Anteprima Shadow Hearts

Leggi la nostra anteprima e le novità sul videogioco Shadow Hearts - 686

Anteprima Shadow Hearts
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Introduzione

    Probabilmente ciò che di un videogioco può deludere o sorprendere al primo impatto è la sua realizzazione tecnica. Infatti questo aspetto è indubbiamente il primo elemento con cui ci troviamo a fare i conti. E trovarsi davanti a fondali prerenderizzati di media risoluzione e personaggi poligonali non troppo definiti di certo può lasciare l'amaro in bocca. Soprattutto se il gioco in questione è stato programmato da Sacnoth, team di sviluppo i cui componenti latitavano precedentemente in casa Squaresoft, fattore questo più che valido per alimentare speranze circa le capacità tecniche del team in questione. Ma Shadow Hearts non è uno di quei giochi basato sulla grafica, semmai gli aspetti su cui i programmatori hanno voluto puntare maggiormente sono stati trama, giocabilità e qualche innovazione. Ma andiamo con ordine.

    La storia

    Gli eventi che agiscono da fattore scatenante dell'intera avventura trovano la loro collocazione temporale agli inizi del 1900. Alice, una ragazza inglese con particolari e rarissime doti percettive, si ritrova ad essere l'oggetto di una caccia spietata da parte di entità sovrannaturali con scopi non propriamente lodevoli. Infatti tali creature sperano di poter utilizzare la giovane sensitiva per poter scatenare un arcano incantesimo per il predominio sul nostro mondo. Come ci si può facilmente aspettare una ragazza giovane ed inesperta non potrebbe da sola ribellarsi ad un intero esercito del male intento a braccarla. Pertanto Alice sarà affiancata fin dalle prime battute di gioco da Yuri, personaggio dotato di incredibili poteri che gli consentono la trasformazione in altre creature, con il conseguente cambiamento di abilità. I due si ritroveranno catapultati in un avventura che fonderà insieme elementi Horror ad elementi di spionaggio. Mix apparentemente insolito ma idealmente affascinante e con una sensazione di maggior respiro rispetto a produzioni simili monotematiche.

    Realizzazione tecnica e struttura del gioco

    Come già accennato in apertura, il gioco non sembra emergere per la sua realizzazione tecnica che, anzi, è probabilmente il suo neo più grande. Di fatto la grafica non è così pessima come si potrebbe credere, ma si rivela comunque al di sotto di diverse produzioni PS2 nella media. I personaggi sono caratterizzati da un numero di poligoni appena medio-basso, le texture sembrano essere complessivamente mediocri ed i fondali sono in realtà delle bitmap prerenderizzate la cui risoluzione di certo non esalta il giocatore. Ad ogni modo le ambientazioni sono particolarmente carismatiche ed affascinanti e riescono a coinvolgere per atmosfera e realizzazione. Diversi dungeon infatti sono particolarmente claustrofobici mentre alcune locazioni all'aperto trasmettono appieno l'aria degli inizi dello secolo. Le musiche, "dal canto loro", sono ben realizzate ed evocative, trasmettendo appieno il senso delle scene più drammatiche e rendendo l'impianto narrativo ancor più coinvolgente. Da un punto di vista strutturale il gioco sembra proporre degli spunti interessanti. Come nei più canonici RPG di scuola nipponica, il sistema di battaglia è a turni e gli scontri avvengono mediante il solito sistema degli attacchi casuali. Come già accennato Yury è in grado di trasformarsi in altre creature; pertanto più si progredirà nel gioco e più aumenterà il numero di mostri che potremo annoverare nelle nostre metamorfosi, con l'ulteriore acquisizione di tecniche specifiche per ogni creatura. Segnaliamo inoltre la presenza del "Ring of Judgment", anello circolare con una lancetta che al suo interno. In pratica in esso sono segnalate le azioni a disposizione del personaggio. E mentre la lancetta scorrerà velocemente a noi spetterà l'arduo compito di fermarla con la pressione di un pulsante del Joypad PS2. Naturalmente la difficoltà dell'azione sarà inversamente proporzionale all'area del Ring of Judgment che la segnalerà. Altro fattore interessante è l'indicatore del livello di status mentale. In pratica se lo scontro dovesse durare troppo lo stress accumulato darà luogo alla perdita di lucidità da parte di un personaggio. Il tutto si tradurrà in una serie di attacchi automatici contro nemici ed amici indifferentemente ( un po' come nel Berserk mode di Final Fantasy). Inoltre nelle fasi puramente esplorative i personaggi avranno un indicatore di "punti rancore verso i nemici" accumulati durante le battaglie. Se il loro quantitativo dovesse superare il livello di guardia si verrebbe coinvolti un uno scontro contro la morte stessa.

    Conclusioni

    Shadow Hearts non sorprende per la sua realizzazione tecnica. Tuttavia alcuni elementi di questa (musiche e scenari) sono davvero ben realizzati. La struttura di gioco sembra offrire diverse elementi interessanti ma prima di poterli elogiare dovremo vederle se influiranno positivamente o meno sulla giocabilità. La trama sembra ben congegnata, dopo tutto sotto questo aspetto gli RPG nipponici hanno sempre dato il massimo nel genere. Ultima nota è il target a cui il game è rivolto, una fascia di utenza sicuramente matura. Questo aspetto e confermato, oltre che dall'atmosfera Horror, dalla presenza di esplicite battute a sfondo sessuale tra i protagonisti che hanno lo scopo di smorzare la tensione dopo i momenti più incalzanti. Come sempre un'analisi più meticolosa ed il verdetto finale sono rimandati alla recensione.

    Che voto dai a: Shadow Hearts

    Media Voto Utenti
    Voti: 13
    7.6
    nd