Provato Call of Juarez: Bound in Blood

Provato: Il West più selvaggio di sempre

Provato Call of Juarez: Bound in Blood
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • A distanza di quasi due anni dall’uscita di Call Of Juarez, Ubisoft e Techland propongono un interessante seguito della saga western che ha appassionato tutti gli amanti degli sparatutto in soggettiva. Ancora una volta saremo alle prese con sparatorie mozzafiato e duelli all’ultimo sangue nel centro cittadino, ancora una volta ci avventureremo nel selvaggio west con le nostre fide sei colpi e la nostra mira infallibile. L’ambientazione di gioco di questo nuovo capitolo è come sempre affascinante e ricca di appeal: attraverseremo campi di battaglia della guerra di secessione, città piene di banditi e malviventi, gole profonde ed insidiose e percorsi desertici dal panorama mozzafiato. Insomma il selvaggio west torna prepotentemente sulle nostre console e PC, non ci resta che indossare il cinturone, sellare il nostro cavallo e partire per l’avventura.

    Il duro passato del Reverendo Ray

    Uno dei protagonisti del primo episodio di COJ era il reverendo Ray; in questo nuovo capitolo vivremo invece il sanguinoso cammino della sua “ascesa pastorale”. Bound in Blood è quindi un prequel, in cui verrà mesa sulla scena la giovinezza dissennata di Ray e del fratello Thomas. Inizieremo impersonando i due sul campo di battaglia della guerra di secessione americana, ma ben presto i nostri (anti)eroi diventeranno disertori per salvare la propria famiglia, e successivamente si daranno alla macchia per sfuggire alla sete di vendetta dei gerarchi sudisti. Dopo le vicende piuttosto intense a cui assistiamo nelle prime fasi di gioco la trama assume il suo assetto definitivo: rispunta fuori l’antico tesoro di Juarez, ed i protagonisti si dedicheranno anima e corpo alla conquista dell’oro. L’esperienza della guerra ha senz’altro cambiato i fratelli: ora vivono entrambi senza regole, senza morale e seminando panico e morte. Nel corso dell’avventura ci verrà proposta quindi la controversa “redenzione” del reverendo Ray, pentito di tutti i suoi delitti giovanili. La sceneggiatura è di buon livello, anche se spesso presenta alti e bassi significativi: buone le battute in game durante il gioco e alcune frasi veloci lanciate tra una pallottola e l’altra, invece un po’ prolissi e ripetitivi i dialoghi nelle sezioni di intermezzo. La buona trama e l’ambientazione western, sempre affascinante e caratteristica, rappresentano uno sfondo perfetto per un'avventura cruda e violenta.

