Provato Castlevania Lords of Shadow Mirror of Fate

Everyeye va a fondo delle prime tre ore di gioco: i personaggi giocabili, l'ambientazione e il backtracking

Provato Castlevania Lords of Shadow Mirror of Fate
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  • 3DS
  • L'ottima performance di Castlevania Lords of Shadow ha convinto Konami ad affidare il destino della ventennale saga vampiresca sempre più ai ragazzi di Mercury Steam. Un vero stravolgimento se contiamo che fino ad ora qualsiasi episodio, sia esso bidimensionale o tridimensionale, platform o metroidvania, capitolo principale o spin off, è sempre stato realizzato in Giappone. Il cambio di software house ha portato a un reboot narrativo, a cominciare da una nuova linea dinastica della famiglia Belmont, coinciso con un'atmosfera più cupa e un gameplay più vicino agli action che agli adventure. Lords of Shadow ha proposto più combattimenti che fasi esplorative e con nostra somma sorpresa il prossimo capitolo portatile Castlevania Lords of Shadow Mirror of Fate, in uscita su Nintendo 3DS l'8 Marzo, seguirà grossomodo questa strada nonostante la visuale laterale.
    Quando abbiamo concluso la versione preview della durata di circa 3 ore ci siamo accorti di non aver giocato un erede del labirintico Symphony of the Night, bensì qualcosa di diverso. Nuovo per certi versi. Se volete sapere di più di uno dei Castlevania più inusuali dell'ultimi anni non vi resta che proseguire nella lettura del nostro hands on!

    I Belmont e il castello di Dracula

    Castlevania Lords of Shadow Mirror of Fate fa da raccordo tra gli eventi di Lords of Shadow in cui Gabriel Belmont assumeva l'identità di Dracula e quelli del futuro Lords of Shadow 2 in cui il succitato signore dei vampiri scatena una guerra contro la Confraternita della Luce. L'episodio per Nintendo 3DS si ambienta circa 25 anni dopo Lords of Shadow, seguendo da vicino gli eredi di Gabriel ovvero il figlio Trevor, il nipote Simon e l'altro figlio (di fattezze vampiresche) Alucard.
    Dopo un breve prologo nei panni di Gabriel, infatti, il giocatore impersonerà il giovane Simon Belmont per le prime tre ore di gioco. Ha un aspetto barbaro avendo trascorso gli anni migliori della sua vita sulle montagne, per vendicarsi della morte dei genitori per mano di Dracula egli si incamminerà verso il castello vampiresco. Da questo momento e per il successivo paio d'ore il cammino di Simon è alquanto lineare: egli partirà dal Villaggio Maledetto alle sue pendici, quindi si inoltrerà nelle grotte sottostanti dove scrosci d'acqua acida cadono dal soffitto, accederà all'atrio d'ingresso, esplorerà le cucine, la biblioteca, il teatro e farà una sortita anche nelle prigioni.
    Gran parte della nostra sessione di prova si è focalizzata sui combattimenti (due mid-boss e un boss finale) e sull'acquisizione di potenziamenti quali le armi secondarie (ogni personaggio ne ha due) e le magie (evocazioni dello spirito protettivo della madre e di quello guerriero del padre). Per superare un passaggio particolarmente ostico in cui un uccellaccio ci attaccava dall'alto, siamo dovuti scendere fin nelle segrete del castello ed acquisire l'evocazione paterna la cui abilità è sparare frecce. Abbiamo così potuto assaporare una spolveratina di backtracking, per quanto fortemente attenuato: Castelvania Lords of Shadow Mirror of Fate, infatti, non incentiva affatto l'esplorazione come nei capitoli post-Symphony of the Night dal momento che essa è puramente accessoria. Inizialmente le diramazioni all'interno del castello sono sparute e mentre una via consente di accedere linearmente ad altre stanze, l'altra si risolve solitamente in una piccola cripta all'interno della quale si trova una pergamena scritta da un avventuriero ormai passato a miglior vita, schede bestiario, ricariche dell'energia vitale o della riserva magica. La mappa nello schermo inferiore non fa mistero nello svelare tali obiettivi secondari con un punto di domanda, né indicare sempre e comunque con una freccia rossa la direzione da seguire per avanzare nella trama di gioco.
    Scordatevi appunti presi su foglietti, mappe scarabocchiate e ore di infinito girovagare, Mirror of Fate almeno nelle prime ore in compagnia di Simon Belmont avrà ben poco di tutto questo. Non è un mistero, infatti, che Dave Cox e Mercury Steam abbiano impostato Mirror of Fate come una naturale evoluzione di Castlevania III: Dracula's Curse, anno domini 1989, console di pubblicazione NES.

    Ancora sul backtracking...

    Dopo un paio d'ore di gioco, Simon entra in possesso di una croce retrattile che funge da rampino. In questo modo può ritornare sui propri passi e aggrapparsi ad oggetti che penzolano dal soffitto per aprire porte e cancelli che sbloccano dei collegamenti tra le diverse aree del castello. Al tempo stesso incontra anche i primi teletrasporti con cui può ritornare in anfratti precedentemente visitati in un batter d'ali.
    Il nostro desiderio è che queste due possibilità siano meglio implementate con gli altri personaggi giocabili: d'altra parte la successiva sezione di Trevor Belmont (con cui avevamo giocato alla Gamescom) riparte nuovamente dal Villaggio Maledetto e accede al castello da un entrata differente avendo già il rampino dalla sua.

