Recensione Tekken 3D Prime Edition

Una versione portatile per il picchiaduro Namco Bandai

Recensione Tekken 3D Prime Edition
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  • 3DS
  • L’arrivo di Tekken 6 sdoganò definitivamente una delle saghe che ha reso popolare negli anni il brand Playstation dal rapporto esclusivo con Sony. Ma in verità quella non è stata la prima occasione, dato che la serie Namco aveva già avuto dei brevi trascorsi su altri lidi, dai più impensabili, come il Wonder Swan, ai più popolari, Game Boy Advance per l’esattezza. L’arrivo quindi di un episodio portatile su console Nintendo non è una primizia, anzi forse sancisce il definitivo passaggio del picchiaduro a incontri alla multipiattaforma totale, considerato anche il prossimo, non sappiamo quanto lontano, arrivo su Nintendo Wii U. Intanto, i seguaci della casa di Kyoto possono stringere tra le mani questo Tekken 3D Prime Edition, che va ad arricchire ulteriormente la già relativamente (rispetto alla data d’uscita della console) folta schiera di titoli del genere. Lo fa con un episodio totalmente fedele alla tradizione della serie, con una giocabilità che lo distingue fortemente dagli Street Fighter e Dead or Alive già da tempo disponibili.

    Un picchiaduro essenziale

    Come sappiamo, non è la trama un aspetto importante nei picchiaduro, e Namco in questo caso c’ha voluto levare l’incombenza di trovare eleganti e pompose parole per descrivere i quattro eventi in croce che compongono l’intricatissima storia del picchiaduro standard, eliminandola totalmente. In un processo di snellimento che ha toccato anche altri aspetti della produzione, come vedremo successivamente, il primo passo è stato l’eliminazione totale di una qualunque trama che facesse da sfondo agli incontri. Il riferimento temporale è quello di Tekken 6, ed i personaggi sono rappresentati in maniera analoga all’ultimo capitolo per home console, ma per il resto manca qualunque altra contestualizzazione di sorta: i 41 combattenti che compongono un poderoso roster vanno da King a Marshall Law, da Yoshimitsu a Paul Phoenix, da Anna Williams ai tre Mishima, Heiachi, Kazuya e Jin. Tra volti più o meno noti l’affezionato della serie si sentirà certamente a casa e difficilmente non ritroverà all’interno della nutrita selezione il suo personaggio preferito.
    Dal punto di vista quantitativo il roster è sicuramente l’aspetto più lodevole del gioco, che invece riduce all’essenziale altre componenti, modalità di gioco in primis. Da queste parti poco gradiamo l’inutile sovrabbondanza di opzioni che spesso il picchiaduro moderno propone, infausti tentativi di allungare una longevità di gioco che è connaturata per tradizione alla vicinanza dell’amico, potenziale secondo giocatore. Ma nemmeno però può ritenersi totalmente sufficiente dal punto di vista dell’offerta ludica un titolo che propone, per la modalità in singolo, solo due opzioni.
    La prima è la classica modalità arcade, nella quale selezionare un personaggio con cui affrontare dieci incontri di crescente difficoltà. La sostanza è quella tradizionale, ma manca un qualunque accompagnamento, fosse un filmato introduttivo o un finale per ogni personaggio, ed è persino latitante il cattivissimo boss finale da sfidare. Si comincia dunque a percepire una strana sensazione, che aleggia sull’intera produzione: una sorta di asetticità, una mancanza non di cura, ma di rifinitura.
    L’altra opzione a disposizione è l’endurance, diviso in tre modalità rispettivamente da 5, 10, 20 scontri, stavolta a singolo round. Anche qui, si sceglie un personaggio e si porta a compimento la sfida, senza alcun premio al compimento della facile impresa. Secondo problema quindi: manca totalmente un sistema di incentivi che trattenga il giocatore nella modalità in singolo, al di fuori del primo paio d’ore necessario per prendere confidenza con il gameplay e con il proprio personaggio.
    Non possono bastare a mitigare questa scarsità di sostanza due piccole opzioni di contorno: un editor, con il quale personalizzare i colori dei due costumi a disposizione di ogni personaggio, e la possibilità di scambiare tramite Street Pass con altri giocatori le (orribili) carte Tekken che si ricevono completando l’arcade o l’endurance, e che di certo non possono essere considerate un motivo per prolungare la propria esperienza di gioco in singolo.
    Una longevità altrimenti scarsa è salvata in toto dalla possibilità di affrontare giocatori umani in locale o online, ma anche qui siam lontani dalla perfezione, per ragioni stavolta tecniche. Saranno ancora da rodare i server, saranno pochi i giocatori online, ma tra lag e scarso numero di avversari è difficile imbastire al volo un match. E’ il lag il problema più fastidioso, con rallentamenti che minano fortemente la giocabilità di un picchiaduro che fa, per chi lo sa veramente giocare, delle combo e del tempismo la sua componente migliore.
    Fin qui, la struttura che accompagna il gameplay. Tocca ora ad entrare in dettaglio nelle qualità di quest'ultimo, decisamente apprezzabili. L’esperienza di gioco tipica della serie è stata perfettamente ricreata, e se poco vale ormai parlare di adattamento portatile, per il superamento dei limiti tecnici tipici delle vecchie console da tasca, è all’ottimizzazione che dobbiamo rivolgere il nostro sguardo. Il fatto che da sempre Tekken si affidi a quattro pulsanti è sicuramente un punto che ha reso più facile la realizzazione di un episodio su 3DS, ma per venire incontro ai giocatori meno scafati Namco ha ben pensato di utilizzare anche il touch screen, dal quale gestire le mosse più complicate (in alternativa performabili anche utilizzando i dorsali e premendo l’apposito tasto).
    Il tutto funziona benissimo, al servizio di un sistema di gioco che da sempre concede qualcosa al giocatore occasionale, con combo di due o tre colpi facilmente a disposizione di ogni personaggio, ma che dà il suo meglio quando sfruttato da un giocatore che, ad esempio, conosce a memoria una delle cinque combinazioni da dieci colpi di King. Il punto forte di Tekken è sempre stato quello: offrire moveset praticamente infiniti, che possono essere sfruttati alla grande o bellamente ignorati, ed anche in questo episodio troviamo lo stessa formula che ne ha fatto un brand seguitissimo. Ne ritroviamo purtroppo anche i difetti, sebbene difficilmente sarebbe potuto essere questo l’episodio nel quale risolverli: su tutto, un bilanciamento dei personaggi non ottimale, che decreta la superiorità di alcuni; difetto tutto sommato scusabile al netto della mole del roster inserito. Quanto poi ciò possa essere motivo d’interesse per gli affezionati della serie è fattore personale. Indubbiamente la serie non si è contraddistinta negli anni per volontà e capacità d’innovazione, quindi il rischio di trovare stantìo un gameplay che comincia a sentire il peso degli anni ed è rimasto identico a sé stesso c’è tutto.

