E' da molto tempo ormai che Gearbox ha in cantiere Alien Colonial Marines, sparatutto tattico che vedrà finalmente la luce nel febbraio del prossimo anno (mentre per la versione Wii U non c'è ancora alcuna data ufficiale). L'E3 2012 è stata senza dubbio un'opportunità importante per mostrare al grande pubblico i progressi raggiunti in questi duri mesi di lavorazione, soprattutto per quanto riguarda la modalità multiplayer. Il team di Everyeye.it è riuscito a partecipare ad una breve sessione di team deadmatch 6 VS 6, prendendo parte alla squadra dei marines coloniali, mentre i programmatori del gioco hanno impersonato un letale gruppo di xenomorfi agguerriti. Abituati (soprattutto negli ultimi anni) a fantascientifici sparatutto e futuristiche battaglie interplanetarie dove eravamo al corrente di tutto ciò che succedeva sul campo di battaglia, salta subito all'occhio la totale assenza di qualsivoglia indicatore e HUD in grado di agevolare la partita: un semplice radar -che indicherà la posizione nemica grazie al suono-, una pistola e un fucile automatico completo di lanciagranate sarà tutto quello su cui un marine in missione suicida nello spazio potrà contare. La scelta di spogliare la squadra "umana" di aiuti elettronici si rivela piuttosto azzeccata per un titolo che mira a ricreare con estrema cura l'ansia e la disperazione che provano i protagonisti della famosa pellicola per quasi tutta la sua durata. In Alien Colonial Marines più che in qualsiasi altro sparatutto online, dare supporto alla propria squadra sarà di fondamentale importanza per la sopravvivenza del gruppo. Gli xenomorfi sono agili, veloci, letali e silenziosi: difficile prevedere da dove sbucheranno e ancora più difficile sarà ucciderne uno. I proiettili a inizio partita non saranno tantissimi e occorrerà dosare bene la propria potenza di fuoco, assicurandosi al contempo di mirare bene il bersaglio. Anche le mappe del gioco sono locazioni fedelmente riprese dall'omonimo film: durante la prima partita il nostro team si è trovato in una base militare recentemente attaccata dagli alieni, con il compito di fare una breve ricognizione ed eventualmente annientare ogni forza ostile. A causa dell' impianto elettrico danneggiato e dei detriti sparsi un po' dappertutto, la morfologia ambientale è risultata molto varia, con buchi nei muri e nei soffitti che non lasciavano presagire nulla di buono e un'oscurità opprimente attraverso la quale abbiamo faticato a vedere. Il primo incontro con il nemico non è certo dei più rosei: lo xeno è sbucato a quattro zampe da un condotto dell'aria trafiggendo il torace di un marine con la sua cosa appuntita e mirando successivamente alla nostra giugulare. Una scarica di proiettili nel cranio e l'abbiamo visto soccombere a terra, mentre i suoi compagni, evidentemente avvertiti dal rumore degli spari, sono accorsi veloci sul luogo iniziando così uno scontro su larga scala.
“Escono dalle fottute pareti!”