    L'anima di Lords of Shadow

    Il ritorno ad un Castlevania bidimensionale nel gameplay non pregiudica affatto l'estetica e le atmosfere viste in Lords of Shadow. L'eleganza della scuola giapponese anche in questo caso è stata fatta a pezzi da un personaggio come Simon il cui aspetto ferino è sinonimo di uno stile di combattimento brutale e cruento. La sensazione provata è di grande solidità, nonostante gli attacchi siano eseguibili solamente attraverso combinazioni di due tasti frontali; l'importante è il timing tanto dell'attacco, quanto sopratutto della parata assolutamente in sincronia con l'attacco nemico segnalato un attimo prima da un luccichio. Tuttavia al posto della parata il giocatore può ricorrere con maggiore disinvoltura ad una capriola all'indietro (anche in aria!) così da schivare l'attacco nemico, anche se non è un movimento comodo da effettuare con l'analogico del Nintendo 3DS.
    Il livello di sfida proposto dai nemici è graduale: si comincia con classici zombie e rettili, cui si affiancano arpie volanti e dotate di arco, scheletri da sconfiggere due volte e licantropi che se non eliminati con tempestività chiamano a raccolta altri loro simili. Oltre ai tre boss incontrati nella demo testata ci ha colpito il nemico Libro Magico: si tratta come dice il nome di un tomo incantato, la cui magia evoca e rafforza nemici sempre diversi; il giocatore dovrà quindi distruggere il libro svolazzante a qualche metro da terra, mentre la sua evocazione cerca con violenza di mettergli i bastoni tra le ruote!
    La nostra prova estesa ci consente anche di compiere alcune valutazioni sul fattore longevità: Mirror of Fate propone tre livelli di difficoltà, di cui quella intermedia da noi selezionata offre un buon tasso di sfida anche per giocatori di lungo corso. Tuttavia abbiamo storto il naso di fronte alla presenza dei continue infiniti, che difatti snaturano il gameplay e impensieriscono ben poco il videoplayer; la presenza frequentissima di checkpoint sono un baluardo contro la frustrazione, ma al tempo stesso abbassano l'impegno richiesto per affrontare l'avventura!

    Il primo videogioco portatile di Mercury Steam convince anche dal punto di vista grafico. Nonostante la visuale laterale, Mirror of Fate non rinuncia affatto alla spettacolarità di Lords of Shadow, alle sue ambientazioni elaborate, agli incredibili effetti particellari. Il motore grafico è totalmente tridimensionale: l'abbandono degli sprite significa in certe situazioni un livello di dettaglio minore e la perdita di qualche frame d'animazione, ma la fluidità dell'azione non ne esce affatto ridimensionata così come il colpo d'occhio. L'impatto visivo è impressionante per un portatile e lo si nota tanto nelle diverse aree del castello, immediatamente riconoscibili come le stanze della magione di Luigi's Mansion. Il senso di profondità degli sfondi è impressionante; i livelli di parallasse nient'altro che un lontano ricordo, poichè anche gli elementi in lontananza sono realizzati in tre dimensioni.
    La stereoscopia di Nintendo 3DS aiuta a valorizzare tale profondità, distaccando maggiormente il piano dell'azione da quello sullo sfondo. In questo modo anche gli elementi in lontananza come lo scheletro di una gigantesca creatura, l'imponenza delle torri del castello e le assemblee di nemici sopra la collina ricevono la giusta visibilità.
    Di tanto in tanto la trama di gioco è narrata attraverso filmati in computer grafica che ci hanno ricordato il peculiare cel shading del prossimo Fire Emblem Awakening: la fattura di queste brevi sequenze non è strabiliante, ma apprezziamo la volontà di raccontare le vicissitudini della famiglia Belmont non solo attraverso linee di testo.
    Il sonoro ricalca le musiche di Lords of Shadow con guizzi orchestrali degni di nota: le note di Oscar Araujo ricreano sapientemente quella tensione saggiata solitamente nei migliori blockbuster hollywoodiani. Le casse del Nintendo 3DS riproducono con efficacia l'effetto stereo, anche se in alcun circostanze gracchiano: il nostro consiglio è pertanto giocare a Mirror of Fate con un bel paio di cuffie sorround.

    Castlevania Lords of Shadow Mirror of Fate Castlevania Lords of Shadow Mirror of Fate si dimostra un gioco solido, dalle meccaniche ben implementate e dall'incredibile impatto grafico. Di fronte a noi abbiamo un titolo che spartisce ben poco con i recenti metroidvania: l'esplorazione è minima e perlopiù guidata, l'incentivo al backtracking non sempre remunerativo quanto ci si aspetterebbe. Ciò non toglie che nelle fasi platform il level design faccia il suo dovere e il sistema di combattimento si dimostri solido quanto il predecessore Lords of Shadow. Siamo curiosi di mettere le mani sul gioco completo e constatare l'effettivo peso assegnato al backtracking nell'economia di gioco, nonchè il modo con cui si amalgamano i quattro personaggi giocabili, incluso il mitico Alucard del quale fino ad ora abbiamo visto pochissimo.

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