Provato Blacklight: Tango Down

Uno shooter classico, destinato al Digital Delivery e pensato per il multiplayer. Prima Prova

Provato Blacklight: Tango Down
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Non ci siamo avvicinati allo stand Ignition con le più grandi aspettative. Del resto, uno sparatutto online venduto a prezzo budget sui sistemi di distribuzione digitale non è solitamente un magnete chissà di quale portata. Tuttavia, pur non mostrando qualità indiscutibili, Blacklight Tango Down, il nuovo progetto di Zombie Studios (Saw: Il videogioco), è riuscito a divertirci. Accompagnati dal producer Jamie Firth, disponibile peraltro a sfidarci più di una volta, abbiamo messo le mani su una portentosa versione PC, dopo aver dato comunque un’occhiata anche al gioco su Xbox 360.

    Solita Roba? Sì, ma le armi...

    Chiunque sia leggermente avvezzo al genere degli sparatutto in prima persona non troverà difficoltà nel prendere confidenza con i comandi di Blacklight, che rispecchiano, in tutto per tutto, il tipico schema di controllo utilizzato da qualsiasi prodotto di questo genere. Oltre agli stick, adibiti al movimento del personaggio, ed ai pulsanti per l’attacco corpo a corpo, il fuoco primario ed il lancio di granate, vi sarà la possibilità di attivare uno speciale visore che, tramite un sistema di rivelazione elettromagnetica, permette di scorgere, anche dietro le costruzioni, il nemico in avvicinamento. Il setting scelto del gioco è infatti futuristico: un quarto di secolo avanti rispetto ai giorni nostri, una guerra nell’est-Europa. Durante la nostra prova abbiamo potuto affrontare due delle sette modalità previste dal gioco finale (delle quali alcune sono pensate per la cooperativa a quattro giocatori, contro avversari controllati dalla CPU). La prima è il classico deathmatch, dove unico scopo dei è quello di fare più uccisioni entro lo scadere del tempo. L’altra, ugualmente classica, divideva gli utenti in due squadre, il cui scopo è quello di controllare certi punti strategici sulla mappa, al fine di guadagnare punteggio per prevalere sul team opposto. Il gioco lascia pochi spazi, avrete capito, all’innovazione, e si presenta esattamente quindi come un normale sparatutto in prima persona dedicato esplicitamente al multiplayer.

    Escluso l’utilizzo del visore, che è comunque una peculirità abbastanza superficiale, le meccaniche di gioco non si distanziano affatto da quelle di un Modern Warfare qualsiasi. Interrogato in proposito, su quali sarebbero le reali innovazioni di Blacklight: Tango Down, il producer ci ha risposto semplicemente e con un sorriso: “Le armi”. Alla prova dei fatti, anche questo aspetto non dona alla produzione un profilo così innovativo e dinamico, ed infatti la scelta di proporre il titolo ad un prezzo budget e solo sul mercato digitale ci pare decisamente adeguata, tuttavia è impossibile non notare qualche spunto di game design abbastanza creativo. Il focus di questa produzione sarà quello di dare al giocatore la possibilità di personalizzare completamente l’arsenale a propria a disposizione. Si tratta, ovviamente, di modifiche che non influenzano solamente l’estetica, ma di una totale revisione meccanica dell’arma, che può cambiare per adattarsi alle nostre esigenze. Non ci è stata data grande dimostrazione durante la prova, ma quel poco ci è bastato per capire come funziona il meccanismo. Tramite un paio di accorgimenti, abbiamo trasformato un semplice fucile mitragliatore in una bocca da fuoco più sofisticata, dedicata agli attacchi di precisione con tanto di mirino laser. La suddivisione in otto classi dello stesso armamento permette di una tipologia di partenza, e poi di percorrere una delle molte ramificazioni. Il producer afferma che ad oggi è possibile comporre centinaia di combinazioni per ogni classe d’appartenenza. Una filosofia di questo genere permetterà a Blacklight di rendere le partite online movimentate ed imprevedibili, variando il bilanciamento del match ad ogni respawn. Visto che l’usita del prodotto è prevista probabilmente per il mese di Agosto, avremo presto occasione di testare con mano il sistema, per valutarne l’effettivo impatto nei vari game mode.

    Il comparto grafico fa il suo dovere. Trattandosi di un gioco pensato per il digital delivery, è impossibile chiedere una qualità al pari dei top title di questa generazione, ma le buone qualità dell’Unreal Engine 3 si fanno vedere. La resa globale è buona, gli effetti sono essenziali ed efficaci, così come le animazioni e la quantità poligonale di ambiente e personaggi. Ci sono anche delle elementari routine fisiche applicate all’oggettistica, che servono soprattutto per impreziosire la scena, senza influire sulle dinamiche di gioco. Le versioni PC e Console raggiungono risultati tecnici molto diversi e Tango Down, se giocato su un hardware abbastanza performante, supera senza problemi la resa visiva della versione per i due sistemi HD. Lo abbiamo comunque visto in azione su Xbox 360 e la differenza non compromette in nessun caso la godibilità dell’insieme.

    Blacklight: Tango Down Destinato al mercato digitale ad un prezzo decisamente competitivo (soli 15 dollari), e pensato unicamente per multiplayer online. Ovviamente il destino di Blacklight Tangodown sembra già scritto: si tratta di un prodotto che potrà irretire gli appassionati dell’online gaming, senza ingraziarsi le simpatie del grande pubblico. Per chi vive a pane e frag, tuttavia, il titolo degli Zombie Studios potrebbe avere una qualche attrattiva. Anche se l’adesione ai canoni classici degli shooter online è palese (dalle meccaniche ludiche all’impostazione delle modalità), la chiave di volta dell’intera produzione è rappresentata dalla completa personalizzazione estetica e funzionale delle armi, che dovrebbe permettere centinaia di combinazioni per ogni classe disponibile ed un continuo mutare del bilanciamento delle partite. Ne valuteremo le reali potenzialità di fronte al prodotto finale, la cui uscita è ormai imminente.

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