Anteprima Super Robot Taisen OG Saga

One more

La saga di Super Robot Taisen (Super Robot Wars in occidente) ha da sempre fatto perno su due elementi consolidati: un gameplay estremamente classico, essendo i vari titoli che la compongo per la maggior parte strategici a turni (salvo qualche spin off che ha sfociato in soluzioni meno tradizionali, come un ottimo flipper sul Gameboy Color) e la presenza dei robot (o mecha nell’accezione più specifica del termine) delle più famose saghe d’animazione giapponesi. Titoli in cui si potevano comandare legioni di robot, dai più ai meno famosi, con esponenti quali il Super Mazinga e Mazinga Z (con tanto di Boss Robot, Venus ed Aphrodite a supporto), Getta Robot 1-2-3, svariati modelli di Gundam ed Eva, Daitarn III ed il carinissimo ma letale Fumoffu di Full Metal Panic.
Peccato che da noi di tutto questo sia arrivato poco o niente, risiedendo da sempre il problema nelle svariate licenze relative alle numerose serie coinvolte. A parziale sollievo dei giocatori occidentali Banpresto creò quindi una nuova serie, Super Robot Taisen Originals, con mecha nuovi e soprattutto con una proprietà intellettuale nativa e facilmente esportabile. Ciò che non cambiava era però il gameplay, ancora fedele agli stilemi della serie, con unità da muovere in ordine su di un campo di battaglia suddiviso in caselle.
Super Robot Taisen: OG Saga , invece, si presenta come uno spin off: via le griglie, via i turni, e largo alla struttura dinamica dell’action RPG (non per niente lo sviluppo è stato affidato ai ragazzi di Monolith, gente che di giochi di ruolo se ne intendono). Non solo: qui i mecha son da supporto, perdono la loro indiscussa centralità a favore dei protagonisti del gioco. Che sono tanti, ve lo anticipiamo.

Rock ‘n’ Roll Robot

“C’è questo tipo strano, vedrai ti piacerà”: il tipo in questione è Haken Browning.
Se il nome non vi fa sovvenire reminescenze western, beh, ve lo diciamo noi: Haken è un bounty hunter, e qualunque cosa abbia una taglia addosso è quindi per lui motivo di interesse. Armato di un fucile estremamente versatile e della sua pistola a canna lunga solca i cieli a bordo della sua nave, lo Zeit Krokodil, coadiuvato dal suo androide di fiducia (e con qualche problema di comunicazione), Aschen Brodel. Il come non ci è dato saperlo, ma le sue peripezie ad un certo punto intrecceranno quelle di altre affascinanti donzelle: Nanbu Kaguya, in pellegrinaggio per non si sa dove (ed armata in caso di evenienza con un un enorme spadone) e Suzuka Hime, principessa di una tribù demoniaca.
Questi alcuni dei personaggi originali creati da Banpresto per l’occasione, ma ce ne sono altri.
Reiji Arisu e Xiaomu, protagonisti del titolo crossover Namco X Capcom, impegnati nel loro lavoro di poliziotti del tempo, ma soprattutto KOS-MOS: la splendida androide di Xenosaga appare nei panni indossati in Xenosaga Episode III: Also Spracht Zarathustra.
“Ok, ma i robot?”, direte voi.

A secco?

Non sappiamo perché Banpresto abbia optato per una soluzione del genere (forse l'aumento del prezzo della benzina potrebbe essere un buon motivo: fare il pieno a colossi di tre metri dovrebbe essere assai dispendioso), ma l’utilizzo dei robot è limitato. Parrebbe che l'entrata in scena dei giganti d'acciaco corrisponda unicamente all'uso di alcune mosse speciali, che si aggiungono alle skill di base che ogni protagonista ha già in dotazione.
E già che ci siamo quindi parliamo del sistema di combattimento. Ognuno dei quattro personaggi del nostro party verrà comandato tramite sequenze di tasti: ad ogni pulsante corrisponderà un’azione, dando cosi la possibilità al giocatore di concatenare tremende e dolorose combo di colpi (nelle quali si potrà anche essere supportati dagli altri compagni). Un action particolare quindi, che implementa una soluzione di sicuro ostica all’inizio ma molto versatile e ricca di soddisfazioni sul lungo periodo, e che i fortunati che hanno già avuto modo di provare Namco X Capcom troveranno in qualche modo familiare.
Tecnicamente il gioco sembra all’altezza: le locazioni del gioco, attraverso le quali ci muoveremo inquadrati dalla classica veduta a tre quarti, sono colorate, varie, con degli sprite ben disegnati. Sprite che raggiungono dimensioni ragguardevoli (tanto che non sfigurerebbero in un picchiaduro dedicato) nella schermata di combattimento, inquadrata di profilo nella veduta tradizionale dei classici RPG di 16-bittiana memoria: animati ottimamente in un tripudio di effetti speciali sono una gioia per gli occhi per il giocatore romantico affezionato al 2D. Le sequenze di dialogo sono accompagnate da artwork di buona fattura, mentre l’uso delle mosse speciali in battaglia si esplica spesso attraverso sequenze animate (che non lesinano sul dettaglio delle "doti" delle protagoniste femmilini). Sul comparto audio non ci è dato dire molto: gli effetti sonori paiono ben fatti e vari, mentre sulla colonna sonora i esprimeremo in fase di recensione, cosi come sulla longevità, che però dovrebbe essere garantita sia dal grande cast di personaggi (che lascia intravedere una trama lunga e articolata), che dal genere stesso del titolo, tradizionalmente foriero di molte ore di gioco.