Pirati dei Caraibi L'Armata dei Dannati: anteprima del GDR di Disney

All'e3 2010, nuove informazioni per il GDR Disney

Pirati dei Caraibi L'Armata dei Dannati: anteprima del GDR di Disney
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • L’eccezione della regola?

    La saga cinematografica dei Pirati Dei Caraibi è stata indubbiamente un grande successo di critica e pubblico. Puntando su un cast carismatico, capitanato dal bravissimo Johnny Depp, e su ambientazioni da sogno con tanto mare e isole tropicali, i tre capitoli hanno affascinato, divertito ed emozionato milioni di spettatori al cinema.
    Come ogni brand del ventunesimo secolo che si rispetti, anche questa saga ha visto un pesante sfruttamento del marchio tanto a livello di gadget che di successivi e prodotti culturali cross-mediali. Parlando di Pirates Of The Caribbean: Armada Of The Damned, presentatoci ancora una volta in forma privata lo scorso E3, è impossibile non rievocare quel famoso e vetusto teorema che preventivamente ci fa titubare di fronte a qualsiasi tie-in. I nostri lettori più fedeli tuttavia ben si ricorderanno di una preview, di pochi mesi addietro, in cui i toni erano tutt’altro che negativi. E dopo quest’ulteriore incontro non possiamo che continuare sulla stessa falsariga, affermando sempre più con decisione che il prodotto potrebbe non solo interessare i fan della saga, ma rappresentare più in generale un titolo videoludicamente parlando molto interessante e riuscitissimo.

    Un paradiso tropicale per turisti e pirati

    Il punto di partenza del titolo, action RPG che sfrutta per l’appunto scenari e creature già viste nella trilogia Disney, è lo stesso protagonista dell’avventura. Sterling è inizialmente un giovane ragazzo che per scappare dal destino da perdente ereditato dal padre incapace, un giorno salpa in cerca di azione e fortuna. Purtroppo le cose si metteranno immediatamente male e un naufragio lo costringerà in fin di vita. A questo punto dovrete immediatamente compiere una scelta. Salvandosi riprenderà la sua avventura pieno di buoni propositi assurgendosi come esempio morale da seguire o deciderà invece di vendicarsi con il fato seminando panico e distruzione per l’Oceano? Interrogati sulla questione gli sviluppatori ci hanno offerto interessanti spunti. La scelta decreterà non solo l’aspetto estetico del personaggio, che non verrà creato tramite un editor in quanto vincolato alle scelte degli sviluppatori, ma proseguendo nel gioco l’orientamento morale precluderà o renderà accessibili alcune quest, scelte e dialoghi, creando sin da subito un motivo molto valido per ricominciare una seconda volta l’avventura. Ovviamente scegliere tra Bene e Male influirà anche sulle caratteristiche del personaggio, che potrà contare o meno su determinate abilità, mosse e quant’altro. Il tutto appare molto interessante, ma ha immediatamente sollevato un dubbio che gli sviluppatori si sono ben guardati dallo sciogliere completamente: compiere azioni maligne, o benigne, pur avendo optato per l’opposto comportamento morale è possibile? A quanto pare sì, lo sarà, ma la vostra reputazione tra la popolazione locale non cambierà comunque, pur non mancando dei risvolti che in un modo o nell’altro risulteranno conseguenti al vostro gesto. Pur quindi non dandovi la possibilità di scegliere nome e aspetto del vostro avatar, Armada Of The Damned non mancherà di garantirvi quell’ampio grado di libertà e gestione ormai standard per le produzioni di questo genere.
    Ma la gestione e l’evoluzione del personaggio, non sarà che una parte di questo gigantesco gioco. Già perché non dovete dimenticare che siete dei pirati e che vi trovate ai Caraibi. Ciò significa che l’approccio sarà abbastanza autonomo. Non manca una main quest da seguire, ma sarà garantita estrema libertà decisionale, con innumerevoli isole da esplorare e chilometri quadrati su chilometri quadrati di mare navigabile. Da una parte infatti potrete dedicarvi alla ricerca di tesori, quest secondarie e segreti assortiti. Dall’altra naturalmente dovrete preoccuparvi del vostro vascello, dell’equipaggio e di battaglie navali assortite. Acquolina in bocca? Anche noi.
    Sfortunatamente proprio su queste fasi nautiche aleggia ancora molto mistero. Sappiamo che durante la navigazione la telecamera si allontanerà di molto, diventando quasi isometrica, in modo da darci un ampio orizzonte di visuale. Durante le battaglie poi dovrete sfruttare la forza del vento, la sua direzione e in generale utilizzare un approccio estremamente tattico, visto che potreste subire molto facilmente danni irreparabili. Dal canto vostro potrete optare se attaccare scafo e vele dell’avversario, per rendergli più difficoltosi gli spostamenti, o optare per l’arrembaggio grazie al quale, una volta ucciso o catturato il capitano nemico, potreste persino conquistare la nave avversaria. Non mancherà anche in questi frangenti la vena RPG del titolo. Difatti, sebbene non sia ancora chiara la meccanica, potrete stabilire rotte commerciali con i principali porti dei Caraibi e naturalmente, dovrete preoccuparvi dello stato dell’equipaggio della nave.
    Tutto molto interessante e affascinante a parole. Peccato che non ci è stato mostrato alcunché in questo senso.

