Recensione Rayman 3D

Una riedizione in 3D per il platform game Ubisoft

Recensione Rayman 3D
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  • 3DS
  • Quando ancora il platform era genere tra i più gettonati, tutte le software house più importanti tentavano di imporre all'attenzione dei giocatori progetti con protagoniste delle nuove mascotte. Pertanto, affianco a Nintendo con Mario e SEGA con Sonic, apparvero personaggi quali Crash, Spyro, Banjo e il suo compagno Kazooie e, ovviamente, Rayman.
    Sebbene quest'ultimo non sia tra i più carismatici all'interno del lotto appena descritto (non comprendente una pletora di altri personaggi), la melanzana made in Ubisoft riscosse notevole successo tra il 1995 ed il 1999, grazie ai due titoli che, in quel lasso di tempo, gli diedero grande popolarità. Il primo Rayman per l'epoca era un prodigio tecnologico, con una grafica 2D che ancora oggi riesce a fare la sua figura, grazie ad una perizia tecnica di prim'ordine ed una direzione artistica eccelsa; il secondo, Rayman 2, è considerato tutt'oggi tra i migliori platform 3D mai usciti, il che è tutto dire in un genere in cui i titoli della serie Mario sembrano incontrastabili.
    Alla pletora di versioni che uscirono del secondo capitolo di Rayman (se ne contano dieci, tra PC e console, portatili e versioni per la distribuzione digitale) se ne aggiunge ora un'ennesima, Rayman 3D, che prevedibilmente segna il debutto del personaggio creato da Michael Ancel su Nintendo 3DS.

    Fuga dall'incubo

    Il sottotitolo di Rayman 2, eliminato dal titolo per 3DS, era “The great escape”. Questo perché le vicende prendono inizio con la fuga di Rayman e del suo blu compagno, Globox, dalla nave pirata del capitano Razorbeard. Si scoprirà successivamente che il pirata ha invaso la Radura dei Sogni ed ha distrutto il Cuore del Mondo, privando Rayman dei suoi poteri e gettando il mondo nel caos. E naturalmente, dopo la rocambolesca fuga, starà a lui di nuovo sconfiggere i malvagi e far tornare la serenità nel mondo. Tra l'eroe ed il suo obiettivo, ovviamente, una lunga (poi vedremo quanto) serie di livelli nei quali testare a fondo le proprie abilità platformistiche, in un mondo 3D che oggi ci appare assai familiare ma che all'epoca, anche dopo Super Mario 64, era ancora una novità sostanziosa.
    Nonostante l'ovvia derivazione dal primo platform 3D della storia, Rayman 2 riflette di luce propria, come i critici dell'epoca non mancarono di sottolineare. Alla struttura ad hub si preferisce quella classica, fatta di una progressione di livelli assolutamente lineari, ma non per questo semplici. Il titolo Ubisoft è una perfetta trasposizione della tradizione platformistica 2D in tre dimensioni, lì dove invece Super Mario 64 creava qualcosa di totalmente nuovo; diversa la formula, ma simile (più o meno...) la qualità: i livelli che compongono la modalità di gioco principale sono tutti assai ispirati, e possono contare su di un level design di buona qualità. Inizialmente assai basilari, si perfezionano in complessità e varietà parallelamente allo sviluppo da parte della melanzana Ubisoft dei suoi nuovi poteri, che gli permetteranno di sferrare colpi più potenti, utilizzare i propri capelli a mo' di elicottero o affidarsi a lum (gli spiritelli che popolano il mondo di gioco) per dondolarsi nel vuoto.
    La progressione è relegata quindi al raggiungimento del punto B, partendo dal punto A, ma non per questo ci si stanca di una ipotetica monotonia di gioco. In molti livelli ci sono delle trovate, o delle sezioni particolari, nelle quali magari viene richiesto qualcosa in più al giocatore, con piccolissimi puzzle, momenti nei quali bisogna domare una strana bomba semovente, per poi lanciarsi in avanti al suo galoppo, oppure perigliose discese a tutta birra, nelle quali fondamentale è dosare bene la velocità ed i salti da effettuare. Queste ultime rappresentano le parti meno riuscite forse del gioco, non per problemi strutturali, dato che riescono anche a divertire, ma per limiti legati al sistema di controllo, a causa dei quali ci ritroveremo a sbandare pericolosamente ed a finire nel vuoto senza alcuna possibilità di modificare questo triste destino.
    E qui il discorso va allargato. Se probabilmente nel 1999 si poteva soprassedere su alcuni problemi nella gestione dei movimenti del personaggio, non si può di certo farlo nel 2011, ed un sistema di controllo simile a quello di Rayman 3D non può lasciare soddisfatti. Nell'insieme lo si può definire passabile, visto che comunque per la maggior parte del gioco si dimostra adatto e sufficientemente rispondente, ma nei tratti nei quali è richiesta una punta di precisione in più le difficoltà vengono fuori in maniera abbastanza evidente. Niente d'insuperabile, ma fastidioso quanto basta a rendere alcune sessioni frustranti all'inverosimile, soprattutto quando arriva a mettercisi in mezzo anche la telecamera (anche se questa funziona decisamente meglio).
    Anche al netto di questo problemi Rayman 3D si dimostra essere un platform di tutto rispetto, anche se la sensazione di star giocando ad un titolo vecchio di dieci anni c'è tutta, e non solo tra gli smaliziati del genere. Non serve aver giocato Super Mario Galaxy 2 per capire quanto sia antiquato, ed allora il maggior divertimento che se ne può trarre è quello di giocarlo con la cosciente consapevolezza di star compiendo un'operazione di recupero storico, di un titolo che comunque riesce ad essere gradevole, seppur in maniera limitata. Limitata anche per quanto riguarda la longevità del titolo, che s'attesta attorno alle dieci ore di gioco; lievemente maggiore qualora si volessero raccogliere tutti i 1000 lum nascosti nei livelli.

