Shenmue 3: il ritorno di Ryo, nuovi dettagli sul gioco di Yu Suzuki

Diciassette anni dopo il lancio di Shenmue, Ryo si prepara a fare il suo ritorno nel terzo episodio della serie ideata da Yu Suzuki.

Shenmue 3
Anteprima: PlayStation 4
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • PS4 Pro
  • Shenmue III scalpita, lotta, freme: fa di tutto anche solo per esistere. Diciassette anni dopo l'uscita del primo capitolo della saga - titolo che più di ogni altro ha rivoluzionato il modo di intendere il videogame - l'idea di poter giocare alla prosecuzione delle avventure di Ryo Hazuki sembrava a molti fan della prima ora una pura e semplice utopia.
    Nel corso degli anni le pressanti richieste dirette al mitologico Yu Suzuki, affinché portasse a termine la sua visione creativa, si erano fatte stanche, esitanti; al punto che in molti si sarebbero accontentati anche solo di un adattamento testuale dell'idea di base: un romanzo, vergato nero su bianco dal designer giapponese, che potesse raccontare l'esito del viaggio di Ryo, alla disperata ricerca di Lan Di, lo spietato assassino del padre.
    Poi, d'un tratto, l'annuncio di un terzo capitolo. O meglio, della campagna Kickstarter che avrebbe permesso la sua realizzazione. Una strategia per molti versi discutibile, a cui ha fatto seguito un periodo di silenzio quasi integrale, ed una stagione di incertezze da cui, vista la pubblicazione dell'ultimo trailer, non siamo ancora usciti.
    Eppure, in qualche maniera, il solo fatto che Shenmue III sia in produzione è per molti un'esaltante gioia privata. È difficile spiegare questo punto di vista a chi non ha vissuto l'epoca del Dreamcast, la sua immeritata disfatta commerciale, la caduta di SEGA. L'idea che un giorno l'attesa per Shenmue III finirà è qualcosa che supera l'esaltazione per l'arrivo di The Last Guardian, il chiasso per Duke Nukem Forever, la trasformazione di Versus XIII in Final Fantasy XV, l'annuncio del terzo Kingdom Hearts. Shenmue III va oltre tutto questo perché rappresenta il ritorno di una filosofia creativa sostanzialmente estinta, e un nuovo capitolo della saga che ha inaugurato la concezione moderna di videogioco.
    Ecco: questo è Shenmue III. E questo dovete considerare quando leggete di persone che non vogliono neppure fermarsi a discutere delle (inesistenti) animazioni facciali dell'ultimo trailer, o dei (pessimi) modelli poligonali che il team di sviluppo ha misteriosamente deciso di utilizzare nonostante non fossero quelli definitivi. Sull'altro piatto della bilancia, d'altro canto, c'è qualcosa che pesa infinitamente di più: un'alchimia di sogni e nostalgie, di deferenza e ricordi, di profondo rispetto per il genio creativo. E un amore spassionato per la più alta pietra miliare di questo medium.

    Dal Giappone alla Cina

    Al netto di questo trasporto che pervade anche chi vi scrive, sarebbe inopportuno non osservare la situazione di Shenmue III con occhio imparziale. È proprio questo sguardo "clinico" che, dopo la lunga chiacchierata che abbiamo avuto l'onore di fare con Yu Suzuki, ci impone di informarvi che lo stato dei lavori è ancora in fase molto preliminare. Alla Gamescom di Colonia il team di sviluppo ha deciso di portare un trailer non identificativo di quella che sarà la qualità grafica della produzione, ed una stringata presentazione delle novità relative al combat system, al sistema di sviluppo del personaggio e ai Quick Time Event (che Shenmue ha "coniato" ben prima di God of War).

    Ci sarà insomma da aspettare ancora qualche anno prima di poter stringere per le mani anche solo una build giocabile. Per il momento dobbiamo quindi concentrarci sulle (poche) informazioni che Yu Suzuki decide di commentare, rispondendo alle nostre appassionate domande.
    La trama del terzo capitolo riparte esattamente da dove si era interrotto il secondo episodio. CI troviamo quindi nella regione montuosa di Guilin, in Cina, che Ryo ha raggiunto dopo aver abbandonato la piccola Yokosuka (vicino Tokyo) ed essersi lasciato alle spalle la Hong Kong di Shenmue II. La saga conferma insomma la volontà di presentarsi come una sorta di immensa enciclopedia della cultura orientale: lo "spaccio universale" di filosofie, tradizioni, credenze folkloristiche e panorami che caratterizzano le regioni dell'estremo oriente. Il nuovo capitolo ci metterà di fronte nuovi antagonisti, ci permetterà di approfondire il rapporto con la misteriosa Shenhua, e di approfondire gli elementi paranormali che spuntavano proprio alla fine del precedente episodio. Molti giocatori potrebbero sulle prime sentirsi spiazzati, e il game director ci conferma che si tratterà di un sentimento naturale.

