Recensione Mutant Mudds

Un platform vecchia scuola

Recensione Mutant Mudds
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  • iPhone
  • iPad
  • 3DS
  • Wii U
  • Pc
  • I ragazzi di Renegade Kid abbiamo imparato a conoscerli su Nintendo DS, con l'inquietante shooter Dementium: the Ward ed il suo seguito diretto. Avevano provato la sorte anche con un titolo per Nintendo Wii, Son of the Dragon, un action ispirato a Castlevania, ma problemi nello sviluppo ne avevamo sancito la prematura fine. Ora è su Nintendo 3DS che stanno concentrando la maggior parte del loro sforzo creativo: qualcosa abbiamo già visto (Face Racers: Photo Finish), qualcosa è da poco arrivato sull'eShop (Mutant Mudds) e qualcosa sta per arrivare a brevissimo (Planet Crashers). E' del secondo titolo che ci andremo ad occupare, un action platform completamente in 2D che molti hanno salutato come nuovo alfiere della giocabilità bidimensionale a scorrimento. In origine Mutant Mudds era un action in 3D, e sarebbe dovuto arrivare su Nintendo DS; poi, la scelta di portarlo sulla console portatile come titolo scaricabile, via DSiWare; infine la scelta di rifarlo da capo, in tutt'altra veste, facendolo uscire su 3DS. Una scelta che probabilmente ha pagato, visto che il titolo ha ottenuto un carisma che prima non sembrava mostrare e che ha acceso gli entusiasmi della stampa specializzata. Entusiasmi condivisibili, ma solo in parte, come andremo a vedere.

    Incontri fangosi del terzo tipo

    Un meteorite piomba sulla terra dallo spazio profondo; inizia l'invasione aliena dei mutanti di fango. Unico baluardo tra gli invasori galattici e la conquista della terra Max, un ragazzino con la camicia bianca, i pantaloni corti e gli occhiali spessi (un nerd fatto e finito) che dovrà porre fine alla minaccia armato solo di una pistola sputa acqua e di una sorta di jetpack, sempre ad acqua. Con il prezioso apporto della sua adorabile nonnina, custode nella sua soffitta di un armamentario decisamente più potente.
    La struttura di gioco è quella tipica degli action platform che abbiamo imparato ad amare sin dall'epoca NES, e ben poche sono le variazioni messe in atto da Mutant Mudds a corredo di tale impianto. Il gioco è diviso in livelli, quattro per quattro mondi, nei quali Max avrà un duplice compito: il primo, raccogliere la medaglia posta alla fine di ognuno di questi, straordinario artefatto il cui potere è l'unico capace di fermare l'armata fangosa; il secondo, raccogliere le cento medagliette presenti in ogni livello, al fine di sbloccare livelli bonus e percorsi alternativi. Occorre quindi fare una distinzione tra i due approcci con i quali è possibile fruire di Mutant Mudds: un decisamente più rapido, volto al solo completamento del livello, ed uno più esplorativo, che mette in primo luogo l'ottenimento di tutte le medagliette (unico modo per completare la storia).

    "Non è solo la struttura di gioco ed essere mutuata da quella dei titoli anni ottanta: accanto ad un gameplay classico, abbiamo una realizzazione tecnica ugualmente nostalgica, declinata secondo i canoni estetici della tradizione 8-bit"

    Buttandosi a capofitto nei livelli che compongono l'offerta ludica, si rischia di arrivare corti sulla quantità di gioco prevista. A fronte infatti di un level design intrigante, che nasconde alcune difficoltà non da poco, se si vuole semplicemente completare lo schema i punti impegnativi sono esigui, individuabili in uno, due per livello. E non tanto per la semplicità di base degli schemi, ma per la mancanza di quella reiterazione dell'azione di gioco che invece la raccolta delle medagliette impone. Ecco quindi che quegli uno, due punti difficili diventano di più, perché si è costretti a ripassarvi o perché per raggiungere i monili meglio nascosti bisogna prodursi in salti precisi o attraversamenti pericolosi. Giocare quindi a Mutant Mudds tenendo di buon conto la raccolta dei 100 oggetti nascosti in ogni livello sembra fin da subito la soluzione migliore da adottare; anche in virtù di una maggiore longevità, che altrimenti risulta decisamente scarsa. Pochi sono infatti i livelli e per quanto ognuno di essi ne nasconda uno segreto non è di certo la lunghezza dell'esperienza di gioco il miglior aspetto della produzione Renegade Kid.
    I quadri sono costruiti secondo i canoni di level design collaudatissimi, presentando allo stesso tempo alcuni elementi di modernità. Piattaforme semoventi, piccoli blocchi dai quali spiccare salti, fossati spinati da superare in balzo, sono elementi classici del genere che qui fanno la loro comparsa, a dire il vero insieme a pochi altri. C'è infatti una certa ridondanza nel level design, la mancanza di quell'elemento nuovo che a ogni livello rende più varia l'esperienza di gioco: dal primo all'ultimo minuto che passerete giocando a Mutant Mudds, il feeling sarà sempre lo stesso, con la differenza che l'effetto novità dei primi minuti verrà progressivamente a mancare, sostituito da una certa monotonia nella progressione.
    Questo nonostante gli elementi di relativa attualità, che variano qualcosa riguardo al level design e, allo stesso tempo, sfruttano in maniera ingegnosa le caratteristiche uniche della console portatile Nintendo. Premendo il tasto del salto su apposite piattaforme, Max balzerà su un livello più lontano o più vicino rispetto a dove avviene la maggior parte dell'azione. Non fosse per l'effetto tridimensionale i tre livelli sarebbero quasi indistinguibili, a causa di una generale uniformità nella direzione artistica; ma grazie a questa caratteristica ci si trova a proprio agio muovendosi in profondità. Facile intuire come spesso sia in queste altre due dimensioni che si nascondano le medagliette più imboscate, ma gli sviluppatori sono stati bravi a sfruttarle anche in altri modi, fornendo percorsi alternativi o inserendoli nella progressione del livello. Il problema della mancanza di varietà nel level design però non viene risolto, dato che non bastano queste fasi a fornire un valido diversivo all'attraversamento dei livelli.
    Poco, in tal senso, fanno anche i nemici presenti, che non brillano né per numero né per varietà. Pochi colpi di spara-acqua basteranno ad aver ragione anche dei più tosti, e la maggior parte andrà giù ancor più facilmente. Ma più che la scarsa sfida rappresentata da ognuno di essi ad annoia è la loro quantità: i livelli appaiono vuoti, i nemici sono spesso posizionati solo in punti strategici, in maniera da rendere magari più difficile un salto o da sbucare all'improvviso dal bordo dello schermo; ma non è con questi piccoli espedienti che si può rimediare la sensazione di piattezza riscontrabile anche in questo aspetto. Né può farlo la divisione tra fanghiglie volanti, minuscole, enormi.

