Anteprima Genji: Days of the Blade

Spade e samurai per il lancio di PS3

Anteprima Genji: Days of the Blade
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  • PS3
  • L'ora della verità

    A meno di un mese dal tanto sospirato lancio di Ps3 sui mercati statunitensi e nipponici, torniamo a parlare di uno dei presunti titoli di punta che verrà commercializzato assieme alla nuova macchina Sony, Genji: Days of the Blade. Nonostante le perplessità sollevate dalla demo mostrata in occasione della Sony Press Conference tenutasi all'E3 2006 (qui trovate il testo del relativo speciale), vogliamo credere che l'impressione non particolarmente esaltante suscitata dal prodotto in quel frangente possa essere riconducibile alla limitatezza della versione dimostrativa e non alla effettiva inadeguatezza del gioco. Sono passati appena cinque mesi ed è tempo, soprattutto in vista dell'imminente rilascio, di fare un pò di chiarezza su quelle che potrebbero essere le reali potenzialità di questa produzione.

    La Battaglia continua sulla Next Generation

    Genji:Days of the Blade seguirà sostanzialmente le orme del suo predecessore, ricalcandone quasi esattamente caratteristiche ludiche ed estetiche. Questa tesi viene avvalorata dalla volontà del team di sviluppo di conservare la vecchia struttura di gioco e di rivolgere, ancora una volta, buona parte dei propri sforzi verso la ricercatezza dell'aspetto visivo. Salvo eventuali repentini cambiamenti, infatti, questo sequel sarà di nuovo un action-adventure all'interno del quale, sullo sfondo di un incantevole e burrascoso giappone feudale, saranno narrati gesta ed eventi legati allo storico eroe Genkuro Yoshitsune, collocati a tre anni di distanza dalla grande battaglia di Amahgane.

    Malgrado lo storyline non abbia assunto a tutt'ora connotazioni ben definite, una speranza in più verso una maggiore ricchezza del tessuto narrativo (ma non solo, come vedremo tra poco) è data dalla presenza di più personaggi giocabili i quali, oltre ad offrire il proprio contributo alla storia, combatteranno fianco a fianco con il protagonista principale.

    A differenza di quanto accadeva nella scorsa edizione, il giocatore potrà difatti controllare ben quattro characters (anzichè due), ognuno dei quali dotato di peculiarità e stili di combattimento talmente specifici da determinarne l'impiego in battaglia. Genkuro e Benkei saranno quindi sostenuti da due nuovi guerrieri ovvero Shizuka, affascinante fanciulla dai capelli color lavanda e, colpo di scena, Buson, il boss finale del capitolo Ps2 che, per qualche misteriosa ragione, sembra essere scampato alla morte per ricomparire come alleato del suo acerrimo nemico. L'inclusione di questo carachter come parte integrante del gameplay costituisce, ad ogni modo, una grandissima incognita poichè si tratta di un'informazione che non ha ancora trovato conferma in alcuna dichiarazione ufficiale nè tantomeno in immagini e trailer.

    Al di là della pura e semplice differenziazione psicosomatica, la vera novità in termini concreti è rappresentata dall'ipotetica varietà che dovrebbe derivare dall'ampliamento del numero di personaggi a disposizione. La demo presentata allo scorso Tokyo Game Show chiarisce parecchi dubbi in merito, dando una lampante dimostrazione dell'enorme divario che intercorre tra le abilità di ogni membro del team: Shikuza, ad esempio, avrà movenze molto più agili e veloci che le permetteranno di schivare con maggiore facilità gli attacchi avversari mentre Benkei, più lento e massiccio, potrà contare su una forza fisica di gran lunga superiore e, di conseguenza, sarà in grado di scagliare fendenti molto più dannosi. Si tratta, senza ombra di dubbio, di un particolare piuttosto rilevante poichè, a quanto pare, ciascuno di loro potrà essere sostituito in qualsiasi momento, non solo per permettere all'utente di trarre il massimo vantaggio dalle "specifiche tecniche" di ognuno, ma soprattutto per consentirgli di eseguire devastanti combo attivabili effettuando lo scambio durante un attacco. Sebbene questo aspetto non costituisca una prova inconfutabile del reale salto di qualità del gameplay, l'impegno nel migliorare le poco complesse dinamiche di gioco viste nel primo capitolo risulta ben visibile grazie anche al vasto armamentario, intercambiabile direttamente sul campo di battaglia e costituito, a quanto pare, da cinque tipi di arma a testa, suddivisibili in due categorie principali: una facile da maneggiare e adatta ad ogni evenienza e un'altra, più pesante e potente, da utilizzare in determinati frangenti. Se brandire uno strumento di offesa piuttosto che un altro influirà sulla velocità e sulla potenza degli attacchi, il nuovissimo Kamui System avrà invece il compito di gestire, tramite il caricamento di apposita barra, il rilascio di colpi eccezionalmente efficaci nel caso in cui vi troviate, cosa altamente probabile, completamente circondati dagli oppositori. In realtà questa operazione è più interessante di quello che sembra, in quanto una volta attivata la mossa speciale, la schermata si fermerà per un istante e verrà visualizzata una sorta di scenografica sequenza al rallentatore in cui dovranno essere premute, pena insuccesso dell'offensiva, le combinazioni di tasti che appariranno a video.