    Melanzane in 3D

    Con lo stesso spirito archeologico si deve considerare il comparto tecnico del titolo, perché qualora si volesse andare a valutare con oggettività almeno la grafica del titolo Ubisoft, ci sarebbe da piangere, e siccome in una recensione questi sentimentalismi vanno messi al bando a favore di un rigore analitico, va ribadito come sia inaccettabile presentare un simile prodotto al giorno d'oggi. E' curioso notare come uno dei difetti che molti recensori denunciarono della versione Nintendo DS di Rayman 2 fosse l'arretratezza tecnica; figuriamoci quindi come si debba considerare lo stesso sfoggio di noncuranza su di una macchina enormemente più potente.
    Anche nella grafica, come nel gameplay, Rayman 3D è un gioco del 1999: texture di bassa definizione e soprattutto un numero di poligoni inconsistente sono il peggior aspetto di questo comparto, ma da bocciare sono anche gli effetti e la scelta dei colori, troppo cupi. Un confronto con la versione Nintendo 64 mostra come questi ultimi due elementi siano di gran lunga superiori su quella console. Peccato, perché il lavoro artistico alle spalle c'è (stato), ed anche un piccolo rimaneggiamento della grafica l'avrebbe senza dubbio valorizzato.
    La colonna sonora rimane buona anche a distanza di anni, sebbene la scarsa qualità dei campionamenti si senta tutta. Ad ogni modo i brani che accompagnano le peregrinazioni della melanzana sono tutti orecchiabili, con alcuni davvero ottimi e memorabili.

    Rayman 3D Rayman 3DVersione Analizzata Nintendo 3DSGiudicandolo oggettivamente, Rayman 3D è un titolo da bocciare, per la sua totale insipienza dal punto di vista tecnico, non salvabile nemmeno dalla visualizzazione in 3D. Il gameplay di qualità, seppure azzoppato dal tempo, non può bastare a giustificarne l'acquisto, presentando anche questo limiti facilmente risolvibili con un minimo di lavoro. Indubbiamente il titolo ha un suo valore storico, ma non pare essere questa la soluzione migliore per recuperarlo.

    5

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