No Man's Sky in azione all'E3 2015

Nel primo giorno di E3 2015 abbiamo raggiunto gli sviluppatori del team Hello in una delle meeting room della fiera per un incontro a porte chiuse con uno dei titoli indie più attesi dai giocatori.

No Man's Sky in azione all'E3 2015
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Relativamente alla loro visione per No Man's Sky, i ragazzi di Hello Games erano stati chiari sin dall'inizio: non si sarebbe trattato di un MMO spaziale, ma di qualcosa di completamente diverso. Per comprendere fino in fondo questa affermazione, tuttavia, ci mancavano alcuni tasselli fondamentali, del tutto assenti nei gameplay finora mostrati. Nel primo giorno di E3 2015 abbiamo raggiunto gli sviluppatori in una delle meeting room della fiera per un incontro a porte chiuse, dove siamo stati guidati lungo una sequenza organizzata appositamente per spiegare alcuni degli aspetti salienti del gioco. Finalmente, ci siamo fatti un'idea più chiara del progetto, e possiamo assolutamente confermare come l'esperienza, per quanto costantemente connessa, sia quanto di più lontano da un tradizionale gioco multiplayer spaziale si possa concepire.


    L'onore della scoperta

    In un universo sostanzialmente infinito, fatto di sistemi solari e pianeti che si generano proceduralmente man mano che il giocatore si fa strada nella galassia sulla sua piccola astronave, da scoprire c'è moltissimo. Ciascuno dei puntini luminosi che rischiarano l'abitacolo della nostra nave è in realtà un sole, circondato da altrettanti pianeti, e la curiosità ci spingerà irrimediabilmente ad avvicinarci ad un'orbita che per qualche ignoto motivo ci appare in quel momento più invitante di altre. In maniera del tutto invisibile al giocatore, ogni volta che ci si avvicina ad un pianeta mai "scoperto" prima l'engine del gioco lo genera al momento, assemblando in tempo reale centinaia di variabili. Atmosfera, composizione del terreno, risorse, edifici, rovine, fauna, flora, mari, morfologia e molto altro ancora. Dal nostro punto di vista, stiamo semplicemente entrando in un'atmosfera sconosciuta, e man mano che ci avviciniamo al suolo cominciamo a distinguere i primi dettagli.

    Branchi di animali sconosciuti in movimento, montagne, pianure, strutture. Scesi al suolo e lasciato l'abitacolo dell'astronave, cominciamo da una delle attività principali offerte da No Man's Sky, ossia la scoperta di quello che ci circonda. La funzione Scan permette proprio questo, inviando tutt'intorno un segnale che ci permette di individuare eventuali specie animali sconosciute nelle vicinanze, oppure evidenziando dei punti di particolare interesse. Potrebbe trattarsi di rovine ricche di risorse lasciate da una civiltà estinta, di una nave abbattuta o di altri misteri da svelare (anch'essi aggiunti casualmente durante la generazione procedurale del pianeta).

    A noi quindi la libera scelta su come procedere, magari cominciando da questi punti d'interesse, oppure semplicemente camminando, o nuotando, in cerca di nuove specie animali da catalogare. Importante, di tanto in tanto, è ricordarsi di recarsi presso uno dei radiofari presenti sulla maggior parte dei pianeti e uploadare tutte le scoperte fatte. A quel punto, i pianeti che fino ad un istante prima esistevano solamente nella "nostra" istanza di gioco verranno condivisi con tutti gli altri giocatori, che avvicinandovisi li ritroveranno esattamente nella forma in cui li abbiamo scoperti ed esplorati noi, e, se decideremo di assegnare loro un nome personalizzato, lo potranno visualizzare insieme al nostro come "scopritori". Lo stesso, naturalmente, vale per le specie animali e marine, che saranno rivendicabili allo stesso modo. La scoperta in No Man's Sky diventa quindi un motivo d'orgoglio, e proprio per questo tutte le catalogazioni che faremo andranno a raccogliersi in una vera e propria Enciclopedia, che potremo sfogliare a piacimento.

    L'importanza delle risorse

    La pura esplorazione non è comunque l'unica attività offerta da No Man's Sky, che in alcune delle sue caratteristiche sembra strizzare l'occhio a Minecraft e ad altri world builder, sebbene in maniera molto circostanziata. Si comincia con l'equipaggiamento a disposizione di ogni giocatore, che consiste in un'astronave, una tuta spaziale e un Omnitool, sorta di incrocio tra strumento d'estrazione di risorse e arma vera e propria. Tutti e tre questi elementi saranno rimpiazzabili con versioni più performanti (anch'esse generate proceduralmente) presso le stazioni spaziali, dove sarà possibile investire i crediti guadagnati con le scoperte di pianeti remoti nell'acquisto di nuovi e più performanti strumenti. Ma ad essere davvero interessante è la possibilità di migliorare le statistiche di ogni pezzo di equipaggiamento andando a sistemare specifiche risorse all'interno di appositi slot, presenti in numero maggiore o minore a seconda della rarità o del valore dello strumento. Questo funziona in maniera leggermente diversa per la nave, dato che gli slot saranno condivisi tra il cargo trasportabile e gli upgrade: in pratica, il giocatore si troverà costantemente a dover bilanciare tra il miglioramento delle caratteristiche e la quantità di materiali preziosi che potrà portare con sé. Venendo ai singoli upgrade, questi potranno essere creati tramite l'apposito sistema di crafting, del quale dobbiamo ancora comprendere i confini. Per quello che ci è stato possibile vedere, la creazione è un procedimento abbastanza complesso, che parte da singole molecole rintracciabili durante l'esplorazione, le quali saranno poi da combinare per generare veri e propri elementi, necessari in una certa quantità per creare il potenziamento vero e proprio.

