Provato Damnation

Buone premesse, ma una realizzazione incerta

Provato Damnation
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Tra i sogni segreti di tutti i videogiocatori c’è senz’altro quello di poter realizzare un proprio gioco, trasformandosi in “coder” provetti per mettere in pratica le idee di gameplay che ogni mente creativa sviluppa naturalmente. Ed è proprio per incentivare la produzione artigianale che qualche anno fa Epic ha indetto il concorso “ Make Something Unreal”, premiando il team di sviluppo (Indie) che presentasse il miglior mod amatoriale di Unreal Tourneament 2004. La software house vincitrice è stata Blue Omega Entertainment che, coadiuvata dalla Codemasters, ha sviluppato poi il suo progetto iniziale fino a realizzarne un nuovo titolo per Xbox360, PS3 e PC. Sicuramente una bella storia “all'americana”, un sogno che si realizza per i giovani programmatori in erba. Ma Damnation, in questi anni di sviluppo intensivo, è diventato effettivamente qualcosa di più che un semplice mod amatoriale? Dopo una corposa prova siamo pronti a darvi un'esauriente risposta.

    Steampunk, vapore e tecnologia

    Il setting in cui è ambientato Damnation è in puro stile Steampunk. Il gioco prende infatti le mosse in un “Far West” alternativo, in cui sono presenti macchinari fantascientifici che funzionano a vapore ed armi automatiche dall’incredibile potenza. Inoltre il contesto in cui l’avventura ci cala è fortemente distopico: a dominare l’America è una società chiamata PSI (ovviamente non c’è nessun riferimento alla storia politica del nostro paese!), che possiede diversi giacimenti minerari dove lavorano -in stato di schiavitù- moltissimi civili. Per soggiogare le menti della popolazione il PSI ha messo a punto un siero che, in piccole quantità, rende il soggetto prestante e forte, ma che, come controindicazione taciuta, ha quella di creare forte dipendenza e affievolire la volontà (fino a trasformare, a seguito di esposizione prolungata, in orripilanti mostri senza pelle). La popolazione civile è quindi costretta ad assumere giornalmente una dose di siero per rimanere soggiogata dal malvagio potere del PSI. A sfidare la crudele organizzazione criminale c’è un manipolo di eroi, tra le cui fila milita il nostro protagonista Rourke. I “buoni” sono in stretto rapporto con la madre terra, secondo la tradizione indiana, e possiedono anche dei poteri psichici che li aiutano nel combattimento. Nel corso della nostra prova abbiamo potuto completare ed esaminare il primo capitolo della storia: il nostro obiettivo è stato quello di liberare un membro della resistenza dalla prigione nemica. Oltre all’ambientazione, quindi, non ci sono stati forniti ulteriori dettagli dal punto di vista narrativo, anche perché nel preview code non erano ancora complete le cutscene. Si scorgono però, già allo stadio attuale, dei clamorosi errori di traduzione ed un doppiaggio approssimativo. In ogni caso, il setting globale appare abbastanza interessante: attinge dal genere fantascientifico steampunk presentando una trama dai risvolti distopici. Bisogna tuttavia valutare la qualità del plot e l'evoluzione dell'universo narrativo, nonché auspicare ad una più attenta opera di localizzazione. Avvertiamo i lettori (e, di rimando, il team di sviluppo), che il rischio di portare sulle scene un plot rozzo ed un adattamento grottesco è molto plausibile: stia attento chi di dovere ad evitare un “capitombolo scenografico”.

