Okami: prime impressioni su un capolavoro annunciato

Prime impressioni su un capolavoro...

Okami: prime impressioni su un capolavoro annunciato
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Disponibile per
  • PS2
  • Wii
  • Ne uccide più il pennello che la spada

    Il 2006 sarà un anno strano. L’incontro ideale tra due filosofie, due mezzi d’espressione, due correnti di pensiero. Un incontro/scontro che promette scintille, ma che potrebbe, lo speriamo, creare una nuova forma d’espressione portante in quelli che saranno i giochi del futuro. Visione VS Potenza: tutti ci auguriamo che questo duello, di certo non inedito nella scena mondiale, culmini con la vittoria dei videogiocatori tutti.
    Un anno di simbolica violenza, quindi, ma anche di straordinari cromatismi, poetiche rappresentazioni del fantastico e straordinarie reinterpretazioni del reale.Cotanto sarà l’apporto di Okami, l’ultimo nato da quella casa di Osaka che da qualche anno con buon mestiere fa sognare gli animi dei ludo dipendenti più sensibili al traguardo estetico.



    Tutto ciò che si vede in Okami è frutto di una sapiente inchiostratura. “Inchiostratura” qui presente non come parola utilizzata allargando il senso proprio del termine, ma come vera e propria esaltazione del nerofumo e della gomma arabica, il tripudio dei pennelli e degli acquarelli. E’ difficile riuscire ad apprezzare cosa sia riuscita a realizzare Clover (ex Viewtiful Team) attraverso immagini statiche o approssimative descrizioni: tutto parte da un cel-shading a linee piuttosto spesse e in perenne mutazione come se ogni singolo fotogramma fosse realizzato a mano, in ogni movimento di camera addirittura il colore nero viene trascinato via come se colasse a seguito dell’inclinazione del piano di disegno; lo sfondo stesso su cui poggiano le loro forme personaggi e paesaggi è una sapiente trama marrone/ocra, chiaramente mimante un antico papiro su cui spetta al giocatore immortalare le proprie azioni. Tutto quanto appena descritto è innegabilmente straordinario negli intenti, ma potrebbe risultare alquanto deprimente se fosse visualizzato senza le necessarie doti tecnico artistiche. Fortunatamente queste non sono caratteristiche in cui i Creative Lover di Capcom sono carenti: Okami già adesso, a diversi mesi dalla data di uscita, risulta splendido, brillante, luminoso, con colori sovraesposti al punto giusto, sfoggiante un alone di mistica reverenzialità e una coerente rappresentazione del mondo giapponese come lo si sarebbe potuto scrutare attraverso opere artistiche di antica memoria.
    Però, c’è un “però”. Attualmente il gioco gira arrivando raramente all’ipotetica meta dei 30 frame al secondo. Senz’altro tanta beltade perde un po’ di magia di fronte a tali inaspettati rallentamenti. In compenso quanto visto, in ogni sua forma, sembra in uno stadio talmente avanzato che è possibile avanzare l’ipotesi che i restanti mesi saranno dedicati proprio ad ovviare a questa inopportuna mancanza.
    Una degli aspetti del titolo che più ci ha stupito è stata sicuramente l’integrazione nel gameplay di un pennello di DieSsiana memoria. Pur senza touch screen o altre periferiche improbabili in Okami si impara l’arte calligrafica più che in Mojib Ribbon.

    Pensato inizialmente come una componente non interattiva dello svilupparsi della storia, il pennello ricopre ora un ruolo determinante e decisamente interessante. In qualunque momento del gioco successivo all’acquisizione del potere in oggetto, la lupesca protagonista Amaterasu (vedi box) potrà dilettarsi nell’attività inchiostratoria di ogni oggetto o essere vivente rappresentato sullo schermo. Una lieve pressione su R1 ed ecco che il tempo pare congelarsi in una statica immagine color seppia; la pergamena costituente il piano di gioco si inclina in avanti e un massiccio pennello viene calato dall’alto come fosse nelle mani del giocatore stesso. La levetta analogica sinistra controlla il movimento del pennello, il cerchio ne amplifica la velocità, il quadrato permette allo stesso di poggiarsi con pressione predefinita sul papiro, e il triangolo permette invece, tramite un’ottimamente gestita funzionalità analogica del tasto, di scegliere la pressione esercitata sul supporto, e di conseguenza la quantità di inchiostro lasciata scivolare via dalle setole. Ripassate su un tratto già inchiostrato e il pennello non solo rilascerà nuovo liquido, ma trascinerà parzialmente via anche quello già presente con un effetto grafico davvero convincente. Al giocatore sarà richiesta, in momenti precipui, particolare abilità nel tracciare costellazioni nella volta celeste atte a risvegliare divinità che amplieranno le possibilità offerte dal pennello. Fino a tredici differenti azioni e attacchi potranno essere disegnati letteralmente sullo schermo di gioco. Se ancora non siete convinti della potenzialità di questo espediente sappiate sarà possibile influenzare il ciclo giorno - notte disegnando un cerchio nel cielo, che immediatamente sarà trasmutato in un magnifico e splendente sole dai caratteri orientaleggianti. Allo stesso modo si potranno disegnare ponti dove non ne esistono, o disegnare foglie di loto in acqua per poter attraversare un lago senza bagnare la pelliccia della protagonista. Oltre a tutto questo una linea retta potrà letteralmente tagliare a metà una consistente parte dello scenario (rocce, alberi, nemici) o ancora dipingere una porzione di terreno potrà favorire la crescita subitanea di fiori e piante.
    A questo proposito è interessante notare come Okami sia pregno di temi naturalistici tipicamente nipponici: ogni azione svolta da Amaterasu modifica temporaneamente la morfologia dell’ambiente con crescita di fiori e piante; lo scatto aereo della lupina divinità genera un turbinio di foglie autunnali, così come la distruzione dei nemici porta alla creazione di fumo stilizzato (in pieno accordo con l’avanguardistica scelta grafica del gioco) e petali di ciliegio tutt’intorno.
    Lo scopo della protagonista sarà sconfiggere il demone Orochi, tornato alla ribalta dopo secoli di esilio con l’intento di turbare la pace celestiale guadagnata tra mortali e divinità e privare il mondo di colore e splendore naturali. Amaterasu potrà contare sull’aiuto di semplici mortali ai quali dovrà preventivamente risolvere alcuni problemi nel più classico stile delle subquest. Ogni enigma ambientale risolto porterà alla sequenziale ricolorazione e ravvivamento degli scenari trasmessi attraverso un brillante impianto grafico.
    L’accompagnamento sonoro che ci è stato possibile analizzare è pienamente in armonia con i soggetti trattati: forti preponderanze di flauto tradizionale giapponese si flettono attraverso contrappunti in pieno stile epico orientale e brevi assaggi di shamisen. In due parole: calzante ed evocativo.