    Una sei colpi, un lazo e tanta dinamite

    La vita nel far west non era di certo facile per chi non sapeva usare una pistola; per fortuna i nostri due fratelli, armati di una colt, riescono pure a condurre una mandria al pascolo. Il gameplay di COJ Bound in Blood riprende i punti cardine e gli elementi introdotti nell’episodio precedente della saga. Ancora una volta siamo di fronte ad un classico First Person Shooter, che non mira certo a scardinare la logica di genere, ed anzi appare piuttosto standardizzato nell'impostazione. Per ravvivare e per rendere più varia l’esperienza di gioco i programmatori di Techland sono ricorsi ad un espediente molto funzionale e d’impatto: all’inizio di ogni capitolo potremo scegliere con chi dei due fratelli affrontare la sezione di gioco, e questo influenzerà parecchio l’approccio all’avventura. Thomas e Ray sono profondamente diversi uno dall’altro: Ray è più resistente, più alto e massiccio, può sparare anche impugnando due pistole e usa volentieri la dinamite. Thomas è invece più esile e scattante del fratello, e la sua specialità non è la forza bruta ma l’agilità: sa infatti usare il lazzo, con cui potrà arrampicarsi in posti altrimenti irraggiungibili, ed usa i coltelli per uccidere silenziosamente i nemici. Grazie a queste differenze di fondo tra i personaggi selezionabili aumenta il replay value del gioco e soprattutto l’esperienza si fa più varia ed intrigante. Quelle appena enunciate non sono però le uniche differenze tra i due fratelli; essi hanno infatti anche diverse “abilità di concentrazione”. Per ogni uccisione vedremo che in alto a destra nell’hud di gioco si caricherà un indicatore a forma di tamburo di pistola, che una volta riempito concederà al protagonista un minuto di tempo per utilizzare la modalità concentrazione. Questa speciale abilità rallenterà il tempo in pieno stile “bullet time”, e saremo in grado di eseguire azioni ad una velocità sovrumana. Potremo quindi uccidere diversi nemici contemporaneamente. Quando ci concentriamo con Ray dovremo muovere con l’analogico destro il mirino fino ad inquadrare i punti vitali dei nemici: al termine della fase di concentrazione, tanti più ne avremo inquadrati, tanti più proiettili sparerà il futuro reverendo, facendo cadere intere schiere di avversari, in uno sfoggio di rabbia selvaggia. Quando invece useremo la concentrazione con Thomas dovremo tenere premuto il grilletto destro e muovere l’analogico destro verso il basso, come se stessimo sfiorando il cane di una pistola: la mira sarà automatica e noi non dovremo far altro che sparare velocemente a tempo, saremo quindi rapidissimi e letali. E’ presente anche una modalità di concentrazione comune ad entrambi i protagonisti, in cui due mirini descriveranno traiettorie semicircolari partendo dai lati dello schermo, per incontrarsi sul cuore degli avversari (ovviamente l'utente dovrà far fuoco al momento giusto). Quest’ultima modalità è apparsa molto meno immediata e soprattutto notevolmente imprecisa rispetto alle altre precedentemente esaminate, auspichiamo che i programmatori si adoperino per migliorare anche questa modalità di concentrazione.
    Al di là dell'azione di gioco principale, inframezzata dai poteri speciali o variegata dalle abilità esplorative dei protagonisti, il vero aspetto clou del gioco sono senz’altro i duelli all’ultimo sangue, e la loro realizzazione è davvero impeccabile e mozzafiato! Durante i duelli la telecamera si sposterà all’altezza del cinturone del nostro personaggio: con l’analogico destro muoveremo la mano vicina alla pistola, e con l’analogico sinistro faremo muovere in cerchio il nostro pistolero: quando suonerà una campana dovremo estrarre rapidamente per sorprendere il nemico. Le sezioni di duello sono davvero d’atmosfera e terribilmente esaltanti.
    Altri espedienti sono utilizzati per ravvivare il ritmo e la progressione, anche se non tutti appaiono efficaci. Nel corso dell'avventura, ad esempio, dovremo far fuoco anche utilizzando postazioni fisse di mitragliatrici e di cannoni, in spezzoni ludici dal concept forse un poco troppo antico, ammorbate anche da un sistema di puntamento che nei frangenti citati non è certo impeccabile.
    In ogni caso, per aggiungere altra carne al fuoco e rendere il pacchetto ludico più completo possibile, il team ha inserito anche varie armerie, in cui potremo acquistare nuove bocche da fuoco utilizzando i dollari lasciati dai nemici caduti. A tal proposito rileviamo una buona varietà di armi: si va dalle classiche colt fino alle carabine, toccando ovviamente anche gli immancabili fucili a canne mozze. Durante l’acquisto è fondamentale tenere d’occhio anche la condizione e l’utilizzo dell’arma.
    Il gioco dà, anche, una notevole importanza all’aspetto esplorativo: avventurarsi nei livelli ci fornirà la possibilità di rintracciare particolari oggetti segreti che ci sveleranno il passato della famiglia McCalls e introdurranno nuovi ed interessanti elementi nel background dei personaggi. Per finire ci è sembrata molto ben curata tutta la sezione riguardante le statistiche: potremo sempre e costantemente controllare la nostra precisione di tiro, i colpi alla testa, i segreti scoperti, le armi acquistate, i soldi raccolti.

    In definitiva il gameplay di Bound of Blood non aggiunge certo elementi inediti o innovativi nel panorama dei First Person Shooter, ma di sicuro presenta solide ed efficaci basi che appassioneranno i tanti amanti del genere. L’azione è sempre viva, i nemici da uccidere sono tantissimi e raramente ci sono momenti morti nel corso della nostra avventura. COJ è, insomma, un gioco adrenalinico e molto divertente. Sfortunatamente ci sono un paio di aspetti con non ci hanno convinto del tutto durante la prova: il concept delle sezioni in cui si spara da postazioni fisse, la modalità concentrazione comune ad entrambi i protagonisti, ed in generale qualche inciampo del sistema di puntamento sono difetti veniali che possono essere aggiustati nelle ultime fasi dello sviluppo.

