Anteprima De Blob

Una palletta gelatinosa è pronta a colorare il mondo!

Anteprima De Blob
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • Wii
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Eurotrip!

    L’Olanda è una delle mete d’elezione dei giovani di mezzo mondo per motivi noti un po’ a tutti. Questo paese, è la versione reale del Paese dei Balocchi di collodiana memoria in cui molti si dirigono non certo per approfondire l’interessantissima storia urbanistica di Amsterdam, per visitare la casa di Anna Frank o per toccare con mano i capolavori di celebri artisti olandesi come Van Gogh o Mondrian, quanto per scialacquare denaro in attività varie ed eventuali dichiarate illegali in molti stati del mondo.
    Fra una vetrina del Red Light District e un coffee shop, è facile dimenticare come il libertino popolo olandese sia stato, e sia tutt’ora, una fucina di creativi. La ridente cittadina di Utrecht, oltre ad essere la sede del più importante polo universitario d’Olanda, è anche il luogo natale dell’idea alla base di uno dei titoli più curiosi in arrivo su Wii, ovvero De Blob. Il gioco nasce, infatti, dalla mente di otto studenti di Game Design and Development della Utrecht School of the Arts e di uno studente di Game and Media Technology dell’università cittadina come contenuto gratis per Pc scaricabile da internet. Il suo scopo era quello di contribuire mostrare come il look della città, e in special modo quello della stazione ferroviaria, sarebbe cambiato nell’arco di dieci anni in seguito alle ristruturazioni programmate dall’amministrazione civica, tanto che il tondeggiante protagonista del gioco è diventato persino la mascotte cittadina. La visibilità ottenuta dal giochillo degli studenti, ha fatto si che venisse eletto nel 2006 “Internet Game of the Year” dalla rivista Edge, attirando così l’attenzione del gigante dei giochi di wrestling THQ. Il “quartier generale del giocattolo” decide quindi di portare il buffo videogame nelle case di tutto il mondo e la console migliore in tal senso non poteva non essere Wii.

    Let’s Add Some Colors.

    La minor capacità hardware di Wii unita alla sua particolare concezione del sistema di controllo, sta spingendo alcune software house verso lo sfruttamento di un concetto basilare nel mondo dei videogiochi (che rischia di andare perso fra un FPS e un adventure in HD di troppo), ovvero il game design e la creatività. De Blob sembra appartenere a quella categoria di giochi a là Katamari, dove lo stile e il gameplay scanzonato battono qualsiasi dimostrazione di forza hardware.
    La storia alla base del gioco, s’ispira, appunto, alla ristrutturazione della cittadina olandese di Utrecht, anche se, naturalmente, risulta un po’ "romanzata" per giustificare l’affollarsi sullo schermo di strani personaggi gelatinosi davvero poco antropomorfi come il nostro De Blob e tutta l’assurda masnada dei suoi antagonisti, che sembrano usciti fuori da uno dei cartoni schizzati di Nickelodeon Channel.
    L’obiettivo del nostro tondeggiante amico sarà quello di riportare il colore nella cittadina di Chroma, i cui abitanti sono ormai soggiogati in un mondo in bianco e nero a causa dei malvagi sgherri della I.N.K.T Corporation. Costoro hanno deciso di rubare i colori e tenerseli tutti per loro, relegando tutti gli altri a una vita in stile show Rai degli anni '60, senza, però, l’allegria del varietà.
    Questo ameno pretesto, servirà, almeno sulla carta, a dare origine ad un gioco spensierato e disinvolto che, probabilmente, sarebbe stato fuori luogo nella softeca di console come Xbox360 o Playstation 3 e che invece, su Wii, sembra calzare davvero a pennello dato che la candida console Nintendo sta regalando titoli decisamente atipici nel panorama attuale, ma che risultano essere davvero delle gradite sorpese di arte digitale.

    The Colors of the Rainbow.

