Anteprima Age of Empires 3

La serie Age Of Empires torna sui nostri monitor

Anteprima Age of Empires 3
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  • Un po' di Storia

    I grandi appassionati dei titoli di strategia in tempo reale certamente avranno giocato, o almeno sentito parlare, della serie creata da Ensemble Studio e Microsoft Games, Age of Empires.
    Il perché il primo capitolo, Age of Empires ( AoE per brevità ), sia diventato una pietra miliare degli RTS è difficilmente intuibile da un giocatore con pochi anni di esperienza alle spalle: tutto quello che adesso è “quasi obbligatorio” in un gioco di strategia, prima di AoE non esisteva. Giusto per citare qualche esempio, AoE introdusse la possibilità di far avanzare la proprio civiltà nel corso di epoche storiche, di migliorare strutture e unità con degli upgrade ricercabili in apposite strutture e una vastissima diversificazione delle civiltà disponibili.
    Tutto questo era condito con una grafica al tempo incredibile, con animazione realistiche, una incredibile visuale isometrica e un ottimo utilizzo di sprites per realizzare esplosioni e fumo.
    L’incredibile successo ottenuto ( di critiche, ma soprattutto di incassi ), convinse Microsoft e Ensemble a mettersi subito all’opera per sviluppare il suo seguito, che prese il nome di Age of Empires 2: Age of Kings, proprio perché riprendeva l’evolversi delle civiltà da dove il primo capitolo l’aveva lasciato ( Eta del Ferro ), trattando il travagliato periodo del medioevo.
    Molti attendevano l’uscita del secondo capitolo, ma altrettanti temevano che Microsoft non avrebbe fatto altro che migliorare graficamente il titolo, senza introdurre nessuna innovazione a livello di gameplay, proprio quelle innovazioni che hanno reso unico AoE.
    Le preoccupazioni vennero meno non appena AoE 2 venne lanciato sul mercato: oltre alle “solite” migliorie grafiche, il secondo capitolo vantava una più profonda struttura di gioco, grazie alla presenza di strutture particolari, come i castelli e le unità d’elite, oltre a nuove possibilità di gioco, oltre a diverse campagna di eccellente fattura, come quella di William Wallace e Giovanna D’Arco.
    Age of Kings ottene un successo addirittura maggiore rispetto al suo predecessore, che persuase Ensemble a pubblicare una espansione, denominata Age of Conquerors, che invece, passò piuttosto inosservata.
    Oggi, agli albori del 2006, un comunicato rilasciato direttamente da Microsoft, nel quale comunica a tutta la comunità del rilascio della prima versione in prova ( che ci è stata gentilmente fornita NdR ), assistiamo al ripetersi di quanto accadde 5 anni fa: nuove preoccupazioni e la speranza di un nuovo capolavoro.

    La tecnica non è tutto...

