Anteprima Crysis Warhead

Uno sguardo ai primi dettagli di Crysis Warhead

Anteprima Crysis Warhead
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  • La maledizione del primatista

    Il titano incontrastato del Pc-gaming, quel Crysis (trattato in questo articolo) forte dei suoi milioni di poligoni e delle sue texture da risoluzioni astronomiche, capace di mettere in ginocchio configurazioni hardware degne del sultano del Brunei e fonte infinita di grattacapi per ogni giocatore che abbia osato spingere la sua tecnologia ai limiti, torna alla ribalta nel 2008 con la sua prima espansione: Crysis Warhead. Con essa Crytek, incredibile a dirsi, non cercherà di spingere per l'ennesima volta verso traguardi siderali i limiti della grafica tridimensionale; punterà al contrario ad un rilancio del franchise, nel tentativo di ridimensionare il mito di "mostro mangia schede video" che si è creato attorno ad esso.

    Liposuzione poligonale

    L'anno trascorso dal lancio del sequel spirituale di Far Cry è servito ai programmatori per snellire le possenti membra del Cryengine 2. Il frutto di questo lavoro ha portato sia ad un aumento consistente delle sue prestazioni che ad un miglioramento del dettaglio a schermo. Ad un rinnovato sistema dei già notevoli particellari del gioco originale si affianca una revisione completa dell'illuminazione globale: ora più fedele e caratterizzata da un contrasto più vivido, con un conseguente aumento del realismo visivo, senza alcun impatto sulle prestazioni velocistiche del motore grafico. Un traguardo raggiunto esclusivamente grazie alle librerie Direct-X 9, cosa di cui sarà felice chiunque non sia ancora passato a Windows Vista e relative Direct-X 10. Per quanto riguarda invece l'ultimo sistema operativo di casa Microsoft gli sviluppatori sono ugualmente propositivi: il recente rilascio del Service Pack 1 ed i miglioramenti apportati ai driver grafici da parte di Nvidia e Ati-AMD permetteranno di ottenere anche su Windows Vista prestazioni di tutto rispetto, al contrario di un anno fa. Il fatto che Crysis Warhead sia stato mostrato in fase di pre-alpha su configurazioni da 600$ e che questi si sia comportato come da dichiarazioni ufficiali (ossia impeccabilmente) fa davvero sperare in positivo.

    Psycho 1, Nomad 0

    Tralasciando la parte più tecnica e venendo al gioco vero e proprio, va subito detto che questa espansione non farà parte della trilogia principale in cui si articolerà il brand, bensì andrà ad accostarsi parallelamente agli eventi del capostipite. Si giocherà nei coloriti panni del sergente Michael Sykes (Psycho), già spalla del meno appariscente Nomad, protagonista della storyline originale. Il primo, a seguito di un ordine dall'alto, veniva separato da Nomad durante una violenta battaglia a bordo di mezzi blindati, con l'obiettivo di fornire supporto presso un altro fronte "caldo" dell'isola. Lo spin-off prenderà il via esattamente in questa circostanza, andando in seguito a ricollegarsi al tanto criticato epilogo di Crysis, per una durata complessiva stimata attorno alla decina di ore. Specificatamente in risposta a queste lamentele Cevat Yerli ha precisato che questa volta sarà presente un finale autoconclusivo.
    Curiosamente è possibile individuare negli antitetici caratteri dei due protagonisti le differenze intercorrenti tra il gioco originale e la relativa espansione. Crysis offriva un'esperienza ragionata, che alternava ampie fasi di esplorazione a concitate sessioni di battaglia. Warhead, così come lo stesso suffisso lascia presagire, si concentrerà maggiormente su un tipo di azione più serrato ed aggressivo. Una differenza che avrà delle ripercussioni anche sulla tecnica narrativa impiegata, con le cutscene che staccheranno sovente dalla prima alla terza persona, accentuando ulteriormente la già prorompente personalità dell'alfiere britannico. Una delle prime missioni renderà palese la diversa direzione intrapresa: il mezzo da sbarco (VTOL) porterà i marine direttamente nel mezzo di un bombardamento ad opera dei mezzi aerei alleati, mentre la radio delle comunicazioni comunicherà a volume assordante la strategia della missione. Un'impostazione particolarmente coreografica che ad un'analisi superficiale potrebbe ricordare Call of Duty, ma dalla quale in realtà Crytek si è tenuta ben alla larga: sì integrando un maggior tasso di spettacolarità, ma non per questo trascurando un'ampia libertà di scelta, a più livelli, oramai marchio di fabbrica della softwarehouse teutonica. L'attenzione è ancora una volta posta tanto sulla nanosuit ed i suoi potenziamenti, quanto sul gamedesign sandboxed, in una filosofia che si avvicina addirittura più al già citato Far-Cry, che non al tal volta lineare Crysis. In passato poteva capitare di dover pilotare un mezzo prefissato per poter avanzare, ora invece si avranno di volta in volta opzioni diverse tra il combattimento a piedi, l'utilizzo di mezzi recuperati sul posto o pilotati dai personaggi non giocanti. Senza alcun vincolo di sorta.

    And much, much more...

    Crysis Warhead perseguirà l'impostazione classica dell'espansione, andando sostanzialmente ad espandere i contenuti del primo capitolo. Nuove armi personalizzabili tra cui una pistola semiautomatica, utilizzabile anche in coppia, con ovvio beneficio del volume di fuoco esploso. Gradite aggiunte sono le mine AT, adatte alla demolizione dei mezzi corazzati nemici ed un nuovo lanciagranate. Tra i nuovi mezzi: un corazzato leggero ed un agile e veloce veicolo di perlustrazione. Dove il gioco abbisognava di una corposa revisione è nel comparto dell'intelligenza artificiale: ora più scaltra, reattiva e fluida nel passare da un tipo di azione all'altro e soprattutto nel coordinare numerosi elementi appartenenti alla stessa pattuglia/squadra d'assalto. Non mancherà il supporto al multiplayer, grazie a Crysis Wars, compreso nel pacchetto e ricco di nuove modalità multiplayer, ventun mappe in totale tra cui sette inedite.


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    Crysis Warhead Alleggerito, espanso e soprattutto esplosivo. Se tutto andrà secondo i piani di Crytek Budapest per la metà di settembre avremo a disposizione un Crysis finalmente giocabile e, come se non bastasse, ancora più realistico del precedente. Completano il quadro un setting maggiormente votato all'azione ed una trama sicuramente stereotipata, ma non per questo meno intrigante agli occhi dei numerosi fan, ansiosi di approfondire gli eventi che hanno avuto svolgimento sull'isola sperduta nel mare Cinese del sud, obiettivo comune di coreani, americani e... alieni.

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