Anteprima Splatterhouse

E' giunto di nuovo il momento di bussare alle porte della SplatterHouse!

Anteprima Splatterhouse
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Parental Advisory

    Il primo Splatterhouse, datato 1988, fu un gioco storico non tanto per le qualità del suo gameplay (che, a fronte di alcune idee interessanti, come la possibilità di trasformarsi in un mostro assetato di sangue, appariva comunque limitato), ma perché fu uno dei primi prodotti ludici a meritarsi il mitico bollino del "parental advisory", l'equivalente del nostro "vietato ai minori". In quella manciata di pixel sgranati, alcuni solerti giornalisti videro una violenza inenarrabile, con zombie che banchettavano con interiora umane e un protagonista che non si faceva troppi problemi a maciullare i nemici brandendo una motosega. Per questo motivo, Splatterhouse divenne immediatamente un caso mediatico ed ottenne un successo ben al di là dei suoi effettivi meriti ludici, tanto da convincere Namco (all'epoca producer e sviluppatore del titolo) a far uscire due seguiti ed una versione riveduta e corretta per minorenni. Giocato oggi, questo campione d'efferatezza anni '80 non fa più nessun effetto, anzi, addirittura Nintendo, la conservatrice Nintendo, l'ha sdoganato definitivamente, facendolo uscire sulla sua Virtual Console. L'incredibile violenza che tanto aveva scandalizzato l'America di Raegan, ormai suscita solo un po' di tenerezza, mista alla nostalgia per quella che è stata davvero l'età d'oro del Videogioco.

    Il fascino discreto dello Splatter!

    Oggi, a ventuno anni esatti dall'uscita del capostipite, e a quindici dall'ultimo sequel ufficiale (Splatterhouse 3, uscito su Mega Drive) Namco, che ora s'è fusa con l'ex nemica Bandai, ha deciso di riprendere in mano la serie, per portarla nel magico mondo delle tre dimensioni e degli engine fisici. Se c'è un tratto comune che caratterizza entrambe le console che si contendono il mercato next gen (non consideriamo il Wii perché non solo ha già vinto la console War, ma soprattutto perché ha un target di utenza diverso) è il revival di alcune tipologie di giochi che pensavamo si fossero perse quasi definitivamente; i party game, gli strategici in tempo reale e, soprattutto, gli hack ‘n slash. Dopo che Devil May Cry ha mostrato la via, e God of War l'ha perfezionata con l'enorme innovazione dei quick time events, questo genere ha conosciuto una nuova fioritura. Sono lontani i tempi dei gettoni consumati nelle sale giochi e dei pad distrutti giocando a Ghost ‘n Goblins, gli action del terzo millennio si sono convertiti allo stylish gaming e all'azione ragionata, la sfida non consiste più nell'avanzare di livello in livello: quello che conta ora è farlo nel modo più stiloso possibile, incatenando una combo dietro l'altra. Splatterhouse non fa eccezione a questa nuova regola aurea, tutti gli scontri che affronteremo richiederanno un giusto mix di prontezza di riflessi e gusto macabro per l'uccisione violenta; potremo semplicemente riempire di pugni il dannato di turno e vederlo accasciarsi al suolo, ma volendo ci sarà la possibilità anche di ottenere lo stesso risultato in maniera molto più creativa, strappandogli prima gli arti e poi strangolandolo con le sue budella, oppure decapitandolo usando come spada l'artiglio estirpato ad un altro mostro. L'unico limite sarà la nostra "fantasia" e l'abilità nel muovere le dita per premere i tasti al momento giusto, in modo tale da completare i QTE più sanguinolenti. Prima che le varie associazioni a difesa dei diritti di chissà quale minoranza preparino eventuali proteste sottolineiamo subito che la violenza mostrata da Splatterhouse, almeno stando a quanto possiamo giudicare dai trailer diffusi, è quanto di più ironico e sopra le righe ci sia capitato di vedere negli ultimi tempi. Il sangue è denso come plastilina e i "mostruosi" nemici sono spesso più grotteschi che spaventosi, la stessa rappresentazione delle scarnificazioni risponde alle logiche gore più classiche, con fontane di sangue, esplosioni e scene quasi da cinema Grindhouse. Bisogna dire che la scelta dei BottleRocket (lo studio già dietro a Shaolin Showdown, nato da una costola di SCEA) si sta rivelando molto azzeccata: l'appeal grafico del gioco è molto interessante e richiama, per certi versi, lo stile già apprezzato in giochi come Overlord.

    Giochi di genere

    La trama riprende quasi esattamente quella del gioco originale. Impersoneremo Rick Taylor, uno studente di psicologia invitato, insieme alla sua ragazza Jennifer, a casa di uno strano professore per degli "approfondimenti". L'invito si rivelerà però una scusa per rapire Jenny e costringere Rick a entrare in un mondo dannato, fatto di zombie, Poltergeist e altri spiriti oscuri che lo uccideranno immediatamente. In punto di morte però, Rick riuscirà ad impossessarsi di una strana maschera che, una volta indossata non solo lo curerà totalmente, ma gli donerà anche poteri incredibili, tra cui una forza superumana e un'agilità degna di un artista circense. Grazie a questo manufatto Rick comincerà a farsi strada nel mondo demoniaco in cui s'è trovato catapultato, fino a raggiungere il covo del "professore", ora trasformatosi in una specie di signore del male ante litteram. Il centro del gameplay, dunque, sarà l'uso della maschera, che permetterà al protagonista di sopravvivere curando le sue ferite. Il corpo infatti, inteso nel suo senso più carnale, avrà un ruolo fondamentale in questo nuovo Splatterhouse: Rick subirà menomazioni, tagli, botte e graffi ma non avrà nessuna "barra della salute": sarà possibile vedere i risultati degli scontri direttamente in tempo reale sul corpo del povero protagonista che, quando la situazione si farà troppo critica (e vi assicuriamo che quanto ti hanno strappato entrambe le braccia e una gamba c'è pochissimo da stare allegri!) potrà richiamare i poteri della Maschera. A questo punto partirà una sequenza a metà fra l'animazione e il QTE, che mostrerà tutti i pezzi di Rick che si ricompongono e tornano al loro posto. L'idea è di sicuro effetto e abbastanza creativa, vedremo se sarà efficace dal punto di vista prettamente ludico. molti altri giochi hanno tentato di abbandonare gli HUD, ma i risultati, in quasi tutti i generi, sono sempre stati assai mediocri.Graficamente Splatterhouse, pur mostrando dei buoni modelli poligonali e un design tutto sommato non sgradevole (anche se pesantemente ispirato alle ambientazioni teen horror degli anni '80 - '90) non stupisce. Le animazioni sono ancora legnose e ci sono molti bug da risolvere, come fastidiose compenetrazioni e un frame rate non stabilissimo. Namco non ha ancora fatto sapere se ci sarà una modalità online o se saranno disponibili download contenent, azzardiamo l'ipotesi che, in vista dell'uscita di questo nuovo capitolo, la casa giapponese potrebbe rendere disponibili i primi episodi anche sugli store di Microsoft e Sony, ma staremo a vedere.

    Splatterhouse Splatterhouse rappresenta il ritorno di un gioco che, nel bene e nel male, ha segnato una pagina importante del gaming dello scorso ventennio. I BottleRocket sembrano voler procedere senza scossoni, non cercando l’innovazione a tutti costi, limitandosi ad applicare tutte le buone idee che l’industria ha concepito negli ultimi anni. Potrebbe venirne fuori un buon gioco di genere, e non è detto che sia necessariamente un male.

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