Provato Bulletstorm

Provato allo Showcase EA il multiplayer dello sparatutto più frenetico della scena

Provato Bulletstorm
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Oltre ai playtest degli inediti Fight Night: Champions e Need for Speed Shift 2 Unleashed, lo Shocase autunnale di EA è stata l'occasione per testare nuovamente l'intrepido Bulletstorm, First Person Shooter sviluppato dal team People Can Fly per conto di Epic Games. Già i primi incontri con questo titolo sopra le righe ci avevano lasciato positivamente impressionati, ma l'impatto con il Multiplayer è stato di quelli assolutamente sconvolgenti.
    Bulletstorm è infatti un titolo chiassoso ed esplosivo, una vera e propria iniezione d'adrenalina nel genere d'appartenenza. La componente multigiocatore esalta di fatto le specificità di un titolo che propone un'azione frenetica e ritmata, rinvigorendo lo spirito “old school” degli sparatutto “esagerati”, sul modello del mai dimenticato Quake.

    Anarchia

    Dimenticate le raffinatezze narrative, il comparto artistico delicato, una progressione blanda e pacata: Bulletstorm vi investirà più volentieri con la forza dirompente di un calcio nei denti. Tutto, nel titolo in uscita il prossimo Febbraio, è esagerazione allo stato puro: le scelte cromatiche accese, le armi dalla potenza di fuoco inenarrabile, le reazioni dei nemici ai colpi violenti sul grugno. Ed è proprio questo il bello di Bulletstorm: che riesce ad esaltare una violenza cinica e divertita, liberando al contempo la fantasia del videoplayer. Per chi si fosse perso i nostri precedenti articoli, sarà bene ricordare i tratti peculiari del gameplay. In Bulletstorm, quello che conta non è l'uccisione, la singola “kill”, ma l'estro creativo dei sadici giocatori, che possono divertirsi a devastare il nemico nei modi più spettacolari e cruenti. A disposizione dell'utente, oltre ad un set nutrito di armi, degli stivali chiodati ed una sorta di frusta energetica. Con i primi è possibile calciare gli avversari, eventualmente mentre si esegue una dinamica scivolata per ridurre la distanza dal nemico, mentre con la frusta si possono agganciare i nemici per tirarli a se. In entrambi i casi, i malcapitati si troveranno a fluttuare nell'aria, intrappolati in una bolla di stasi che ne rallenterà la parabola. Potremo così crivellarli di colpi, farli rimbalzare ancora ed ancora, dirigerli a calcioni contro le acuminate pareti degli scenari. Oppure, potremo esagerare ancora di più. Sollevare in aria un gruppo di nemici assieme ad un barile esplosivo e poi far partire i “fuochi d'artificio”. Ogni uccisione (aerea, ambientale, esplosiva) è contrassegnata da un nome preciso, che compare assieme alle tonnellate di punti che si accumulano con le Kill più insolite. Se questo espediente funziona alla grane, nel single player, per vivacizzare la progressione, online diventa il cardine di un'esperienza di gioco davvero unica.
    Nel corso dello Shocwcase londinese abbiamo potuto provare la modalità Anarchy, modellata sullo stile delle “Orde” di Gears of War. Con la differenza che stavolta, non è la sopravvivenza lo scopo finale, ma l'accumulo di punti. Ogni ondata di avversari, per essere superata con successo, richiede il raggiungimento di una soglia precisa, che i quattro giocatori dovranno impegnarsi a toccare esibendosi in Kill multiple e fuori dagli schemi. La squadra deve insomma lavorare in maniera coordinata e dimostrare un certo affiatamento. Ma il singolo giocatore non deve mai dimenticare l'orgoglio dell'azione personale: tirare su i compagni nei momenti di difficoltà, o accumulare le kill necessarie per entrare in Rage Mode (un breve periodo di tempo nel quale ogni calcio ben assestato produrrà un'istantanea esplosione di viscere), significa di fatto accumulare punteggio non solo per il team, ma anche per la gloria. Alla fine di ogni orda, una classifica decreta infatti il migliore in campo. Si viene a creare così uno strano ibrida fra cooperazione e competizione, assolutamente magnetico ed in grado di divertire senza sosta per lunghe sessioni di gioco.
    Il ritmo della modalità Chaos è serrato e inesauribile: non c'è un traguardo da raggiungere, non c'è il Game Over: quando si fallisce un'ondata, si può proseguire indisturbati, e cercare di lavare l'onta della sconfitta con quella successiva. Dopo ogni “carica”, inoltre, i giocatori possono utilizzare i punti accumulati per potenziare il proprio armamentario, connettendosi a delle capsule nelle brevi pause fra un assalto e l'altro. Si potrò così aumentare l'efficacia delle bocche da fuoco, la difesa della corazza o la mobilità del personaggio. Ma anche acquistare munizioni per le armi secondarie (lanciagranate o lanciarazzi che siano), o “cariche” per la frusta. Grazie a queste ultime, sbattendo a terra l'estremità del gancio laser, si solleveranno in aria nutriti gruppi di avversari, per organizzare macabre piogge di sangue che garantiscono notevoli incentivi al moltiplicatore punteggio.
    Esemplare poi l'idea di far comparire, di tanto in tanto, assatanati nemici sulla cui testa campeggia il nome di una Kill particolare. Per guadagnare il bonus punteggio non solo il nemico andrà fatto fuori nel modo indicato, ma l'uccisione dovrà essere effettuata in coppia. Dopo qualche tempo si memorizzano i nomi delle brutalità più eccessive, e diventa dunque divertente spingere a calci l'avversario contro un compagno pronto a fargli un buco in pancia, o ancora smembrarlo agganciandolo contemporaneamente con due fruste e tirando in direzioni opposte.
    Il multiplayer cooperativo di Bulletstorm, insomma, sembra davvero inesauribile. E persino la conformazione delle mappe e la dislocazione degli spawn point è apparsa ben calcolata per offrire un'esperienza sempre vivace, sempre serrata.

