Watch Dogs: le nostre impressioni sul nuovo livello dell'E3 2013

Watchdogs si mostra all'E3 in un livello nuovo di zecca

Watch Dogs: le nostre impressioni sul nuovo livello dell'E3 2013
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Wii U
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Secondo giorno della kermesse losangelina tutta dedicata all'intrattenimento digitale, secondo giro di ruota per Watch Dogs, la nuova IP griffata Ubisoft Montreal in uscita il prossimo Novembre su PC e home console, comprese ovviamente PS4 e Xbox One. Dopo il coverage del mese scorso, questa nuova passeggiatina tra le strade di Chicago, nei panni di Aiden Pierce, ci ha sinceramente entusiasmato poiché -udite, udite- design e concept vanno oltre quanto ammirato fin qui su qualsiasi piattaforma. In buona sostanza, e con un bel sorriso stampato in faccia, possiamo affermare che una parte considerevole delle convenzioni del genere free roaming, cesellate da GTA e ampliate da meltin pot come la saga-gemella Assassin's Creed, vengono scompaginate, ripensate, gonfiate seguendo canoni davvero di una generazione diversa. Negoziate quindi una breve tregua col vostro scetticismo, nel caso, e godetevi un'opera che facciamo sinceramente fatica ad immaginare -intatta- sulle consoli attuali. Parentesi current gen a parte, Watch Dogs si presenta all'E3 2013 con due demo decisamente corpose, e splendidamente informative, confermandosi come l'IP che meno si adatta alla locuzione "cross generation".

    Se vi siete persi l'anteprima -e relativo speciale- che abbiamo pubblicato il mese scorso di ritorno da Parigi, ecco un agile bigino che può tornare utile nei momenti di maggiore fretta. In un futuro pericolosamente vicino, Chicago è una smart city a tutto tondo. Un unico sistema computerizzato tira avanti la carretta, gestendo in autonomia e perfettina precisione sistemi di sorveglianza, controllo del traffico, metropolitana, risorse elettriche. Potenzialmente, una manna per un virus fatto bene; verosimilmente, uno strumento fondamentale per poter monitorare ed influenzare le vite dei singoli abitanti, violandone la privacy ventiquattro ore su ventiquattro, prevedendo eventuali minacce ma soprattutto indirizzando modelli, interessi, consumi e stili di vita. Colpire la lobby che ne preserva il funzionamento è lo scopo del nostro avatar. Nonostante il riserbo di Ubisoft sia un bel cappio al collo dello storyline, sviscerato a spizzichi e bocconi dalla casa francese per rinfocolare fino all'ultimo l'interesse dei giocatori, ciò che sappiamo è che Aiden Pearce è un vigilante, un vendicatore, abbondantemente incacchiato per via di un lutto che con tutta probabilità ha devastato la sua famiglia. La sua è una spinta tutta vendicativa, un antieroe che ingloba molteplici spettri di un classico come il Cavaliere Oscuro, declinato però in una paranoia senza fine, nell'insensibilità verso gli altri e nella noncuranza nei confronti dei danni collaterali. Un protagonista quindi oscuramente sfaccettato e deliziosamente egoista, focalizzato su pesi personali che disequilibrano qualsiasi bilancia morale. Aiden può interfacciarsi con il network di cui sopra grazie al suo smartphone, che utilizza come veicolo per le sue straordinarie abilità di hacker. Fine del riassunto.
    Sostanziale, in Watch Dogs, è la funzione della città, che dismette il ruolo di mero protagonista narrativo e di hub situazionale per side e sub quest, per diventare strumento di offesa e difesa nelle accezione più ampie del termine. Un'arma. Veloce, estremamente rispondente e letale, laddove ben utilizzata. L'approccio con i dispositivi del grande fratello cittadino è di un semplicità disarmante. Basta un semplice tasto per accedere, in tempo reale, senza la necessità di scripting, alle infrastrutture più variegate. La città non è più quindi un orpello scenografico bensì fonte di prospettive e possibilità diverse, un albero da cui cogliere frutti più disparati a seconda delle diverse contingenze. Giochicchiare con i semafori mentre si ha alle calcagna la polizia; arginare la fuga in auto di un nemico azionando con macabro tempismo dei dissuasori stradali; saltare da una telecamera di sorveglianza all'altra, letteralmente inchiodate in qualsiasi angolo di Chicago, per avere una visione a 360° della situazione e poter agire di conseguenza. E questo non è che la base, il minimo sindacale per un'opera sfacciatamente ambiziosa, che gioca soprattutto sulla capacità dell'utente di adattarsi ed improvvisare, azionando strumenti diversi senza soluzione di continuità per venire a capo anche delle situazione più congestionate. La passività classica delle città viste nei free roaming moderni non esiste più: al suo posto, un playground vivo e pulsante come non mai, interconnesso e attivamente sfruttabile per creare effetti domino devastanti. A tutto ciò, si aggiunge una chicca di cui francamente non ci sono ancora stati svelati i limiti strutturali: l'interazione con gli NPC. Come mai visto prima d'ora, i personaggi non giocanti vengono promossi da meri pupazzi deambulanti, con alcune eccezioni legate alle side quest, a elementi ricreativi importanti e potenzialmente portatori di una moltitudine incalcolabile di missioni secondarie ed alcune non predeterminate, un concetto esplorato a suo tempo da Red Dead Redemption. Potremo quindi seguire un passante qualsiasi, magari perché potenzialmente "a rischio" secondo il ctOS, oppure perché ritenuto interessante per poter imbattersi in gradite sorprese. Durante la demo mostrateci a porte chiuse nello stand Ubisoft, ad esempio, gli sviluppatori hanno deciso di seguire una ragazza che poco dopo è stata vittima di violenza. A quel punto sta a noi decidere se intervenire, magari partendo all'inseguimento del delinquente, oppure girare i tacchi con nonchalance. Le potenzialità, sotto questo profilo, sono davvero incredibili ed aprono nuovi scenari per un intero genere. Di certo le limitazioni strutturali di un simile design non tarderanno a palesarsi: detto ciò, per ora è un passo in avanti quasi storico ed un sogno ad occhi aperti per chiunque sia minimamente interessato al genere. L'hacking però si spinge oltre. Via ctOS è possibile entrare negli smartphone, nei computer e quindi nelle case di perfetti sconosciuti, per carpirne i segreti oppure per rubarne i dati delle carte di credito. L'esempio portato qui in fiera è stato piuttosto eloquente: dopo la scansione di un intero palazzo, si è scelto di entrare nella rete wi-fi di un singolo appartamento. Ci siamo quindi ritrovati nel web-cam di un portatile, mentre una mamma era intenta ad accudire un poppante urlante. Anche qui, resta da capire quali siano in realtà le barriere architettoniche di una simile macrostruttura. Nel frattempo, è bello farsi cullare dai dolci sogni next gen.

