Anteprima Gettysburgh: Armored Warfare

Steampunk e Guerra di Secessione Americana

Anteprima Gettysburgh: Armored Warfare
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  • Pc
  • Tra FPS ed RTS oramai il mondo dei videogiochi ha esploranto un pò tutte le battaglie più importanti (storicamente parlando) nella storia dell'umanità, con pochissime eccezzioni sulle quali, proprio ultimamente, ci si sta dando da fare. Ed è proprio in questa direzione che va Gettysburgh: Armored Warfare, produzione free-to-play di Radioactive Software che riprende in maniera molto particolare i fasti della Guerra di Secessione Americana, offrendo ai giocatori un titolo incentrato su battaglie online da sessantaquattro giocatori.
    Il titolo, di libero accesso a tutti a partire dal primo quarto dell'anno in corso, baserà i suoi successi -come molti in quest'epoca d'innovazione- sulle micro-transazioni in game, in una maniera che, al momento, rimane ancora sconosciuta (per quanto concerne i dettagli).
    In esclusiva PC, Armored Warfare è pronto a far fare ai suoi fruitori un vero e proprio tuffo nel passato, senza una vera e propria ricostruzione storica degli eventi ma con tanta voglia d'affascinare il giocatore in maniere del tutto particolari.

    Back To The Future

    L'idea alla base di Gettysburgh: Armored Warfare è semplice, accattivante e, se vogliamo, anche un pò trash. Uno scienziato del 2060 riesce nell'intento di tornare indietro nel tempo, portando alle truppe Confederate (per le quali evidentemente simpatizza) l'evoluto (vedremo poi come) armamentario del futuro: una dotazione in grado di ribaltare le sorti della Guerra. Consci della pericolosità di tale macchinazione anche alcuni agenti del Governo Federale decidono di fare la stessa cosa, donando -ovviamente- il loro supporto all'Unione. Quest'esilarante background, in ogni caso, serve solamente a giustificare le "stramberie belliche" che vedremo equipaggiare ai nostri soldati, sia schierandoci con Abraham Lincoln che con Jefferson Davis; una sequela di aggeggi dal design prettamente Steampunk che ricordano molto da vicino quanto già apprezzato -in tali termini- nella saga di Fallout, dalla quale è stato evidentemente preso spunto per la collocazione del "futuro" dal quale giungono i marchingegni. Non dovremo stupirci dunque se la nostra fanteria, accanto ai moschetti, utilizzerà complesse armi automatiche (tra le quali potenti gatling portatili) e nemmeno se ci verrà data la possibilità di pilotare poderosi carro armati a braccetto dei più "romantici" dirigibili.
    La ricostruzione storiografica, dunque, va bellamente a farsi benedire nella produzione Paradox Interactive (responsabile della pubblicazione), un intento peraltro pienamente abbracciato dal team che, nella ricostruzione dei terreni di scontro, non ha più di tenuto conto della precisione storico/geografica. Le battaglie campali alle quali potranno perndere parte sino a sessantaquattro giocatori per server saranno dunque frutto di pura fantasia, ed il terreno di scontro, per quanto iconograficamente simile, prenderà solamente il nome dalle località d'epoca, venendo di fatto generato randomicamente ad ogni match secondo dei precisi algoritmi di terraforming. Le mappe, quattro in tutto al lancio (e già si vocifera su alcune aggiunte), si estenderanno per una superficie totale (virtuale) di 9 x 9 chilometri quadrati.
    Le modalità di scontro saranno le classiche alle quali ci hanno abituato gli shooter di ultima generazione, dal semplice team deathmatch al capture the flag con un'interessantissma variante del king of the hill ed il classicissimo "lavoro di scorta" a chiudere il cerchio. Il tutto sarà però amalgamanto da un sistema di esperienza davvero interessante, con uccisioni ed assist a fare il paio con l'obbedienza agli ordini del Comandante, figura scelta casualmente all'interno del team nella lobby pre-partita. Questi otterrà una particolare visuale dall'alto (in stile Battlefield), espressamente dedicata al meticoloso scrutamento del campo di battaglia per ottenere le informazioni necessarie a guidare al meglio le truppe. Seguendo gli ordini così impartiti i giocatori acquisiranno esperienza e vari bonus in-game, rimanendo quindi sempre incentivati a rispettare quanto deciso. Qualora il leader non si rivelasse all'altezza (o giocasse spudoratamente per rovinare le partite) non vi sarà comunque rischio di perdita di punti esperienza: una votazione a maggioranza sarà infatti in grado di spodestarlo, eleggendo al suo posto un'altra -si spera più competente- figura. In ogni caso la struttura a gradi sarà ben articolata di modo che ogni giocatore dello stesso team possa ricoprire ruoli specifici e comandare truppe (o prenderne controllo diretto) di un particolare reparto dell'esercito di cui fa parte.
    Le peculiarità del titolo non si esauriscono qui; anzi. La caratteristica fondamentale della produzione sarà l'ibridazione tra RTS ed FPS che i ragazzi di Radioactive Software hanno messo in piedi per facilitare l'immersione del giocatore in battaglia. Si tratterà, in maniera molto semplice, della facoltà di passare -in qualsiasi momento- dalla guida (in prospettiva isometrica) del proprio battaglione al vestire i panni (in terza persona) di un singolo soldato, sia esso un rappresentante della Fanteria classica che della Fanteria Meccanizzata e via discorrendo. In un campo di battaglia nel quale si concentreranno migliaia di soldati, unità corazzate, postazioni di fuoco pesante ed addirittura dirigibili questa possibilità rappresenta davvero una marcia in più, che permetterà sicuramente ai giocatori più inclini all'azione di trovare una loro dimensione anche in una produzione che nasce sostanzialmente come strategica/gestionale.
    Come ogni FPS moderno che si rispetti anche Gettysburgh: Armored Warfare, sfruttando il sistema di punti esperienza, permetterà di personalizzare le proprie legioni, in maniera da poter essere sempre un passo avanti al nemico. In ambito di personalizzazione, infine, è bene aggiungere che per ciascun match potremo decidere che tipologia d'unità schierare: completamtente "fedele" al 1860, corazzata con la dotazione del 2060 o mista. Il tutto per un andamento sempre vario e mai monotono dei match.

    Tecnicamente, dai pochi scorci disponibili al momento, non si può certo dire di essere di fronte all'ennesimo Shogun 2, nè tantomeno ad un clone di Battlefield 3; ma da un free-to-play non ce lo potevamo certo aspettare. La modellazione poligonale è dunque di livello mediocre, così come la texturizzazione ambientale. Mappe spoglie ed una generale mancanza di dettaglio sono compromessi a quanto pare indispensabili per mantenere la fluidità neccessaria e l'elevato numero di unità contemporaneamente a schermo su piattaforme non recenti. Gettysburgh non è insomma il titolo che fa dell'aspetto visivo il suo cavallo di battaglia, pur presentandosi in maniera decorosa.

    Gettysburgh: Armored Warfare Con una formula in parte ripresa da World of Tanks ed affini Gettysburgh: Armored Warfare ha più d’una possibilità di conquistarsi i favori di un’ampia fetta di pubblico. Tale ottimismo non deriva soltanto dalla condizione di free-to-play (quasi indispensabile per un prodotto del genere) quanto per le idee interessanti alla base del background (vedasi viaggio nel passato) e per la prospettiva unica che il passaggio da RTS a TPS in tempo reale potrebbe offrire, specialmente in battaglie con sessantaquattro giocatori coinvolti.

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