    Una ulteriore commento va speso a favore dell'aggiunta, veramente lodevole, della funzionalità tilt che, ricordiamo, consiste nell'utilizzo del sensore di movimento inserito nei nuovi controller Ps3. Tale applicazione, nello specifico, dovrebbe essere impiegata per schivare rapidamente gli attacchi avversari e potrebbe rivelarsi, soprattutto vista la mole di nemici che si dovranno fronteggiare simultaneamente, un valido aiuto contro un prematuro game over. Per quanto riguarda il discorso della longevità, sebbene non ancora definito con esattezza, pare che questo titolo si attesterà sulla vertiginosa soglia (se paragonata ovviamente alla versione Ps2) delle 15 ore, un traguardo di tutto rispetto viste e considerata la tipologia del gioco in questione.

    Prodigiosa inversione di rotta

    La somma di tutti questi elementi, delinea una prospettiva molto più rincuorante di quella che era emersa dalla scadente presentazione proiettata in quel di Los Angeles, soprattutto grazie alla completa e totale revisione del reparto tecnico, apparso in quell'occasione lontano anni luce da quell'ideale di standard qualitativo che avrebbe dovuto indurre i consumatori ad acquistare una console di nuova generazione. Per fortuna il tempo ha aggiustato le cose e il duro lavoro svolto in questi mesi dai ragazzi di Game Republic ha dato i frutti sperati. Genji: Days of the Blade si presenta oggi in una veste completamente nuova, spogliata da tutti quei difetti che si pensava avrebbero inevitabilmente afflitto la versione definitiva.

    L'indiscussa bellezza dei filmati in Computer Grafica sposa ottimi modelli poligonali e un character design sorprendentemente curato in ogni singolo dettaglio (dai preziosi ricami degli abiti all'acciaio sfavillante delle armature), mentre le animazioni appaiono eccezionalmente naturali, rendendo ogni movimento o azione degli eroi una vera e propria gioia per gli occhi. Persino i nemici sembrano godere della giusta caratterizzazione anche se, almeno da quel poco che si è potuto vedere, sembrano comportarsi come una massa impazzita di insetti.

    Benché non siano ancora giunte notizie sulle modalità di comportamento degli aggressori, video e screenshot lasciano intuire una certa inclinazione della CPU verso un tipo di azione votata al puro e semplice annientamento del giocatore; il che, nel caso non fosse smentito dai fatti, costituirebbe veramente un grande peccato poichè escluderebbe qualsiasi tipo di ponderazione nell'affrontare le varie situazioni di gioco. L'aspetto più suggestivo di questo titolo, tuttavia, risiede nella mirabile alternanza delle tonalità cromatiche applicate ai vari scenari: ogni area viene infatti contraddistinta da una particolare palette di colori, calda o fredda a seconda del caso, che dipinge location fatte di fuoco e macerie, immacolate cascate e sentieri rocciosi, cieli plumbei e templi in rovina, tramonti dorati e navi d'assalto e così via. Cotanta grazia digitale, contrariamente a quanto si era visto in un primo momento, verrà supportata da un framerate senza sbavature, in grado di gestire contemporaneamente e senza tanti problemi masse di abominevoli creature in movimento, fondali dinamici ed effetti visivi ottimamente realizzati come, ad esempio, il corso di un ruscello, gli zampilli di sangue e le scarlatte scintille che galleggiano in aria come petali infuocati.

    Genji: Days of the Blade Dopo la prima e fugace visione di Genji: Days of the Blade, non sussistendo elementi sufficienti per una valutazione più profonda ed oggettiva, qualsiasi opinione che avrebbe potuto esprimere una parere a riguardo è stata, giustamente, rimandata ad un secondo momento. La resa dei conti è quasi arrivata e, fortunatamente, le prospettive sembrano essere molto più rosee rispetto alle sconfortanti premesse iniziali. Alla luce di quanto analizzato sopra, infatti, dubbi ed incertezze legate alla validità di questo titolo appaiono ora solo un lontano ricordo, soprattutto grazie all’incredibile miglioramento del comparto tecnico che, assieme alle stuzzicanti aggiunte al gameplay, riesce totalmente a ribaltare l’esito di questo giudizio preliminare che, di certo, non sarebbe stato affatto positivo se non avessimo toccato con mano (si fa per dire) la qualità del gioco a lavorazione ultimata. A volte è bello avere torto.

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