Anteprima Fracture

FPS tellurico

Anteprima Fracture
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Lo sconvolgimento ambientale secondo Lucasarts

    Effetto serra, riscaldamento globale, buco nell’ozono. Il problema della salute del nostro pianeta è sempre uno dei punti salienti delle discussioni fra le potenze mondiali. La paura di arrivare ad un punto di non ritorno e dover affrontare uno sconvolgimento geologico-climatico di dimensioni colossali si è fatto avanti a grandi passi, la sensazione di essere arrivati troppo tardi è papabile.
    Uno scenario veritiero (anche se un po’ troppo catastrofico) che ha stuzzicato la fantasia dei ragazzi di Day one studios (divisione Lucasarts) dando loro spunto per la realizzazione di Fracture, un action/shooter in terza persona.
    Siamo nell’anno 2161 e, come ovviamente possiamo immaginare, siamo arrivati troppo tardi: il nostro bel pianeta è stato sconvolto da cataclismi ecologici: tra inondazioni, innalzamento del livello dei mari, terremoti e riscaldamento atmosferico, i continenti sono stati dilaniati e la popolazione è sconvolta. L’America è stata letteralmente tagliata a metà, gli stati centrali sprofondati nelle acque oceaniche, le due coste est ed ovest ultimi baluardi di quella che fu la nazione più importante del mondo. Come se la situazione non fosse già grave di suo, ecco venire fuori antichi rancori e nuovi dissidi fra gli esseri umani, dissapori che hanno portato ad una divisione molto simile a quella accaduta nel post seconda guerra mondiale fra USA ed URSS: da un lato la costa est e l’Europa si sono riunite nell’alleanza atlantica (specializzatasi in ricerche sulla cibernetica), dall’altro costa ovest ed Asia hanno dato vita alla repubblica di pacifica (orientatisi invece sull’ingegneria genetica).
    Il nostro compito sarà quello di indossare i panni dell’esperto demolitore Mason Briggs e tentare di sbaragliare, fucile in spalla, le avanguardie della repubblica di pacifica.
    Detto così questo Fracture sembrerebbe il classico shooter in terza persona senza infamia né lode, buono solo a fare numero. Cosa rende dunque l’ultimo lavoro di casa Lucas così meritevole di attenzione?

    Il potere di un dio nelle nostre mani

    Terrain deformation, questo il nome della tecnologia messa a punto nel 2090 dall’alleanza atlantica. Grazie ad essa forze armate specializzate sono in grado di poter rimodellare a loro vantaggio il terreno che li circonda. Ecco quale sarà il nostro potere speciale, il nostro asso nella manica che ci permetterà di avere ragione del nemico: grazie a tutta una serie di ritrovati tecnologici infatti il nostro buon Mason avrà a sua disposizione poteri incredibili: avrà la possibilità di poter muovere a proprio vantaggio nientemeno che la crosta terrestre. Più nello specifico, i mezzi a nostra disposizione saranno delle granate: le tectonic granades ci daranno la possibilità di sollevare intere zolle da usare a mò di scudo, le subsonic granades agiranno diametralmente all’opposto (andando cioè a creare delle depressioni), ed infine le spike grenades creeranno delle veree e proprie stalagmiti di roccia che ci permetteranno di organizzare una sorta di ascensore naturale.
    Gli utilizzi però non si fermano qui, in quanto avere dalla nostra parte un potere così immenso ci permetterà di poter influire in maniera attiva sulla strategia non solo nostra, ma anche e soprattutto su quella dei nostri avversari: immaginiamo di avanzare lungo una stretta gola quando ad un certo punto ecco pararsi di fronte a noi una nutrita pattuglia di soldati. In situazioni normali dovremo rimboccarci le maniche e tentare di sopravvivere all’attacco, in Fracture invece potremo decidere di far sprofondare in un baratro i nostri nemici, oppure creare una sorta di linea Maginot per proteggerci (e trovare un’altra via di fuga).
    Ecco svelato l’arcano, ecco qui l’aspetto che ha solleticato le nostre fantasie durante la visione della demo presentata in quel di Santa Monica.

