Recensione One Piece Unlimited Cruise SP

Arriva su 3DS la ciurma del Cappello di Paglia

Recensione One Piece Unlimited Cruise SP
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  • 3DS
  • Il manga One Piece, da anni punta di diamante della produzione nipponica, ormai lo conoscerete tutti, quindi eviteremo di dilungarci nella presentazione delle avventure di Rufy e della ciurma dei pirati del Cappello di Paglia, scaturita dalla fervidissima mente di Eiichiro Oda. Le escursioni in campo videoludico della serie non sono mai state delle più brillanti, tra titoli molto particolari e chiaramente lontani dalle atmosfere del manga ed altri nei quali a mancare è stato un discreto livello qualitativo. Il primo gioco degno di nota è l’Unlimited Adventure dell’ormai lontano 2007, base delle idee poi ritrovate nei due Unlimited Cruise. Due prodotti che non vanno affatto confusi.
    Molti giocatori avranno avuto modo di giocare i due episodi di Unlimited Cruise già nel 2009, su Wii, piattaforma di concezione originaria, e su cui erano stati distribuiti separatamente. Per coloro che se li sono fatti sfuggire, la notizia di un'edizione riveduta per Nintendo 3DS, che li conteneva entrambi, sarà stata senz’altro gradita: peccato che da noi in Europa il gioco arrivi di fatto mutilato, privo del secondo episodio che invece in Giappone è contenuto nella cartuccia.
    Ognuno può trarre le proprie conclusioni da questa vicenda: solita trascuratezza verso il mercato europeo, volontà di guadagnare il più possibile da due titoli portati con pochissimo sforzo, come vedremo in seguito; in alternativa si può credere che effettivamente siano valide le ragioni di Namco Bandai, per la quale era impossibile infilare un gioco tradotto in cinque lingue in una cartuccia da 2GB (non fosse che le dimensioni massime di una scheda 3DS siano 8GB).
    Sempre quindi tenendo a mente queste considerazioni, a cui ogni lettore darà il peso che ritiene opportuno, entriamo nell’analisi del gioco.

