Anteprima Trauma Center: Second Opinion

A volte è la seconda opinione quella che conta...

Anteprima Trauma Center: Second Opinion
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Disponibile per
  • Wii
  • Second opinion

    Nintendo si è aperta da sola nuovi spazi nel mercato dei videogames, dapprima surclassando le rivali con una console portatile dall’insolito sistema di controllo, ed ora lanciando il Wii - dal sistema di controllo ancor più insolito -, con cui punta a (ri)vincere la guerra delle console.
    Entrambi i sistemi, sia pur con modalità differenti, nascono col comune intento di abbattere la “quarta parete” dei videogiochi, edificata sulla base della limitata interattività dei tradizionali sistemi di controllo, così da rendere sempre più realistica e coinvolgente l’esperienza videoludica.
    Non sorprende, dunque, che molti dei titoli pubblicati per Ds vedranno presto la luce anche per Wii; tra questi, Trauma Center: Second Opinion è forse quello che più si presta ad essere trasportato sulla nuova console, non solo per l’immediata connessione tra stilo e Wii-mote, ma soprattutto per mostrare alla comunità videoludica il realismo di un gameplay che, in una simulazione chirurgica, si prospetta estremo.

    Let’s begin!

    Prima di esaminare più da vicino il gioco, è opportuna una precisazione: Trauma Center: Second Opinion è stato definito dagli sviluppatori un “Wii make”. Non si tratterebbe, cioè, di un porting dell’omonimo titolo pubblicato per Ds, ma piuttosto di un remake dello stesso, munito per l’occasione di un nuovo motore grafico, oltre che di un gameplay rinnovato; la storyline invece è rimasta sostanzialmente immutata, anche se sono state aggiunte nuove operazioni giocabili con un secondo dottore, ed è stato appositamente modificato il capitolo finale.
    Si vestiranno, quindi, di nuovo i panni del Dr. Derek Stiles, chirurgo alle prime armi che deve misurarsi non solo con le difficoltà tecniche del suo mestiere, ma anche con la drammaticità del suo compito: salvare la vita dei pazienti.
    Uno degli aspetti che ha maggiormente colpito della precedente versione Under the Knife è stata proprio la maturità della trama, quasi romanzesca: i dialoghi, la colonna sonora, persino le espressioni dei personaggi rivelano una cura profonda della loro psicologia, specie del protagonista, le cui vicende sono narrate anche al di fuori della sala operatoria.
    Come nella versione per Ds, anche in quella per Wii la trama ha un unico filo conduttore - debellare il micidiale virus GUILT - , e si articola in vari capitoli che scandiscono la carriera professionale del protagonista.

    Il gameplay è il suo punto di forza

    Atlus è rimasta fedele alla logica che era alla base della giocabilità in Under the Knife, che però risulta notevolmente implementata dalle possibilità applicative del nuovo controller.
    Usando il Wii-mote ed il nunchuck assieme, il giocatore adopererà una dozzina di strumenti e più, tra cui il già noto bisturi, il miracoloso gel antibiotico, gli immancabili ago e filo e l’”inedito” defibrillatore; in particolare, la simulazione nell’utilizzo di quest’ultimo si prospetta molto divertente: bisognerà muovere in avanti i due controller per posizionare gli elettrodi sul petto del paziente, per poi liberare, quando il voltmetro arriva al giusto livello, premendo i tasti B e Z.
    L’utilizzo di molti strumenti risulterà più naturale di quanto non fosse giocando con lo stilo; ad esempio, per rimuovere un corpo estraneo con le pinze, si dovranno premere allo stesso tempo i tasti A e B, che si trovano rispettivamente sulla parte superiore e su quella posteriore del Wii-mote, imitando così il movimento di quando si pizzica usando quello strumento.
    Il realismo, inoltre, sarà considerevolmente aumentato dalle vibrazioni del controller, che proveranno la fermezza della nostra mano, quando, ad esempio, si inciderà col bisturi.
    Anche in questa versione sarà presente il tocco curativo, che verrà attivato disegnando una stella con il Wi-mote; gli sviluppatori, però, non hanno voluto sciupare la sorpresa, e si sono limitati ad annunciare che l’ healing touch non rallenterà il tempo, ma consentirà di “manipolare l’energia del corpo”.
    L’utilizzo del nunchuck, infine, è limitato alla selezione degli strumenti chirurgici; ad ogni direzione corrisponde uno strumento tra quelli rappresentati in basso sullo schermo, rendendo così più rapida la scelta degli stessi.

    Good job, Dr. Stiles!

    Ovviamente il gioco indossa una veste grafica completamente rinnovata, anche se nel character design, come nella riproduzione del corpo umano, è stato adoperato uno stile sobrio.
    I disegni dei personaggi, in stile manga, sono molto dettagliati e più “spigolosi” rispetto alla versione per Ds, e la loro fisionomia risulta algida. Gli sfondi sono ben realizzati e l’area di gioco è più grande che in Under the Knife.
    Gli organi, grazie al maggior numero di poligoni, sono realizzati in maniera più realistica e notevoli effetti particellari riescono efficacemente a dare la sensazione del loro movimento, oltre che del sangue che fuoriesce. A questo proposito, una precisazione: era nell’intento degli sviluppatori non peccare di eccessiva precisione nella riproduzione degli organi umani, così da non impressionare chi non ne sopporta la vista.

    Trauma Center: Second Opinion Trauma Center: Second Opinion sembra davvero un gioco nuovo, diverso dal suo predecessore pubblicato per Ds; l’aggiunta di missioni, così come le migliorie grafiche, lo caratterizzano a sufficienza. Ovvio che la novità più attesa è rappresentata dalla giocabilità, che si prospetta estremamente realistica e coinvolgente: il Wii-mote sembra fatto apposta per un titolo del genere, che sfrutta appieno molte delle sue potenzialità. Chi non ha ancora provato la simulazione chirurgica per la console portatile troverà molti spunti per avvicinarsi a questo videogioco, capace di offrire una longeva esperienza di gioco; quanti, invece, l’hanno già provata rimarranno positivamente colpiti da un titolo che è stato profondamente rinnovato grazie alle potenzialità della nuova console. Insomma, in certi casi è la seconda opinione quella che conta.

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