    Facciamo saltare tutto in aria

    In via del tutto preliminare e non definitiva possiamo dire che il comparto grafico di questo ultimo titolo Ubisoft è davvero di buona fattura. Addirittura sorprendenti le texture, davvero molto dettagliate e curate, che contribuiscono a creare un magnifico e suggestivo scenario di gioco. I modelli poligonali sono senz’altro di buona fattura, ma purtroppo l'ampio riuso che se ne fa durante le fasi d'azione limita fortemente il coinvolgimento.
    Davvero molto convincenti gli effetti particellari: le esplosioni sono ricreate alla perfezione e sono davvero molto spettacolari. Un aspetto invece che va ancora migliorato è quello delle animazioni, alle volte davvero troppo legnose, specialmente durante le cut-scene realizzate con la grafica in-game; in queste sequenze le animazioni dei volti dei personaggi appaiono davvero scialbe e poco curate, alle volte anche ridicole. Sono stati rilevati anche altri difetti come problemi di sincronia verticale e di compenetrazione poligonale, anche se questi ultimi sono probabilmente dovuti al codice in nostro possesso, ancora un po’ rozzo rispetto a quella che sarà la versione finale. A livello fisico il gioco non sorprende particolarmente: l'engine fa il suo lavoro e dà il suo meglio durante le esplosioni, ma l’interazione ambientale è limitata solo a pochi elementi, anche se il sistema di collisioni è di buona fattura. Alti e bassi anche nel sonoro: ad un'ottima selezione di tracce non si accompagna un utilizzo efficace delle stesse. Se nel corso delle cut scene la soundtrack riesce a galvanizzare l'utente, nelle fasi di gioco marcette militaresche compongono un sostrato acustico un poco tedioso e monotono. Buoni però gli effetti in game, semplicemente pessimo il doppiaggio in italiano. In definitiva, a livello tecnico il lavoro di Techland sembra aver comunque dato i suoi frutti: Bound Of Blood appare un gioco ben realizzato e ben sviluppato. E' presente ancora qualche difetto probabilmente dovuto allo stato di avanzamento del codice da noi esaminato, ma limando le varie imprecisioni grafiche Ubisoft potrebbe avere tra le mani un titolo tecnicamente di tutto rispetto. Del resto, l'azienda ha settato, con Assassin's Creed e Prince of Persia, gli standard qualitativi per lo sviluppo multipiattaforma.

    Call of Juarez: Bound in Blood Duelli all’ultimo sangue, sparatorie, inseguimenti e fughe a bordo di una diligenza, assalto alle miniere, corse a cavallo, combattimenti in riva ad un fiume e ancora colt, pistole a sei colpi, fucili a canne mozze. L'ambientazione western è una delle più interessanti di sempre, e fra le meno sfruttate in ambito videoludico. Techland sembra averne ripreso tutti i clichè, per regalarci un prodotto ricco e vario. Bound of Blood ci immerge nella pericolosa vita di frontiera e ci fa impersonare due disertori dell’esercito a caccia di un tesoro leggendario: la trama di buon livello ci accompagna in un’avventura di prim’ordine, che di sicuro rappresenterà una grande fonte di divertimento per gli amanti del lontano ovest! A livello di gameplay il titolo non fa passi in avanti da gigante rispetto al predecessore, ma riesce comunque a migliorare qualche particolare e presenta una buona varietà dell’esperienza di gioco. La nostra avventura sarà sempre sopra le linee, adrenalinica e concitata; ovviamente la premessa fondamentale per godere del prodotto è di essere amanti degli FPS, perché l’esperienza di gioco non offre molte varianti originali alla struttura tipica degli sparattutto. In ogni caso, anche dal punto di vista tecnico c’è ancora qualche angolo da smussare, se i programmatori in questi ultimi mesi si daranno da fare, il secondo Call of Juarez sarà un titolo di richiamo.

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