The Last Guardian: l'evocativo gioco di Ueda inizia a svelarsi

La creatura del Team Ico inizia a svelarsi: nuove informazioni

The Last Guardian: l'evocativo gioco di Ueda inizia a svelarsi
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  • PS4
  • Un capolavoro annunciato

    All’indomani dell’annuncio ufficiale dello sviluppo di The Last Guardian, buona parte della comunità videoludica rimase letteralmente paralizzata. Storditi, imbambolati e in estasi, tutti coloro i quali ebbero la fortuna di godersi Ico e Shadow Of The Colossus iniziarono a fantasticare su ciò che il nuovo progetto del Team Ico gli avrebbe offerto. Da quel felice giorno ad oggi, tuttavia, le informazioni rilasciate intorno a The Last Guardian sono state pochissime. Lo stesso Fumito Ueda, game designer e direttore della software house, pur non negando mai una breve intervista è sempre stato restio a svelare troppo della sua creatura.
    Eppure, finalmente, siamo in grado di offrirvi una prima panoramica su quello che già da molti è stato bollato come un capolavoro annunciato. Del resto, se è vero che i viaggi migliori non si fanno mai da soli, il Team Ico ci ha messo a disposizione un compagno d'avventura bizzarro e unico.

    Poesia...

    Due, al momento, sono le caratteristiche principali sulle quali poggia saldamente e si erge maestosamente The Last Guardian.
    La prima è la poesia che ad ogni schermata investirà il videogiocatore con incredibile potenza. Del resto chi ha già avuto il piacere di giocare ai precedenti lavori del team lo saprà bene: non si tratta di alta definizione, né di pura potenza tecnologica. Qui si parla di atmosfera, di colori, di ambientazioni e personaggi quanto mai vivi e credibili. Ma dove in passato i meriti andavano ricercati in scelte estetiche piuttosto forti e coraggiose, oggi che lo “stile Ico” è ormai accettato e noto ai più, bisogna anche riconoscere la potenza dell’hardware della PS3.
    In una breve demo mostrata di recente, il bambino protagonista del titolo si muove in una sorta di maniero semi-abbandonato figlio dell’incontro degli stili più disparati: c’è un po’ del Medioevo europeo, una fetta d’oriente e persino una pensante spruzzata d’architettura azteca. E’ l’intrigante gioco di bassorilievi che decorano ogni superficie a darci la prima buona sensazione: è un luogo che ci parla di un costruttore che, chissà quando e perché, ha eretto questo castello con estrema cura per ogni dettaglio. Ma ciò che The Last Guardian ci comunica senza bisogno di parole non finisce certo qui. Farfalle si inseguono tra fili d’erba che crescono qua e là, in una stanza che denuncia i segni del tempo e dell’abbandono, pur mostrando ancora fieramente i segni della gloria che la eresse. Raggi di sole illuminano a chiazze il pavimento. E’ una luce molto più viva di quella di Ico, ma che al tempo stesso ne conserva la soave malinconia, diffondendo la nostalgia lontana di un posto sconosciuto.
    Ed è proprio qui che si ravvisa il primo sensibile cambiamento rispetto al passato: l’atmosfera appare più distesa, più gioiosa, più viva. Pura scelta stilistica? Forse, ma è più probabile che questa "animosità" sia dovuta all’ingombrante presenta di Trico. Dove l’innata tristezza di Yorda gettava una cappa oscura su tutto il castello, dove Agro rappresentava un compagno di viaggio piuttosto mansueto e poco intraprendente, la gigantesca creatura metà rapace, metà gatto e metà cane, sprizza vitalità da ogni poro. Nella demo mostrata all’inizio lo si doveva risvegliare da un profondo sonno, ma non appena ha aperto i suoi grandi occhi, la magia che permea ogni scenario di The Last Guardian è ulteriormente aumentata.
    Si torna allora a pensare alla potenza tecnologica della PS3, forse l’unica macchina in grado di dar vita ad animazioni tanto credibili e sinuose. Quando il giovane si avvicina a Trico, questi alza la mano automaticamente per accarezzarlo. Appare gracile e leggero mentre con passo spedito si muove all’interno della stanza in cerca di una via di fuga. Dal canto suo, la creatura gli rivolge solo qualche sguardo indifferente mentre, con estrema pesantezza e lentezza, si stiracchia e muove qualche passo giusto per svegliarsi un po’. Più che mai ogni movimento del duo ci restituisce l’idea di personaggi credibili, assolutamente non vincolati ad animazioni precalcolate e ben inseriti nell’ambiente in cui si muovono.
    Eppure, presi da questa poesia visiva, quasi ci siamo dimenticati che si tratta pur sempre di un videogioco. Sotto con l’enigma di turno, dunque: come si fa ad uscire da questa stanza?

