Call of Cthulhu: la nuova avventura tratta dai racconti di H.P. Lovecraft

Durante l'evento What's Next de Focus? abbiamo scoperto nuove informazioni su Call of Cthulhu, promettente avventura ispirata ai racconti di Lovecraft.

Call of Cthulhu: la nuova avventura tratta dai racconti di H.P. Lovecraft
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • I ragazzi dello studio Cyanide (già autori di Styx e Blood Bowl) sono certamente dei fedeli adepti del culto di Cthulhu, nonché esperti del Necronomicon e della sua mitologia, tanto da aver avuto l'ardire di realizzare un videogioco dedicato al potente semi-dio senza temere di incappare nella sua collera funesta. Call of Cthulhu è, infatti, un'avventura horror in prima persona che trae linfa dall'amore viscerale del team per i racconti di H.P. Lovecraft, in grado di riprodurre in formato videoludico pressoché la medesima atmosfera di instabile perversione che si respira nelle opere dello scrittore americano. Mentre ci aggiravamo tra i padiglioni dell'evento parigino What's Next de Focus?, allora, abbiamo udito chiaramente pronunciare queste parole: «Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn». Non potevamo resistere al richiamo di Cthulhu.

    La paura più antica e potente è la paura dell'ignoto

    Darkwater Island sembra un posto decisamente inquietante: un'isola misteriosa e oscura, sulla quale si erge un maniero abbandonato, sede di chissà quali indicibili atrocità. È qui che, nei primi anni del '900, approda Edward Pierce, veterano di guerra e investigatore privato, chiamato a risolvere il caso della terribile morte di Sarah Hawkins, una celebre artista scomparsa in circostanze ancora ignote.

    Nella tetra magione della famiglia il detective s'imbatte in un'indagine che oltrepassa i confini della realtà, trovandosi dinanzi a visioni perverse e abominevoli, capaci di mettere a dura prova la sua sanità mentale. Tenendo fede alla loro primaria fonte di ispirazione letteraria, i ragazzi di Cyanide strutturano un titolo fortemente improntato su un'atmosfera malsana e angosciosa, in bilico tra l'incubo e la veglia. Call of Chtulhu si presenta come un'avventura investigativa in prima persona a metà strada tra Amnesia e The Vanishing of Ethan Carter: il protagonista è libero di girovagare nel giardino antistante l'enorme villa degli Hawkins, alla ricerca di indizi utili a risolvere il mistero che la circonda. Nel gioco - ci tengono a sottolineare gli sviluppatori - "le munizioni sono la conoscenza": analizzando l'ambiente, Pierce scoprirà tanti piccoli dettagli che, se messi insieme, gli permettono di avere maggiori opportunità di sopravvivere e di adempiere il proprio obiettivo. Non esiste un unico modo per completare la missione, ma una serie di possibilità alternative che dipendono dalle informazioni che riusciremo a raccogliere nel corso dell'esplorazione.

    In base agli indizi ottenuti, quindi, sbloccheremo nuove opzioni di dialogo con gli NPC: nella demo, ad esempio, il protagonista si trovava costretto a convincere il vecchio e burbero custode della decrepita villa a permettergli entrare dall'ingresso principale. Potevamo allora decidere di persuaderlo, di intimidirlo o di dar sfoggio di dialettica, secondo uno schema tipico di molti altri giochi di ruolo. A seconda delle notizie in nostro possesso, avremo maggiori o minori chance di farci aiutare senza ricorrere necessariamente alle maniere forti. Durante i dialoghi multipli, quindi, dipendentemente dalle scelte effettuate, incrementeranno le skills in dotazione, le quali contribuiranno a delineare la personalità del protagonista e le abilità su cui decideremo di far leva. Il team assicura, in ogni caso, che nel gioco completo disporremo di numerosi approcci diversi al fine di raggiungere il medesimo scopo: tutto dipenderà, in sostanza, dallo stile che l'utente sceglierà di adottare, fermo restando che il cuore della produzione verterà pur sempre sulla necessità di aumentare la nostra "conoscenza" dell'universo di follia in cui piomberemo. Sulle prime, le meccaniche da thriller sembrano prendere il sopravvento su ogni altro aspetto del gameplay: nei saloni della villa, Pierce dovrà guardarsi attentamente intorno, interagire con gli oggetti ambientali e ricostruire la scena del crimine: dopo aver stillato un accurato elenco di notizie sarà obbligatorio anche confrontarle con il rapporto della polizia, così da collegare gli indizi nel modo corretto ed effettuare le giuste deduzioni, i cui esiti, ovviamente, influenzeranno - in un modo ancora non molto chiaro - lo svolgimento degli eventi, giungendo ad una delle quattro conclusioni previste. A questa sovrastruttura investigativa se ne affianca un'altra di tipo quasi "gestionale": il protagonista, infatti, non agisce da solo, ma sarà accompagnato da due altri collaboratori, ognuno dotato di specifiche capacità deduttive, che si muoveranno sempre fuori campo.

