La pretesa che una minuziosa opera di disarticolazione, analisi, ricompattazione delle meccaniche di gioco approdi sempre al risultato sperato, cioè all'ampliamento ed al rinnovo delle stesse, è del tutto inopinabile. Soprattutto nell'epopea dello stupore materiale e della coerenza storiografica, dove paiono ormai sperimentate tutte le opzioni ludiche plausibili, il viaggio alla ricerca non tanto del nuovo genere, quanto alla nuova interpretazione del genere, è piuttosto impervio. Di esperimenti falliti o mediocri se ne contano spropositato numero. Le divisioni di Sony Computer Entertaiment, tuttavia, non demordono: dopo aver indelebilmente segnato il passato dei Racing Game e dei Bemani, è l'ora che le stantie linee di definizione dei Survival Horror siano ridefinite. Forbidden Siren, si presenta come un labirintico horror lontano da quanto mai visto prima. L'inquietudine classica, l'adrenalinico brivido di atavica paura, non solo è fomentato dalle scene nebbiose e vermiglie di abbondante presenza, quanto dalla scomposizione logica degli eventi, dalla perdita inevitabile di una realtà oggettiva, senza tuttavia immischiarsi nelle incoerenti follie che in Silent Hill 2 sfibravano ogni lucubrazione possibile. Nel disperato tentativo di sopravvivenza, attorniati da un mare sanguigno circondante il villaggio di Hanyuda, le vicende cronologicamente sfasate di dieci personaggi, racchiuse nell'arco temporale di tre giorni e tre notti, prenderanno luogo per mano e sotto gli occhi del giocatore. Imprigionati dunque nel corpo di dieci abitanti, incerti sulla conclusione della vicenda singolare, magari effettivamente pensata solo come un “tramite narrativo” in funzione della trama globale, o della storia del prossimo personaggio. La confusione temporale in cui il giocatore sarà proiettato, saltando senza coerenza da un dì all'altro, è utile anche a tener vivo l'interesse sulla visione globale: eventi apparentemente inspiegabili prenderanno forma solo dopo essere stati affrontanti, costringendo l'utente ad un esercizio mentale quanto mai articolato. Pare che non tutto quello che aveva potuto insegnare Shadow of Memories sia andato perduto. Apparentemente, l'unica caratteristica comune ai personaggi giocabili, è quella di possedere uno strano dono telepatico, mediante quale è possibile “connettersi” con la mente deviata degli zombie, assumendo così come proprio il loro campo visivo. L'unico modo di studiare attentamente la posizione dei nemici, è quindi quello di guardare attraverso la loro stessa distorta visione. Difatti, per affrontare al meglio l'incubo di Forbidden Siren, è indispensabile capire che il truce popolo non-morto, nonostante sia ancorato ad una ripetitività d'azione grottesca, è dotato di un sadismo che rasenta la volontà propria. Nel caso in cui gli zombie dovessero avvistare carne fresca, lascerebbero immediatamente i binari lineari del loro eterno movimento meccanico, impiegando tutte le loro forze per la conquista della preda, senza risparmiarsi l'uso di armi “bianche” e da fuoco. E' ovvio che l'incontro con le inquietanti presenze, soprattutto se il personaggio momentaneamente impersonato è sprovvisto di strumenti difensivi, risulterebbe non poco dannoso. Si conti, oltretutto, che la tenebrosa pioggia rossa che si riversa continua sulla città, così come il mare vermiglio che la circonda, possiede proprietà benefiche per gli esseri senz'anima: non c'è modo per uccidere definitivamente gli zombie: dopo pochi minuti dalla morte apparente, la doccia sanguinea li riporterà al massimo della forma. Da qui la necessità di ponderare preventivamente ogni movimento, al fine di evitare incontri indesiderati. Necessariamente, l'introduzione degli elementi sopra descritti, apporta una modifica radicale alle meccaniche proprie dei Survival Horror, che pur profumano l'atmosfera di semplici enigmi, molto lontani dall'essere il fulcro portante del gioco. Il comparto tecnico è studiato in funzione del continuo timore incombente. La colonna sonora, soprattutto, affianca magistralmente ogni situazione, dalla quiete apparente, all'apice dell'azione nervosa, quando -per violenza della telepatia- vedrete voi stessi, ormai scoperti, attraverso gli occhi laceri degli zombie. Gli ambienti, ricreati con cura minuziosa, sono studiati per essere claustrofobici e tortuosi. Ancor più colpiscono i modelli e le animazioni dei personaggi. Forbidden Siren, dunque, pare essere un esperimento molto ben riuscito. Probabilmente, come Silent Hill a suo tempo, si tratterà di un nuovo modello per gli Horror che verranno.
