Anteprima Secret Files: Tunguska

Il ritorno delle avventure grafiche vecchia scuola!

Anteprima Secret Files: Tunguska
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  • Pc
  • Un secolo di certezze.

    Pur con tutte le contraddizioni che possono venire in mente, il mondo d’oggi rappresenta lo stadio più avanzato del pensiero scientifico umano.Grazie infatti ai potenti mezzi che la tecnologia e la ricerca scientifica ci forniscono, siamo in grado avere risposta a domande e soprattutto usufruire di apparecchiature inimmaginabili sino ad un secolo fa.

    Tuttavia pur vantando questo notevole grado d’evoluzione scientifica e tecnologica, ci sono ancora misteri che attanagliano le menti e le fantasie di milioni di persone da anni senza mai trovare risposta...

    Lasciando perdere i dubbi sull’esistenza dei fantasmi, dell’uomo nero e degli alieni di Indipendence Day, vogliamo farvi riflettere su un fatto poco noto ai più, ma di sicuro impatto quanto misterioso, avvenuto in vicinanza del fiume Tunguska, in una regione pressoché disabitata delle Siberia, alle 7:17 (ora locale) del 30 giugno 1908.

    Il mattino ha il metano in bocca.

    In questo bel mattino d’inizio estate, un‘esplosione nel pieno della foresta siberiana, la cui potenza venne stimata tra i 10 e i 15 megatoni, sradicò qualcosa come 60 milioni di alberi su una superficie di 2150 chilometri quadrati, producendo un boato udito sino a 1000 km di distanza ed un polverone visibile da ben 500 km.

    Cosa accadde? Nessuno, al momento, è in grado di dirlo.

    Ci sono alcune teorie sul fatto e senza dubbio quella che presenta l’accaduto come la conseguenza dell’impatto di un meteorite nella tundra siberiana sembra quella più accreditata.
    Questa tesi viene in primo appello confermata dalle monitorazioni sismiche mondiali del tempo, che registrarono una fortissima scossa sismica il cui epicentro era proprio Tunguska.
    Tuttavia il meteorite non è mai stato rinvenuto, il che può far pensare che magari qualcuno lo abbia prelevato per qualche scopo più o meno sinistro, ma la totale assenza del cratere dell’esplosione sconcerta, e soprattutto fa vacillare questa teoria.

    Un'altra, papabile, spiegazione dell’accaduto afferma che la causa di tale disastro è da rintracciarsi in un’eruzione vulcanica sotterranea, che provocò la dispersione in aria di milioni di metri cubi di metano da un deposito naturale sottostante, per poi innescarli grazie all’energia sprigionata. Teoria senza dubbio affascinante ma contraddittoria se pensiamo che un gas come il metano, se incendiato a dovere, produce una luminosità imparagonabile a quella della fiammata alta 20 km che fu vista da numerosi testimoni oculari e soprattutto genera un’ energia termica neppure lontanamente parente della temperatura da altoforno che derivò dall’esplosione.
    Senza ombra di dubbio una delle ipotesi più fantascientifiche sul caso Tunguska vede l’antimateria protagonista dei fatti. Secondo alcune teorie scientifiche per ogni particella che compone l’universo esiste una particella opposta, un’antiparticella. Quando due elementi di questo calibro vengono in contatto, si innesca una incredibile mole energetica, e soprattutto una cospicua dose di radiazioni, che rendono questo incontro un vero e proprio rendez vous al fulmicotone, paragonabile all’esplosione di un ordigno termonucleare.

    Pertanto si ritiene che l’asteroide caduto su Tunguska fosse composto da antiparticelle e che quindi al semplice contatto con l’atmosfera abbia generato un esplosione di immane potenza che ha poi portato sconquasso, dall’alto dei cieli, in terra.
    La diffusione dell’antimateria nel cosmo, tuttavia, divide scienziati e appassionati di scienza-fantascienza per cui sono più le voci contro che a favore di tale ipotesi (l’antimateria è più stabile di quanto si possa ritenere...): se infatti materia e antimateria fossero presenti in ugual misura nell’universo, visto la tendenza ad annichilirsi reciprocamente, difficilmente esisterebbero galassie, sistemi solari e costellazioni e tanto meno si potrebbe parlare di Tunguska.


