Anteprima Fatal Frame

Leggi la nostra anteprima e le novità sul videogioco Fatal Frame - 173

Anteprima Fatal Frame
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • Wii U
  • In quanto essere razionale, l'uomo
    rifugge tutto ciò che non può essere spiegato attraverso l'uso della ragione e
    ricondotto a schemi che governano il suo modo di percepire le cose. Il terrore
    nei confronti di ciò che non si conosce si manifesta nelle più disparate
    occasioni e ne è un esempio piuttosto esemplificativo la paura del buio, con i
    conseguenti scherzi che la mente può fare attribuendo forme e identità
    spaventose a oggetti la cui natura, in realtà, non ha nulla di "mostruoso". Non
    è solo l'ignoranza verso qualcosa di ignoto, ma la consapevolezza di trovarsi
    in balia di eventi che trascendono la sfera terrena, a paralizzare chi ne è
    vittima in un terrore cieco al punto di metterne a repentaglio la sanità
    mentale. Il cinema, come la letteratura molto tempo prima, è uno dei principali
    veicoli utilizzati per trasmettere al fruitore stati di terrore puro che, gli si
    augura di cuore, mai proverà nel corso della propria vita. Basti pensare al film
    "The Others" della scorsa stagione cinematografica, in cui una donna (Nicole
    Kidman) deve far fronte a tutta una serie di rumori e manifestazioni che di
    terreno non hanno proprio nulla. Lo spettatore è in continuo stato di tensione
    perché, proprio come la protagonista, è completamente all'oscuro dell'origine
    di tali accadimenti. In quest'ultimo decennio anche alcuni videogiochi hanno
    intrapreso questa direzione dando il via, a partire dal mai troppo lodato "Alone
    in the dark", ad un filone che con l'avvento dell'acclamato "Resident Evil" ha
    preso il nome di "survival horror". All'orrore visivo destato dagli zombi
    raccapriccianti usciti dai laboratori dell'Umbrella Corporation, Konami ha
    opposto uno stato di malessere ben più cerebrale nella sua (ormai) saga
    ambientata nella nebbiosa Silent Hill. Tecmo prova ora ad offrire un'ulteriore
    variazione al tema con questa sua nuova creatura, Project Zero (Fatal Frame in
    territorio americano), che poi tanto nuova non è essendo la conversione
    del'omonimo titolo per PS2 uscito alcuni mesi fa. Prima di gridare allo
    scandalo, è bene che gli utenti Xbox sappiano che la versione per la macchina
    Microsoft ha goduto di alcune feature non presenti nella precedente release e
    che, comunque, si tratta di un titolo che tende a colmare in parte la quasi
    totale assenza - Silent Hill 2 escluso - di esponenti del genere sulla
    nero-verde console.

    A true ghost story

    Come più volte affermato dalla Tecmo stessa, nella
    realizzazione del plot di Project Zero gli autori si sarebbero ispirati ad una
    storia vera. Palazzo Himuro, la dimora in cui è ambientata la storia,
    corrisponderebbe alla replica digitale - secondo quanto riportato da Makoto
    Shibata, Chief Producer di Project Zero - di una magione situata appena fuori
    Tokyo e nella quale sembra si siano verificate morti misteriose (sette persone
    uccise in brutali circostanze) ed eventi soprannaturali. Circondata da altri tre
    edifici, anch'essi luoghi dalla fama piuttosto misteriosa, la stessa casa è
    percorsa in tutta la sua estensione ed oltre, da un complicato intreccio di
    tunnel sotterranei la cui utilità è sconosciuta. Apparizioni spettrali anche in
    pieno giorno, impronte di sangue sulle pareti e il volto di una donna impresso
    sulle foto scattate ad una determinata finestra non fanno altro che intimorire
    ulteriormente gli abitanti del luogo, convinti dell'incombere su di esso di
    un'antica maledizione. Un'altra leggenda fonte di ispirazione narra di un
    albero situato nelle vicinanze della tenuta, nei pressi del quale si sentono
    spesso pianti e lamenti provenienti da una voce femminile. Sembra, infatti, che
    due giovani amanti fossero soliti incontrarsi ogni notte nei pressi di questo
    albero. A causa della loro disparità sociale, le rispettive famiglie impedirono
    il matrimonio tra i due e la ragazza, non resistendo a tanto dispiacere, si
    tolse la vita impiccandosi ad un ramo dell'albero simbolo dei loro incontri
    furtivi. Dove si ferma la realtà ed inizia la fantasia non ci è dato sapere, ma
    è innegabile che questi racconti non fanno altro che rendere l'esperienza di
    gioco quantomai sinistra ed immersiva.

    Un gameplay

    Nei panni di Miku, una giovane ragazza
    con una forte propensione per il paranormale, partiamo alla ricerca del fratello
    maggiore Mafuyu, scomparso in circostanze misteriose nei pressi del poco
    accogliente palazzo Himuro, in passato teatro di oscuri riti scintoisti. Armata
    unicamente di una macchina fotografica (da cui il titolo americano Fatal Frame)
    dai poteri speciali ed in grado di "immortalare" gli spettri, Miku deve farsi
    strada all'interno della magione e risolvere il mistero della scomparsa del
    fratello. A fronte di un gameplay piuttosto conforme alla tradizione dei
    survival horror, la peculiarità di utilizzare una macchina fotografica invece
    dei soliti mezzi di difesa quali spranghe, pistole e fucili a canne mozze, dona
    al gioco quel tanto di carattere che gli consente di distinguersi dalla massa di
    prodotti del genere. La visuale standard è in terza persona e la telecamera
    offre un misto di riprese fisse e mobili, un po' come avviene in Silent Hill.
    Durante gli scontri con le presenze spettrali si passerà ad una visuale in prima
    persona per consentire al giocatore di fissare la creatura con l'obiettivo il
    più a lungo possibile prima di scattare la foto; maggiore è questo tempo e
    maggiore è la probabilità di far tornare alla dimensione di appartenenza il
    soggetto, liberando lentamente la magione da tali sgraditi ospiti. Oltre ad
    essere l'unico strumento di offesa, la macchina fotografica è anche il mezzo
    indispensabile per risolvere enigmi e trovare l'accesso a zone celate alla
    vista normale. L'impianto cosmetico è buono senza far gridare al miracolo. I
    modelli non si distinguono per un uso enorme di poligoni anche se le apparizioni
    ectoplasmatiche sono realizzate decisamente bene, al punto di incutere un certo
    spavento alla vista. Una buona routine di illuminazione crea il fascio di luce
    emesso dalla torcia in possesso di Miku, una delle uniche fonti di luce - tranne
    alcune candele - presenti nel palazzo Himuro, dando luogo a riuscitissimi giochi
    di ombre in ambienti ricoperti da texture di pregevole caratura. La pulizia
    visiva, già di per sé buona nella versione PS2, è notevole tranne per quanto
    concerne i filmati, durante i quali è stato utilizzato un filtro ad effetto un
    po' troppo granuloso. Veramente notevole, invece, l'impianto sonoro che ha
    beneficiato in questa "incarnazione" sulla macchina Microsoft del supporto
    multicanale 5.1.

    Un porting
    diretto?

    Rispetto alla versione per PS2, oltre a un dettaglio grafico
    leggermente superiore ed una maggiore pulizia visiva, la versione Xbox di
    Project Zero offre la presenza di una decina di nuovi fantasmi, costumi
    alternativi da sbloccare per la protagonista e un finale inedito. Le aspettative
    per questo gioco sono alte, non ci resta altro che attenderne la pubblicazione
    in versione Pal per confermare le ottime impressioni destate in sede di
    preview.

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