Anteprima Operation Darkness

La seconda guerra mondiale nel nuovo RPG tattico di Atlus

Anteprima Operation Darkness
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Ancora la seconda guerra mondiale?

    Curiosamente il periodo più buio della storia contemporanea mondiale è anche uno dei più affascinanti ed utilizzati per le trasposizioni video ludiche: dalla serie di Medal of Honor a quella di Call of Duty (passando per titoli come Brothers in Arms e Battlefield 1942) la seconda guerra mondiale, nelle sue trasposizioni virtuali, ha sempre riscosso un più che discreto successo fra i videogiocatori di tutto il mondo, affascinati da quell’alone di “epicità” che permeava le varie operazioni dell’Alleanza per porre fine alle megalomani idee di Hitler e della sua armata tedesca. Accanto però a questo filone (che potremmo definire storico) si sta sviluppando in questi ultimi anni una corrente di pensiero fra le software house che pone, all’interno dei fatti realmente accaduti, un accento particolare su dei risvolti più o meno fantastici e magici, che spaziano dai diametralmente opposti risvolti del conflitto mondiale (narrati ad esempio nel recente e purtroppo mediocre Turning Point) alle misticheggianti e segretissime ricerche che gli scienziati dello spietato Reich tentavano di mettere in atto. Su questa lunghezza d’onda troviamo Operation Darkness, gioco in avanzata fase di realizzazione presso gli studi della nipponica software house Success, e di prossima distribuzione sulla console di casa Microsoft da parte di Atlus, azienda oramai specializzata nel campo degli strategici a turni (avendo già realizzato con successo titoli del calibro di Tactics Ogre e Disgaea).
    Durante questa alternativa narrazione dei fatti verremo messi al comando di un gruppo di soldati sceltissimi chiamato British Special Forces il cui compito sarà quello di penetrare fin dentro il cuore della Germania nazista per portare la testa dell’arcinemico Adolf Hitler presso la corte della Regina. Quella che già sembrerebbe una missione impossibile verrà però ulteriormente complicata da quel che sono riusciti a creare i tedeschi grazie all’ausilio di alcuni artefatti magici rinvenuti durante degli scavi archeologici: se già i panzer e la fanteria pesante non bastassero come avversari, ecco fare capolino sotto le insegne della croce uncinata nientemeno che vampiri, zombie e tutta una serie di creature ritenute sino ad ora solamente il frutto della mente di qualche scrittore. Situazione disperata? Affatto: anche le truppe della Union Jack hanno dalla loro un paio di assi nella manica in grado di mettere in scacco questi esseri malvagi...

    Un lupo mannaro Inglese a Berlino

    Operation Darkness, dal punto di vista del gameplay, si presenta al pubblico come un classico esponente del genere Rpg Tattico: su di una mappa (divisa in caselle a mo' di scacchiera) dovremo muovere il nostro team di personaggi in modo tale da poter eliminare i nemici che via via incontreremo durante le missioni.
    Il movimento però non sarà libero, ma limitato in base a tutta una serie di fattori sia propri di ciascun personaggio (maggior velocità, minor fatica) sia insiti nel terreno (raggiungere un punto più elevato sulla mappa piuttosto che guadare un fiume comporteranno un maggior dispendio di punti movimento). Una volta deciso sia il luogo che l’orientamento dei vari soldati passeremo, se possibile, alla fase di combattimento, dominata anche essa da alcuni fattori come precisione e portata dell’arma nonché dall’eventuale presenza di ostacoli fra di noi e il malcapitato da colpire. In Operation Darkness tuttavia, data la natura fantasy del prodotto, potremo usufruire di tutta una serie di abilità speciali: attacchi magici in primis, ma anche la possibilità di effettuare vere e proprie trasformazioni (nello specifico alcuni dei nostri soldati potranno diventare dei ferocissimi lupi mannari), in grado di aumentare in maniera considerevole le statistiche generali. Le trasformazioni sono regolate dalla presenza di una barra che indica la quantità di Spirito Militare (MS), che si consuma progressivamente fino a costringere il personaggio a tornare alla sua forma normale.

    Ultime opzioni disponibili, a completare il quadro ruolistico, saranno quelle che permetteranno rispettivamente di usare degli oggetti, oppure di mettere uno dei personaggi del nostro party in posizione di copertura, durante la quale tenterà di colpire qualsiasi nemico presente nel suo raggio d’azione: in tal maniera si potrà dedicare più attenzione alle azioni degli altri membri. Una volta esaurito il turno di ciascuno dei nostri personaggi la palla passerà all’altro schieramento sino alla completa disfatta dell’una o dell’altra fazione. Fra una missione e l’altra inoltre avremo la possibilità, oltre che di assistere al dipanarsi della trama di gioco (narrata sia tramite semplici dialoghi testuali, sia con degli intermezzi in full motion video tratti da filmati sulla seconda guerra mondiale), di cambiare l’equipaggiamento acquistando armamenti oppure potenziando quelli già in nostro possesso, ed in generale di gestire il proprio party.