    Un arcipelago di avventure

    One Piece Unlimited Cruise non si appoggia ad uno dei tanti archi narrativi descritti nel manga, ma fa affidamento su di una trama apposita sulla quale si dipanano le vicende del gioco. La ciurma di Cappello di Paglia si ritrova spiaggiata su di una strana isola dopo una misteriosa tempesta, e fa presto la conoscenza del bizzarro essere Gabri, mostriciattolo che nasconde molto più di quello che dà a vedere... Senza darvi altri dettagli, potete aspettarvi uno scorrimento analogo per senso del fantastico a quello dei capitoli del manga, del quale il gioco ricrea perfettamente le atmosfere, ma senza però pretendere chissà quale qualità, dato che in poche ore diventa subito chiaro dove la trama vuole andare a parare. Idealmente il gioco si colloca dopo i fatti di Thriller Bark, per cui avrete a disposizione l’intera ciurma così come la conoscete, con Rufy, Zoro, Nami, Usop, Sanji, Chopper, Robin, Franky e Brook, ognuno utilizzabile a proprio piacimento, vista la facoltà di poter cambiare personaggio in ogni momento. Inutile dire che la caratterizzazione dei personaggi sia il punto più alto della produzione, visto che rimane fedelissima, e non poteva essere altrimenti, a quella del manga, e risulta sempre piacevole godere delle scene d’intermezzo, che avanzano attraverso ottimi dialoghi dall’incomprensibile ma intrigante per tutti doppiaggio giapponese.
    Il gameplay si presenta a prima vista come quello di un action adventure, e di fatto la struttura di gioco giustifica tale categorizzazione con un misto di esplorazione e combattimento. Più che il completamento di un’area, o lo spostamento verso un punto predefinito, è l’esplorazione fine a sé stessa il motore del gioco, in omaggio allo spirito del manga e secondo un copione ludico che vede prevedibilmente tale esplorazione ostacolata da nemici di ogni sorta, tratti tra tutti quelli incontrati nelle avventure piratesche. Nonostante simili intenzioni, fin da subito s’intuisce una certa linearità nella progressione, instradata verso i rigidi binari costituiti ora da quell'invalicabile muro di veleno, ora da enormi rocce. Per quanto possa essere intricata la mappa dell’isola su cui ci troviamo (scopriremo essercene più di una), è sempre e solo uno il percorso possibile, che conduce al boss di turno.
    Molte aree della mappa si possono raggiungere solo soddisfacendo determinati requisiti. Le isole sono piene zeppe di ogni sorta di oggetti, che possono essere raccolti utilizzati in vari modi: il primo, è quello di convertirlo in punti, necessari per sbloccare ranghi sempre più elevati, che permettono di accedere a zone sempre più intricate. Il secondo, è l’utilizzo come ingrediente per le ricette di Sanji, le composizioni di Chopper o le invenzioni di Usop e Franky, spesso anche queste necessarie per andare avanti nell’esplorazione. Il problema è che il rapporto tra oggetti e nuove aree è tremendamente meccanico, per niente coerente ad un’esplorazione più distesa, che implicherebbe una certa dose di svago e libertà d’azione. Accade invece che meccanicamente si ritorni nei punti dove è possibile recuperare gli oggetti che ci servono, e ci tocchi poi tornare indietro alla nave, dove sono situati laboratori. L'operazione alla lunga stanca: percorrendo mille volte percorsi già visti, non incontriamo infatti soluzioni di gameplay atte ad annullare il tedio di un backtracking estenuante.
    La scelta poi di rendere molti oggetti, anche quelli comuni, disponibili esclusivamente su di una particolare isola, amplifica all’ennesima potenza questa situazione, e presto sarà necessaria un’ampia dose di pazienza per portare a compimento la propria opera.
    Ovviamente l’attraversamento delle isole sarà funestato dalla presenza di numerosi nemici, che vi sbarreranno la strada nel tentativo di porre prematuramente fine alla vostra avventura. Mai termine fu più appropriato, perché di patetici tentativi si tratta, con avversari lenti, deboli, nemmeno poi troppo numerosi. Chiaramente non era questo il punto sul quale incentrare la difficoltà del gioco, ma una sfida maggiore sarebbe stata gradita; invece ci si ritrova a malmenare in successione ora marine, ora zombi, vedendoseli persino rispuntare fuori qualora si ritornasse in un'area appena visitata. Finirete quasi per ignorarli. C'è da dire poi che il personaggio non si muove in maniera fluida, causa un sistema di controllo approssimativo, e gli scontri non hanno nemmeno il giusto ritmo. E’ un peccato, perché a disposizione di ogni membro della ciurma vi è un repertorio nutritissimo di mosse, ovviamente tutte quelle maggiormente apprezzate dai fan, ed il potenziale per avere dei combattimenti coreografici ed intriganti ci sarebbe tutto. Così, risultano però sciabli e senza mordente.
    Il discorso cambia relativamente quando ci troviamo di fronte ai boss delle isole. Presi anche questi ovviamente dal manga, offrono una sfida più elevata, considerando tuttavia che nella stragrande maggioranza dei casi avrete a disposizione tutti e nove i membri della ciurma, liberamente utilizzabili una volta sconfitto quello da voi controllato. I boss si dimostrano infinitamente più resistenti e battaglieri, con mosse speciali che spesso pongono a serio rischio la barra della salute del proprio personaggio; è principalmente su di loro che riverserete tutto il vostro potenziale offensivo, ma nemmeno qui in maniera del tutto soddisfacente, ancora per le incertezze nei movimenti e nella telecamera, che una ballerina opzione di lock-on non riesce a rendere pienamente funzionale.
    Scendendo a patti con questi innegabili difetti, si può trovare del buono nel gameplay di Unlimited Cruise che, senza avere troppe pretese, è un’accettabile declinazione videoludica delle avventure di Rufy e compagnia, chiaramente appetibile per i fan, che troveranno ugualmente interessante l’aggiunta dell’opzione Marineford: una serie di scontri uno contro uno nell’ambito dell’assalto al quartier generale della marina, nella quale poter impersonare moltissimi personaggi.

    Qualità del porting

    La conversione su Nintendo 3DS non ha beneficiato di alcuna miglioria rispetto alla versione originale, per cui ci troviamo di fronte a quello che tecnicamente è un gioco del 2008, con una serie di elementi che fanno propendere per una scarsa cura nel porting. Sottotitoli dei filmati minuscoli, menu adattati malamente alle dimensioni ridotte dello schermo, un utilizzo pretestuoso del touch screen sono le prove di un lavoro d’adattamento superficiale. Il gioco rimane comunque gradevole da guardare, ma l’arretratezza del comparto grafico è resa evidente da modelli poco definiti, texture piattissime ed un effetto slavato che riduce la luminosità dei colori. L’effetto 3D è poco più che un piacevole accompagnamento.
    Decisamente meglio le cose per quanto riguarda il comparto audio, tra una colonna sonora che non brilla per originalità ma presenta dei discreti brani d’accompagnamento ed una serie di effetti, soprattutto quelli relativi ai protagonisti, decisamente buoni. Il doppiaggio in giapponese, l’abbiamo detto, è lodevole per caratterizzazione, ma la presenza almeno della lingua inglese sarebbe stata gradita.

    One Piece Unlimited Cruise SP One Piece Unlimited Cruise SPVersione Analizzata Nintendo 3DSOne Piece Unlimited Cruise SP è difficilmente consigliabile, sia per un livello qualitativo appena sufficiente, con un gameplay sulla carta intrigante ma nella pratica minato da evidenti difetti strutturali, sia per la presenza sul mercato delle controparti per Wii, che logicamente non soffrono dei problemi di conversione presenti invece su console portatile. La presenza del secondo gioco nel pacchetto, come nell’edizione giapponese, sarebbe potuta essere la discriminante decisiva; peccato che Namco Bandai abbia agito diversamente.

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