    Fin qui, l'esperienza potrebbe apparire piuttosto passiva, ma nel sandbox di Hello Games i pericoli da affrontare non mancano. Come dimostrato dagli sviluppatori, anche la semplice attività di scoperta può portare con sé dei rischi, dato che la maggior parte dei pianeti presentano un sistema di difesa automatizzato volto a mantenere l'equilibrio. Qualora si dovesse esagerare con la raccolta di risorse, o eliminare violentemente una creatura animale, si guadagnerà un livello Wanted (e sono in tutto cinque, proprio come in GTA), che attirerà l'attenzione di piccoli robot difensivi, i quali andranno ad attaccarci. Se decideremo di rispondere al fuoco con l'Omnitool, il livello Wanted salirà ulteriormente, causando l'arrivo di rinforzi via via sempre più corazzati. A quel punto, non rimarrà che tornare alla nave e tentare la fuga. Come spiegatoci dai ragazzi di Hello Games, cambiare sistema solare dovrebbe essere sufficiente ad azzerare il livello di allerta, ma, qualora si esageri davvero, questo potrebbe comunque rimanere attivo per qualche tempo. In caso si muoia, si rinascerà presso la più vicina stazione spaziale, subendo tuttavia dei malus non indifferenti: oltre a perdere la nave (e a tornare dunque a quella gratuita di base), l'inventario verrà svuotato, portandosi dietro tutte le risorse accumulate. Anche le eventuali scoperte non registrate presso un radiofaro non verranno conservate. In altre parole, lo spazio è un luogo meno tranquillo di quanto i primi gameplay avessero suggerito, e anche a bordo della nave si potrebbe decidere di darsi al combattimento. Lo spazio sarà infatti riempito da altre astronavi guidate dall'intelligenza artificiale, che potranno essere attaccate a piacere, anche in questo caso guadagnando livelli Wanted. La ricompensa per il rischio si concretizzerà sotto forma di loot lasciato dalle navi abbattute, che potrà essere raccolto e messo al sicuro nel cargo della nostra nave. Naturalmente, anche in questo caso bisognerà tenere in conto il livello Wanted, e dunque prepararsi a lasciare velocemente il sistema dopo aver scatenato il caos.

    Space, such a lonely place

    Per quanto No Man's Sky sia un'esperienza costantemente connessa (solo così infatti può funzionare il sistema di upload e di condivisione delle proprie scoperte con gli altri giocatori), i ragazzi di Hello Games hanno sempre consigliato al pubblico di non aspettarsi una sorta di MMO spaziale. Per quanto gli sviluppatori non siano ancora evidentemente pronti a parlare apertamente di tutte le caratteristiche multigiocatore del titolo, un paragone suggerito durante la presentazione potrebbe chiarire la situazione. Proprio come in Journey, l'onirica avventura firmata da thatgamecompany, l'incontro con un altro giocatore in No Man's Sky sarà possibile ma non certo frequente, e, soprattutto, servirà più a creare un momento emozionale che a generare specifiche condizioni di gameplay. In altre parole, l'esplorazione dello spazio sarà un'attività per la gran parte solitaria e riflessiva, laddove la compartecipazione degli altri giocatori la si avvertirà più che altro sotto forma di eco, visitando pianeti e incontrando specie animali scoperte da qualcun altro.

    Se è vero che, a loro detta, i ragazzi di Hello Games non sono ancora pronti a svelare le caratteristiche del comparto multigiocatore nella loro interezza, e dunque qualche altro dettaglio potrebbe emergere in futuro, di certo questa scoperta identifica No Man's Sky come un'esperienza che verrà goduta principalmente in solitaria. Per quanto consapevoli di far parte di un universo molto più grande, dove altri esploratori conducono le loro esistenze, ci muoveremo da un sistema all'altro principalmente da soli, in una efficace rappresentazione del senso di solitudine che caratterizza lo spazio profondo. In termini di gameplay e di validità dell'offerta ludica, questo apre in ogni caso a degli interrogativi ai quali ancora non possiamo rispondere. Quanto infatti l'esplorazione solitaria e le attività di scoperta e combattimento proposte dal gioco sapranno mantenere la presa sul giocatore senza vere interazioni multiplayer è un interrogativo al quale ancora abbiamo difficoltà a rispondere, e solo un'estesa prova diretta potrà chiarirci le idee in merito.

    No Man's Sky Una delle più grosse sorprese della presentazione di No Man's Sky presso l'E3 2015 è stata senza dubbio la scoperta di una componente multigiocatore molto più rarefatta di quanto avremmo inizialmente previsto. Come effettivamente preventivato da Hello Games, non siamo assolutamente di fronte a un MMO spaziale, bensì a un'esperienza che verrà principalmente goduta in solitaria, tutt'al più consapevoli della presenza di altri esploratori che incontreremo solo di rado. Questo naturalmente apre a degli interrogativi: per quanto la scoperta di nuovi pianeti, l'accumulo di risorse e il continuo migliorare il proprio equipaggiamento rappresentino attività interessanti e avvolte da un contesto realizzato in maniera eccezionale, il rischio che risultino a lungo andare fini a se stesse è palese, e solo una prova diretta, oltre a qualche nuova rivelazione dai ragazzi di Hello Games, potranno dirci cosa gli sviluppatori abbiano in mente per mantenere l'esperienza sempre fresca e interessante.

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