DOOM Anteprima: non ci aspettavamo un Inferno così bello

Non ce lo aspettavamo un Doom così. Sanguinolento a livelli da capogiro, frenetico, eppure intriso di un'autoironia che colpisce nel segno. Un'overdose di sangue demoniaco talmente sopra le righe da trascendere qualunque bisogno di credibilità.

DOOM Anteprima: non ci aspettavamo un Inferno così bello
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  • PS4 Pro
  • Non ce lo aspettavamo un Doom così. Sanguinolento a livelli da capogiro, frenetico, eppure intriso di un'autoironia che colpisce subito nel segno. Pochi minuti sono bastati, durante la prima conferenza E3 della storia di Bethesda, per chiarire i confini di una produzione che omaggia le proprie antiche radici e, almeno apparentemente, combina con grande efficacia una tradizione vecchia di decenni al rinnovamento tecnico e concettuale. Il risultato è un'overdose di sangue demoniaco e arti strappati da far quasi invidia ai fasti degli ultimi due Mortal Kombat, talmente sopra le righe da trascendere qualunque bisogno di credibilità. Dal momento in cui il nostro alter ego si cala il casco sulla testa, una sola cosa diventa importante: kill demons.

    Non è un paese per demoni

    Con lo stile serrato ed efficace che ha caratterizzato tutta la conferenza Bethesda, Marty Stratton, executive producer di id Software, non si perde in lunghi giri di parole per presentare il nuovo Doom. Nel breve discorso introduttivo cogliamo rapidamente il riferimento al nuovo engine id Tech 6, e in pochi secondi ci troviamo catapultati nel gameplay. Non c'è nemmeno tempo per parentesi a sfondo narrativo: nei panni di un marine del futuro, sappiamo solo che la nostra base è stata invasa dai demoni, e dovremo ucciderne a tonnellate per rimettere le cose a posto. Pochi preamboli e tanta sostanza, nella migliore tradizione della saga che ha rivoluzionato il concetto di sparatutto in prima persona. E bastano pochi secondi per rendersi conto di come, abbandonate completamente le atmosfere horror del terzo capitolo, Doom abbia deciso di tornare a casa, pronto a compiacere i propri fan di vecchia data con un gameplay che parte proprio dalle radici gettate da Carmack e Romero più di vent'anni fa. Se c'è una caratteristica fondamentale che ha sempre contraddistinto la saga è certamente la folle velocità del gameplay, e questa ritorna senza compromessi, ancora una volta con un ritmo da film accelerato. Qualche secondo dopo aver abbattuto il primo demone, lo schermo già si riempie di altre creature arrivate direttamente dagli inferi per romperci le uova nel paniere, alle quali non si può che rispondere con sane dosi di piombo. E qui arriviamo alla seconda componente fondante della tipica esperienza offerta dalla saga, ossia l'arsenale. Seppure rivisitate e modernizzate nel look, le armi del nuovo Doom riescono a mantenersi fedeli alla tradizione, dalla rudimentale doppietta sino all'immancabile motosega, fonte di uccisioni che non si preoccupano di sbattere in faccia al giocatore amputazioni da brividi. Dopotutto, si tratta di dannati demoni, e chi può averne pietà? L'alternanza rapida tra un'arma e l'altra favorisce approcci differenti in base alla minaccia da abbattere, e sembrano essercene già una buona varietà anche solo in questo primo assaggio. Dal classico fucile a pompa si passa ad un doppietta vecchio stile, senza dimenticare un fucile d'assalto dotato di ottica, di un lanciagranate automatico e di un lanciarazzi.

    A chiudere le danze ci pensa quella che probabilmente si rivelerà la nuova BFG, perfetta da estrarre durante lo scontro con uno dei molti boss presenti nel gioco. Anche questi ultimi sembrano recuperare in pieno la tradizione, sia nel look folle, sia nel modo in cui sembrano non smuoversi di un millimetro anche sotto le bordate del protagonista, pronti poi a esplodere in una conflagrazione di arti staccati e sangue una volta arrivati al colpo ferale. Non v'è dubbio infatti che le uccisioni più spettacolari siano proprio quelle legate ai nemici più ingombranti e pericolosi. A rubare davvero la scena sono infatti i piccoli stacchetti che si accompagnano alle uccisioni cruente, che vedono il protagonista strappare arti ai demoni (o, all'occasione, il cuore) ed utilizzarli per percuoterne le membra senza alcuna pietà. Una celebrazione della violenza, come dicevamo, talmente esagerata da non richiedere particolari spiegazioni, e pronta a farsi godere come il più classico dei guilty pleasure. Una volta terminata l'overdose di violenza accelerata del single player (che ha affiancato al livello già visto al QuakeCon una nuova, e promettente, ambientazione localizzata nel cuore degli inferi), è arrivato il momento di parlare velocemente della componente multigiocatore. Quest'ultima è stata riassunta in un breve video, purtroppo completamente privo di informazioni circa le diverse modalità che andranno a caratterizzare il comparto, eppure più che sufficiente a intuire un ritmo veloce almeno quanto quello della componente singolo giocatore. Non abbiamo dubbi sul fatto che i riflessi e l'abilità dei giocatori conteranno moltissimo nel multiplayer offerto da Doom. Ancora non sappiamo se nell'offerta troverà posto qualche modalità originale, ma quel che è certo è che ad apparire molto promettente è la funzione SnapMap, sorta di editor simile a quello utilizzato dagli stessi sviluppatori, utile a creare in pochi istanti partite caratterizzate da regole ogni volta differenti.

    Come esempi pratici, Stratton ha mostrato una cooperativa online per due giocatori affollatissima di nemici e una modalità singolo giocatore dove accumulare crediti massacrando i demoni, per poi investirli nell'acquisto di nuove armi. Quanti e quali saranno i confini di questo editor ancora è difficile da capire, ma la personalizzazione appare già sin d'ora molto ampia. Qualche parola vale la pena spenderla anche sull'id Tech 6, che si è mostrato molto in forma durante la presentazione, sfoggiando un'illuminazione d'impatto unita a texture molto definite e impreziosite da shader di qualità. Il look complessivo è molto solido e sembra mantenere un'ottima fluidità, sebbene non ci sia stato possibile sapere su quale piattaforma girasse il materiale mostrato (scommetteremmo sul PC).

    DOOM Doom ci ha davvero convinto. Riuscire a condensare in pochi istanti l'intero carattere di una produzione non è mai un compito semplice, eppure la demo mostrata sul palco di Bethesda non ha lasciato dubbi. Lo sparatutto più celebrato della storia sta per tornare grazie ad un mix sfrontato di tradizione, innovazione e ultraviolenza, e tutto scorre velocissimo, con la chiara intenzione di non lasciare nemmeno un attimo di respiro al giocatore. Se ancora non conosciamo dettagli concreti relativi alla componente multigiocatore, le partite personalizzate create grazie all'editor SnapMap presentano un grandissimo potenziale, e per tutto il resto ci sono gli arti strappati e usati come armi improprie. Impossibile resistervi. Con l'uscita fissata a marzo 2016, del clamoroso ritorno di Doom avremo certamente modo di tornare a parlare molto presto: rimanete con noi per tutte le novità targate E3 2015.

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