A Plague Tale: Innocence

A Plague Tale: Innocence è un interessante action adventure ambientato nella Francia del 1349, logorata dall'Inquisizione e dalla Peste Nera.

A Plague Tale: Innocence
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • In mezzo a nomi altisonanti come Dontnod Entertainment e licenze dalla grande eco mediatica come Call of Cthulhu e Werewolf: The Apocalypse, il publisher Focus Home Interactive non disdegna certo di puntare anche su opere indipendenti decisamente meno conosciute ma non per questo meno promettenti: è proprio il caso di A Plague Tale: Innocence, ultima fatica dello studio di sviluppo ASOBO. A questo intrigante progetto, infatti, Focus ha persino dedicato un'appariscente presentazione a porte chiuse durante l'evento What's Next? di Parigi: uno stand allestito come se fosse una cattedrale in miniatura, al cui interno erano riprodotte alcune vetrate istoriate d'epoca medievale e piccole piramidi di roditori (di gomma, ovviamente) che s'inerpicavano lungo le mura di cartonato. Una scenografia che lasciava dunque facilmente intuire quale sarebbe stato il mood dell'action-adventure che il team francese stava per svelarci in anteprima.

    L'età dell'innocenza

    Nella Francia del 1349, due fratelli, Amicia (leggi: "Amissia") di 15 anni e Hugo di 5, sono alla ricerca della madre scomparsa. Nel paese imperversano due mali in egual modo terribili e feroci: la Peste Nera e l'Inquisizione. Ci troviamo nel Medioevo, epoca di superstizione, fanatismo, malessere e degenerazione: la visione dell'età di mezzo inscenata dai ragazzi di ASOBO trae ispirazione dall'immaginario collettivo, e ci offre uno spaccato oscuro e degenere, dove gli appestati si accasciano tra le strade e la notte ha ormai preso il sopravvento.

    La narrazione di A Plague Tale vuole essere dolce e impietosa allo stesso tempo: da una parte l'ambientazione, piagata da un morbo incurabile e dalla crudeltà dell'uomo, dall'altro il rapporto tra i fratelli, attorno al quale si svilupperà un racconto di formazione potenzialmente intimo e malinconico. Ci spiegano gli sceneggiatori che l'obiettivo è quello di strutturare un plot osservato dagli occhi di due fanciulli, la cui prospettiva, un po' ingenua e un po' spaventata, contribuisce a dare al setting nuovo spessore. La trama - ci assicurano - sarà estremamente realistica e verosimile, sebbene non mancheranno momenti più onirici e inquietanti, la maggior parte delle volte derivati dalla fantasia dei bambini: è con loro, infatti, che scopriremo la storia di A Plague Tale, ed è con loro che impareremo a conoscere l'orrore che popola le lerce viuzze del medioevo francese. Inizialmente, il legame tra i fratelli sarà fortemente conflittuale: spetterà ad Amicia, la sorella maggiore, diventare adulta prima del tempo e tramutarsi per Hugo quasi in una figura materna, surrogato di un genitore che entrambi hanno perso troppo presto. Con i protagonisti, insomma, il giocatore imboccherà un percorso di crescita e sviluppo psicologico, alla scoperta di un barlume di "innocenza" all'interno di un mondo malato. Il sottotitolo scelto dal team, allora, come ci confermano gli sviluppatori stessi, non è affatto casuale: il contrasto tra la purezza dei personaggi principali e la brutalità del setting in cui si muovono sarà uno dei punto di forza della produzione. Non è un caso che A Plague Tale sia un titolo notevolmente improntato sulla componente narrativa: l'avanzamento della trama si muoverà quindi di pari passo con le dinamiche di gameplay. Per amalgamare bene il tutto, ASOBO ha scelto di realizzare un action-adventure di stampo molto tradizionale, in cui, nei panni di Amicia, esploreremo piccole porzioni di scenario, tentando di evitare il confronto diretto con le guardie dell'Inquisizione e risolvendo immancabili puzzle ambientali. Dalla demo mostrata in anteprima, appare evidente che il fulcro dell'esperienza ruoterà intorno alla dicotomia luce/ombra: una delle atrocità che la Peste Nera si porta in dote, infatti, è la soverchiante presenza di un numero spropositato di topi che infestano ogni angolo della città. Si tratta letteralmente di un mare di ratti che si nutre dei cadaveri scarnificati e non lascia un attimo di tregua ai moribondi e ai diseredati. La loro quantità è parecchio "irrealistica", in parziale contrasto con il mood di verosimiglianza che ASOBO vuole provare ad imbastire. Lo studio ci rivela però che questa scelta presenta due scopi primari: il primo è legato ad una funzione squisitamente narrativa, in cui i topi rivestono un ruolo molto simbolico; il secondo, invece, è connesso direttamente al gameplay.

