Provato Dead Rising 2 Off The Record

Prova diretta della rivisitazione concettuale di Dead Rising 2

Provato Dead Rising 2 Off The Record
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Presentato per la prima volta al Captivate 2011, Off The Record è un progetto che ha subito ingolosito gli appassionati di Dead Rising, rimasti orfani del carismatico protagonista che per primo ha affrontato, a Willamette, l'ondata senza fine di Zombie e psicopatici. Certo, il progetto è un chiarissimo esempio di Fan Service all'ennesima potenza, tanto che non si sono sprecate (anche fra i più moderati) accuse non troppo velate alla casa madre, incriminata di voler spremere fino al midollo un brand che nell'arco di una sola generazione è diventato un classico. Ed è pur vero che riprendere ambientazioni, locazioni ed eventi del secondo capitolo, riproponendoli alla platea dei videogiocatori cambiando solo l'eroe principale, è un'operazione molto pericolosa, facile da condannare. Ma dall'alta parte bisogna considerare che Frak West è davvero un'icona del videogioco contemporaneo, e che assieme a lui arrivano in verità una serie di migliorie e contenuti aggiuntivi che non solo giustificano il prezzo del biglietto, ma rendono Off The Record un titolo finalmente completo e attento a tutte (!) le esigenze dei fan. Grazie ad un codice preview giunto in redazione,
    ecco dunque le nostre approfondite impressioni.

    In crisi nera, ma senza figli a carico

    La trama del gioco, lo abbiamo già anticipato, procederà secondo il canovaccio già noto a chi ha terminato Dead Rising 2. Eventi e situazioni, dunque, proporranno ben poche sorprese ai più affezionati, ma Capcom non si è lasciata scappare l'occasione per preparare un incipit eccezionale, che copra il “buco narrativo” fra il primo ed il secondo capitolo del Franchise. All'inizio di Off The Records, dunque, incontriamo un Frank West decisamente cambiato. Dopo aver fatto un tuffo nella gloria, celebrato come un eroe nazionale, il nostro si è dato ad una vita di sprechi ed eccessi. Tantochè, perduta credibilità, fama e la piccola fortuna monetaria accumulata dopo l'incidente di Willamette, Frank è adesso al verde, costretto a sbarcare il lunario in una maniera decisamente poco degna: partecipando, in particolare, al temibile show televisivo Terror is Reality, abbigliato in maniera decisamente poco consona ad un giornalista d'assalto. I primi momenti di gioco servono semplicemente per riprendere confidenza con i controlli, inalterati rispetto a quelli che ci hanno guidato nei panni di Chuck Greene. Ben presto, tuttavia, si abbandoneranno le ridicole vesti di un Frank allo sbando per tornare “in pista” ad indagare sui loschi intrighi che fanno da sfondo a Dead Rising 2. Ad onore del vero, procedendo brevemente oltre il prologo si scopre che il cambio di protagonista ha fatto bene anche al plot, nonché alla struttura generale della produzione. Anzitutto, sparisce quell'alone di patetismo affettivo che seguiva Chuck come un fantasma. Sparita la figlia da accudire, sparite le iniezioni di Zombrex, se ne vanno anche i toni pseudo-drammatici che appesantivano di fatto lo svolgimento della trama. Grazie al carisma di Frank, al suo cinismo etico, finalmente la narrazione recupera toni più leggeri, tornando ad abbracciare l'esagerata ironia del primo, indimenticabile capitolo. E' molto presto per dirlo, ma con tutta probabilità i veri appassionati non tarderanno, dopo aver ripreso il controllo di Frank, a considerare l'originale Dead Rising 2 uno spin-off abbastanza rinunciabile.

