Halo Reach Anteprima: abbiamo visto tre nuovi livelli alla Gamescom 2010

Reach mostra tre nuovi livelli del Single Player alla GamesCom 2010

Halo Reach Anteprima: abbiamo visto tre nuovi livelli alla Gamescom 2010
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • Dopo il press tour di Milano dello scorso mese e la preview in occasione dell’evento di pre apertura organizzato da Microsoft prima della GamesCom, Halo: Raech si è mostrato a porte chiuse per l’ultima volta prima dell’uscita (fissata al prossimo 14 Settembre). Durante la presentazione abbiamo potuto vedere un’ulteriore sezione del single player, insieme a qualche informazione extra riguardo il multiplayer e, in particolare, la modalità firefight.
    Prima ancora di accendere la console il Senior producer di Bungie ha voluto sottolineare che Reach rappresenta la summa totale della concezione che lo studio californiano ha dell’universo di Master Chief e colleghi. Single, multiplayer, gameplay: tutto in Reach raccoglie dieci anni di eredità e cerca di trovare il giusto equilibrio, la formula magica capace di trasformare questo capitolo postumo nell’ultima grande avventura dell’odissea che ha visto contrapposti Spartan e Covenant. Abbandonata la saga di Master Chief e Cortana, Bungie ha deciso di raccontarci il periodo in cui tutto sembrava perduto, quando una dopo l’altra, tutte le colonie spaziali umane venivano invase dai misteriosi alieni Covenant, un’alleanza interspecie caratterizzata da un esasperato fanatismo religioso e dalla volontà di scoprire il mistero che si cela dietro ai misteriosi anelli abbandonati nello spazio dai Precursori. Reach stesso è uno dei pianeti più importanti che siano mai stati colonizzati dagli esseri umani: oltre a un’atmosfera molto simile a quella terrestre, funge da centro logistico per le attività dell’UNSC, ospita 700 milioni di coloni e rappresenta un interporto fondamentale per i viaggi galattici. A difesa degli insediamenti umani il comando terrestre decide di schierare alcuni Spartan, supersoldati geneticamente modificati capaci, da soli, di ribaltare l’esito di una battaglia. Noi interpreteremo Noble Six, sesto membro effettivo del più elitario degli squadroni di Spartan, il Noble Team, quello che entra in azione quando tutte le speranze sembrano perdute. Rimandandovi ai nostri articoli precedenti per un’analisi più approfondita dei componenti del Noble Team, sottolineiamo solo che ognuno di essi ha caratteristiche del tutto uniche, che li rendono una straordinaria macchia da guerra praticamente invincibile in gruppo e molto temibile negli scontri uno a uno.
    La missione mostrataci qui a Colonia si situa, più o meno, a due o tre ore dall’inizio del gioco e si apre con l’avanzata di alcune colonne militari lungo una strada di montagna pressoché deserta. La missione sembra abbastanza semplice: scortare i mezzi da trasporto fino a una base UNSC e tornare indietro; nella zona non sono mai stati segnalati attacchi Covenant ma, come sempre, l’imprevisto si nasconde nei posti più improbabili. Così, mentre guidiamo il nostro Warthog (da un’inedita prospettiva in prima persona alla Gran Turismo) su un ponte udiamo prima un fischio, poi un’esplosione devastante che fa esplodere il passaggio e ci scaraventa al di là del burrone. Buona parte della colonna è andata distrutta, alcuni camion sono fermi, nonché totalmente indifesi, dal lato opposto, mentre altri ancora sono caduti dal dirupo, andando incontro a una fine terribile. Insieme a un altro membro del Noble Team dovremo dunque imbarcarci in un’impresa disperata: distruggere alcune torrette Covenant che impediscono alle corvette della Federazione di avvicinarsi per trarre in salvo la colonna e intervenire nello scontro che, contemporaneamente, infuria nella pianura appena sotto alle montagne. I primi nemici che dobbiamo affrontare sono dei semplici Grunt, armati però di un inedito lanciagranate che li rende degli avversari piuttosto temibili soprattutto se il combattimento si svolge in campo aperto; dopo aver avuto ragione di questa minaccia proseguiamo nella nostra missione a bordo di un Warthog modificato che, al posto della tradizionale mitragliatrice, monta un lanciamissili capace di abbattere anche gli edifici, necessario per “tirar giù” le torrette. Gli altri combattimenti sono tutti basati sull’impianto che i veterani della serie conoscono bene: avanzare di copertura in copertura sarà fondamentale come sempre, ma in Reach sarà anche necessario coordinarci con il nostro/i nostri compagni di squadra, i colpi di testa da eroe solitario ci porteranno solo a una morte più veloce, mentre i Covenant hanno guadagnato qualche punto per quanto riguarda l’IA, dato che sono ora in grado di usare schemi di attacco decisamente complessi. Segnaliamo inoltre una piccola nota stylish: ora, per le kill in corpo a corpo particolarmente spettacolari, assisteremo a un brevissimo filmato in slow motion, che mostra il nostro protagonista dare il colpo di grazia al povero nemico.
    Una volta abbattute tutte le torrette le ammiraglie della Federazione possono avvicinarsi per scaricare piombo, raggi laser e missili su quello che resta delle armate Covenant, ormai costrette a ritirarsi. Durante questo momento di relativa tranquillità abbiamo potuto saggiare tutta la potenza dell’engine che muove Halo: Reach. guardando giù dalla montagna, magari aiutandoci con il fucile da cecchino vediamo centinaia e centinaia di mezzi, soldati, alieni e altre armi che si muovono sul campo di battaglia, combattendo fino alla morte, mentre dall’alto le due enormi Navi Spaziali squarciano il cielo. Negli spazi aperti Halo: Reach è assolutamente impressionante, con ottime texture e una modellazione poligonale sia degli ambienti che dei personaggi di tutto rispetto; l’unico aspetto che ancora non convince del tutto sono gli interni, un po’ spogli e troppo debitori a uno stile sci-fi che fa della ripetizione delle stesse strutture architettoniche la sua cifra stilistica più importante. Il grigio delle strutture umane e il viola acceso dei Covenant cominciano a mostrare i segni del tempo, tuttavia se proprio vogliamo chiamarla imperfezione siamo davanti a difetti di portata davvero limitata rispetto all’epicità della narrazione complessiva.
    Aspettiamo dunque il 14 Settembre per chiudere una delle saghe più importanti delle ultime due generazioni videoludiche, nel frattempo continuate a leggere gli articoli in arrivo dalla GamesCom qui su Everyeye.

    Halo Reach Halo: Reach a ormai pochissimi giorni dalla pubblicazione continua a mostrarsi come un titolo solido, dal gameplay ben bilanciato e supportato da un engine grafico di tutto rispetto. Tra pochi giorni sapremo dirvi se rappresenterà anche la degna conclusione dell’epica di Master Chief e soci. Seguiteci nelle prossime settimane.

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