    L'hackeraggio, per quanto immediato, deve però necessariamente passare dalla presa dei centri di controllo distrettuali di ctOS, un sistema mutuato da Far Cry 3 ed in parte dal già citato Assassin's Creed. Stazione ctOS: le guardie ci invitano ad alzare abbondantemente i tacchi, ed andarcene. Per aprire la porta della sala di controllo, poi, serve una password che non abbiamo manco a pagarla. Hackeriamo una telecamera di sorveglianza e scandagliamo le milizie presenti. Una di loro, oltre ad avere qualche problemuccio a casa, ha la chiave. Entriamo di soppiatto e decidiamo: approccio stealth, oppure massacro. La seconda che hai detto. La fasi blastatorie non si differenziano particolarmente dai cover shooter presenti sul mercato: a dare loro una marcia in più, è l'agilità di Aiden e la sua splendida interazione con l'ambiente di gioco, attraversabile con non meno fluidità di un qualsiasi capitolo della saga degli assassini. L'offerta sandbox ovviamente prevede anche l'utilizzo dei mezzi più disparati, come automobili e imbarcazioni, decisamente importanti quando si tratterà di eludere le forze dell'ordine. Guidata da ctOS e dalle sue migliaia di telecamere, la polizia non mancherà di giocare pesante, aumentando l'impegno in relazione alla nostra perseveranza nella fuga. Come in GTA, sulla mappa compaiono cerchi di dimensioni variabili da cui rifuggire per non incappare in dispiegamenti di forze preoccupanti. Grazie allo smartphone, tali inseguimenti acquistano un gusto tutto nuovo, grazie alla possibilità di fermare sul rosso i semafori, aprire box e cancelli, il tutto per speziare un po' di più la fase di evasione.
    Nella prima demo mostrata, c'è davvero tutto ciò che compone Watch Dogs. T-Bone ci chiama. E' bloccato. Merce che scotta è parcheggiata a casa sua. Fuori dalla porta, del movimento sospetto. Stanno entrando. Panico. Aiden, dopo un inseguimento schizoide della polizia, con tanto di elicottero, arriva sotto casa dell'amico. Basta un click, ed è già nella rete. Arriva dritto dritto nella web-cam del desktop di T-bone, e lo consiglia. Vedendo i movimenti dei nemici, così come li vedrà poi in strada, hackerando una telecamera posta in posizione sopraelevata, incentiva la fuga dell'amico.

