi perfetto andamento degli scontri. Ma anche al netto di queste imperfezioni, il substrato tattico e strategico di questo nuovo capitolo è di assoluto rilievo, grazie a nuove introduzioni che focalizzano l'attenzione del giocatore sul posizionamento delle truppe e ad un sistema di level-up più gradevole (anche se quasi totalmente automatico). Per il futuro, la saga dovrà forse trovare soluzioni più coraggiose dal punto di vista narrativo, ma anche abbandonare la classica tripartizione da morra cinese potrebbe non essere una cattiva idea: proprio la combinazione delle truppe e i bonus di posizione spingono in quella direzione, ma forse manca quell'ultimo balzo che avrebbe permesso un rinnovamento concettuale un po' più spinto. Poco male: Awakening resta un solidissimo esponente dei giochi di ruolo tattici, ancora molto aspro per i neofiti ma capace di dispensare ai veterani ottime soddisfazioni.

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