    La versione dataci in prova del terzo capitolo della serie ( AoE 3 ), sembra proprio che intenda ripercorrere il successo dei suoi due predecessori: sebbene la struttura di base sia rimasta invariata, ovvero la raccolta di risorse (che esse siano cibo, legno o denaro non cambia ) per poter costruire nuove strutture e unità militari col quale sconfiggere il nemico, possiamo dire che questi lunghi anni di attesa non sono stati vani e che Microsoft non è caduta nella trappola tentatrice di creare solamente un nuovo e stupefacente motore grafico. Appena lanciato il gioco, ci appare un ottimo menù realizzato a tre dimensioni col motore del gioco ( sulla falsariga di quanto accadeva in Half Life 2, NdR ), che racchiude alcuni dei migliori effetti grafici del momento, come acqua realizzata con la tecnica dei Pixel Shader, un lieve uso di Bump Mapping, ombre di alta qualità e uno dei migliori effetti di Bloom mai visti prima, che rendono tutta la scena più luminosa e leggermente sfocata, in modo da ricalcare gli effetti dell’ FSAA senza però abbattere il framerate di gioco.
    Le possibilità offerte da queste versione di prova sono ovviamente piuttosto limitate: ci viene dato un assaggio di quella che sarà una delle campagna del gioco, ovvero l’intramontabile Far West, con cowboy, cavalli di ferro e corse all’oro e anche la possibilità di lanciarsi in una partita Skirmish su due mappe contro un'unica civiltà.
    Uno dei molti nuovi elementi introdotti da Ensemble è stata l’inserimento dei punti esperienza, che a differenza di quanto si possa pensare, non serviranno solamente a migliorare le proprie unità, ma anche a far giungere dei rifornimenti, sia essi militari, economici o sociali al nostro accampamento, direttamente da una delle città nella nostra patria.
    Questa operazione avviene in maniera assolutamente immediata: appena costruito quello che funge da Centro Città, un grosso indicatore a forma di circonferenza comincerà a riempirsi graduatamene e a velocità costante ( che potrà essere aumentata sviluppando alcune tecnologie o completando missioni secondarie ). Una volta riempita l’intera circonferenza, un messaggio sonoro ci avviserà della disponibilità di ricevere dei rifornimenti: tramite un simbolo a forma di mercantile all’interno della circonferenza, accederemo ad un altro menù, sempre realizzato in tre dimensioni, dove potremmo scegliere quale “carta” giocare, con un palese riferimento al titolo di Big Huge Games Rise of Nations. Ogni carta porterà un aiuto diverso e potrà essere giocato una sola volta, se si tratta di aiuti importanti come il ricevere gratuitamente unità di fanteria, o edifici, o anche infinite volte, come per la richiesta di una piccola quantità di risorse.
    Al termine di ogni missione, ci verrà data la possibilità di potenziare, in maniera più o meno rilevante a seconda del punteggio che abbiamo ottenuto durante la partita, la nostra città e le carte che può fornirci, così da poter ricevere, nelle missioni successive, degli aiuti più sostanziosi, come unità migliori o una maggiore quantità di risorse.
    Le campagne di Age of Empires 3 quindi non si limiteranno alla sola partita, ma ogni risultato che otterremo, sia esso positivo o negativo, andrà ad influenzare le missioni successive, rendendolo più o meno difficili da portare a termine.
    Questo è un modo intelligente di risolvere il problema della scarsa rigiocabilità delle campagne, uno dei pochi problemi che affliggeva i due predecessori di questa serie: ogni volta che cominceremo una campagna, potremo scegliere se potenziare la nostra città in modo da divenire una potenza militare, magari facendoci inviare come rifornimento delle centinaia di soldati d’elite, oppure una potenza economica, dominando sui mercanti con le nostre risorse.
    Ogni partita non sarà quindi scollegata dalle altre, limitandosi al sottile filo della trama, ma sarà nel nostro stesso interessa sviluppare in ogni partita, una solida base economica e militare, in modo da aumentare il nostro punteggio finale e potenziare di conseguenza, la città che ci invierà dei rifornimenti.

