Anteprima Chibi Robo

Skip torna su GameCube con un titolo anticonvenzionale!

Anteprima Chibi Robo
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  • NGC
  • Non ti preoccupare, metto a posto io

    Le software house non sanno più che inventarsi. Sbagliato. Qualcosa di nuovo sotto il sole appare a contraddire questo luogo comune, per mano dei ragazzi della Skip che, dopo lo stravagante Giftpia (per adesso uscito solo in Giappone, in Europa chissà), ci propongono la loro ultima fatica: Chibi Robo. Come descrivere il gioco in quattro parole? Si vestono i metallici panni di un robottino alto otto centimetri che deve andare in giro per casa a pulire e raccogliere rifiuti. Questo, è vero, suona piuttosto noioso, ma per fortuna rispecchia solo i primi dieci minuti del gioco, che, durante il tempo che gli concederemo, saprà sorprenderci in più di un'occasione. A cominciare dalla trama.

    Stupiscimi

    I Sanderson sono un'allegra famigliola, se per "allegra" intendiamo "completamente malata". Il capofamiglia, Mr. Sanderson è uno scansafatiche con il bisogno compulsivo di acquistare giocattoli sempre più nuovi e tecnologici, riducendosi sul lastrico; la sua consorte, Mrs. Sanderson, è una donna che deve tentare di arrivare alla fine del mese nonostante il marito che si ritrova; infine Jessica, la piccola di casa, è una graziosa bambina che durante tutto l'arco della giornata indossa un costume da rana (un ENORME costume da rana) e parla esclusivamente in ranocchiese. Fortuna che di lì non passano assistenti sociali, verrebbe da dire. La storia prende il via il giorno del compleanno di Jessica, in cui Mr. Sanderson le regala l'ultimo grido della tecnologia: un Chibi Robo! Dopo la comprensibile sfuriata della signora Sanderson, apprendiamo lo scopo del minuscolo robottino, ovvero far felice questa disastrata famiglia rendendosi utile per tutta la casa.
    Far risplendere la felicità in casa Sanderson è lo scopo di Chibi Robo e di conseguenza il nostro; all'atto pratico, ogni azione eseguita dal robottino ci premierà con un certo numero di Happy Points e Moolah, mentre distruggendo i ragnetti ipertecnologici che scorrazzano per casa otterremo dello Scrap. Gli Happy Points sono la principale ricompensa nel gioco, dato che guadagnandone un numero sempre maggiore il nostro Chibi potrà scalare la classifica mondiale dei migliori Chibi Robots, sognando, un giorno, di essere il numero uno; inoltre, ogni volta che raggiungeremo un certo numero di Happy Points, verremo premiati con batterie dalla durata sempre più
    lunga. I Moolah sono invece la valuta del gioco e ci permetteranno di acquistare oggetti necessari a proseguire l'avventura o di migliorarne alcuni già in nostro possesso; infine lo Scrap è una risorsa necessaria per costruire ponti, scale e ascensori per raggiungere nuove aree della casa o per abbreviare alcuni tragitti. Questa descrizione dei beni che otterremo lungo il gioco ci dà un'idea della direzione in cui si sviluppa il gameplay: l'obiettivo dei game designers infatti è stato quello di dare continuamente al giocatore lo stimolo per proseguire, facendogli raggiungere aree sempre nuove e ottenere oggetti per compiere azioni diverse e variegate; se questo è in effetti un sistema piuttosto inflazionato (è comune riconducibile a quello di ogni avventura!), la fantasia e lo stile con cui è stato implementato non può che essere apprezzato.

    Qualche difetto all'orizzonte

    Ovviamente il titolo presenta già l'ombra di qualche difetto, per natura stessa del concept di gioco. Si va dall'eccessiva ripetitività dei compiti da eseguire nelle prime fasi di gioco, che per nostra fortuna vengono superate piuttosto velocemente, alla pesante limitazione dell'energia a disposizione di Chibi (dovremo regolarmente ricordarci di attacare il robottino ad una presa elettrica). Inoltre non del tutto condivisibile è la scelta di non includere un pulsante specifico per saltare, ma affidarsi ad una meccanica simile a quella vista negli episodi 3D di Zelda: un approccio più platform avrebbe forse giovato alla varietà delle situazioni. Ultima nota dolente è il reparto tecnico: graficamente Chibi Robo potrebbe girare su Dreamcast senza appesantire troppo l'hardware. Certo, il popolo Nintendo sa che la grafica non è tutto, ma modelli e ambientazioni meno spigolose sarebbero state gradite. Nulla da eccepire allo stile, prettamente giapponese, ed alla pulizia della resa visiva, impreziosita da tocchi di classe quali il riflesso metallico del protagonista e la sua immagine specchiata su alcune superfici, ma l'amaro in bocca rimane. Il comparto audio invece, fin da adesso denuncia una cura non eccessiva, e sembra soffrire di una generale apatia: senza infamia e senza lode la musica di sottofondo (peraltro del tutto assente nelle fasi in notturna), così come gli effetti sonori, movimentati dal fatto che ogni passo mosso da Chibi produce una nota musicale. Non sorprende infine la solita scelta di sostituire le voci dei personaggi con borbottii vari, alcuni dei quali stancano praticamente subito!

    Chibi Robo In conclusione, l'attesa per Chibi Robo è grande, specie se ci si sofferma sulla varietà delle situazioni di gioco e sulla storia certamente non convenzionale; il reparto tecnico non esaltante potrà difficilmente gettare ombra su ciò che di buono questo titolo saprà mostrarci in termini di gameplay ed originalità. Nell'attesa alleniamoci mettendo in ordine casa.

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