Anteprima Binary Domain

Presentato a colonia lo Shooter SEGA

Anteprima Binary Domain
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • All’E3 avevamo avuto un primo assaggio di Binary Domain, rimanendo stupiti per la solidità di alcune meccaniche e per l’approccio particolare al gameplay, decisamente incentrato sulla collaborazione con i compagni di squadra a causa della difficoltà che il gioco pone davanti al giocatore.
    Al Gamescom di Colonia una nuova presentazione a porte chiuse ha approfondito proprio questo concetto, mettendo a nudo i legami tra il protagonista e i compagni di ventura.

    Cooperazione a tutti i costi

    Ciò che differenzia Binary Domain dai molti third person shooter disponibili sul mercato sono sia lo stile che la necessità di gestire una squadra d’assalto in ogni minimo dettaglio.
    Per quanto riguarda il primo abbiamo un mix tra il design orientale e occidentale, con lo sfruttamento di un’ambientazione metropolitana, la Tokyo del 2028, che ricorda molti anime degli ultimi dieci anni, Ghost in the Shell in primis, e un mecha design che invece riporta alla mente le apparizioni cinematografiche di Terminator, con i nemici gambizzati da un’esplosione che continuano ad avanzare strisciando con le braccia, inquadrando l’obiettivo nei loro occhi telecamera rossi.
    La squadra, invece, è un fattore che modifica profondamente le dinamiche ludiche, spingendo alla strategia e alla pianificazione.

    Questione di feeling

    La collaborazione con i compagni non è una novità nei titoli action: Mass Effect continua a proporre un ottimo mix di azione e gioco di ruolo mentre Gears of War permette il gioco in cooperativa con un amico.
    In Binary Domain, però, le cose sono un differenti: la squadra andrà gestita sul campo non solo dando ordini in battaglia ma anche cercando di stabilire dei legami empatici forti che possano rafforzare il gruppo.
    Per far ciò si potrà scegliere da un gruppo di frasi da richiamare dall’apposito menu oppure parlando direttamente utilizzando l’auricolare di Xbox 360 o quello Bluetooth compatibile con Playstation 3.
    Il riconoscimento vocale è buono e ha funzionato senza problemi anche in un ambiente rumoroso come quello della fiera; inoltre è stata confermata la presenza della localizzazione nelle principali lingue europee, italiano compreso.
    Gli esiti degli ordini dipendono molto da qual’è l’idea che ogni compagno si è fatto di noi, fattore che varia completamente le loro reazioni, anche in base alle personalità differenti previste per ogni personaggio.
    L’inviare allo sbaraglio un commilitone non sarà quindi la scelta più saggia e molto probabilmente vedremo negata la nostra richiesta, con un conseguente abbassamento della fiducia che prova nei nostri confronti.
    Curare un caduto, invece, rafforzerà il legame, al punto tale che vorrà ricambiare il favore, a costo di esporsi al fuoco nemico per trascinarci verso una zona sicura e iniettare un siero in modo da permetterci di rialzarci.
    L’intelligenza artificiale del gioco, inoltre, controllerà progressivamente la condotta del giocatore, adattando il comportamento della squadra di conseguenza: chi preferirà agire in solitario vedrà che i compagni si allontaneranno progressivamente, controllando gli angoli più remoti della mappa. Chi invece cercherà di agire in armonia con gli altri vedrà la propria squadra avanzare unita, in un gruppo composto da elementi che si coprono a vicenda, a pochi metri uno dall’altro.

    Battaglia metropolitana

    Il livello mostrato durante la presentazione è ambientato un una stazione della metropolitana, ovviamente decisamente hi-tech, nella quale la squadra avanza progressivamente, distruggendo orde di nemici che si fanno avanti dalle scale laterali e dai passaggi che portano ai binari.
    Le numerose colonne offrono il riparo perfetto per riuscire a rimanere al coperto durante gli scontri più diretti e favoriscono una strategia di aggiramento da far effettuare ai compagni, in modo da poter prendere di sorpresa e alle spalle i robot all’assalto.
    Il motore di calcolo dei danni è nuovamente risultato molto interessante, in quanto perfetto per gestire il fuoco contro delle macchine che progressivamente si distruggono, con arti, protezioni corazzate e addirittura la testa che possono saltare via sotto l’impatto dei proiettili, fino alla completa distruzione che ne arresterà l’attacco.
    Interessante la presenza di convogli che arrivano, si fermano sulla banchina e aprono le porte, in modo da permettere di passare da una sezione all’altra della stazione, fino a raggiungere una zona più ampia che porta all’uscita.
    Per fermare il gruppo, quindi, le macchine sfrutteranno una delle loro unità più grandi: un gorilla robot imponente e minaccioso che si differenzia dagli altri anche per lo stile del design, molto meno occidentale e più giapponese.
    Lo scontro con il gorilla funge da boss e, come accade spesso in questi casi, sarà necessario trovare il suo punto debole, schivando nel contempo i numerosi oggetti dello scenario che andrà a sradicare per lanciarli contro l’intera squadra.

    Binary Domain Binary Domain cerca di proporre meccaniche ludiche alternative per distinguersi dalla massa: in parte ci riesce, valorizzando l’uso della a squadra e spingendo alla strategia, valutando di volta in volta i comandi da dare e il proprio comportamento per far evolvere i compagni. Dal punto di vista del gameplay, però, c’è ancora da lavorare per ottimizzare l’uso delle protezioni e per tarare la difficoltà in modo che possa proporre una sfida adeguata alle capacità del giocatore, andando ad adattarsi alla sua condotta, soprattutto se la squadra sarà insoddisfatta e inizierà a non seguire alla lettera i comandi che sono stati impartiti.

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