Anteprima Terminator Salvation The Videogame

Un altro Tie-In sotto copertura

Anteprima Terminator Salvation The Videogame
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Nonostante un passato non proprio roseo (almeno in ambito video ludico), il franchise Terminator riapproda sulle nostre console casalinghe. Il gioco uscirà praticamente in contemporanea con il blockbuster cinematografico Terminator: Salvation, nuovo capitolo della saga di John Connor, ed avrà pure lo stesso titolo del film. Siamo quindi in presenza del più classico e palese dei Tie-in. A lavorare spalla a spalla in questo progetto ci sono due Software house ormai esperte nei titoli su licenza: Halcyion Company (che ha realizzato il buon Chronicles of Riddick) e Grin, impegnata nella realizzazione di Wanted. Come accennato in precedenza il gioco riprende la trama del nuovo lungometraggio e ci proietta in un futuro apocalittico in cui la resistenza umana combatte la sua indomita battaglia contro le macchine ribelli. Indosseremo i panni di John Connor per tutta la durata della nostra avventura: avanzando per una Los Angels devastata e completamente irriconoscibile, scopriremo pian piano il nostro ruolo centrale nella resistenza contro le macchine assassine.

    Cover-to-Cover

    Salvation è uno sparatutto in terza persona con inquadratura a tre quarti alle spalle del protagonista, e la meccanica alla base del gameplay è il (forse troppo abusato) sistema di coperture. Ormai questo stile videoludico sembra caratterizzare la maggior parte degli action game, con un'influenza diretta e molto nitida che deriva dal pezzo da novanta della Epic Games (Gears Of War). In Terminator: Salvation per avanzare nel corso del livello dovremo quindi muoverci rapidamente tra una copertura e l’altra, sporgerci per sparare ai nemici, e poi tornare al riparo per proteggerci dal fuoco di risposta: insomma un “loop” di azioni ormai divenuto classico per i Third Person Shooter. Il sistema, come suo solito, rende il gioco molto spettacolare e ricco di azione, anche se il pericolo di trovarsi difronte ad un prodotto molto ripetitivo e lineare c’è sempre quando il gameplay cover-to-cover fa da padrone. Halcyon e Grin, nel corso delle interviste rilasciate durante la realizzazione del gioco, ci hanno tenuto molto a far emergere due concetti alla base del sistema: la presenza di un team al fianco al nostro eroe e lo sviluppo dell’azione a 360° attorno al giocatore. Partiamo proprio da quest’ultimo elemento: il primo sparatutto a rompere le barriere e a far si che il giocatore potesse esplorare ogni angolo dell’ambiente è stato Far Cry. Come ben ricorderete in Far Cry e nel suo seguito, il pericolo incombe da ogni lato. Voler implementare nel gameplay di Terminator un elemento del genere significa rendere meno statico l’impiego del sistema di ripari: dovremo sempre spostarci per trovare la copertura consona a salvarci la pelle. Non potremo quindi rimanere fermi e tranquilli dietro un masso, un’autovettura o un camion blindato, perché i nemici potrebbero giungere dalle spalle o dai fianchi. Questo di sicuro può contribuire a rendere l'azione meno statica, ed il gameplay più tattico e strategico di quanto si possa immaginare a prima vista. Secondo elemento del gameplay fatto emergere dagli sviluppatori è la presenza di un team accanto al protagonista. L'influenza del giocatore sul gruppo non sarà diretta (non si potranno, insomma, impartire comandi): la presenza del team è simile a quella in Killzone 2, in cui i compagni non ricevono ordini tattici ma si comportano in maniera consona all’azione che si sta svolgendo. La presenza del gruppo di soldati serve solo per calarci ulteriormente nell’azione e per creare un po’ di pathos all’interno dello sviluppo narrativo degli eventi. Confermata finalmente la presenza dei mezzi di trasporto da utilizzare nel corso del gioco: dovrebbero essere ben cinque veicoli diversi, ma non sappiamo nel dettaglio quali siano. Saranno presenti numerosi intermezzi in stile on-rail shooter: a bordo di corazzati e blindati potremo infliggere serie perdite alle forze nemiche. Neanche quest’ultima è una trovata innovativa, però rimane comunque un'ottima implementazione per ravvivare l’azione. In definitiva Terminator: Salvation non sembra introdurre nessun elemento di novità al genere classico degli sparatutto in terza persona, ma sa mutuare sapientemente elementi chiave di FPS e TPS per presentarli in un gameplay che poggia su solide basi. Di certo gli mancheranno la freschezza tipica delle nuove IP o la solidità artistica di titoli più blasonati, ma gli amanti del genere potrebbero trovarlo interessante.

    Una forte aura cinematografica

    E’ ancora molto presto per poter valutare organicamente il comparto tecnico di Terminator: Salvation. Si può discutere comunque sull'avanzamento dei lavori, e su alcune scelte “registiche”, dato che il titolo sembra essere avvolto da una forte aura cinematografica. Graficamente il gioco si presenta bene, buone texture, ottima illuminazione e interessanti effetti particellari soprattutto quelli provocati dalle varie deflagrazioni. Colpiscono molto i modelli poligonali dei nemici, le terribili macchine di SkyNet incutono davvero soggezione ed inoltre l’esoscheletro riflette magnificamente gli effetti di luce provocati dai laser e dalle esplosioni. Sembra garantita una buona varietà di nemici: oltre ai classici robot stile umanoide sono presenti alcuni volanti ed altri dalla forma aracnoidea. Anche i modelli poligonali degli umani sono ben curati e non sfigurano affatto.Le cut scene, infine, sembrano realizzate rispettando tutti i canoni registici del genere d’azione e, come detto in apertura del paragrafo, contribuiscono a dare un taglio fortemente cinematografico al gioco. Da quel poco visto fin’ora anche il level design sembra essere sviluppato con particolare impegno: la volontà di creare un ambiente esplorabile a 360° appare chiara quando vediamo le locazioni esterne, molto ampie e ricche di dettagli.

    Terminator Salvation The Videogame Da quanto è emerso fin’ora il titolo sembra essere di buona fattura e di discreto spessore tecnico. La trama si rifà a quella dell’omonimo film, da cui il videogame mutua anche una forte componente cinematografica che arricchisce la spettacolarità e l’azione complessiva. Le meccaniche del gameplay sono classiche ma abbastanza varie e collaudate, la giocabilità poggia sulle solide basi del genere degli sparatutto. A livello tecnico, senza sbilanciarci inutilmente, si può affermare che il gioco rispecchia le potenzialità di calcolo delle attuali console e promette di meravigliare proponendo ambienti di gioco molto ampi e un level design vario e ricco di elementi. Un tie in di buona qualità, insomma. Non certo rivelatorio (o salvifico, come farebbe supporre la titolazione), adeguato a soddisfare le aspettative dei fan (ma forse, proprio per la scarsa verve innovativa, solo di quelli).

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