    Pierce potrà assegnare loro delle missioni secondarie, i cui parametri di completamento siano affini quanto più possibile alle abilità dei suoi aiutanti: in caso di riuscita, otterremo dei particolari bonus con cui aumentare le probabilità di salvare la pelle tra i meandri di una casa infestata. I dettagli di simili incarichi collaterali sono ancora in gran parte avvolti nella nebbia, ma il loro inserimento garantisce comunque una buona dose di originalità ad una struttura ludica che, almeno inizialmente, dà l'impressione di essere un po' troppo derivativa. Eppure, nonostante la somiglianza con altri congeneri, una volta all'interno della magione, Call of Cthulhu muta in parte registro, e alle dinamiche da avventura grafica affianca quelle da survival horror: tra le ampie stanze si respira un'aria di dolore e morte, come se una presenza sovrannaturale si annidasse in ogni angolo poco illuminato. Al fine di rimanere al sicuro tra le sconosciute insidie di quel mortifero luogo, dovremo premunirci di avere sempre a portata di mano una fonte di luce, che sia un accendino o una lanterna: un po' come avviene in Amnesia, occorrerà recuperare un quantitativo sufficiente di olio per non sprofondare nell'oscurità e rischiare di perdere il senno. Anche il sistema che gestisce la salute mentale del nostro detective sembra preso di peso dall'eccellente opera di Frictional Games: ogni qual volta che Pierce entrerà in contatto con le mostruosità che popolano la magione (o forse la sua fantasia?), la concezione di ciò che è reale comincerà ad incrinarsi, col rischio di precipitare in un vortice di assoluta insania. Un apposito indicatore ci ricorda la progressiva diminuzione della nostra sanità, e dovremo star quindi bene attenti a non svuotarlo del tutto, pena il game over: per evitare di impazzire, la nostra unica arma sarà, prevedibilmente, la "conoscenza". A seconda della quantità di notizie sul mondo di gioco a nostra disposizione, infatti, ci dimostreremo più resistenti alle scoccate della pazzia: risolvere enigmi, leggere documenti, ispezionare accuratamente il setting ci fornirà quindi un supporto molto importante durante le fughe dalle creature che proveranno a ghermirci. Se fino ad ora queste soluzioni di gameplay assomigliano fin troppo a quelle sperimentare nel già citato Amnesia, tuttavia, Call of Cthulhu introduce alla formula un'interessante novità: la presenza delle paure recondite del protagonista, tra cui la claustrofobia, che impatta considerevolmente sullo stile di gioco. Nel bel mezzo delle disperate fughe dai tentacolari esseri lovecraftiani, infatti, potremo nasconderci in armadi o zone buie, sperando di passare inosservati: ma se attenderemo troppo tempo in angoli angusti, rischieremo di acuire il nostro terrore, con conseguente impennata della psicosi, un aspetto che dona un pizzico di strategia al sostrato survival dell'opera. Cyanide conferma, inoltre, che non mancherà la facoltà di fronteggiare le tremende minacce anche con sporadiche armi da fuoco, sebbene la loro utilità sia profondamente limitata in rapporto all'efficacia della "conoscenza".

    Il pilastro dell'architettura ludica e narrativa di Call of Cthulhu è rappresentato dunque dalla notevole raffigurazione dell'atmosfera di gioco, figlia delle stupende suggestioni tratte dalla penna dello scrittore di Providence. Sebbene si sia visto ancora poco dell'ambientazione, il comparto tecnico (modellato con l'Unreal Engine 4) sembra già da ora in grado di regalare scorci di notevole bellezza, rincorrendo un'estetica che mescola il barocco ed il decadente, con tocchi di deviata follia. Siamo sicuri che Lovecraft (e Cthulhu) si troverebbe allora davvero a proprio agio tra gli androni dell'infernale magione degli Hawkins.

    Call of Cthulhu Il team di sviluppo Cyanide si è appropriato di una licenza incredibilmente affascinante, caratterizzata da un potenziale immenso: ne nasce un'avventura grafica che mescola la detective story al survival horror, per un titolo sì derivativo sul fronte del gameplay eppure dotato di alcune, intriganti peculiarità ludiche e narrative che potrebbero farlo spiccare tra la massa di prodotti similari. In Call of Cthulhu riprende vita tutto l'immaginario lovecraftiano: un viaggio senza ritorno in un incubo distorto e malefico, nel cui baratro di pazzia non vediamo l'ora di immergerci a capofitto, anche a costo di perdere per sempre la nostra sanità mentale. Dovremo però aspettare la fine del 2017 prima di poter evocare il grande Cthulhu su console e PC dalle profondità di R'lyeh in cui dimora.

    Che voto dai a: Call of Cthulhu

    Media Voto Utenti
    Voti: 40
    6.7
    nd