    Alla ricerca del tesoro!

    Al contrario siamo stati immediatamente accontentati quando abbiamo cominciato a parlare di combat system e scelte morali.
    La PS3 posta sotto a un gigantesco televisore rigorosamente HD è stata avviata e in breve tempo ci siamo trovati ad ammirare uno Sterling in versione “cattivo e spietato pirata” aggirarsi indisturbato su un’isola alla ricerca di un non meglio specificato manufatto. Gli sviluppatori ci hanno avvertiti che la missione era ambientata nelle fasi iniziali dell’avventura e per questo Sterling aveva ancora un tratto solo vagamente demoniaco. Lo sguardo tende già al birbante, così come la sua postura demarca una certa spavalderia, ma, ci dicono, siamo ben lontani dal terribile, curvo e massiccio pirata crudele e spietato che potrà assumere più avanti nell’avventura. Veniamo tuttavia avvertiti che i toni non eccederanno mai né nell’horror, né nel volgare: del resto stiamo pur sempre parlando di un gioco tratto da un film per tutti. Vediamo questa caratteristica nel primo dialogo con un capo villaggio disperato per la maledizionea che ha colpito il suo popolo, che li ha resi mezzi uomini, mezzi granchi. Il nostro Sterling risponde in modo sfrontato, ma non cede mai il passo a un’eccessiva arroganza o al turpiloquio. In breve la richiesta del capo villaggio è quella di riportargli lo stesso tesoro che stiamo cercando per porre fine alla maledizione.
    Ci avviamo così verso la sommità di una montagna e incontriamo i primi nemici. Il combat system si dimostra snello, facile da assimilare nonché estremamente classico. Due attacchi, di cui uno potente e lento e l’altro rapido e debole, parata o schivata, un attacco dalla distanza e l’immancabile mossa speciale da attivare dopo aver riempito la classica barra. Quest’attacco in particolare sarà estremamente diverso a seconda dell’orientamento morale scelto e non mancherà di essere potenziato o cambiato nel corso del gioco. Nel caso particolare della demo, Sterling era dotato di un’ancora gigante capace di scuotere il suolo e di coinvolgere numerosi nemici. Questi erano dotati di una più che discreta I.A. a fronte di set di attacchi piuttosto poveri. Tanto gli uomini-granchio, quanto nemici più corpulenti e impegnativi non si risparmiavano dall’attaccare in gruppo e dal parare o schivare i nostri attacchi, ma essendo dotati di pochi e deboli attacchi sbarazzarsi di loro è stato un gioco da ragazzi.
    Affascinati dall’artisticità della location, ora piena di palme e corsi d’acqua, ora più vulcanica e arida via via che si raggiungeva la sommità della montagna, dopo un breve scontro con un boss, un uomo-granchio semplicemente più sviluppato della media, siamo entrati in possesso del manufatto tanto cercato. A questo punto lo sviluppatore si è voltato nella nostra direzione chiedendoci il da farsi: tenerlo tutto per noi o restituirlo al capo villaggio per porre fine alla maledizione? Quella mattina il nostro caffè aveva un gusto particolarmente amaro e ci avevano pure fregato sotto al naso un taxi giungendo in ritardo alla fiera: terribile vendetta contro il destino! Starling ha così deciso di tenersi tutta per sé la reliquia costringendo la popolazione a restare in quell’orribile forma. Gli sviluppatori a questo punto ci hanno anticipano le conseguenze del nostro gesto. Più avanti nel gioco saremo costretti a tornare sull’isola per svolgere un’altra quest. Giustamente adirati con noi gli indigeni ci renderanno la vita ancor più difficile. Al contrario se avessimo restituito il manufatto, avremmo sì rinunciato a un guadagno immediato, ma avremmo poi potuto contare sull’aiuto del capo villaggio grato per la nostra generosità.

    Pirati dei Caraibi: l'Armata dei Dannati Armada of the Damned si sta rivelando un titolo tutt’altro che scontato o irrilevante. Una volta tanto poter contare su un brand è fonte d’arricchimento visto che l’avventura, pur essendo ambientata precedentemente ai fatti narrati nel primo film della trilogia, non mancherà di presentarci luoghi e facce note. La doppia meccanica legata agli scontri in stile picchiaduro e alle tatticissime battaglie navali, è poi ulteriormente arricchita dalla possibilità di esplorare svariati chilometri quadrati di isole e oceano e una mezza infinità di quest secondarie e altre attività a cui dedicarsi. Se gli sviluppatori ci parlano di oltre cento ore di gioco, del resto, vogliamo proprio credergli. Fan o non della saga dei Pirati dei Caraibi insomma, farebbero bene a tenere sotto stretta sorveglianza il prodotto Disney. Presto potremo gridare all’arrembaggio con un occhio bendato e una gamba di legno comodamente seduti sul vostro divano.

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