    Lodevole è invece l'inserimento di un livello segreto all'interno di ognuno degli schemi base. Spesso le porte che vi conducono sono nascoste tra i livelli di profondità, ma il loro accesso non è immediatamente garantito: nella maggior parte dei casi bisognerà infatti aver soddisfatto dei requisiti (generalmente l'ottenimento delle cento medagliette nella zona) o avere comprato i potenziamenti disponibili presso la soffitta della nonna. Da lei infatti, a prezzi non proprio modici, si potranno acquistare migliorie per l'arma o per il jet pack ad acqua, necessari a raggiungere zone prima inaccessibili. Anche qui però dobbiamo riscontrare alcune problematiche: Max può equipaggiare solo un potenziamento alla volta, e sarà molto frustrante rigiocare un livello già completato, al fine di trovare la porta segreta e scoprire che questa è accessibile con una miglioria che abbiamo sì comprato ma non equipaggiato, costringendo ad un ulteriore viaggio di ritorno. Un volta trovati però, questi livelli danno molta soddisfazione dal punto di vista ludico: non vi sono al loro interno medagliette da raccogliere, ed ecco quindi che il focus si sposta sul platforming puro, rendendoli decisamente più difficili e anche più divertenti.
    Nonostante un gameplay non proprio perfetto, che necessiterebbe di maggior varietà sia nel level design che nelle facoltà a disposizione del nostro piccolo eroe, giocare a Mutant Mudds si rivela piacevole, per merito di una buona accessibilità garantita da una configurazione semplice e da un sistema di controllo precisissimo, nonché dalla genuinità di un divertimento senza fronzoli. Il tentativo di replicare lera Nes riesce però solo in parte, poiché anche a fronte di un impianto simile si nota una netta differenza rispetto ai classici del genere. In un titolo digital delivery, venduto a 9€, tale difetto è però parzialmente scusabile.

    Viva gli anni ottanta

    Non è solo la struttura di gioco ed essere mutuata da quella dei titoli anni ottanta: accanto ad un gameplay classico, abbiamo una realizzazione tecnica ugualmente nostalgica, declinata secondo i canoni estetici della tradizione 8-bit. Come spesso accade in questi casi, lo stile è uguale, ma mai il titolo potrebbe girare sulla piattaforma d'ispirazione: a fronte quindi di una direzione artistica che sprizza bit da ogni poro, con i suoi personaggi blocchettosi, notiamo la presenza di fondali colorati, dai toni molto accesi e sfumati, di animazioni decisamente fluide, in un complesso davvero piacevole agli occhi. L'effetto 3D la fa da padrone, vista la presenza di più livelli di parallasse, e accende forte il desiderio di altri titoli che usino gli stessi espedienti, riuscendo a dare vera profondità a scene che sembrano prese da colorati libri tridimensionali.
    La colonna sonora fa affidamento su brani chiptune di mordente, in realtà non memorabili ma perfettamente integrati con il contesto; pochi, ed ovviamente anche questi a tema, gli effetti sonori, in un tripudio di campionamenti tipicamente retrò.

    Mutant Mudds Mutant MuddsVersione Analizzata Nintendo 3DSMutant Mudds è un acquisto consigliato per chi fosse alla ricerca di un’esperienza di gioco con pochi fronzoli ma comunque divertente: un’impostazione certamente antiquata, prima causa di un feeling retrò sublimato dal buon comparto tecnico. Manca di profondità e varietà, ma per chi volesse giocarlo esplorando i livelli di gioco alla ricerca delle cento medagliette e dei livelli nascosti, rappresenta una piacevole sfida; questo forse è l’unico modo per godere appieno della produzione Rengade Kid, e per aumentarne la longevità, vero suo punto debole.

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