Anteprima Medal of Honor Airborne

Mamma? Ho crociato la casella dove dice “volontario nei paracadutisti”

Anteprima Medal of Honor Airborne
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Come lampi nella notte.

    La notte videoludica è abitata da costellazioni di giochi i cui astri non brillano tutti allo stesso modo. Alti e bassi di saghe che per non scomparire hanno dato il peggio di se, aspettando, si potrebbe immaginare, la rinascita e il ritorno in grande stile.
    Medal of Honor debuttò su PlayStation, con la "benedizione" di Steven Spielberg, e da li in poi fu un susseguirsi di missioni compiute brillantemente, il cui apice fu probabilmente Frontline, il primo episodio su PS2. Prima e dopo il capitolo del 2002 una serie sterminata di espansioni conquistò il mondo fino a giungere al pessimo Rising Sun e al discreto European Assault. In seguito fu il turno di Vanguard.
    Adesso è di nuovo giunto il momento di conquistare l'Europa. E' giunto il momento di riscattare Medal of Honor, per guadagnarsi una nuova medaglia!

    Un po’ di storia.

    La storia del paracadutismo militare (le prime teorie in assoluto sono di Leonardo) nasce verso la fine della Grande Guerra, ma fu solo negli anni trenta che vennero formandosi interi reparti addestrati allo scopo di lanciarsi da un aereo al di là delle linee nemiche. Poco prima della guerra, Sovietici e Nazisti (e, in maniera minore, anche i Francesi) sperimentarono molto in questo campo fino a quando, durante le fasi iniziali del secondo conflitto, i Tedeschi dimostrarono, ai danni di Belgi e Olandesi, l'estrema validità ed efficacia di questo progetto. Poco tempo dopo l'esercito Americano iniziò a mettersi al passo coi tempi e mise a punto le prime divisioni aerotrasportate che avrebbero poi avuto ruoli di primissimo piano durante varie fasi del conflitto, nel Pacifico, in Nord Africa, in Sicilia, in Francia ed in Olanda.
    Una di queste divisioni era la 82esima Aviotrasportata e, indovinate un po', questa Estate ne faremo parte.

    Let’s go Paratroopers!

    Lanciarsi appesi a un pezzo di tela è da pazzi incoscienti o euforici di puro nazionalismo (o entrambi) e tentare di riprodurre quegli eventi nel modo più accurato possibile è da pazzi professionisti o euforici di ottimi potenziali guadagni (o entrambi). Non sappiamo perché qualcuno negli uffici della EA abbia così tanta voglia di rischiare di fare il passo più lungo della gamba, ma non si può non ammettere che un piano tanto ambizioso non susciti un certo, folle, fascino.
    Il progetto è quello di lasciare al giocatore quanta più libertà possibile e di far in modo che sia egli stesso a decidere luogo e modalità del lancio costringendo l'intero gioco a una modifica sostanziale rispetto ai costumi precedenti (anche di altri titoli).
    Per la prima volta nella storia dei FPS su console il giocatore viene reso responsabile di un compito più importante del semplice "camminare lungo un incredibilmente lungo corridoio e sparare a quelli che gridano in Tedesco". Brothers in Arms (vedremo cosa saprà fare il terzo episodio) era persino riuscito ad ampliare leggermente il concetto portandolo a un più affascinante "camminare lungo un incredibilmente lungo corridoio e stare coperti mentre si pianifica il modo per sparare a quelli che gridano in Tedesco". Airborne, consapevole che per modificare seriamente la struttura di un gioco bisogna partire dalle basi e dalle fasi iniziali, ha un approccio completamente diverso, molto più impegnativo e forse più vicino al concetto di gioco strategico. Pianificare il luogo del lancio vuol dire molto di più che segnare una "x" su una mappa. Gli apripista devono individuare i migliori luoghi per il contatto con il suolo infestato dai Volksgrenadier (non è ancora ben chiaro se anche questo compito sarà affidato al giocatore) dopo di che bisognerà selezionare uno di questi luoghi in base a scelte strategiche ben definite che, se erronee o mal portate a termine, potrebbero mettere a repentaglio l'esito dell'intera missione. Cannoni antiaerei e altre postazioni naziste sono gli obbiettivi principali, ma c'è da giurare che i Tedeschi non rimarranno li a guardare il cielo e fischiettare. Dopo tutto questo, ovviamente, si incomincia a fare sul serio e in base alle dichiarazioni dei programmatori il lancio stesso è affidato al giocatore (che smette, quindi, di essere un semplice spettatore come in Brothers in Arms: Road to Hill 30): a quanto pare si avrà completa libertà di manovra dal momento in cui l'alter ego si alza dal seggiolino fino a quando non giunge al cuore della Germania, o quasi.
    Non è ben chiaro quali saranno le conseguenze di un lancio particolarmente fallimentare: forse il ritrovarsi eccessivamente lontani dalla zona di atterraggio prevista o da una discesa "sconveniente" sul piano dell'integrità fisica del nostro soldato. I programmatori non sono stati proficui di informazioni in questo ambito e la cosa che sembra più verosimile è che il margine di errore sia in qualche modo limitato automaticamente: il paracadute, per esempio, potrebbe aprirsi in automatico nel caso in cui il giocatore non sia in grado di farlo in autonomia. Sarà interessante capire come i programmatori abbiano cercato di conciliare la libertà d'azione e la limitazione d'errore, in altre parole c'è da vedere se nel bel mezzo della battaglia in Normandia il giocatore non rischi di incamminarsi allegramente verso i Pirenei piuttosto che verso Parigi.

