Anteprima Dark Messiah of Might and Magic

Il fantasy in chiave FPS

Anteprima Dark Messiah of Might and Magic
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • La fantasia, si sa, è lo strumento che permette di vagare in luoghi lontani, mondi paralleli distanti dalla ferrea routine della vita quotidiana. Ognuno di noi costruisce un esistenza illusoria propria, fatta di idee e situazioni diverse e variegate, preferendo taluni o talaltri contesti.
    Esiste però una dominante in determinate situazioni, soprattutto per chi è avvezzo ad un intrattenimento peculiarmente ludico. Una particolare tipologia di ambientazione che coinvolge l’emotività di un numero inaspettato di persone, molto differenti, in vero, tra loro. Quanti di noi non hanno almeno una volta nella vita, partecipato ad una seduta di Gioco di Ruolo, o magari hanno seguito le gesta eroiche di personaggi in romanzi o opere cinematografiche ambientati in mondi fatti di creature magiche, boschi incantati, elfi, maghi, nani? Quanti leggendo, vivendo, siffatte avventure non sono stati proiettati in quei mondi, amandoli e talvolta desiderandoli? Ecco dunque che il potere immediato di creare un ponte tra ciò che è illusorio e ciò che può esser vissuto direttamente dai sensi, celato dietro le vestigia di macchine pulsanti di energia next-generation e dal design accattivante, ci ha permesso di avventuraci “fisicamente” in siffatte ambientazioni da noi tanto agognate. Abbiamo assistito, nei neonati anni della high definition, alla nascita di titoli che ci hanno regalato ore di puro divertimento fantasy. Prodotti come Oblivion non si dimenticano, soprattutto per chi ama il succitato genere. Ma un tale mercato è ben lungi dalla sua saturazione, e questo è ben noto agli Arkane Studios ed alla Ubisoft, che con “Dark Messiah of Might and Magic” ci riportano proprio in tali ambientazioni. Ci ritroveremo così ancora una volta a dover affrontare le tenebre, in viaggi tra foreste incantate, luoghi oscuri, labirinti intricati; questa volta con uno stile che discende dalla pura esperienza FPS.

    Una “classica” storia fantasy

    Le terre libere di Ashan. Luogo immenso popolato da creature diverse tra loro, unte dalla pace e dal rispetto reciproco. Insieme combattevano gli esseri che dalle viscere degli inferi minavano un siffatto equilibrio. Le battaglie contro tali creature si riducevano in scontri vittoriosi per i rappresentanti delle terre libere. La loro unione era la loro forza. Eppure, qualcosa riuscì a scalfire quest’equilibrio. Ben presto, l’uomo, essere più incline alla bramosia di potere, scoprì la vera forza demoniaca. Lentamente, ma con costanza, i demoni si impossessarono del senno degli uomini, iniettando in loro il veleno della corruzione, della perfidia, della debolezza. Con una pazienza che è propria di tali creature, la forza degli uomini iniziò a sfaldarsi. I legami stabiliti si spezzarono. Persino tra loro stessi la paranoia dilagò. Una tale debolezza divenne un’arma usata astutamente dal popolo demoniaco, il quale colpì le terre libere di Ashan, questa volta trovando una debole resistenza. Le battaglie si trasformarono in stermini, ed oramai sembrava scontata la vittoria dell’ombra. Fu così che gli abitanti di Ashan si riunirono, conducendo i rispettivi guerrieri contro la roccaforte nemica, in uno scontro epico e devastante. Durante la battaglia, un uomo, Sar-Elam, il Settimo Drago, grazie ad i suoi immensi poteri incantatori, riuscì a relegare i demoni in un Limbo creato al costo della sua stessa essenza. Lo sforzo fu immane e richiese l’aiuto di molti suoi discepoli. Al termine dell’incantesimo, Sar-Elam perì. Il suo sacrificio fu celebrato per generazioni, ed il suo teschio, unica eredità fisica lasciata al momento della morte, divenne sacra reliquia incantata, custodita in un tempio segreto. Non tutto si concluse però con quell’incantesimo. Difatti, a causa dell’enorme sforzo richiesto, il Settimo Drago fallì nel costruire una prigione perfetta. Una piccola crepa segnò la barriera, garantendo ancora una possibilità di salvezza al popolo degli inferi.
    Sessantasette anni dopo, Sal-Shazzar, potente discepolo del fu Sar-Elam, profetizzò l’avvento di una creatura, un bambino metà uomo e metà demone in grado di utilizzare i poteri del teschio per liberare i demoni dalla loro prigionia. Tale informazione non fu però esclusivamente propria del popolo di Ashan. Kha Beleth, infatti, sovrano demoniaco, scoprì dell’esistenza del bambino. Il suo scopo divenne quello di soggiogare al suo potere la creatura, in modo da distruggere, con l’aiuto dei poteri del teschio, la barriera magica creata anni prima. Allo stesso tempo, Sareth, discepolo di Phenrig, mago fedele al culto di Sar-Elam, verrà inviato alla ricerca del bambino, per difendere il mondo dalla catastrofe.

