Anteprima Culdcept Saga

Come divertirsi facendosi un mazzo...

Anteprima Culdcept Saga
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Un fenomeno incompreso

    Culdcept? Una parola che suonerà praticamente nuova alle orecchie di molti europei, semi-sconosciuta a quelle degli americani e assolutamente famigliare ai giapponesi.
    Trattasi di un gioco di carte strategico, a metà tra magic e monopoli, in cui i contendenti devono spostarsi, tirando un dado, attraverso una mappa composta da caselle.
    La meccanica immediata ma al contempo profonda, unita a un tocco di classicità, ha reso Culdcept un brand di grande successo nel paese del Sol Levante mentre in America, dove il primo capitolo è giunto solo nel 2003 su Playstation 2, l’accoglienza non è stata delle migliori, tralasciando una modesta ma accanita schiera di fan.
    Questa spinosa situazione potrebbe migliorare proprio con Culdcept Saga, l’ultimo della serie, in arrivo in America sulla 360.

    Un po' di regole generali

    Quali sono, nello specifico, le meccaniche alla base di Culdcept?
    Come già accennato, i presupposti sono piuttosto semplici: noi siamo cepters, esseri in grado di utilizzare carte magiche capaci di evocare creature, scatenare incantesimi o utilizzare oggetti.
    Una sorta di scacchiera è il nostro campo di battaglia e lo scopo del gioco è conquistare più quadranti possibili, raggiungere il numero di mana/magia richiesto e ritornare al castello da cui siamo partiti.
    Per riuscire nell’ardua impresa, abbiamo a disposizione un mazzo di 50 carte e in effetti il primo, fondamentale passo è creare un equilibrato deck grazie all’apposito menù iniziale: difficilmente otterremo risultati soddisfacenti durante le prime partite, ma con l’esperienza sapremo onorare indubbiamente la nostra natura di cepter.
    Una volta operate le nostre scelte, non rimarrà che buttarsi a capofitto nella prima scacchiera per fare un po’ di pratica.
    L’esistenza di un dado, o meglio di un menù che ne emula la funzione, implica una struttura a turni. Una volta arrivato il nostro momento, dobbiamo ovviamente muoverci a seconda del numero uscito, pescare una carta (siamo costretti ad eliminarne una se ne abbiamo più di 6 “in mano”) e, se possibile/conveniente, piazzare una creatura in una casella libera o utilizzare un incantesimo a nostro vantaggio pagando un costo di evocazione.
    Come interagiscono carte e quadranti?
    In pratica dovremo evocare delle creature che controllino le caselle in nostro possesso e nel mentre cercare di conquistarne di nuove; ovviamente i nemici, altri cepters, non saranno da meno e per questo sarà utile far aumentare, “spendendo” parte del nostro mana, il livello dei territori conquistati per rafforzare le nostre difese.
    Quest’ultimi, una volta potenziati, sono in grado di migliorare i parametri della creatura ospitata (ma solo se appartiene allo stesso elemento) e aumentano il “costo di transito” del nemico.
    Le caselle presenti sulla mappa sono di 4 colori, ognuno rappresenta un elemento, ma è possibile, previo pagamento, trasformare perfino un quadrante fuoco in acqua: tutto ciò potrebbe tornare utile qualora, per evocare una particolare creatura, fosse necessario possedere un certo numero di territori della stessa natura.
    Oltre alle caselle elemento, ne esistono altre particolari che raffigurano piccole costruzioni in 3d come teletrasporti, negozi in cui acquistare nuove carte e torri: quest’ultime per esempio sono una serie di checkpoint che, una volta raggiunti tutti, ci permettono di riscuotere una ricompensa tornando al castello.
    Fare un salto nel nostro maniero di partenza potrebbe essere la soluzione migliore anche per riorganizzare la nostra strategia dal momento che da lì è possibile accedere al “command menu” e di conseguenza aumentare il livello dei territori, mutarli, spostare le creature e via dicendo.
    Le carte tornano utili anche per viaggiare più agilmente attraverso la scacchiera, spesso piuttosto complessa, o rafforzare le caratteristiche dei nostri compagni di mazzo: prima di ogni scontro è possibile selezionare, sia per l’attaccante che per il difensore, una carta oggetto in grado di migliorare le prestazioni dei mostri.
    Una volta incappato in una casella nemica, il cepter può decidere se pagare un dazio ( esattamente come tiriamo fuori verdoni se passiamo da viale dei giardini) o iniziare un combattimento: se si sceglie la prima opzione non accade nulla, se al contrario decidiamo di attaccare, la schermata del gioco cambierà totalmente proponendoci un fondale animato 3d e le carte a confronto in primo piano.
    Gli esiti della battaglia possono essere 4: la creatura che attacca vince e conquista la casella, il difensore ha la meglio e ne mantiene il possesso, pareggio e reciproca uccisione.
    Insomma l’unico modo per uscirne vivi è concentrarsi non tanto sui parametri basilari delle carte, quanto piuttosto sulla customizzazzione del deck, sulla disposizione delle varie creature e sull’amministrazione del nostro mana.