    Tuttavia, attraverso alcuni flashback collocati nei punti giusti, e persino grazie alla possibilità di mettersi in contatto telefonico con i comprimari dei due titoli precedenti (che ovviamente non mancheranno di commentare gli eventi che hanno vissuto assieme a Ryo), il team di sviluppo spera di far filtrare, gradualmente, una conoscenza di base sugli antefatti narrativi, così che pure i nuovi giocatori possano trovarsi a proprio agio. L'obiettivo principale, in ogni caso, resta quello di "accontentare in primo luogo i backer di Kickstarter, che si presume abbiano una conoscenza piuttosto estensiva degli avvenimenti pregressi". A livello strutturale, il gioco non si allontanerà dalla formula classica. Se cercate un paragone con qualche titolo uscito in tempi più recenti, potete pensare a Shenmue come al padre spirituale della serie Yakuza (Ryu Ga Gotoku), anche se in questo caso il substrato criminale viene sostituito da una profonda passione per le arti marziali e le discipline orientali. L'alternanza tra esplorazione, attività secondarie e combattimenti resterà quindi il cuore pulsante del prodotto. Sul fronte del combat system, Suzuki promette una maggiore fluidità, ma anche un'attenzione più marcata alle coreografie degli scontri, vivacizzate da quick time event "di nuova concezione" (non è stato specificato altro, anche se il game director ha accennato brevemente ad un meccanismo di associazione tra i colori dei tasti e quelli di alcuni oggetti della cinematica).
    Dovrebbe essere più articolato anche lo skill tree che permetterà di potenziare Ryo. Le diverse abilità che costituiranno ogni ramo dovranno infatti essere acquisite in varie maniere, parlando ad esempio con gli NPC, compiendo specifiche missioni secondarie, oppure recuperando particolari oggetti, per un sistema che incentiverà l'utente ad esplorare ogni possibilità offerta dal titolo.
    Suzuki-San ci ha confermato anche che il numero di attività collaterali dovrebbe superare la ventina, anche se per il momento preferisce non entrare nel dettaglio di quelle che saranno le novità introdotte in questo capitolo. Abbiamo speso poi molte parole per commentare il comparto tecnico della produzione. Il team di sviluppo ha deciso di utilizzare l'Unreal Engine 4, un motore malleabile ma che richiede un buon grado di conoscenza delle sue funzioni.

    Al gruppo di lavoro si sono aggiunti dunque alcuni developer che hanno più familiarità con l'engine di Epic, alacremente al lavoro sul fronte della modellazione poligonale. Ribadiamo una volta per tutte che i modelli utilizzati per il trailer della Gamescom sono provvisori: abbiamo già dato un'occhiata a quelli definitivi, e la qualità è infinitamente superiore, a partire dalla caratterizzazione generale per arrivare al numero di dettagli. I modelli non erano ancora animati, quindi non possiamo pronunciarci sulla qualità delle espressioni facciali o delle movenze. Diciamo però che lo stile ci sembra una piacevole evoluzione di quello tradizionale, con volti molto distintivi e a tratti quasi caricaturali.
    Impeccabile già a quest'altezza di tempo, invece, il lavoro sulle ambientazioni, che riescono a replicare le sognanti atmosfere che hanno da sempre rappresentato uno degli elementi più preziosi di Shenmue. I panorami rurali dei villaggi cinesi, già adocchiati alla fine del secondo episodio, vengono qui ricostruiti con la solita, meticolosa attenzione per i dettagli e i colori, frutto di un attento lavoro di "stilizzazione" che è forse il più grande segreto ed il lascito più evidente della SEGA dei tempi d'oro.
    Di fronte a questi risultati, insomma, non si può rimanere indifferenti, e siamo sicuri che pure le nuove generazioni di giocatori avvertiranno il fascino della nuova creatura di Yu Suzuki. Per loro sarà forse più difficile, ad oggi, riporre una fiducia incondizionata nel progetto, ed è giusto così: meglio aspettare di avere una build più vicina al completamento, e qualcosa di più concreto sotto il profilo del gameplay. Chi invece Shenmue lo ha giocato (anzi: vissuto) al tempo della sua uscita, difficilmente tratterrà l'entusiasmo. Per loro (per noi!), anche solo il fatto di rivedere al lavoro un titanico Game Designer vale il prezzo del biglietto e la tensione dell'attesa.

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