    ...e gameplay

    Ueda lo rivelò diverso tempo fa, noi ci teniamo a ripeterlo per essere sicuri che tutti lo sappiano: Ico si fondava sulla protezione della fragile Yorda, mentre Shadow Of The Colossus sulla ricerca, scalata e sconfitta dei giganteschi Colossi. The Last Guardian incentra invece il gameplay attorno al concetto della cooperazione. Ecco allora la seconda caratteristica fondamentale del titolo: l’interazione e collaborazione tra il ragazzo e Trico.
    Come già lasciato intendere, la creatura non sarà un passivo alleato da guidare e a cui lanciare ordini che verranno eseguiti alla lettera. Ricorrendo anche in questo caso alla sconfinata potenza della PS3, gli sviluppatori hanno creato una serie di intricati algoritmi che condizioneranno in maniera dinamica e in tempo reale il comportamento di Trico nei vostri confronti. Ciò significa che, esattamente come accade con un animale reale, prima che si fiderà di voi e deciderà di aiutarvi spontaneamente, passerà del tempo. La demo è stata esplicativa, in questo senso, circa la diffidenza e indifferenza che può mostrare la creatura nei confronti del giovane. Per quanto preso con le buone, Trico ha deciso di seguirlo solo quando questo ha raccolto una botte che emetteva un particolare odore. Solo così il nostro è riuscito a muovere la bestia in modo che potesse arrampicarsi sulla sua schiena e raggiungere una piattaforma altrimenti irraggiungibile. Nelle fasi iniziali, insomma, sarà necessario ricorrere a diversi mezzucci per ottenere la collaborazione di Trico, ma progredendo nell’avventura questi vi prenderà in simpatia rendendosi via via più utile e fondamentale per superare i numerosi ostacoli che vi si pareranno di fronte. Cosa fare, ad esempio, contro le corazzatissime guardie che pattugliano il maniero? Il ragazzo, disarmato e fragile com’è, potrà esclusivamente nascondersi o scappare se scovato. Al contrario Trico potrà attaccarle direttamente.
    Ecco allora come viene automaticamente a delinearsi il gameplay dell’intera avventura, perennemente teso tra la risoluzione di enigmi, fasi stealth in cui fuggire dai nemici, brevi lotte condotte da Trico e costanti attenzioni per guadagnarsi la fiducia del bestiale alleato. Ueda, riguardo a quest’ultimo punto, è stato piuttosto chiaro: scordatevi una simulazione di cucciolo alla Nintendogs. Non dovrete curarvi né del suo aspetto, né del suo livello di fame, ma in più occasioni dovrete preoccuparvi che non si cacci nei guai e, perché no, di fargli sentire il vostro affetto con una tenera carezza.
    Naturalmente sono ancora numerosi gli elementi su cui sarà necessario fare luce, ma già da ora The Last Guardian pare possedere quella personalità e quell’efficacissima semplicità nelle meccaniche di gioco che resero grandi tanto Ico, quanto Shadow Of The Colossus.

    The Last Guardian Difficile pensare che The Last Guardian possa non essere l’ennesimo centro del Team Ico. L’idea alla base, così come l’artisticità del comparto grafico, paiono il solido frutto di una lunga gestazione. Purtroppo quanto mostrato è ancora troppo poco rispetto a quanto vorremmo sapere e vedere dell’ultima fatica di Ueda. Il titolo, almeno in Giappone, è previsto per la fine del 2011 anche se purtroppo, visti gli ultimi avvenimenti accaduti in Sol Levante, è quasi sicuro un ulteriore slittamento della release.

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