Anteprima Ninja Gaiden 3

I primi due livelli e un occhio al multiplayer

Anteprima Ninja Gaiden 3
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Breve riassunto delle recenti vicende del Team Ninja. Lo stallo del team di sviluppo in seno a Tecmo divenne inesorabile quando Tomunobu Itagaki diverge dal publisher nipponico per fondare un proprio team indipendente. Tal Valhalla Games atteso al varco nel corso del 2013 con l'ancora fumoso Devil's Third. Le redini del fuoriclasse nipponico celebrato dai successi su Xbox Dead or Alive 3 e Ninja Gaiden passano al giovane Yosuke Hayashi, cui spetta anzitutto l'arduo compito di rinnovare l'organico visto che Itagaki nella sua fuga si è scippato ampi pezzi di game designer. Mentre Tecmo si unisce a Koei, Team Ninja collabora con Nintendo attorno al controverso Metroid Other M: controverso sopratutto per alcune scelte di sceneggiatura, che comunque sono largamente imputabili a Yoshio Sakamoto, zio paterno di Samus Aran avendo supervisionato ogni sua avventura spaziale.
    Team Ninja si lancia anzitutto nel settore portatile con Dead or Alive Paradise per PSP, Dead or Alive Dimensions per Nintendo 3DS e l'imminente Ninja Gaiden Sigma Plus per Playstation Vita, ma intanto cova in gran segreto il primi progetti multipiattaforma dai tempi di Dead or Alive per Playstation e Saturn. I giorni di Itagaki sembrano così lontani, ma ecco spuntare ad alcuni mesi di distanza due nomi che si riavvicinano allo storico game designer: Ninja Gaiden 3 e Dead or Alive 5. Il primo lo aspettiamo a braccia aperte su Xbox 360 e Playstation 3 (anche limited edition!) il 23 Marzo, mentre il secondo con buona probabilità a fine anno. Ma non disperate amanti di Kasumi e altre ballonzolanti combattenti: per quanto state leggendo l'articolo errato, Ninja Gaiden 3 conterrà al proprio interno una breve demo del picchiaduro tanto atteso.
    Ma voialtri siete qui per saperne di più sulla continuazione delle avventure di Ryu Hayabusa, quindi bando alle ciance vediamo cosa ci aspetta dai primi due stage dell'avventura. Non ci dimenticheremo del multiplayer, novità per la serie annunciata di recente!

    La pioggia lava via il sangue

    Braccia conserte. Maschera arcigna. Appollaiato su un costone del Big Ben come il miglior uomo pipistrello, Ryu Hayabusa approda a Londra per indagare sull'ennesima stranezza. C'è poco da spartire con le rivalità nipponiche dei primi due Ninja Gaiden, piuttosto esiste una organizzazione terroristica che sostiene, filmato alla mano, di aver catturato il temibile ninja Ryu Hayabusa. Quello vero non sembra molto convinto di quest'affermazione, tant'è che non ci pensa due volte a volare nel Regno Unito per mettere a tacere gli impostori.
    Lo vediamo piombare dal celebre campanile sul groppone di una guardia armata proprio come farebbe Ezio Auditore: qui ha inizio il gioco vero e proprio con una prima battaglia lungo le strade battute dalla pioggia. Due tipologie d'attacco (Quick e Strong) assegnate ad altrettanti pulsanti frontali riportano alla luce l'intuitivo sistema di combattimento della serie, messo duramente alla prova dalla grande IA dei nemici.
    Il livello di sfida decolla sin da subito: come già saggiato al passato E3 e Gamescom, le cui demo si sviluppavano lungo il tessuto londinese, le strategie nemiche, il loro alternarsi tra attacchi diretti via katana e mitragliate dalla distanza (qualcuno preferisce utilizzare il bazooka!) costringe il giocatore a sfoderare sin da subito impegno, grinta, tenacia e le prime mosse Ninpo apprese spontaneamente.
    Altrettanto immediatamente si coglie l'estrema pervasività dei Quick Time Event. Non si tratta di premere in maniera estemporanea una combinazione casuale di tasti, bensì il tentativo di inquadrare in maniera più cinematografica il gameplay di Ninja Gaiden 3. Ad esempio, la prima uccisione effettuata calandosi dalle sculture del Big Ben è portata a compimento premendo al momento giusto il tasto triangolo, non uno qualunque ma quello assegnato all'attacco Strong; ancora le finisher dei nemici comuni sono sottolineate da un'ulteriore pressione del tasto quadrato a sottolineare la certezza della morte e al tempo stesso rappresentarla da una visuale più ravvicinata. L'interazione con il contesto, peraltro molto limitata essendo il percorso lineare e recintato da ben definite strutture, avviene a colpi di dorsali, il cui ritmico alternarsi consente di scalare un muro, scivolare sotto il cassone di un camion o fuggire dalle grinfie di un ragno meccanico! E' verosimile ipotizzare che la presenza massiccia di indicatori dei tasti a schermo appartiene ai soli momenti iniziali, come una sorta di tutorial per interiorizzare il sistema di gioco. Più si va avanti più i QTE perderanno consistenza e faranno capolino solo in momenti eccezionali, scongiurando quell'invasività che fece collassare il Ninja Blade di From Software.
    La prima missione londinese prosegue affrontando massicce armate spalleggiate da lanciarazzi e bus a due piani, fino a giungere all'interno di una spessa coltre di nebbia: qui alcune guardie si servono di laser infrarossi per individuare eventuali corpi estranei di passaggio. Ryu Hayabusa non può che procedere a tentoni, evitando i mirini e neutralizzando una per una le guardie mimetizzate dal fenomeno atmosferico tanto caro agli abitanti della val padana. Ci piacerebbe parlare di fase stealth capace di spezzare il ritmo di un'azione forsennata, ma il ritorno del ragno meccanico da ui siamo fuggiti prima ci costringe alla più classica delle boss fight; riusciamo a sconfiggerlo accucciandoci sotto ciascuna zampa, per poi tagliare di netto un paio di nervi ottici che legano l'arto alla CPU centrale.
    Distrutto il fellone robotico si prosegue alla ricerca dei due ostaggi/informatori, sperimentando un altra fase particolarmente pacata e silenziosa: come precedentemente all'interno della nebbia, sembra che gli sviluppatori abbiano impostato il livello secondo scale adrenaliniche contrastanti giocando da un lato sulla prontezza di riflessi e la bravura nel maneggiare la spada, dall'altro sull'esplorazione spicciola e sulla tensione generata da sangue sulle pareti e suppellettili in disordine. Di fatto un dozzinale ninja tenta di sorprenderci appostandosi dietro una porta, salvo poi saggiare la nostra lama insanguinata al termine di un QTE corpo a corpo.