Anteprima Forbidden Siren
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Piaghe Post
La pretesa che una minuziosaModerne
opera di disarticolazione, analisi, ricompattazione delle meccaniche di gioco
approdi sempre al risultato sperato, cioè all'ampliamento ed al rinnovo delle
stesse, è del tutto inopinabile. Soprattutto nell'epopea dello stupore
materiale e della coerenza storiografica, dove paiono ormai sperimentate tutte
le opzioni ludiche plausibili, il viaggio alla ricerca non tanto del nuovo
genere, quanto alla nuova interpretazione del genere, è piuttosto impervio. Di
esperimenti falliti o mediocri se ne contano spropositato numero. Le divisioni
di Sony Computer Entertaiment, tuttavia, non demordono: dopo aver indelebilmente
segnato il passato dei Racing Game e dei Bemani, è l'ora che le stantie linee
di definizione dei Survival Horror siano ridefinite. Forbidden Siren, si
presenta come un labirintico horror lontano da quanto mai visto prima.
L'inquietudine classica, l'adrenalinico brivido di atavica paura, non solo è
fomentato dalle scene nebbiose e vermiglie di abbondante presenza, quanto dalla
scomposizione logica degli eventi, dalla perdita inevitabile di una realtà
oggettiva, senza tuttavia immischiarsi nelle incoerenti follie che in Silent
Hill 2 sfibravano ogni lucubrazione possibile. Nel disperato tentativo di
sopravvivenza, attorniati da un mare sanguigno circondante il villaggio di
Hanyuda, le vicende cronologicamente sfasate di dieci personaggi, racchiuse
nell'arco temporale di tre giorni e tre notti, prenderanno luogo per mano e
sotto gli occhi del giocatore. Imprigionati dunque nel corpo di dieci abitanti,
incerti sulla conclusione della vicenda singolare, magari effettivamente pensata
solo come un “tramite narrativo” in funzione della trama globale, o della storia
del prossimo personaggio. La confusione temporale in cui il giocatore sarà
proiettato, saltando senza coerenza da un dì all'altro, è utile anche a tener
vivo l'interesse sulla visione globale: eventi apparentemente inspiegabili
prenderanno forma solo dopo essere stati affrontanti, costringendo l'utente ad
un esercizio mentale quanto mai articolato. Pare che non tutto quello che aveva
potuto insegnare Shadow of Memories sia andato perduto. Apparentemente, l'unica
caratteristica comune ai personaggi giocabili, è quella di possedere uno strano
dono telepatico, mediante quale è possibile “connettersi” con la mente deviata
degli zombie, assumendo così come proprio il loro campo visivo. L'unico modo di
studiare attentamente la posizione dei nemici, è quindi quello di guardare
attraverso la loro stessa distorta visione. Difatti, per affrontare al meglio
l'incubo di Forbidden Siren, è indispensabile capire che il truce popolo
non-morto, nonostante sia ancorato ad una ripetitività d'azione grottesca, è
dotato di un sadismo che rasenta la volontà propria. Nel caso in cui gli zombie
dovessero avvistare carne fresca, lascerebbero immediatamente i binari lineari
del loro eterno movimento meccanico, impiegando tutte le loro forze per la
conquista della preda, senza risparmiarsi l'uso di armi “bianche” e da fuoco.
E' ovvio che l'incontro con le inquietanti presenze, soprattutto se il
personaggio momentaneamente impersonato è sprovvisto di strumenti difensivi,
risulterebbe non poco dannoso. Si conti, oltretutto, che la tenebrosa pioggia
rossa che si riversa continua sulla città, così come il mare vermiglio che la
circonda, possiede proprietà benefiche per gli esseri senz'anima: non c'è modo
per uccidere definitivamente gli zombie: dopo pochi minuti dalla morte
apparente, la doccia sanguinea li riporterà al massimo della forma. Da qui la
necessità di ponderare preventivamente ogni movimento, al fine di evitare
incontri indesiderati. Necessariamente, l'introduzione degli elementi sopra
descritti, apporta una modifica radicale alle meccaniche proprie dei Survival
Horror, che pur profumano l'atmosfera di semplici enigmi, molto lontani
dall'essere il fulcro portante del gioco. Il comparto tecnico è studiato in
funzione del continuo timore incombente. La colonna sonora, soprattutto,
affianca magistralmente ogni situazione, dalla quiete apparente, all'apice
dell'azione nervosa, quando -per violenza della telepatia- vedrete voi stessi,
ormai scoperti, attraverso gli occhi laceri degli zombie. Gli ambienti, ricreati
con cura minuziosa, sono studiati per essere claustrofobici e tortuosi. Ancor
più colpiscono i modelli e le animazioni dei personaggi. Forbidden Siren,
dunque, pare essere un esperimento molto ben riuscito. Probabilmente, come
Silent Hill a suo tempo, si tratterà di un nuovo modello per gli Horror che
verranno.
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