    Perciò... cosa è successo a Tunguska?

    Tra una teoria e l’altra anche i ragazzi della FusionSphere System vogliono dire la loro e scelgono di farlo con Secret Files: Tunguska, un’avventura grafica che promette scintille!

    Punto e clicco!

    In Secrets Files: Tunguska (da ora SFT) vestiremo i panni di Nina Kalenkow, una ragazza comune alle prese con la misteriosa scomparsa del padre scienziato Vladimir Kalenkow, sparito senza lasciar traccia.

    La giovane in un primo momento cerca aiuto nelle autorità di competenza, che però si rivelano di poca utilità (volutamente o no?) e pertanto decide di mettersi alla ricerca del genitore in proprio, insieme a Max Gruber, collaboratore del padre, offertosi volontario per l’impresa. Ovviamente mettersi sulle tracce di un tizio sparito nel nulla non è cosa da poco, pertanto i due, convinti del fatto che gli studi del vecchio scienziato avessero qualcosa a che fare con la sua sparizione, decidono di usarli come punto di partenza per le loro indagini.

    E cosa stava studiando da anni il buon professore? Il caso Tunguska! SFT è un‘avventura grafica punta e clicca, ovvero un raro appartenente a quel genere di videogiochi che in passato furono l’emblema del videogiocare al PC e che oggi ha assunto le sembianze di un genere di nicchia.
    In conforto a questi nostri amari sentimentalismi, SFT si prospetta, a detta degli sviluppatori, un vero e proprio ritorno al glorioso passato sul fronte del gameplay, evitando quindi tutto ciò che riguarda la precoce dipartita del nostro alter ego digitale, e soprattutto richiedendo un massiccio uso della materia grigia per andare avanti, senza dover preoccuparsi troppo di frettolosi conti alla rovescia ed eventi improvvisi.
    Questo ritorno al vintage tuttavia non deve assolutamente far pensare che il gioco sia in realtà brodo riscaldato e che quindi non presenti elementi innovati in grado di dare nuovo lustro ad un genere caduto nel dimenticatoio: il fulcro concettuale su cui il gioco verte consiste nell’avanzato schema d’interazione fra i due personaggi principali dell’avventura, che, parola FusionSphere System, darà modo al giocatore in alcune precise situazioni di poter prendere il controllo di Nina o di Max quando questi lo ritenga più opportuno.

    Questa interessante feature darà modo di vivere l’avventura da due punti di vista diversi, dando uno spessore maggiore al lato narrativo del titolo, ma anche apportando delle precise ripercussioni sul gameplay.
    Giusto per fare qualche esempio, può benissimo capitare che soltanto Nina possa accedere a determinate locazioni, mentre non riesca a notare alcuni particolari che invece risaltano all’occhio del suo compagno di avventura, mentre esplorano assieme una particolare ambiente
    Il lavoro di squadra non si ferma qui: i due protagonisti avranno due inventari distinti e quindi, avendo la possibilità di raccogliere individualmente i vari oggetti sparsi per le locazioni, non sarà raro far mettere i nostri due alter ego digitali seduti ad un tavolino a cercare di combinare assieme i vari oggetti per risolvere qualche situazione apparentemente senza via d’uscita.

    Sembra che gli sviluppatori nutrano molto interesse in questo tipo di enigmi basati sugli oggetti e quindi su la coppia d’assalto formata dai protagonisti, anche se viene dichiarato che non mancheranno i classici puzzle games, visti in altre avventure famose.
    Altra garanzia, non di poco conto, è che gli enigmi hanno una base logica su cui argomentare, ovvero quando risolti non avremo mai la sensazione di esserci riusciti “per tentativi” o cercando di combinare nei modi più disparati, e bizzarri, gli oggetti nel nostro inventario.