    Un the nel deserto

    Senza sapere ancora contro chi esattamente sta combattendo, Ryu Hayabusa vola sino in Egitto per indagare attorno ad un'installazione militare situata nel deserto dalle parti di Rub' Al Khali. Con sé non ha la Dragon Sword, bensì una balestra pieghevole: questa micidiale arma a distanza diventa indispensabile non appena le sentinelle appostate sul minareto centrale notano l'intruso e lo bersagliano con razzi e bombe. Quindi si fanno avanti un paio di motoslitte desertiche da abbattersi non fendendo il loro motore di netto bensì scagliando a velocità supersonica due-tre dardi nella carrozzeria.
    Eccolo un altro momento decisamente inusuale di Ninja Gaiden 3, in cui l'agire di soppiatto si coniuga con risorse belliche diversificate, anche se qui più che altrove la puzza di scriptato è fin troppo pressante da essere fastidiosa: una delle due motorette in procinto di esplodere va a schiantarsi contro un muro fino a quel momento invalicabile, proprio la barriera che nascondeva il percorso da seguire in direzione della torre centrale.
    Ma senza spada come si fa? Con rara eleganza dall'interno di un turbine di sabbia si materializza una ragazza dai capelli violacei. La deliziosa Ayane consegna in quanto emissaria del fratello Hayate la katana del nostro eroe, anche se non deve essergli particolarmente mancata visto l'exploit all'ombra del Big Ben!
    Quella che sembra un rudere abbandonato lungo una  pista carovaniera non più battuta, in realtà pullula di nemici appostati nei punti più infidi dei vicoli, dietro i muri a secco del suk o sulle piatte sommità delle casupole vogliosi di una nostra freccia scoccata dall'ipertecnologica balestra.
    Anche in questo secondo stage la frenesia di combattimenti contro decine di avversari è smorzata da più pacate sezioni esplorative, che guadagnano nel livello desertico elementi platform tra salti a muro, scalate di pareti e appigli a cui appendersi uno dopo l'altro. Fanno da connettori tra le due tipologie di gameplay alcuni eventi scriptati come la rottura di un pavimento ligneo o l'esplosione di un muro.