    Quando Populous incontra Gears of War

    Non solo granate modellanti però: non dimentichiamoci che il gioco è uno sparatutto in terza persona. Ecco quindi comparire un primo set di armi, tutte però ovviamente riadattate alla particolare interazione fornitaci nel gioco: e così tramite il fuoco secondario del bulldog, un semplicissimo mitragliatore, potremo scavare nella roccia degli improvvisati gradini oppure farci largo attraverso punti altrimenti inaccessibili. Oppure il bangalore, che da semplicissimo lanciarazzi può diventare una letale arma in grado di sparare i propri colpi anche sottoterra (Tramite un effetto visivo molto simile a quello del film Tremors). Ed è impossibile non citare, infine, il boulder gun, fucile-aspiratore con il quale creeremo dei giganteschi ammassi di detriti rotolanti.

    L’amore per la terra dà solo buoni frutti

    Tecnicamente parlando il titolo, pur essendo ancora ben lontano dalla sua data di pubblicazione (terzo quadrimestre 2008) presenta già un comparto grafico più che dignitoso.
    La parte del leone ovviamente la fanno gli elementi di deformazione del terreno: l’effetto di sollevamento di intere zolle piuttosto che di colonne rocciose è veramente ottimo, la sensazione di poter comandare un qualcosa di estremamente solido, pesante e letale è indescrivibile, acuita dalle ottime texture alle quali è stato applicato l’arcinoto effetto di bump mapping. Buona anche la generale caratterizzazione del livello mostrato in demo, una baia di San Francisco oramai divenuta desertica: il Golden Gate che campeggia sullo sfondo unito alla desolazione generale ed ai fatiscenti edifici che incontreremo rende bene l’idea del disastro ecologico alla base del plot. Ci hanno colpito in positivo anche il frame rate, già piuttosto stabile nonostante lo stato ancora altamente incompleto di sviluppo, ed il motore fisico messo in evidenza da esplosioni, frane e “sopraelevazioni” varie:un particolare questo che acuisce il senso di spettacolarità e di potenza infuso dai grafici di Day one.
    Non pienamente convincenti invece il modello poligonale e la caratterizzazione del buon Briggs e dei suoi avversari: il primo sembra essere il classico impavido eroe alquanto stereotipato, sorta di rivisitazione futuristica del marine americano; i secondi invece, complice la tuta da combattimento indossata, soffrono di una certa ripetitività e di una certa mancanza di carisma.
    Alti e bassi anche nel gameplay: se da un lato l’utilizzo intensivo del nostro arsenale sembrerebbe conferire a questo Fracture una grande varietà di situazioni, dandoci la possibilità di variare le nostre strategie offensive e difensive in qualsiasi istante, la parte più squisitamente “classica” soffre di una certa mancanza di spessore; difetto questo dovuto soprattutto alla quasi totale assenza di IA nemica nelle fasi di combattimento (i nostri avversari non facevano poi molto per evitare il nostro fuoco offensivo).
    Il gioco completo presenterà, secondo quanto detto dai programmatori, anche una parte multiplayer, tuttavia non è stato presentato o annunciato nessun particolare in merito alle modalità che avremo a disposizione.

    Fracture In definitiva il titolo in fase di realizzazione negli studi della Lucasarts risulta essere molto interessante, grazie a tutta una serie di trovate in grado di dare nuova linfa ad un genere, quello degli shooter in terza persona, decisamente sovraffollato e povero di idee innovative. Confidiamo dunque nell’esperienza del team Day 1 (autori fra l’altro di Mechassault 2 su Xbox e della conversione di F.E.A.R. su Ps3 e Xbox360) ed aspettiamo con fiducia nuovi dettagli per quel che concerne lo sviluppo di Fracture sia dal punto di vista tecnico (benché si attesti già su un buon livello) sia in particolar modo per quel che riguarda il gameplay e l’intelligenza artificiale dei nemici.

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