Anteprima Forbidden Siren

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Anteprima Forbidden Siren
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Piaghe Post
    Moderne

    La pretesa che una minuziosa
    opera di disarticolazione, analisi, ricompattazione delle meccaniche di gioco
    approdi sempre al risultato sperato, cioè all'ampliamento ed al rinnovo delle
    stesse, è del tutto inopinabile. Soprattutto nell'epopea dello stupore
    materiale e della coerenza storiografica, dove paiono ormai sperimentate tutte
    le opzioni ludiche plausibili, il viaggio alla ricerca non tanto del nuovo
    genere, quanto alla nuova interpretazione del genere, è piuttosto impervio. Di
    esperimenti falliti o mediocri se ne contano spropositato numero. Le divisioni
    di Sony Computer Entertaiment, tuttavia, non demordono: dopo aver indelebilmente
    segnato il passato dei Racing Game e dei Bemani, è l'ora che le stantie linee
    di definizione dei Survival Horror siano ridefinite. Forbidden Siren, si
    presenta come un labirintico horror lontano da quanto mai visto prima.
    L'inquietudine classica, l'adrenalinico brivido di atavica paura, non solo è
    fomentato dalle scene nebbiose e vermiglie di abbondante presenza, quanto dalla
    scomposizione logica degli eventi, dalla perdita inevitabile di una realtà
    oggettiva, senza tuttavia immischiarsi nelle incoerenti follie che in Silent
    Hill 2 sfibravano ogni lucubrazione possibile. Nel disperato tentativo di
    sopravvivenza, attorniati da un mare sanguigno circondante il villaggio di
    Hanyuda, le vicende cronologicamente sfasate di dieci personaggi, racchiuse
    nell'arco temporale di tre giorni e tre notti, prenderanno luogo per mano e
    sotto gli occhi del giocatore. Imprigionati dunque nel corpo di dieci abitanti,
    incerti sulla conclusione della vicenda singolare, magari effettivamente pensata
    solo come un “tramite narrativo” in funzione della trama globale, o della storia
    del prossimo personaggio. La confusione temporale in cui il giocatore sarà
    proiettato, saltando senza coerenza da un dì all'altro, è utile anche a tener
    vivo l'interesse sulla visione globale: eventi apparentemente inspiegabili
    prenderanno forma solo dopo essere stati affrontanti, costringendo l'utente ad
    un esercizio mentale quanto mai articolato. Pare che non tutto quello che aveva
    potuto insegnare Shadow of Memories sia andato perduto. Apparentemente, l'unica
    caratteristica comune ai personaggi giocabili, è quella di possedere uno strano
    dono telepatico, mediante quale è possibile “connettersi” con la mente deviata
    degli zombie, assumendo così come proprio il loro campo visivo. L'unico modo di
    studiare attentamente la posizione dei nemici, è quindi quello di guardare
    attraverso la loro stessa distorta visione. Difatti, per affrontare al meglio
    l'incubo di Forbidden Siren, è indispensabile capire che il truce popolo
    non-morto, nonostante sia ancorato ad una ripetitività d'azione grottesca, è
    dotato di un sadismo che rasenta la volontà propria. Nel caso in cui gli zombie
    dovessero avvistare carne fresca, lascerebbero immediatamente i binari lineari
    del loro eterno movimento meccanico, impiegando tutte le loro forze per la
    conquista della preda, senza risparmiarsi l'uso di armi “bianche” e da fuoco.
    E' ovvio che l'incontro con le inquietanti presenze, soprattutto se il
    personaggio momentaneamente impersonato è sprovvisto di strumenti difensivi,
    risulterebbe non poco dannoso. Si conti, oltretutto, che la tenebrosa pioggia
    rossa che si riversa continua sulla città, così come il mare vermiglio che la
    circonda, possiede proprietà benefiche per gli esseri senz'anima: non c'è modo
    per uccidere definitivamente gli zombie: dopo pochi minuti dalla morte
    apparente, la doccia sanguinea li riporterà al massimo della forma. Da qui la
    necessità di ponderare preventivamente ogni movimento, al fine di evitare
    incontri indesiderati. Necessariamente, l'introduzione degli elementi sopra
    descritti, apporta una modifica radicale alle meccaniche proprie dei Survival
    Horror, che pur profumano l'atmosfera di semplici enigmi, molto lontani
    dall'essere il fulcro portante del gioco. Il comparto tecnico è studiato in
    funzione del continuo timore incombente. La colonna sonora, soprattutto,
    affianca magistralmente ogni situazione, dalla quiete apparente, all'apice
    dell'azione nervosa, quando -per violenza della telepatia- vedrete voi stessi,
    ormai scoperti, attraverso gli occhi laceri degli zombie. Gli ambienti, ricreati
    con cura minuziosa, sono studiati per essere claustrofobici e tortuosi. Ancor
    più colpiscono i modelli e le animazioni dei personaggi. Forbidden Siren,
    dunque, pare essere un esperimento molto ben riuscito. Probabilmente, come
    Silent Hill a suo tempo, si tratterà di un nuovo modello per gli Horror che
    verranno.

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