Anteprima BlazBlue Portable

Il picchiaduro di Arc System Works si presenta anche in versione portatile

Anteprima BlazBlue Portable
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  • Tra picchiaduro e console portatili vi è un rapporto malevolo.
    La causa deriva da difetti congeniti alla natura da passeggio di tali piattaforme, quella croce direzionale così rigida e quei tasti disposti in modo così folkloristico. PSP non si sottrae di certo a questo diktat: eppure molti publisher e sviluppatori si sono cimentati con l'hardware Sony sordidamente convinti che il problema risieda nelle risorse tecnologiche piuttosto che nella conformazione della pulsantiera. Street Fighter Alpha 3, Tekken Dark Resurrection, Soul Calibur Broken Destiny, Guilty Gear XX Accent Core: se i picchiaduro Namco si sono distinti per la grande serietà della conversione, lo stesso non si può dire per i titoli bidimensionali di Capcom, SNK e Arc System Works.
    Ma non è finita: molti secoli di il lupo perde il pelo ma non il vizio hanno portato infine anche l'apprezzatissimo nuovo franchise degli autori di Guilty Gear, BlazBlue Calamity Trigger uscito recentemente su 360 e PS3 e già recensito nelle nostre pagine virtuali, verso i lidi portatili targati Sony.

    Angel of Fighting

    "Sgombriamo subito il campo da eventuali incomprensioni: BlazBlue è un gioco strettamente classico, quasi ermetico nella sua struttura. Nei suoi cinque millimetri di plastiche laser-riflettenti racchiude trent'anni di picchiaduro bidimensionali raffinati al massimo. Tutto quello che gli Arc System hanno imparato, perfezionando di anno in anno Guilty Gear, l'hanno inserito qui dentro: la grafica in stile anime, il combattimento ultratecnico pieno di parate, counter e hit multiple, un motore grafico iperfluido". Così qualche giorno fa analizzavamo l'edizione casalinga di BlazBlue, giunta con quasi un anno di ritardo in Europa: in questi dodici mesi i premiati sviluppatori non se ne sono stati con le mani in mano, ma hanno espanso all'inverosimile il franchise di successo con un seguito, Continuum Shift, uno spin off per Dsiware e un porting diretto a PC e PSP. BlazBlue Portable, in particolare, è già disponibile in Giappone (25 Febbraio) e arriverà in versione europea nel corso del mese di Giugno.
    La nuova serie Arc System Works non è poi così differente dalla fortunata serie Guilty Gear: in effetti Blaz Blue non è altro che la naturale continuazione applicata a un concetto di alta definizione che si somma a quello di alta risoluzione con cui erano trattati (e lo sono ancora) gli sprites dei personaggi. In più gli sviluppatori si sono concessi il lusso di inventare un nuovo stralunato cast di lottatori, grazie al cielo ben lontani da invadenti stereotipi, nonché dipingere con finissime texture poligonali i fondali di gioco. Ma nonostante il gameplay sorrida anche al giocatore più sprovveduto, Blaz Blue non nasconde un certo ammiccamento a uno scheda classico, sedimentato negli anni passati e così sfacciatamente minato da produzioni contemporanee. La spettacolarizzazione dei combattimenti è soltanto la conseguenza di una attenta strategia, indirizzata alla concatenazione di special moves: in realtà in Blaz Blue a farla ancora una volta da padrone è l'impegno e la costanza, non di certo il button mashing furioso o un gameplay troppo permissivo verso i giocatori casuali.

    Tra fantasia e realtà

    BlazBlue Portable riesce sufficientemente a non alterare l'alchimia della versione arcade, mantenendo invariato il bilanciamento tra i diversi lottatori. Anzi no: ciascuno di essi potrà conoscere immediatamente la propria controparte Unlimited, dotata di poteri e caratteristiche differenti, tali da giustificare la spolveratina realizzata da Arc System Works per questa sortita portatile.
    Al tempo stesso si introducono inedite modalità, ma questo non deve trarre in inganno dal momento che i tagli e i compromessi appaiono sin da subito evidenti.
    L'ambito grafico ad esempio viene minato da una riduzione dello schermo, che schiaccia impietosamente l'hud di gioco già di per sé congestionato tra barre e indicatori. Le animazioni vengono per forza di cose tagliate, mentre gli sfondi si riappropriano della loro originaria fattezza 2d.
    Il multiplayer smarrisce la modalità online, proponendo i soli scontri locali fino a quattro giocatori, con due lottatori e due spettatori (?!?).
    L'aggiunta di nuove modalità recupera tutto ciò che è andato perso nel passaggio a una console portatile, propnendo una notevole cesura rispetto a quanto visto su Xbox 360 e Playstation 3. Il Legion Mode rappresenta il fiore all'occhiello di BlazBlue Portable, un riuscito story mode in cui singoli scontri vanno riletti e riconsiderati alla luce di un quadro ben più ampio, nel quale all'abilità 1 vs 1 si associa la forte preponderanza strategica. Sarà possibile, anzi richiesto, assoldare alleati, sbaragliare le armate nemiche e avanzare nella mappa di gioco.
    In mancanza di contenuti scaricabili, il BlazeyBloo Shop assicurerà ugualmente lo sbloccaggio di extra più o meno sostanziosi; è confortante notare come qualsiasi attività intrapresa (arcade/score/story mode) remuneri il giocatore con moneta spendibile proprio all'interno del summenzionato negozio. In cambio ecco apparire magicamente illustrazioni ufficiali, versioni Unlimited dei personaggi, nuove modalità e molto altro ancora. La longevità potenzialmente si proietta verso vette elevate, in grazia dei continui premi che il gioco concede all'infaticabile giocatore.

    Teach me, Mrs. Litchi

    Continuiamo a non afferrare l'esatta utilità della funzione "Teach me, Mrs. Litchi". Nel salotto buono dell'avvenente lottatrice di BlazBlue la simpatica gatta Taokaka viene indottrinata sulle "meccaniche e sulla storia del mondo" del picchiaduro. In tale circolo letterario si inseriscono via via i vari lottatori della serie, qui ritratti in carinissime versione super deformed, proprio come i beniamini di BlazBlue: Battle X Battle per DSiware.

    BlazBlue Portable BlazBlue Portable riduce nel palmo di una mano quanto di buono seppe proporre il fratellino maggiore in sala giochi e sul divano di casa. Il prezzo da pagare è, al solito, un netto taglio dei frame d'animazione, del dettaglio del fondale e fin troppi patteggiamenti con la croce direzionale della console. L'introduzione della modalità Legion contenterà quanti cercano una proposta di ampio respiro e al tempo stesso adatta ai ritmi spezzettati di un handheld. Lo shop infine è qui a garantire la giusta longevità a un titolo dalla squisita tendenza arcade.

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