    Spara, concentrati e arrampicati

    L’idea alla base di Damnation è quella di rivoluzionare il genere degli sparatutto in terza persona collocando nell'economia di gioco elementi classici dei Platform di ultima generazione. Il nostro eroe, quindi, oltre a dover sparare e fare a pezzi ondate infinite di nemici, dovrà dedicare gran parte del suo tempo a scalare costruzioni e pareti scoscese, se vorrà avanzare nella sua avventura. L’idea di base da cui gli sviluppatori sono partiti è senz’altro buona: le sezioni platform possono sicuramente ravvivare e spezzare il ripetitivo gameplay degli shoot’em up in terza persona. I livelli di Damnation si sviluppano quindi più in verticale che in orizzontale: nel corso della nostra avventura saremo costretti a superare impressionanti gap rappresentati dai classici canyon tipici del paesaggio west, oppure emergere dalle profonde miniere, scalare silos industriali e cosi via. In pratica però gli elementi di novità apportati non alleggeriscono affatto il gameplay, anzi le scalate risultano spesso piatte e ripetitive. La libertà di movimento è effettivamente ampia, ma la strada da seguire per avanzare è quasi sempre una sola. Tentare l'arrampicata sarà un lavoro abbastanza tedioso: l'utente dovrà perdere un sacco di tempo a provare vari appigli finché non troverà quello giusto. A quel punto non si dovrà far altro che salire verticalmente il più possibile: manca completamente varietà concettuale, cosicchè l'aspetto platform fallisce il suo tentativo di vivacizzare il ritmo di gioco. Anzi, finisce per ottenere il risultato diametralmente opposto: rallenta l’azione e annoia per la ripetitività dei percorsi.
    Altro aspetto del gameplay è ovviamente quello legato agli scontri a fuoco. Qui, il titolo Blue Omega, dà il suo peggio. Al di là della scarsità di armi presenti (ma speriamo che sia dovuta allo stadio arretrato del codice), il sistema di puntamento appare davvero deficitario, poco preciso e per nulla funzionale. Anche il lancio delle granate è, al momento, impossibile da controllare: l'utente farà molto prima a servirsi dei numerosi barili esplosivi a disposizione nell'area di gioco, piuttosto che a tentare di padroneggiare le parabole dei propri ordigni esplosivi. Ad inframmezzare le varie sezioni platform e sparatutto ci sono delle mini sequenze che dovremo superare a bordo di alcuni bolidi motorizzati (dal design infelice, dobbiamo ammetterlo). Queste sezioni “motorizzate” sono davvero prive di verve: dovremo attraversare spazi molto ampi ma praticamente quasi del tutto privi di nemici, avanzando verticalmente sui muri o saltando alcuni baratri. Nonostante la “verticalità”, questi spezzoni risultano molto lineari, e ricordano soluzioni di game design davvero stantie. Per concludere annotiamo che il nostro eroe possiede alcuni poteri psichici, che gli permettono ad esempio di rianimare i nemici caduti in battaglia per farli combattere la proprio fianco o di scorgere gli avversari nascosti grazie ad una sorta di visione spirituale (una sorta di “visore termico”). Allo stato attuale dei fatti, purtroppo, l'utilizzo dei poteri appare poco influente nell'economia del gioco, in quanto tutte le situazioni si possono risolvere facilmente con una buona dose di piombo. Speriamo ovviamente che avanzando nell'avventura sia necessario un più oculato e continuativo uso delle capacità del protagonista.
    Damnation, in definitiva, ha dalla sua del potenziale creativo. Sessioni di “free climbing”, poteri magici a vivacizzare le fasi di shooting, spezzoni da giocare a bordo di veicoli. Purtroppo, allo stato attuale dei fatti, tutti gli elementi della “ricetta” sono sviluppati in maniera approssimativa e falliscono nel tentativo di rendere il gameplay sfaccettato e interessante. L'estrema ripetitività e linearità delle sezioni platform, la scarsa rilevanza delle “driving session”, unite ad un sistema di puntamento assolutamente da rivedere, ci lasciano con poco entusiasmo. Il tempo prima dell'arrivo del gioco non manca, ma non è facile recuperare una situazione così poco convincente. Il team dovrebbe rivedere tutta la parte legata all'azione armata, perfezionando il sistema di mira, e dovrebbe presentare un design strutturale delle missioni che sfrutti a dovere l'ampiezza dei livelli (davvero molto vasti) per dare all'utente un po' di libertà d'azione che non sia quella delle standardizzate e monotone arrampicate.

    Alla fiera del bug, per due soldi...

    Dal punto di vista grafico la produzione appare datata, forse a causa di un processo produttivo che si trascina da qualche anno. Damnation sfoggia una costruzione poligonale appena sufficiente, delle texture palesemente mediocri ed effetti particellari poverissimi. Ciò che più salta all’occhio sono le pessime animazioni di tutti i personaggi durante gli scontri a fuoco, grottesche e prive di stile. Nelle sezioni platform le cose, su questo frangente, migliorano leggermente. Purtroppo non mancano grosse imperfezioni nell'illuminazione e qualche bug che interessa le compenetrazioni poligonali. L'engine fisico non è fra i migliori: le collisioni sono davvero poco convincenti e l’interazione ambientale è fortemente limitata ad alcuni elementi (barili esplosivi e vetri delle finestre). L’IA dei nemici è di scarso livello: alle volte gli avversari sparano sulla loro copertura oppure non si accorgono della nostra presenza anche se arriviamo correndo e sparando alle loro spalle. Insomma dal punto di vista tecnico il lavoro da fare per il team Blue Omega e per Codemasters è ancora lunghissimo: si spera vivamente che i tanti mesi a disposizione possano servire per svecchiare il motore grafico e per renderlo più consono alle capacità delle nuove console da gioco. Certo, è difficile che con il motore grafico attuale i “coder” facciano miracoli: anche perchè, dal punto di vista cosmetico, Damnation parte svantaggiato, sfruttando l'Engine di Epic ormai avviato sul viale del tramonto.

    Damnation Damnation nasce da buoni presupposti. Anche a livello narrativo l’idea di fondo non dispiace, lo stile Steampunk è accattivante e l’atmosfera distopica è un classico sempre d’effetto negli sparatutto. A fronte delle buone intenzioni e del gradevole concept narrativo la realizzazione Blue Omega e Codemasters appare però del tutto carente a livello tecnico. Anche il gameplay delude le aspettative: è vero che Damnation è un curioso sparatutto che si sviluppa verticale e che lascia ampio spazio a sezioni platform, ma la realizzazione di tali fasi non elimina una linearità di fondo che è pronta ad ammorbare ogni buona intenzione. A Blue Omega e a Codemasters non resta che riboccarsi le maniche e correggere gli innumerevoli difetti che Damnation presenta allo stato attuale di sviluppo. Se a Dicembre il gioco non mostrerà un miglioramento netto sotto tutti i punti di vista il flop è assicurato.

    Che voto dai a: Damnation

    Media Voto Utenti
    Voti: 181
    4.1
    nd