    Ancora nel buio della notte.

    Sono ancora molteplici gli elementi tenuti, per un motivo o per l’altro, all’oscuro.
    Non è ben chiaro se il gameplay, oltre alle già citate fasi strettamente legate al lancio, sarà in qualche modo differente dai precedenti episodi. Il rischio principale è che il gameplay di Airborne sia quello di un classico FPS con una piccola aggiunta che, per quanto originale, se non sfruttata nella sua interezza rischierebbe di non modificare il gioco così come si propone di fare.
    Promette di arrivare in soccorso il possibile utilizzo della storica Willy-Jeep, anche se modalità e tempistica d’uso sono assolutamente sconosciuti. Se Airborne dovesse rivelarsi un FPS con caratteristiche da free-roaming l’aiuto della Jeep risulterebbe evidente (quello di potersi spostare da un punto ad un altro con una certa rapidità), se invece di campi di battaglia non saranno particolarmente estesi le Jeep rischiano di essere relegate ad un ruolo marginale. E’, tuttavia, interessate sapere che i programmatori hanno ufficializzato la presenza di almeno un veicolo guidabile dal giocatore e che, anche se non sono scesi nei particolari, hanno parlato di armi personalizzabili tramite un metodo abbastanza semplice: gli up-grade verranno raccolti sul campo di battaglia e poi utilizzati a nostro piacimento. Questo ovviamente gioverà alla longevità spingendo il giocatore a trovare tutte le modifiche per le armi presenti nel gioco.
    Non è previsto nessun sistema di controllo sui commilitoni (anche se non saremo mai da soli sul campo di battaglia), e se da un lato questa impostazione favorisce gli utenti meno esperti e che hanno meno tempo per cimentarsi nello studio di manovre di accerchiamento e soppressione, dall’altro rischia di castrare l'autenticità delle situazioni di gioco.
    Proprio in questo campo (quello dell’autenticità e della fedeltà storica) Medal of Honor si è sempre avvalso dell’aiuto di veterani della Guerra per rendere il suo prodotto quanto più vicino possibilre alla realtà, e sebbene MOH: Airborne riprodurrà tutti gli eventi principali della guerra dove hanno preso parte le divisioni aerotrasportate, ancora non si sa quanto le missioni saranno riproduzioni di fatti realmente accaduti (come in Brothers in Arms) o eventi in cui la fantasia ha dato una spallata alle pile di manuali di storia che, ci piace pensare, albergano negli uffici EA.

    Il comparto visivo sembra promettente, ma ormai è ben noto quanto immagini statiche siano di poco aiuto in merito ad un giudizio in questo campo, soprattutto nel caso di un gioco come Airborne, che promette di avere sullo schermo una notevole quantità di elementi in contemporanea e che quindi, probabilmente, necessita più di una buona fluidità che di dettaglio (che comunque sembra ben ricco). I video in-game, sebbene non promettano di lasciare il giocatore con un’espressione poco seria e molto stupida sul volto, fanno ben sperare nel prodotto finale, e c’è da scommettere che EA (sempre attenta ai gusti dei così detti casual-gamer) darà molta (forse troppa) importanza a questo settore.
    L’audio, a giudicare dai trailer, è ben curato. Anche se i rumori ambientali e quelli delle armi non condurranno a quell'irrefrenabile bisogno di aumentare il volume al massimo, la colonna sonora si rifà a quella di Frontline e questo vuol dire (lo diciamo per chi ha voluto, per ignoranza o fanatismo religioso, privarsi di quello splendido gioco) che sarà all’altezza delle più pretendenti orecchie dei videogiocatori di tutto il mondo.

    Medal of Honor Airborne La Seconda Guerra Mondiale, soprattutto dopo la “ritirata” del colosso chiamato Call of Duty, sembra in pericolo. I fan del genere temono e si disperano in tutto il mondo (o forse fanno "spallucce", i nostri inviati non ci hanno ancora dato una conferma, ma potete rivolgervi al nostro forum se desiderate dire la vostra). Per ora, tra gli altri, c’è il buon vecchio Medal of Honor a tenere alta la guardia e chi sa che non sia proprio da questo veterano che arrivi una ventata di fresca innovazione. Airborne sembra essere un titolo maturo con un nuovo gameplay, un buon sviluppo tecnico, varietà di ambientazioni (tra cui l’Italia) e, a quanto pare, una longevità non indifferente: se effettivamente il giocatore può scegliere dove paracadutarsi una stessa missione può essere giocata più volte ed in modo diverso. Le armi personalizzabili (feature, questa, che non deve sorprendere: durante la guerra esistevano innumerevoli varianti di una stessa arma, basti pensare al mitico Thompson) e una ricostruzione storica tra le più curate sono simbolo di una programmazione attenta e non superficiale (che invece fu la causa del fallimento di altri capitoli della saga). Il dubbio fondamentale che MOH sia finalmente rinato e capace di sfidare Call of Duty rimane, il timore che anche questo capitolo sia una serie di buone idee mal progettate resta, ma non temete e resistete alla minaccia: i rinforzi arriveranno. Nel caso, dal cielo.

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