First look MySims

Testata la versione Wii

First look MySims
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • Wii
  • Pc
  • Dopo anni di accidiosa sonnolenza, la vena innovativa di EA riposa ora tra due guanciali morbidi morbidi, imbottiti tanto di soffice genialità quanto di inattesi contratti di esclusività.
    My Sims ne decreta il risveglio, portando dal mondo dei sogni design incantevoli che si sposano unicamente con le peculiarità delle piattaforme Nintendo.
    Immaginate una città. Soffermatevi sulle minuzie, apprezzatene le rifiniture, cesellatene i bordi sino a farla combaciare col vostro sentire. E popolatela. Con personaggi buffi, strampalati e fuori dai canoni comuni. Fantasticate su come vi comportereste, concentratevi sul tessuto di relazioni che desiderereste filare. Fatto? Bene. Adesso modellate e costruite tutto, a colpi di Wiimote.

    Robin Hunicke, Game Designer di Maxis, dischiude ad EveryEye le porte di una cittadina i cui confini sono interamente delineati della nostra creatività.

    My Sims promuove una filosofia peculiare, se non addirittura unica, improntata nel rendere reale l’immaginifico. Perché ogni edificio, ogni accessorio, ogni particolare che può essere pensato, può essere riprodotto su schermo tramite il Wiimote. Con una semplicità disarmante.
    Il punto di partenza è la schiera sconfinata di macro (cilindri, coni, cubi, sfere, parallelepipedi) e microelementi (finestre, balconi, feritoie, fioriere, tettoie, agenti ricoprenti, oggettistica varia, solo per citarne alcuni) gestibili dal giocatore; l’arrivo è l’assemblaggio ragionato di tali materiali. Selezionandoli e collocandoli tramite Remote; ruotandoli e modificandone le dimensioni via Nunchuk.
    Una libertà espressiva frenata solo dalla limitata estensione dell’area di edificazione e dall’armonia architettonica che, per esempio, una casa deve necessariamente possedere. Non è infatti ipotizzabile collocare la porta d’ingresso al secondo piano, né sul tetto, nondimeno è impossibile giustapporre ed incastrare componenti senza verificarne la coincidenza delle dimensioni. Dunque parafrasando digitalmente le meccaniche del mai troppo lodato Lego, ampliandone però le prospettive. Le planimetrie interne delle case infatti non rispecchiano pedissequamente le superfici esterne, presentandosi invece come dei veri e propri open space d’ampiezza variabile, da arredare secondo coscienza. O vagliando i gusti di quei Sims di cui si desidera l’insediamento in città. A titolo esemplificativo, l’interesse di un pizzaiolo per un locale senza forno a legna sarà piuttosto contenuto; di converso uno stereo i cui bassi intimidiscono il vicinato costituirà la vera attrattiva per un dj in cerca d’alloggio.
    Esistono sei tipologie di Sims offerenti un ventaglio di personalità piuttosto variegato: si spazia quindi dai Sims studiosi, a quelli golosi, passando per i festaioli, i sentimentali, gli introversi e i misteriosi. Ad ogni categoria è associato un numero oscillante di Sims (intorno ai venti), ognuno proprietario d’una specifica sottocaratterizzazione che si identifica in un crogiuolo di specifiche aspirazioni, desideri, necessità. Sta all’utente esaudirne le richieste. Od ignorarle. Con il rischio però di constatarne la dipartita, accompagnata (come per l’arrivo) dal fischio lontano del treno trascinato dal vento. In pratica, la felicità e la prosperità della cittadina si accomodano tra le mani del giocatore-demiurgo, diviso tra le proprie propensioni stilistiche e la voglia matta di uno dei Sims di un letto a forma di pipistrello. Color amaranto. O magari di una doccia che ricordi la sinistra livrea di un sarcofago.
    Il compimento delle task incrementa il grado di esperienza (star level) e nel contempo facilita l’accumularsi di un quantitativo sempre più sostanzioso di decorazioni e di materie prime con cui rifinire, implementare ed abbellire le proprie creazioni.
    L’accesso alle aree limitrofe è direttamente correlato con il livello di stelle raggiunto; nella build testata da EveryEye era presente solamente la già annunciata foresta, ricca di item nascosti (anche sottoterra, come i semi delle piante utili per rinfoltire la flora della città) e di grotte da sviscerare, ma è la stessa Designer di Maxis che ribadisce la presenza di un numero generoso di zone esplorabili.
    Massima libertà anche per ciò che concerne la customizzazione del proprio avatar: se si esclude la forma standard del viso, i personalismi sono innumerevoli (contemplanti anche il timbro della voce) e contribuiscono ad ottenere un look invero inimitabile oltre che mutabile in qualsiasi momento davanti allo specchio della propria abitazione.
    Vedovo d’una modalità online paragonabile a quella che campeggia in Animal Crossing di Nintendo, My Sims si accontenta, per ora, delle briciole: solo lo scambio di oggetti o materiali particolari sarà avallato dalla Wii Connection. Un peccato molto più che veniale.

    Il tratto grafico trasuda quella passione che solo una direzione artistica ispirata può garantire. Caratterizzati in modo superbo, i Sims prendono vita grazie ad un carnet di animazioni ilari e genuine, che riescono nell’intento di strappare più di un sorriso.
    Ottimo anche il design degli elementi con cui plasmare la propria città, intarsiati di minuscoli particolari che ne riflettono l’unicità. E che stimolano le emozioni quando si fantastica su come comporli.

    My Sims Fermo restando che la curva di interesse (diversificazione delle quest; varietà delle zone esplorabili) andrà poi giudicata quest’autunno in sede di review, ad ora è indubbio che My Sims fa della creatività, del girovagare e del collezionismo i propri vessilli. E divergendo in modo autentico dalla ripetitività delle serie a cui deve il nome, inietta quel pizzico di originalità che tanto piace ai giocatori di oggi. Una città irriproducibile, architettata senza condizionamenti derivanti dal gameplay, e, infine, popolata coi Sims che più ci aggradano: i nostri. Un potenziale capolavoro.

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