    Dai primi due livelli scopriamo già un Ninja Gaiden fortemente improntato sulla varietà. Il tema nipponico non è più dominante, soppiantato da un "viaggio" lungo il mondo sulla falsariga del fortunato racconto degli Uncharted tra Europa, Africa e Sud America. Il nemico da sconfiggere è il classico dittatore dalle pretese universali, deciso ad assoggettare tutti gli Stati vittime dell'incompetenza di Primi Ministri, Re, Presidenti e Despoti. Non ci è chiaro il discorso introdotto dalla cut scene iniziale sulla "cattura" di Ryu Hayabusa, anche se siamo sicuri che tanto la minaccia globale quanto la presunta prigionia siano riconducibili alla medesima persona e intrecciati indissolubilmente.
    Chissà come si porrà il protagonista dinnanzi all'ennesimo pericolo planetario? E quella cicatrice al braccio rimediata nel corso del secondo capitolo, quali influenze avrà sulla salute del ninja? Abbiamo già individuato dalle prime fasi di gioco uno stile meno sanguinolento: laddove Ninja Gaiden 2 si abbandonava a decapitazioni, squartamenti e macabre uccisioni, il ninja del terzo episodio propone un approccio più letale e meno coreografico. Rimane comunque un assassino di nome e di fatto, incapace di mostrare pietà dinnanzi ad un soldato che alza bandiera bianca mentre si dispera per il destino dei propri figli!
    Tuttavia l'estrema linearità del percorso e l'assenza di interazione con lo scenario ci sembrano inaccettabili per un action game contemporaneo, ma confidiamo circa il fatto che tali limitazioni siano giustificate da un frame rate a 60 fps e dalle affascinanti inquadrature automatiche di telecamera chezooma e si allarga in concomitanza delle uccisioni più spettacolari. Texture e poligoni si mantengono poveri, senza impreziosire per dettaglio o rigogliosità: il gran numero di ambienti ricreati dovrebbe comunque saziare l'occhio del giocatore con scenari adornati da elementi sempre diversi.

    Vedo doppio?

    Tanto nella sua accezione bidimensionale anni '90 quanto nel clamoroso ritorno su Xbox, Ninja Gaiden si proponeva come un videogame dalla solida ossatura in singolo sostenuta da un livello di sfida decisamente sopra la media anche per le generazioni precedenti.
    L'annuncio di un multiplayer competitivo in Ninja Gaiden 3 è stata davvero una sorpresa, ma sappiamo quante titubanze debbono aver avuto gli sviluppatori prima di dare l'ok per una simile modalità. Yosuke Hayashi, attuale capoccia del Team Ninja, ha dichiarato di essersi ispirato ad Assassin's Creed: Brotherhood e Revelations virando più sull'azione che alle dinamiche stealth. Nel disco di gioco saranno presenti solamente due opzioni, ma chissà che futuri DLC non espandano il numero delle sfide. Clan Battle è il classico deathmatch a squadre con i ninja contraddistinti dal colore della casacca (bianca, gialla, nera, rossa, blu, viola e chi più ne ha più ne metta). Battle Royal è invece un poco poco strategico tutti contro tutti.
    Abbiamo intravisto un solo stage al momento ambientato all'interno di un villaggio feudale nipponico: le basse casupole e il dislivello collinare ci hanno ricordato la serie Tenchu, che aveva già proposto un multiplayer competitivo all'interno degli episodi più recenti.
    I giocatori saranno premiati nel corso del match con punti aggiuntivi per le uccisioni più spettacolari e per raggiungere determinati obiettivi con bonus.
    Laddove il multiplayer di Assassin's Creed è perlopiù un pretesto per vendere personaggi e arene aggiuntive via DLC, l'assenza di differenziazione dei ninja (distinti solo dal colore e dall'avere o meno un cappello di paglia) e la possibilità di eseguire combo e tecniche molto complesse per combinazione di tasti rendono il multiplayer di Ninja Gaiden 3 il luogo perfetto in cui i giocatori più valorosi possono (di)mostrare la bravura accumulata nel corso dell'avventura single player!

    Ninja Gaiden 3 Temevamo che l'abbandono di Tomunobu Itagaki da presidente di Team Ninja avrebbe significato l'incapacità per la serie Ninja Gaiden (così come Dead or Alive) di tornare in auge. Sopra Ryu Hayabusa pesava oltretutto un secondo episodio non dirompente tanto quanto il primo, con poche novità al gameplay e una cura grafica finalizzata quasi esclusivamente ad una maggiore brutalità. Ninja Gaiden 3 parte con il piede giusto offrendo un sistema di combattimento molto intuitivo, vivacizzato da Quick Time Event quasi mai banali e da un selettore della difficoltà Normal-Hard presente sin dall'inizio. Il primo livello è ambientato a Londra, dove tra bus a due piani e lo sfondo della Millenium Wheel si prende confidenza con il gameplay e si sperimenta l'acuta divergenza tra momenti di gioco adrenalici e katana alla mano verso fasi più esplorative (nei limiti di un percorso lineare e fortemente scriptato) e ricche di tensione. Di contro il secondo stage ci conduce nel deserto egiziano, dove trova posto un'installazione militare tra minareti e ostelli carovanieri: qui prende sopravvento la dimensione verticale del level design, sminuzzata e ridotta a più miti consigli dall'inedita balestra. La grande varietà degli stage (chissà quali altre regioni geografiche saranno teatro di scontri insanguinati!), il motore grafico finalmente all'altezza (di entrambi gli hardware, checchè ne dica qualcuno...) e la curiosità del multiplayer, rendono Ninja Gaiden 3 uno degli action game più attesi del 2012, nonché uno dei videogiochi più interessanti del primo quarto essendo previsto per il 23 Marzo!

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