    Purtroppo non è raro che enigmi di tal genere facciano capolino nel panorama delle avventure grafiche, e che abbiano il merito di far perdere la pazienza anche al più ligio ragionatore, visto la loro mancata risoluzione logica (qualcuno ricorda il puzzle della ricetta in Still Life?) con conseguente senso di frustrazione e perdita di interesse per il titolo (naturalmente anche gli sviluppatori ascolteranno qualche nostro piacevole “complimento”). Per non scoraggiare gli avventurieri alle prime armi gli sviluppatori hanno ben pensato di garantire un livello di difficoltà crescente che, rispecchiando storia e corso degli eventi, andrà via via complicandosi..

    Come ogni avventura che si rispetti, l’iterazione con i personaggi non giocanti ha un ruolo chiave anche in SFT, enfatizzato all’ennesima potenza dal fatto che nel caso specifico i personaggi che potremo comandare sono due: non sarà quindi raro mandare a parlare la bella Nina con qualche “bel tomo” e osservare come questi si sciolga verso il suo esser donna, aprendole i boccaporti della memoria (Max, invece, sarebbe stato accolto a bastonate!). Tuttavia non dobbiamo preoccuparci troppo di quale personaggio scegliere per i dialoghi con gli NPC, in quanto non ci troveremo mai in una situazione in cui secondo determinate scelte il gioco termina perché non c’è più nessun modo di andare avanti.
    Lo schema di gioco di SFT è costruito in modo tale che qualsiasi azione decida di compiere il giocatore questi non correrà mai il rischio di trovarsi di fronte ad un vicolo cieco, e quindi ogni maledetto contesto complicato in cui ci ritroveremo avrà sempre una via di uscita, e starà al nostro cervello individuarla.

    Sul fronte tecnico possiamo dire ben poco, vista la brevità con cui ci è stato possibile visionare il titolo.
    Il gioco presenta un sofisticato motore grafico, che muove i modelli tridimensionali dei personaggi e degli oggetti presenti da un prospettiva in terza persona, a telecamera fissa. Molta è la cura riposta nella definizione della struttura fisica della protagonista, che risulta complessa e ben articolata.
    Discorso diverso fa fatto invece per i fondali, rimasti in 2D: l'aspetto generale del gioco è simile ad alcune delle avventure grafiche più famose del nostro tempo. Il metro di paragone stilistico è quello con Siberia: senza pur senza le velleità artistiche di quest'ultimo, Tunguska presenta ambientazioni molto dettagliate e ben caratterizzate, piacevoli da vedere e sopratutto varie.
    L'introduzione dell’illuminazione dinamica gioca poi un ruolo chiave nella resa degli scenari, che assumono uno spessore senza dubbio più rilevante. Alla stessa maniera l’implementazione dei movimenti dei personaggi presenti a schermo, interamente realizzata con l’ausilio del motion-capture, ci ha posto di fronte agli occhi una gradita sorpresa a livello tecnico.

    Resta quindi da vedere se il progetto realmente presenterà tutti questi felici propositi che vengono dichiarati dagli sviluppatori, e se soprattutto la storia sarà in grado di catturare l’attenzione del videogiocatore.
    Infatti, grafica a parte, la vera carta vincente di un’avventura grafica è la trama che intende raccontare e la caratterizzazione dei personaggi giocanti e non, pertanto il buon livello narrativo rappresenta il requisito minimo che un’avventura grafica deve garantire.

    Senza ombra di dubbio, avere a che fare con un inquietante mistero come quello di Tunguska crea già un velo di coinvolgimento e suspence invidiabile (tanto sono stati gli alieni...), e quindi non possiamo che ben sperare nei confronti di questa avventura grafica, che oltre a ciò si propone interessante anche per alcune piccole innovazioni sul fronte del gameplay.
    Per tanto, mettiamoci calmi e aspettiamo qualche giorno, visto che settembre è alle porte ed il gioco è previsto per la seconda metà del mese.

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