    Il pugno d'acciao in 3D

    Ad un osservatore poco attento, di primo acchitto Tekken 3D Prime Edition può sembrare lo stato dell’arte su Nintendo 3DS. I personaggi sono composti da un buon numero di poligoni, le animazioni sono ottime, la fluidità garantita dai 60 fps fissi anche con l’effetto 3D sparato al massimo. Effetto 3D che fa il suo lavoro e poco più ma è apprezzabilissimo nella misura in cui fa stagliare i personaggi sugli sfondi delle arene. Un’occhiata più acuta rivela alcuni aspetti tecnici che impediscono alla produzione di raggiungere valutazioni d’eccellenza in tal campo. Il primo motivo è un livello di dettaglio appena discreto, com’è possibile notare dalle arene, spoglie oltre ogni limite, oltre le già non felici realizzazioni degli ultimi capitoli per home console e presenti in scarso numero. Il secondo è una realizzazione delle texture che, anche qui, cede molto a livello di dettagli e non si presenta interessante così come dovrebbe essere, visto poi che di elementi su schermo se ne muovono ben pochi. Nel complesso comunque un lavoro apprezzabile, che si muove nel solco di una direzione artistica collaudata, che ha tuttora nei personaggi di prima concezione le punte più alte.
    Totalmente nella norma invece il comparto sonoro. Pochi gli effetti all’interno degli incontri, pochi i brani associati alle arene, per un risultato che raggiunge la sufficienza ma non va oltre, ennesima prova di una fretta nello sviluppo che ha lasciato ampi spazi di miglioramento.
    Un ultimo cenno va al contenuto speciale della cartuccia, quel Tekken Blood Vengeance del quale molti han sentito parlare ma la cui natura potrebbe non essere chiara a tutti. Ci troviamo di fronte ad un film in digitale, con i personaggi realizzati come nel videogioco, proposto già nel pacchetto Tekken Hybrid. La versione contenuta nella cartuccia di gioco è identica: quindi audio inglese e sottotitoli in italiano, facendo solo sfoggio di un 3D a dire il vero poco accennato. Sulla qualità del produzione poco c’è da questionare, si tratta di un film tutto sommato piacevole e godibile, che rappresenta una piccola ma graditissima aggiunta (vi segnaliamo la recensione di Movieye se voleste approfondire).

    Tekken 3D Prime Edition Tekken 3D Prime EditionVersione Analizzata Nintendo 3DSTekken 3D Prime Edition è una buona riproposizione su Nintendo 3DS dell’esperienza di gioco tipica del brand, ma manca di tutta quella serie di rifiniture in campo di offerta ludica e gameplay che ne giustificano l’esistenza se non come versione ridotta delle controparti maggiori. Un po’ poco forse, per il primo serio tentativo di portare la saga su console Nintendo, soprattutto visto il livello elevato della concorrenza. Dall’altro lato, difficilmente sarebbe potuto iniziare qui un processo di rinnovamento che da anni è richiesto su home console. Ne risulta un titolo senza infamia e senza lode, che punta più sul prestigio del brand che sulla sostanza.

    6.5

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