    Il lungo viaggio di Sareth

    Ecco dunque che il gioco può iniziare. Noi rivestiremo infatti, proprio i panni del prode Sareth, mago-guerriero con una potenza straordinaria. Il nostro eroe dovrà affrontare un’ampia varietà di percorsi per battere sul tempo le forze oscure. Dark Messiah è un titolo che probabilmente molti di voi conosceranno, in quanto sfornato in principio per Pc. Prodotto dalla Ubisoft, e sviluppato dagli Arkane Studios egli vanta una discendenza che affonda le radici in un titolo discusso come Arx Fatalis. In questo caso però, l’attenzione strutturale si discosta dall’impostazione ruolistica, per dirigersi verso un impronta FPS. Difatti il nostro alter ego si ritroverà ad affrontare percorsi prestabiliti, zeppi di creature nemiche di vario genere e di alcuni enigmi da risolvere. Il game play dunque sarà strutturato come un classico sparatutto con dominanza non solo di armi da fuoco, in questo caso sostituite da incantesimi di vario tipo, ma anche di armi bianche proprie all’ambientazione fantastica di riferimento. La novità apportata al gameplay di DM, è insita nella sua conversione. Difatti, gli sviluppatori hanno lavorato molto sull’ immediatezza e semplicità dei controlli garantendo la massima faciltà nei movimenti e nella gestione degli inventari. I due grilletti del nostro amato pad serviranno per controllare le rispettive mani, sinistra e destra, per parare ed attaccare; mentre i due stick saranno utilizzati per i movimenti di visuale e per l’avanzamento.
    Un comodo sistema di auto-aim è stato implementato per sopperire la precisione permessa con l’utilizzo del mouse. L’inventario è accessibile ed utilizzabile mediante le frecce direzionali ed i pulsanti facciali. Ad esempio per selezionare un arma basterà muovere la feccia destra o sinistra e premere il pulsante assegnato. Gli incantesimi avranno la stessa immediatezza di reperibilità, ed inoltre serviranno, nel corso delle battaglie a scopi diversi. Potremo ghiacciare superfici per tendere imboscate ai nemici, vedendoli scivolrare rovinosamente al contatto con il suolo gelato. Così come potremo scagliare proiettili magici al fine di abbattere il nemico. Inoltre una buona varietà di armi bianche ci permetterà di affettare quanti tra mostri, scheletri, draghi, si pareranno dinanzi al nostro cammino.
    Come discendenza comanda, il gameplay è arricchito dalla classica ed oramai molto utilizzata componente ruolistica. Il nostro personaggio infatti migliorerà con l’utilizzo delle sua capacità, orientandosi verso una direzione propriamente guerriera piuttosto che magica, a seconda degli utilizzi che farà delle sue abilità di base. Ma una ventata di novità e divertimento è portata dalla insospettata libertà di azione. Seppur di fatto abbiamo a che fare con il più classico degli schemi FPS, che ci vede, come descritto, affrontare un percorso prestabilito ricolmo da creature da abbattere ed enigmi da risolvere, le possibilità di affrontare determinate situazioni è variegata. Ad esempio per chiudere la strada a nemici che ci inseguono, piuttosto che ad un manipoli troppo elevato di guerrieri, potremo, nel caso la situazione sia tale, recidere le corde di un ponte per farlo crollare. Ancora, utilizzare armi ed incantesimi per aprirci la strada attraverso ostacoli altrimenti invalicabili. Insomma una buona dose di pianificazione non manca, così’ come forte è l’interazione con l’ambiente e la relativa libertà d’azione.

    Il Source Engine e l’Havok

    Il comparto tecnico non può esser ancora soggetto di verifica, in quanto le versioni analizzate sono ancora allo stato grafico primitivo. Ma gli sviluppatori hanno parlato della risoluzione degli oltre 800 bug presenti nella versione PC. Inoltre una cura maggiore sembra esser stata spesa per la definizione di texture ambientali e per quelle dei personaggi. L’utilizzo del motore grafico di Half-Life 2, il mitico Source engine di Valve, pare ben implementato, e promette effetti sbalorditivi, e ricchi di “vita”. Anche le animazioni dei personaggi sono state curate sin nei minimi dettagli, garantendo fluidità fisiche notevoli e reali. Il comparto fisico vero e proprio è gestito invece dall’Havok, noto pluri premiato motore che continua a regalarci possibilità sempre più “vere” e divertenti, permettendo così una risposta realistica nelle varie situazioni, da quelle propriamente fisiche a quelle ambientali. Per esempio prendendo oggetti dallo scenario potremmo ammirare la fluidità ed il realismo con cui le mani di Sareth avvolgeranno l’oggetto e lo utilizzeranno. L’IA sembra ancora un punto dolente, in quanto spesso i nemici si ritroveranno a vagare senza criterio preciso. Ma questo è uno dei vari difetti che gli sviluppatori hanno garantito verrà modificato. Il comparto audio è ancora da valutare data la natura della demo.

    Un multiplayer rinnovato

    Una delle novità maggiori, e su cui gli sviluppatori hanno dato grande rilievo è il multiplayer. A differenza della versione PC, il suddetto sarà un punto vitale importante per la riuscita del prodotto e per la sua longevità (che in campagna singola si attesta sulle 15 ore). La cura sarà infatti notevole. Le possibilità cooperative vedranno battagliare due squadre da sei giocatori l’uno, in sfide diverse, tra gli scenari del gioco. In ogni caso per maggiori informazioni non ci resta che attendere versioni finali.

    Dark Messiah of Might & Magic In sintesi “Dark Messiah of Might and Magic” pare una conversione quanto mai ricca di miglioramenti, e carica di una spinta maggiore rispetto alla versione da PC. Se la modalità singleplayer è rimasta in sostanza la stessa, ciò che alletta gli immaginari collettivi è una più saggia, e studiata ad hoc, implementazione del multiplayer. La grafica, così come la fisica, promette lustri di vario genere, pronti a incantarci e divertirci. Lo stile FPS, arricchito da una relativa libertà di azione porta una ventata di freschezza fondamentale per le oramai sature esperienze videoludiche a cui i giocatori moderni sono abituati. Non resta, dunque, che attendere ulteriori versioni per valutare l’effettivo lavoro del team di sviluppo.

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