    La missione del nostro rivoluzionario cromatico sarà quella già accennata in precedenza: riportare i colori, e quindi la gioia, nei luoghi e nei cuori degli abitanti dei dieci livelli in cui il gioco è suddiviso.
    Per espletare quest’incarico in technicolor, de Blob dovrà servirsi di apposite taniche di vernice: il protagonista, all’inizio dell’avventura, sarà d’aspetto spento come l’ambiente che lo circonda, ma la facoltà di assorbire il contenuto delle botti di colore gli permetterà di compiere il suo vernissage. La quantità di tintura che verrà assimilata dalla palletta gelatinosa influirà tanto sulla vastità della superficie che andremo a “restaurare” quanto sui nostri movimenti, poiché inzupparsi di un ingente quantitativo di colore significherà una maggior “pesantezza” nei movimenti.
    Il sistema di controllo, almeno al momento, non sembra eccessivamente Wiicentrico, nel senso che i sensori di movimento vengono usati con una certa dose di discrezione. L’azione di gioco, pur nella peculiarità e stilosità delle situazioni destinate al videogamer, è assimilabile a quella di un platform game e quindi le performance eseguibili da de Blob fanno riferimento al canonico bagaglio dei giochi di piattaforme. Per spostarci, tanto a terra quanto in aria, utilizzeremo lo stick analogico dl Nunchuck, mentre i salti saranno affidati alle oscillazioni di Wiimote. La funzione di Z- Targeting è stata implementata per tutte le fasi di gioco nelle quali dovremo fronteggiare i buffi nemici o raccogliere i vari item. Inizialmente, potremo padroneggiare solo il rosso, il blu e il giallo, ma, procedendo nell’avventura, diventeremo dei veri e propri Signori dei Colori e tutte le nuance e le tonalità di colore diverranno accessibili. Il nostro atipico eroe potrà donare nuova vita alle tristi location semplicemente rotolandosi o sfregandosi su di esse e, di tanto in tanto, potremo anche beneficiare di autentiche esplosioni iridescenti capaci di tinteggiare una vasta porzione dell’area in cui stazioniamo. Da quanto mostrato finora, potrebbero emergere delle grane con la gestione poco intuitiva della videocamera che, comunque, potrà essere controllata dal giocatore premendo il pulsante C e mossa tramite l’analog stick, risolvendo le eventuali seccature date da una visuale potenzialmente scomoda. Data la natura free roaming del gioco, bisogna sottolineare l’utilità del sistema di waypoint adottato dagli sviluppatori: in ogni momento di gioco, il gamer, per mezzo della pressione del tasto A, vedrà apparire intorno a del Blob delle specifiche icone di oggetti vari ed eventuali che potranno essere seguite conducendoci all’item desiderato.
    Al termine di ogni livello, dovremo fare i conti con l’immancabile valutazione della missione. A seconda dei punti ottenuti, riceveremo una medaglia di Bronzo, d’Argento o d’Oro e, in dipendenza dell’onoreficenza ricevuta, potremo sbloccare uno o due stage stage bonus per ciascun livello.
    De Blob, oltre ad essere visivamente accattivante, proporrà anche una Ost davvero sfiziosa capace di adattarsi ed evolvere in funzione delle nostre esibizioni cromatiche: all’inizio di ciascun ambiente di gioco, le note che giungeranno alle nostre orecchie saranno tristi e smorte, ma, mano a mano che i colori riporteranno la felicità a Chroma City, la musica cambierà di tono, fino ad assumere le cadenze funky e groovy di una brano di Quincy Jones.
    Thq non si è ancora sbilnaciata sulla data d’uscita, che resta ancora in TBA per l’anno corrente.

    De Blob Grafica schizzata e stilosa in stile Jet Se Radio, sonoro funky e ritmato e, soprattutto, una giocabilità che, almeno sulla carta, si prospetta di tutto rispetto grazie ad un incedere di gioco scanzonato, ma non banale. THQ, dopo eoni di giochi su licenza magari non necessariamente mediocri, ma di certo non capaci di lasciare il segno, potrebbe con De Blob tirare fuori il famoso asso dalla manica. In un panorama affollato da videogame ipertrofici, ultrapompati e banali, un titolo come de Blob ha le potenzialità per diventare una sorpresa davvero gradita, capace forse di accontentare il pubblico in maniera trasversale. Tanto il casual gamer inesperto quanto l’harcore gamer perennemente insoddisfatto, potranno, si spera, trovare pane per i loro denti in questo lavoro dove l’ispirazione dell’art direction sembra davvero padrona. Al momento, l’unico lato negativo è che per utilizzare le nostre tavolozze, dovremo aspettare ancora un po’.

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