    Un degno successore

    L’impressione generale scaturita da questa versione di prova è stata decisamente ottima: Ensemble è riuscita non solo a mantenere tutte le promesse sul meraviglioso motore grafico che anima l’intero gioco, ma ha addirittura migliorato una struttura di gioco già di per sé estremamente giocabile: l’interfaccia è restata pressoché invariata, essendo già di per sé ottima e i vari livelli di difficoltà sono stati calibrati in maniera più logica: ora a livello facile, i vostri avversari non resteranno passivi per tutta la partita, rimanendo spesso arretrati nelle diverse epoche, e non minacciandovi in alcun modo, come d’altrocanto, ai livelli di difficoltà maggiori, non vi viene proposta una sfida impossibile: ora il nemico si comporterà in maniera più omogenea, senza sbalzi “caratteriali” e senza mai sbilanciarsi troppo; come succedeva nella realtà, attendetevi quindi prima qualche unità d’esplorazione, e poi delle piccolo sortite per palpare la vostra capacità militare. Infine, grazie anche alla ottima IA, purtroppo ancora legata alle leggi degli script, dopo l’ennesima sortita, l’avversario vi travolgerà con un esercito decisamente più numeroso rispetto agli attacchi che avrà portato in precedenza, anche se la dimensione dell’esercito e le unità che lo comporranno dipenderanno dal livello di difficoltà che avrete impostato.
    Dal punto di vista prettamente grafico, l’occhio avrà tutto la parta di cui necessiterà: se avrete dalla vostra parte un hardware sufficientemente potente, potrete ammirare le vostre truppe riflettersi sugli specchi d’acqua, edifici prendere fuoco sotto i colpi dei vostri fanti, oscurando il cielo con delle vive fiammate, unità realizzata con un numero decisamente elevato ( per trattarsi di un RTS intendiamoci ) di poligoni, animazioni curate realizzate sfruttando le tecniche di motion capture e tanti, tantissimi effetti particellari, atti a realizzare la polvere alzata dalle vostre truppe, le ( frequenti ) esplosioni e il fumo che si alza dagli edifici in fiamme e dai colpi dei moschetti.
    Parlando invece del gameplay, non si può muovere alcuna critica: la struttura inventata da AoE è ormai diventata un must per la quasi totalità dei titoli strategici e queste terzo capitolo non fa che migliorarla ulteriormente, introducendo molte altre variabili, visibili al giocatore sotto il nome di nuovi potenziamenti e strutture, rendendo lo schema di gioco ancora più ampio ma assolutamente non complesso. Il sistema basato sulla raccolta delle risorse si è dimostrato, nel corso degli anni, assolutamente valido per permettere al giocatore una maggiore integrazioni nel titolo stesso, non limitandolo al ruolo di comandante, come poteva accadere in titoli quali Ground Control, ma facendolo partecipare attivamente alla vita della propria piccola comunità, sorta grazie ai suoi colpi di mouse.
    Ma forse il punto di forza di questo terzo capitolo non sarà tanto la grafica, che risulta si spettacolare, ma è comunque inferiore a quella offerta da Rome: Total War, ma quello che farà entrare nuovamente nella “Hall of Fame” dei videogiochi questo capitolo, sarà la sua capacità a coinvolgere il giocatore. La possibilità delle partite skirmish non si esaurirà quando avrete provato, o meglio assaggiato, tutte le civiltà disponibili nel gioco, ma grazie a tutta le serie di innovazioni elencate nei paragrafi precendenti, vi istigherà a tentare di percorrere nuove strategie, che non siano solamente quella della conquista militare, ma anche quella del dominio economico, giusto per citarne una: riuscire ad impossessarsi nelle prima fasi del gioco e mantenerle nel corso della partita di alcune risorse chiave, come ad esempio le miniere d’oro, vi rendere un avversario assolutamente invincibile e sarà decisamente più gratificante che scontrarvi in schermaglie più o meno grosse col vostro avversario, fino a quando uno de due eserciti, per sfinimento, non verrà sconfitto, poiché questo tipo di strategia, come informa Ensemble, “funziona unicamente ai livelli di difficoltà più bassi: al livello difficile o estremo, la possibilità di sconfiggere il nemico unicamente appoggiandovi alle forze militare sarà prossima allo zero”.
    Per concludere questo paragrafo possiamo dire che Ensemble e Microsoft sono riusciti a sfornare un altro nuovo capolavoro, che quasi certamente non manche di deludere tutti i vecchi appassionati della serie, e che recluterà molti nuovi e sfegatati fans.

    Age of Empires 3 Nella versione dataci in prova in pregi che ci sono apparsi sono innumerevoli, addirittura troppi per essere elencati tutti, ma per onor di causa, ve ne riportiamo citiamo qualcuno: si parte col la grafica stupefacente e molto gratificante, alla giocabilità eccellente, passando per l’interfaccia di gioco pulita e immediata, senza escludere anche l’ottima realizzazione tecnica e l’ottima diversificazione delle diverse civiltà e unità, componente fondamentale in un RTS. I difetti, d’altrocanto, sono poco più che piccole sbavature che speriamo vengano corrette dagli sviluppatori prima di lanciare il gioco sul mercato, e veramente pochi di questi hanno minato le nostre migliaia di partite skirrmish e le ore occupate dalle campagne: forse uno dei più fastidiosi è stata qualche sbavatura nel codice dell’intelligenza artificiale dei nemici, che a volte, mostrava dei veri segni di deficienza, arrivando a bombardare con la propria artiglieria le proprie truppe, ma episodi come questo sono assolutamente sporadici e rappresenta il vero limite delle IA codificate con gli script; esiste poi ancora qualche errore di clipping una volta che le vostre unità saranno morte e vedrete i cadaveri entrare all’interno di edifici o di altri oggetti nelle immediate prossimità. A conclusione, possiamo dire con assoluta certezza che AoE 3 sarà, se non il nuovo capolavoro, il più degno successore di Age of Kings.

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