    La seconda porzione di gioco mostrataci è servita per veicolare, almeno in parte, le potenzialità del multiplayer cross-platform. Tramite un'app scaricabile sul proprio tablet o dispositivo mobile, è possibile interagire tranquillamente con la partita di un amico. Ad esempio, aiutandolo quando è in difficoltà, magari intervenendo sulla corrente elettrica del settore, per poterne agevolare la fuga. Ovviamente, in una struttura "always connected" pensare di essere da soli, e al sicuro, è francamente utopico. Hacker possono quindi intervenire nella nostra partita, cercando di rubare dati o inserirsi nel nostro smartphone. Per non perdere preziose informazioni è dunque necessario tracciare e scovare l'intruso ed eventualmente eliminarlo. Vigendo però la classica regola del contrappasso, a nostra volta è possibile avvicinare l'infame per tentare di penetrare nel suo sistema. La procedura, piuttosto delicata, vista la necessità di non farsi scoprire, richiede tempo e la giusta dedizione. Non mancheranno poi altre modalità cooperative e competitive che Ubisoft si è riservata di svelare più avanti.
    In un complesso estremamente positivo , l'unica stonatura è rappresentata da una intelligenza artificiale dei nemici ancora acerba. Aiden Pearce, grazie alla combinazione di hacking, combattimenti e destrezza nella fuga, è sulla carta una macchina da guerra. Un fattore positivo ma che potrebbe alla lunga inficiare il bilanciamento del gioco. A questa altezza temporale, con un gioco in uscita a fine Novembre, non ci preoccupiamo però più di tanto. Altro componente che fa riflettere è la presenza della barra delle reputazione, che serve agli NPC per interfacciarsi con il protagonista, nel bene e nel male (ad esempio chiamando la polizia solo perché riconosce il nostro volto al telegiornale), ma non una struttura morale vera e propria, a nostro giudizio abbastanza ovvia pensando alla figura dell'antieroe medio.

    Watch Dogs su Playstation 4 è merce preziosa. Texture in alta definizione, effettistica come vento, pioggia e particellari decisamente al top, animazioni ed interazione ambientale assolutamente soddisfacenti. Ciò che realmente stupisce sono le routine dei personaggi non giocanti, dotati di una logica che miscela scripting ad elementi casuali; un stratificazione dell'esplorazione, in città e dentro le strutture mai sperimentato finora; ed infine un senso di libertà convogliato in una trama sicuramente affascinante ma che permette approcci ed una varietà imparagonabile ai free roaming attuali. L'opulenza di particolari, la modellazione delle macrostrutture e dei mezzi di trasporto, mitigano in parte la piccola delusione derivante dalla fisica dei mezzi stessi, che abbisognano di ulteriore lavoro per raggiungere la precisione ed il peso di quanto mostrato da GTA 5. Per il resto, il gioco è decisamente imparagonabile con qualsiasi esponente current gen.

    Watch Dogs Watch Dogs continua a stupire anche a Los Angeles. Il free roaming di Ubisoft Montreal persegue un suo personale percorso di svecchiamento del genere, con soluzioni ludiche ed una gestione degli NPC mai vista finora. Gli approcci sperimentali, divertentissimi e con pochissimi confini contingenti all’hacking aprono risvolti estremamente variegati, che fanno pensare ad una varietà di situazioni capace di cambiare di partita in partita. Di certo il tutto dovrà essere bilanciato e presto o tardi incapperemo in un qualche limite strutturale: per il resto, un capolavoro annunciato che si posiziona addirittura al di là delle nostre più rosee aspettative.

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