    Certo Okami è anche azione e combattimento, come il più classico degli action game, e il suo successo in questo campo sarà determinato dall’equilibrio tra le parti effettivamente giocate, basate sui più basilari istinti del videogiocatore quali i riflessi e l’intuizione visiva, e le parti in cui si dovrà pennellare con precisione le varie parti dello scenario, sperando ovviamente che questa pratica, per quanto originale e attraente, non spezzi troppo il ritmo del gioco, di fatto in pausa durante le esecuzioni pittoriche.
    Già il logo animato studiato dal Viewtiful Team per il primo Viewtiful Joe pareva prologo di grandi qualità artistiche e di capolavori a venire. Quanto visto fino ad ora di Okami non solo pare mantenere le promesse di questo talentuoso gruppo di professionisti, ma pare anche essere sufficientemente coraggioso e passionalmente ispirato da poter davvero portare ad un’evoluzione (o più probabilmente ad un suo sviluppo parallelo) del genere di appartenenza.
    Alla luce di virtuose genialità come queste di casa Capcom ci sarebbe davvero da chiedersi se c’è più bisogno di nuovi talenti creativi piuttosto che nuove generazioni hardware.
    In Clover & Co. we trust.

    Approfondimento: Amaterasu, Hokusai e i Clover Studios

    AMATERASU

    La protagonista del gioco è Amaterasu, la divinità giapponese scintoista del sole signora e padrona del piano celestiale, il cui nome significa letteralmente “paradiso splendente” o “colei che splende nel paradiso”.
    Prima del 1945 era credenza comune che la famiglia imperiale giapponese discendesse direttamente da questa divinità, in quello stesso anno però l’imperatore negò ogni possibile parentela teologica, inibendo contemporaneamente l’adorazione politeistica degli antenati imperiali.Amaterasu è anche chiamata Omikami o, appunto, Okami. Simboleggia solitamente l’amore e la vita, e porta con sé uno specchio per soddisfare la sua vanità.Nel gioco Amaterasu compare nella sua forma materiale: una lupa ammantata di bianco con uno specchio circolare fiammeggiante sul dorso, che all’occasione utilizzerà come arma.

    KATSUHIKA HOKUSAI

    Nonostante Hokusai (1760-1849) sia probabilmente l’artista più famoso del Giappone è importante notare che non è divenuto tale grazie alle sue caratteristiche artistiche prettamente nipponiche. Tutt’altro. E’ possibile affermare tranquillamente che Hokusai fu tra i primi ad occidentalizzare il concetto di arte giapponese traendo spunti da pitture olandesi e francesi, e togliendo il ruolo di protagonisti a samurai e geishe tipicamente ritratti sostituendoli con persone comuni e poco istruite. I paesaggi di Hokusai sono tra i primi e più complessi ad ampio respiro disegnati in oriente, con senso di profondità notevole e, ancora più importante, quell’alone di pacifica unione tra l’uomo e la natura che entrerà grazie a lui a far parte dell’arte popolare giapponese. Se pensate di avere già visto da qualche parte lo stile pittorico del suo dipinto “La Grande Onda” probabilmente avete giocato almeno una volta a Viewtiful Joe senza saltare i logo animati iniziali.




    Okami Okami si preannuncia come un titolo brillante e molto particolare, capace di sfamare la sete artistica che molti videogiocatori sentono inappagata dai blockbuster più recenti. Insieme a Shadow of the Colossus, uno dei motivi d’attesa più grandi per chi ha una PS2 e apprezza i titoli fuori dai canoni usuali. Il framerate, tuttavia, desta qualche preoccupazione. Nell’incedere lento di un avventura o di un RPG non darebbe problema alcuno ma alle forti tinte action di Okami gioverebbero notevolmente un controllo ed un aggiornamento video adeguati. Sulla longevità e la non ripetitività del titolo non si hanno per ora informazioni certe. Aspettiamo con fiducia.

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