    Amicia, infatti, per farsi largo tra le insidie dei livelli, dovrà cercare delle fonti di luce, nelle quali i ratti non possono intrufolarsi. All'inizio della demo, la protagonista si muove con circospezione tra i vicoletti francesi, con la speranza di ritrovare il fratellino catturato dall'Inquisizione. Giunta in una piazzetta sorvegliata da due soldati, allora, la ragazza colpisce con la sua fionda le lanterne delle guardie, in modo tale che intorno a loro si formi un cono d'ombra, permettendo alle masnade inferocite di topi che bazzicano nelle vicinanze di assalirli senza tregua, divorandone le carni. Il team ci spiega che buona parte degli scontri di A Plague Tale sarà basata sull'astuzia e la capacità di "leggere" il level design, al fine di sgattaiolare silenziosamente tra i pericoli del setting. Non mancherà comunque la possibilità di fronteggiare direttamente le minacce, benché si tratterà comunque di una soluzione molto meno efficace: la fionda in dotazione ad Amicia potrebbe rallentare i nemici, ma non abbatterli del tutto, ed inoltre la gracile fisicità della fanciulla non la rende certo una combattente resistente ed abile. Sarà dunque l'astuzia l'arma più pericolosa nelle mani dei giocatori, i quali dovranno aguzzare l'ingegno non soltanto per eliminare gli sgherri della Santa Inquisizione, ma anche per riuscire ad esplorare l'ambientazione senza essere divorati dai topi. Come già accennato, lo scopo principale dell'avventura, sia nei duelli sia durante l'avanzamento, consisterà nel procacciare fonti di luce tramite la risoluzione di appositi enigmi: dopo aver messo fuori combattimento le due guardie, Amicia entra in un'enorme cattedrale gotica, logorata dal tempo e adibita oramai a nido di putridi ratti. È qui che la ragazza ritrova il fratello, sfuggito alle grinfie dei suoi inseguitori: il duo, finalmente riunito, dovrà trovare una via di fuga da quel covo di morte, raccogliendo tutto ciò che permetta loro di non rimanere al buio, come bracieri o lanterne. È in questa situazione che si inizia ad intravedere timidamente la componente puzzle solving di A Plague Tale, basata sull'attenta analisi dell'area di gioco e sulla collaborazione tra i protagonisti. Se con la sua fionda Amicia può far precipitare lampadari decrepiti e recuperarne le fiaccole per scacciare i topi, Hugo è in grado di inserirsi nelle fessure più strette, afferrando oggetti altrimenti irraggiungibili per la sorella. Sebbene resti ancora impossibile valutare quanto variegati sapranno dimostrarsi i rompicapi durante l'esperienza di gioco, ASOBO ci ha garantito che l'importanza di Hugo ai fini del gameplay si farà sempre più preminente man mano che proseguiremo nel corso della storyline, con conseguente diversificazione degli approcci risolutivi. È necessario ricordare, tuttavia, che quanto mostratoci a Parigi rappresenta soltanto un prototipo di quello che sarà il titolo completo, con alcuni elementi ludici ancora da inserire e altri soggetti a profondi cambiamenti nel corso dello sviluppo: l'attesa che ci separa dalla release è del resto ancora molto lunga, con il gioco previsto per la fine del 2018 su PC e console.

    Già allo stato attuale, in ogni caso, il motore grafico proprietario del team ha dato prova di virtuosismi eccezionali. Se si esclude la resa delle animazioni facciali, un po' troppo rigida, tutto il resto del colpo d'occhio è semplicemente magnifico: anzitutto, la direzione artistica ci sconquassa e ci destabilizza, proponendo una location avvolta dal degrado e dal ciarpame, ruvida e malata. In secondo luogo, la qualità del livello di dettaglio ci avvinghia con un eccellente tappeto di texture ed entusiasmanti effetti di luce. Infine, su tutti, troneggiano gli incalcolabili roditori che, come un fiume in piena, strisciano sinuosi tra le strade e inondano le ambientazioni: con i loro occhi rubini, questi divoratori di morte avvolgono ogni pixel del gioco, creando a schermo un effetto visivo davvero impressionante. Si badi che, anche sul versante grafico, A Plague Tale è ancora un "work in progress", per quanto lo studio ASOBO sia fiducioso di poter raggiungere un simile livello tecnico nella versione finale: come se non bastasse, inoltre, sembra che l'art design svolga un ruolo predominante nella composizione della narrazione, con scenografie che ci racconteranno quindi inediti dettagli di questa storia di malattia e innocenza.

    A Plague Tale: Innocence A Plague Tale: Innocence è un progetto molto affascinante, fondato su un concept d'indubbia potenza narrativa e ludica: in una Francia logorata dalla peste nera e dalla spietata giurisdizione dell'Inquisizione, prende vita un action adventure dal gameplay piuttosto canonico, basato sull'alternanza luce-ombra e sulla necessità di sopravvivere contro un'invasione di ratti carnivori. Corona il tutto un cupo racconto di formazione, osservato dalla prospettiva di due fanciulli, e un comparto artistico in apparenza sensazionale, in grado di dar vita ad uno scenario strabordante di personalità. A Plague Tale: Innocence sembra dunque già da ora un titolo da tenere attentamente sott'occhio: una piccola gemma oscura che potrebbe brillare in un mercato ormai troppo sovraffollato. Proprio come lo erano strade del Medioevo francese, dominate da masnade di ratti infernali.

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