    Nel corso dell'evento è stata presentata anche un'altra modalità. “Echo” è una sorta di Time Attack in cui gli utenti tornano nelle locazioni dell'avventura principale, per “liberarle” entro un certo limite di tempo. Una volta terminata la Main Quest, insomma, la ricerca dell'Hi-Score sarà uno stimolo non indifferente a tornare spesso a divertirsi con Bulletstorm. Anche perchè il numero praticamente inesauribile di uccisioni rende di fatto ogni partita diversa e creativa.

    Kick Ass

    Dal punto di vista tecnico, torniamo a segnalare le ottime prestazione dell'Unreal Engine 3. I difetti sono quelli storici del motore proprietario di Epic, come una scarsa interattività dei fondali ed una gestione delle riflessioni a volte eccessiva. Tuttavia Bulletstorm gode al contempo di un'ottima profondità dell'orizzonte ed un tripudio di mappe superficiali. Anche se la texturizzazione non raggiunge i livelli, più che buoni, del Single Player, l'online mode del titolo People Can fly si difende insomma anche dal punto di vista grafico. Soprattutto per i meriti di una direzione artistica esagerata come gli altri aspetti del gioco. Molti utenti potranno lamentarsi che in effetti, fra panorami caustici e nemici un po' stereotipati, quello di Bullestorm non è un look molto elegante. Ma il prodotto in questione ha poco da spartire con le raffinatezze di una Next Gen che pare aver dimenticato il “nocciolo della questione”: nell'esplicita esaltazione di scorci brulli e cromatismi accesi si legge la volontà di concentrarsi soprattutto sull'esplosività del gameplay.
    A livello di ottimizzazione si registrano, in qualche caso neppure troppo sporadico, rallentamenti evidenti, dovuti all'abbondanza di elementi sullo schermo. Siamo fiduciosi comunque sulla possibilità che il team di sviluppo, nei mesi che ci separano dall'uscita, ponga rimedio all'inconveniente.

    Bulletstorm Bulletstorm è un titolo da tenere d'occhio. Senza alcun dubbio, una delle migliori offerte di Electronic Arts per l'anno venturo, che non ha niente da invidiare a produzioni più blasonate ma magari arroccate su canoni ludici sedimentati e stantii. Bulletstorm è esplosivo, è dinamico, è frenetico all'inverosimile. Dopo aver dimostrato la sua bontà nella modalità avventura, il Multiplayer arriva ad ingolosire gli amanti di un'azione serrata e votata all'esagerazione. Il culto dell'Hi-Score, la velocità, il cinico sadismo delle uccisioni più creative, sono tutti elementi che rinvigoriscono il cuore ludico di un genere che sembrava aver perso le sue caratteristiche primarie. Bulletstorm può essere davvero la rinascita degli sparatutto duri e crudi.

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