    L'impostazione di gioco, dunque, non sembra discostarsi troppo da quella classica del genere. E' ben nota tuttavia la capacità di Atlus e dei suoi team di sviluppo di creare, pur sulla base di strutture tradizionali, titoli di grande profondità e spessore, adeguati a soddisfare le esigenze dei veri appassionati grazie ad un numero eccellente di variabili da considerare sul campo di gioco e nella progressione dei personaggi. Certo, gli strumenti con cui la Software House si trova a lavorare nel caso di Operation Darkness sono molto meno stravaganti di quelli che invece hanno permesso a Disgaea e soci (Makain Kingdom) di diventare a tutti gli effetti dei piccoli capolavori ruolistici. Eppure, dalla sua, il titolo Succes dimostra una grande capacità di adattarsi al contesto storico, di fatto piegando le logiche della strategia ruolistica per creare una struttura non del tutto classica. Cercando infatti di spingere dal punto di vista del realismo ludico e narrativo, gli sviluppatori hanno deciso di riproporre anche nel gioco gli impedimenti e la fragilità dei soldati. Già la gestione dell'inventario dovrà essere ben ponderata, dato che ogni arma od oggetto che assegneremo al personaggio avrà un proprio peso, che influirà drasticamente sulla precisione e la mobilità di ogni PG. E se sul campo di battaglia uno dei commilitoni dovesse risultare goffo e impacciato, la sua prematura dipartita sarebbe probabilmente inevitabile. La eventuale perdita dei membri del party, poi, alla stregua di quanto accade nella serie Fire Emblem, in Operation Darkness è permanente. Ovviamente la morte dei protagonisti condurrebbe al Game Over, ma il continuo ricambio dei soldati semplici, che possono essere reclutati prima di ogni missione, rende di fatto l'operazione strategica più delicata, e la sensazione di fatalità che permea ogni conflitto armato è sensibile.
    Qualche altro piccolo tocco di classe attraversa poi la struttura di gioco, rendendola particolare e dinamica. Ad esempio la possibilità di raccogliere le armi nemiche dai corpi degli avversari uccisi, o quella di eseguire attacchi ravvicinati con il coltello, utili soprattutto nel caso si sia riusciti ad aggirare i soldati senza essere stati scoperti.
    E persino il sistema di potenziamento dei personaggi non è del tutto standardizzato: oltre al potenziamento progressivo delle caratteristiche, le abilità di ciascun PG si alleneranno nel corso degli scontri con l'uso ripetuto e prolungato, così da favorire una sorta di "specializzazione" di ciascun Character.

    Unitamente alla capacità di riproporre un contesto bellico in maniera non banalizzata (nonostante l'ambientazione particolare) il titolo Success, a giudicare dalle cut scene, gode di un plot ottimamente narrato e sufficientemente ricco di pathos. Vedremo se le prime impressioni saranno confermate dal prodotto finale.

    Licantropi spelacchiati

    Se dal punto di vista della struttura ludica il titolo Atlus può avvalersi dunque di un sistema ben rodato e di semplice comprensione anche per i novizi del genere (i comandi verranno impartiti grazie degli intuitivi menù a tendina tipici dei giochi di ruolo di stampo nipponico), diversi interrogativi ci sono venuti alla mente analizzando quello che dovrebbe essere l’aspetto tecnico finale di Operation Darkness: texture piuttosto sgranate e povere di dettagli ricoprono delle ambientazioni di gioco eccessivamente spoglie e piuttosto canoniche. Stesso discorso dicasi per i modelli poligonali delle truppe (siano essi semplici soldati piuttosto che mezzi corazzati) le quali sono state realizzate con un bassissimo numero di poligoni (ricoperti da texture scialbe sia per quel che concerne il dettaglio che la palette di colori) e mossi da un ridottissimo numero di frame d’animazione. E’ pur vero che in tale tipologia di gioco la grafica non è tutto, però è altresì vero che il team Success non sembra aver minimamente sfruttato l’hardware della console di casa Microsoft. Ricordiamo che il titolo è disponibile in versione giapponese dallo scorso Ottobre, e che quindi al momento della sua uscita americana, prevista per il prossimo Giugno, l'RPG Atlus soffrirà già del ritardo accumulato in fase di conversione. Eppure, anche se si vogliono considerare gli standard tecnici raggiunti nel periodo della sua uscita nel paese del sol levante, Operation Darkness si colloca al di sotto del "minimo sindacale".
    Nulla di eclatante, poi, per il comparto sonoro, che si avvale di una serie di musiche dal filone epico-militare e di effetti e voci digitalizzate, in linea con i già citati aspetti tecnici del gioco.

    Online

    A bilanciare in parte la precaria qualità tecnica, troviamo fortunatamente la possibilità di giocare in rete in modalità cooperative e competitive. Un'offerta non certo comune per questo genere di titoli, e di sicuro gradita.
    Colpisce in particolar modo la presenza di un Co-Op Mode (laddove le opzioni per il Versus appaiono naturalmente affini allo standard per il gioco online). Fino a quattro giocatori potranno infatti dare battaglia alle truppe dell'asse in scenari ripresi da quelli dello Story Mode o creati per l'occasione (senza tuttavia seguire, in alcun caso, la progressione degli eventi narrata nel Single Player). Nei teatri di guerra online i partecipanti alla battaglia si divideranno il controllo dei personaggi (3 personaggi per ogni utente, fino ad un massimo di 12), e avranno ciascuno 30 o 60 secondi per portare a termine le loro mosse, prima che il turno passi in mano agli avversari.
    Sulla qualità del servizio non è ancora opportuno sbilanciarsi, nella speranza soprattutto di un upgrade della versione americana rispetto a quella giapponese, magari con la presenza di più opzioni o scenari.
    In ogni caso, la ricompensa per le partite in rete (in cui si potranno utilizzare i personaggi creati nello story mode) sarà costituita da oggetti rari o addirittura introvabili nelle modalità offline, grazie ai quali potenziare progressivamente il proprio Party.

    Operation Darkness Operation Darkness si presenta al pubblico come un classico RPG tattico di stampo nipponico, dotato però di una discreta personalità, sia dal punto di vista del gameplay (molto vicino a quello degli RTS d'ambientazione bellica) che da quello narrativo. Dotato tuttavia di un comparto tecnico al di sotto degli standard qualitativi di questa next gen, potrebbe riscuotere un discreto successo soprattutto fra gli appassionati del genere che, su Xbox 360, sono rimasti per troppo tempo all’asciutto.

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