Anteprima Rygar

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Anteprima Rygar
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Rygar

L'odore acre dell'aria bruciata inebria i tuoi sensi mentre un vento insolitamente forte ti costringe a trovare riparo sotto una gigantesca rupe. L'enorme deflagrazione rimbomba ancora nei tuoi orecchi mentre le confuse grida di lamento sembrano offuscare la tua ragione, che ti costringe a non credere che quello che stai vivendo sia solo un tremendo ed interminabile onirico sogno. E' a questo punto che, esausto, cerchi di estraniare l'ansia e l'angoscia che, come un troppo pesante fardello, schiaccia la tua fragile anima opprimendoti. Questa volta gli Dei ti ascoltano, poiché non sei un comune mortale ed il tuo nome porta la gloria di ancestrali battaglie, combattute nel lontano passato, dove la storia è divenuta leggenda e la leggenda mito e il mito dimenticato… dimenticato sino alla nascita, dalle proprie ceneri, dei famigerati Titani, responsabili di tutte le paure e gli orrori che sconvolgono il mondo in cui vivi… ed è per questo che nuovamente gli Dei ti donano il potere di domare la divina arma: Il Diskarmor, poiché il tuo nome non è un nome come tutti gli altri… il tuo nome è… RYGAR…
Questo è lo scenario apocalittico dove gli sviluppatori della Tecmo ci faranno impersonare il loro redivivo eroe Rygar. Rygar: the legendary adventure è il remake di un ventennale progetto giunto nelle sale giochi nel lontano 1986, a rimpinguare la già folta schiera di action-game che saturavano il mercato. Quando ancora i poligoni erano sci-fiction, in un mondo dilaniato dal peggiore dei dominatori e nei panni di un quadricromatico sprite, occorreva farsi largo, tra funeste creature e variopinti, per l'epoca, ambienti, a colpi di un'arma che assomigliava ad una specie di letale yo-yo, con invece del filo una pesante catena e alla sua estremità una sorta di shuriken: Il Diskarmor. Lo schema di gioco corri-distruggi-corri era riprodotto con una meccanica quanto semplice come intrigante. Alla Tecmo hanno pensato bene di dare un restyling a questo vecchio concetto, ormai rinchiuso nel vetusto e impolverato cassetto, e riproporlo al grande pubblico dell'home-entertainment. Bieca manovra commerciale per un mercato privo di idee innovative? Convinti del successo ottenuto in passato e forti del motto: "squadra che vince non si cambia"? Un accorato appello ai nostalgici ricordi di chi dilapidava l'esigue paghette settimanali in sala giochi? Soltanto il tempo darà corpo ad una di queste ipotesi, nel frattempo gustiamoci gli euforici commenti dei responsabili Tecmo che, a quanto affermano, riescono a stento a trattenere l'entusiasmo per un progetto che garantisce innovazione e il pieno sfruttamento delle potenzialità della piattaforma di sviluppo: la nostra cara PS2. Il 2D originale si accresce della dimensione, ormai ritenuta quasi indispensabile, della profondità, donando agli sviluppatori nuovi spunti per la creatività che sembra, a dir loro, non mancare. L'impatto visivo lascia ben sperare per quella fetta di prodotto cui l'occhio non vuol rinunciare. La vivacità delle scelte cromatiche sembrano avvalorare il discreto uso di poligoni usati ed il risultato è un notevole impatto visivo. Il gameplay pare non discostarsi molto dal concept originale, infatti anche qui troveremo come punto di sviluppo, su cui elaborare la curva ludica, date le promesse di esponenziale malleabilità alle evoluzioni concesse, il divino yo-yo tanto caro a Rygar: il Diskarmor. Ad esempio sembra che sarà possibile effettuare circa 30 mosse diverse, come poter agganciare un nemico e lanciarlo contro altri per eliminare le minacce di prematura scomparsa da parte dei malcapitati, oppure elaborare strategie difensive ed usare il Diskarmor per raggiungere piattaforme sopraelevate ed evitare, cosi facendo, attacchi non graditi (chi ha detto Bionic Commando?). Il tutto dovrebbe permettere un approccio non lineare nella scelta delle strategie da impiegare, a discapito del banale e a beneficio della profondità di gioco. L'implemento della terza dimensione potrebbe anche dare adito ad una maggiore interattività con gli ambienti circostanti ed usare lo yo-yo, oltre che come passatempo e schiaccia-crani, anche per stabilire cambiamenti nello scenario atti ad una facile risoluzione di enigmi e vie di fuga. Non ci resta che sperare in una brillante gestione del potenziale dell'idea originale, incrementato dalle possibilità offerte dalla tecnologia contemporanea. Fiduciosi nel semplice carisma emanato dalla versione arcade e dalla competenza della Tecmo, attendiamo, ancora e per l'ennesima volta, di salvare il mondo… e di giocare anche con l'intramontabile yo-yo.

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