    E' il turno di Microsoft!

    Veniamo alle caratteristiche peculiari che questa nuova versione 360 ha da offrire.
    Chiaramente, l’aspetto più interessante è l’introduzione di una modalità online più performante: la possibilità di sfidarsi tra amici, magari facendosi una chiacchierata, conferirà al gioco una profondità e una longevità tutta nuova, senza contare che saranno presenti contenuti sbloccabili come nuove mappe (in fondo quelle presenti nel gioco sono “solo” 25) e vestiti per abbigliare il nostro avatar, per la prima volta completamente customizzabile.
    Nei capitoli precedenti, come quello su ps2, era possibile perfino scambiarsi le carte oltre che giocare contro un amico dal vivo semplicemente con l’ausilio di un altro pad...speriamo che queste caratteristiche ritornino anche in questa versione.
    La modalità offline garantirà comunque un buon numero di ore di gioco e consisterà principalmente in uno story mode. In realtà la trama nella saga non ha mai avuto grande importanza e questo capitolo sembra non fare eccezione: l’eroe, noi, dobbiamo sconfiggere il nemico, una regina, per riportare la pace nella nostra terra...elementare.
    Parlando di realizzazione tecnica, il titolo non ha ovviamente pregi particolari: la grafica è del tutto funzionale al gameplay e per questo non presenta nessun aspetto stupefacente fatta eccezione, forse, per l’interessante connubio tra un character design dei personaggi squisitamente orientale e uno stile delle carte prettamente “internazionale”.
    Quest’ultime raffigurano creature rappresentate in 3d solamente sulla casella in cui le abbiamo evocate: l’effetto degli scontri tra i mostri viene dato da esplosioni, giochi di luce e altri espedienti comunque sufficientemente esplicativi.
    Le varie scacchiere sono tematizzate a seconda delle ambientazioni in cui si trovano, quest’ultime realizzate come sfondo in 3d: si va dalle città ,alle rovine fatiscenti, dalle foreste, ai giardini.
    Le musiche sembrano essere un ottimo accompagnamento all’azione di gioco, orecchiabili e non invasive, mentre una voce descrive costantemente, forse anche troppo, ciò che avviene durante le partite; curioso il fatto che l’Omiya Soft abbia voluto doppiare il gioco direttamente in inglese.

    CULDCEPT SAGA Culdcept Saga è un titolo “classicheggiante” al quale vengono applicate le potenzialità di una nuova tecnologia e che, nonostante questo, riesce a conservare il fascino del vecchio gioco da tavolo. Gli unici punti interrogativi sono: arriverà mai in Europa? Difficile, ma non impossibile. La versione americana, che addirittura esce con un anno di differenza rispetto al Giappone, sarà per lo meno region free? Molti dubbi e poche certezze: non ci rimane che incrociare le dita e sperare che un titolo potenzialmente interessante come questo non ci sia precluso per qualche forma di pregiudizio e sia presto tra le nostre mani.

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