Non ci sono ripari o coperture adatte ad evitare questo genere di attacchi corpo a corpo, la tattica migliore è restare uniti, cercando di controllare ogni zona sospetta. Comandando due fazioni così diverse tra loro -non solo per le dimensioni e la razza, ma per tutta una serie di abilità uniche- i giocatori dovranno possedere una profonda conoscenza dei punti deboli avversari per agognare alla vittoria. I marine coloniali sono equipaggiati con potenti armi da fuoco e grazie ad esse riescono ad essere quasi sempre letali dalla lunga distanza. In più, usufruendo delle giuste capacità organizzative, ognuno potrà coprire le spalle dell'altro, creando un vero e proprio scudo umano a 360 gradi. Gli Aliens invece godono di una visuale in terza persona, che tatticamente risulta molto vantaggiosa e migliora la percezione dell'ambiente di gioco. Possono arrampicarsi sui muri e intrufolarsi in spazi angusti, per nascondersi e compiere fatali attacchi a sorpresa. Possiedono inoltre uno spettro visivo che consente ai loro occhi di vedere al buio e disperdendo particolari feromoni riescono a scovare i nemici attraverso le pareti. Essi sono però costretti ad attaccare sempre da vicino -utilizzando principalmente artigli e coda- e l'eccessiva distanza dal nemico, unita ad una naturale debolezza fisica, può risultare mortale. Entrambe le fazioni presentano ovviamente numerose capacità sbloccabili che si potranno ottenere con l'esperienza o con il denaro ottenuto nella campagna principale; sfortunatamente nulla è stato ancora rivelato, anche se i programmatori hanno detto che saranno presenti delle classi specifiche con equipaggiamenti e abilità differenziate. Durante la nostra prova abbiamo assistito, ad esempio, ad una curiosa trasformazione di uno xenomorfo in una creatura gigantesca, velocissima e apparentemente immune ai danni leggeri. Si tratta del "Crusher", una particolare mutazione del normale alieno che si può ottenere raccogliendo uno dei tanti power-up disseminati per la mappa di gioco. Uno volta tramutatosi in Crusher, il giocatore diventa immediatamente più resistente ai danni e capace di infliggere colpi devastanti. Le sue dimensioni gli impediscono tuttavia di nascondersi agli occhi umani e può essere quindi un bersaglio facile per la squadra avversaria. Anche i marine potranno contare su numerosi bonus che spesso si trasformeranno in equipaggiamenti speciali o addirittura veicoli motorizzati: la gatling gun ad esempio sarà il corrispettivo del Crusher alieno e consentirà di godere di un rateo di fuoco inimmaginabile a scapito di una ridotta capacità di movimento. Gearbox ha annunciato che questi bonus non avranno una durata temporale, ma permarranno finché il fortunato giocatore resterà in vita.
Tecnicamente Alien Colonial Marines si attesta su buoni livelli e assicura una fluidità di movimento impeccabile, a cui si affianca una buona qualità generale delle textures. Lo spettro cromatico è volontariamente povero di colori, dove il blu scuro e il nero sovrastano qualsiasi tonalità più accesa, identificabile unicamente nei led dei fucili o nell'acido scaturito dalle ferite degli xenomorfi. Un particolare plauso va alle armi utilizzabili e al sonoro, ricreati (per la gioia di tutti i fan) seguendo esattamente gli schemi delle pellicole cinematografiche. Trattandosi di fucili e pistole potenziate il rinculo di ogni colpo ricadrà pesantemente sulla mira, rendendo ogni colpo sparato una speranza più che una certezza; ma in un contesto di gioco così particolare, questa feature non può che entusiasmare, finendo per far soffrire le stesse sensazioni dei soldati mandati a morire su LV-426. Come già accennato, fidarsi del proprio compagno e comunicare vocalmente ogni rumore o movimento dubbio, saranno comportamenti che aumenteranno sensibilmente la durata della vostra vita virtuale. Niente corse solitarie alla Call Of Duty, niente istant-kill all'arma bianca: i marine dello spazio sanno che l'unione fa la forza e su un pianeta sconosciuto e ostile è l'unico modo per restare vivi.
Alien Colonial Marines dà nuova linfa vitale a modalità multiplayer ormai fin troppo abusate. Con l’introduzione degli xenomorfi e delle loro uniche letali abilità, il giocatore della fazione opposta sa bene che il suo nemico non è umano e non conta più solo la bravura e la prontezza di riflessi. Bisognerà adottare in fretta nuovi meccanismi strategici, nuove tattiche vincenti per sperare in una vittoria. Gearbox è stata bravissima a presentare gli Aliens come creature aberranti e micidiali, i cui versi echeggianti nei corridoi di una stazione spaziale sono capaci di terrorizzare più di soldato. Creature in realtà deboli, ma così spaventose nell’aspetto e nei movimenti da risultare quasi invincibili. Manca ancora molto alla data d’uscita prevista, tempo durante il quale verranno sicuramente presentate alcune delle nuove modalità multiplayer studiate apposta per l’occasione, che durante la kermesse californiana sono state solo annunciate. Ma se Gearbox è stata capace di attuare una piccola rivoluzione in un semplice deathmatch a squadre, non possiamo che essere fiduciosi sul futuro del progetto, sperando che un’occasione così ghiotta non venga sprecata.