    Riveduto e Corretto

    Assieme a Frank torna, inevitabilmente, la sua macchina fotografica. E dunque l'esigenza di scattare foto a più non posso, cercando di immortalare momenti e situazioni particolari. Basterebbe anche solo questa possibilità per rendere Off The Records un gioco diverso nelle fondamenta emotive e concettuali. L'occhio con cui si inquadrano eventi già vissuti è infatti ora più distaccato, freddo, spietato, alla ricerca di momenti ora terribili, ora divertenti (non sia mai che qualcuno voglia una foto a corredo di un trafiletto “di colore”). L'ossessione per lo scatto, di fatto, permette anche di vivacizzare la progressione, fatta sempre di tante “mazzate” ed armi improbabili, da raccogliere o assemblare sul campo. Dal secondo capitolo, infatti, Off The Record riprende il sistema di creazione degli oggetti, che possono essere combinati per creare impropri strumenti di morte. In generale, esplorando gli anfratti di Fortune City si scopre che la formula di gioco, grazie agli innesti fotografici di Frank, appare molto più bilanciata e “digeribile”. Il merito è anche, bisogna ammetterlo, di una serie di ottimizzazioni richieste a gran voce dai fan, che hanno ottenuto finalmente quello che volevano. I tempi di caricamento, ad esempio, sebbene sempre pronti a frammentare in maniera un po' troppo invadente l'esperienza di gioco, sono stati leggermente snelliti, e non attentano più ai nervi del povero videoplayer. Ma soprattutto è l'inserimento di una serie di Checkpoint da cui è possibile ricominciare in caso di morte prematura, che rende meno ispido l'avanzamento. Dopo ogni Cut Scene, ad esempio, l'autosave ci permetterà di tirare un sospiro di sollievo, senza che si perda lo spirito originale e la necessità (goliardica anche in questo caso) di salvare in uno dei tanti bagni degli edifici.
    Sparito l'assillo di una figlia da accudire, anche la pianificazione della propria giornata a Fortune City è più “agile”, dal momento che si può girovagare senza la preoccupazione della “tappa fissa” ogni 24 ore, a controllare le condizioni di salute della figlioletta. Le funzionalità della mappa di gioco sono state inoltre riviste, ed è molto più immediato selezionare la destinazione per dirigersi verso una delle molte quest attive.

    Sandbox!!!!

    Dal punto di vista dei contenuti, Off The Records non si fa mancare davvero niente, allontanando così il sospetto che il team abbia voluto adagiarsi sugli allori. Anzitutto, potremo esplorare una zona inedita di Fortune City, chiamata Uranus Zone. Si tratta di un parco a tema pensato per i malati della fantascienza, che sembra uscito dal peggiore B-Movie degli anni '50. Si tratta evidentemente di una location che amplifica ulteriormente il tono scanzonato di questa “seconda versione” dell'ultimo Dead Rising. Fra le armi che sarà possibile trovare all'interno annoveriamo infatti un casco che permette di sparare laser dagli occhi, mentre vi assicuriamo che la possibilità di investire le orde di zombie con un buffo furgoncino a forma di razzo spaziale vale il prezzo del biglietto. Ma state attenti: nella Uranus Zone girano un paio di Psicopatici assolutamente temibili, anche loro in preda a questa euforia Sci-Fi. Meglio dunque andarci coi piedi di piombo.
    Al di là di tutto, è ovvio che da sola l'introduzione dell'Uranus Zone non basterebbe a giustificare la nostra precedente affermazione sulla completezza del pacchetto di gioco. Ecco dunque spuntare, desiderio proibito fin dai tempi del primo capitolo, la perfetta modalità Sandbox, già anticipata dalle misteriose parole dei producer e finalmente realtà. Importando il proprio personaggio e le statistiche costruite nel corso dell'avventura, sarà possibile girare a Fortune City senza l'assillo del tempo che passa, divertendosi semplicemente a massacrare zombi per il puro piacere di farlo. Oltre al massacro indiscriminato, sarà possibile dedicarsi ad una serie di attività, strutturate come se fossero delle piccole quest, da sbloccare mietendo vittime su vittime. Si tratta ovviamente di “missioni” piuttosto canoniche, che vanno dalla distruzione di un tot di Zombie entro un tempo limite alle corse improbabili. Da sola, una modalità del genere getta nuova luce sull'intera produzione. E si deve poi considerare la possibilità di giocare in Cooperativa (Online), facendo in modo che Chuck e Frank si spalleggino nella loro opera di rigorosa pulizia.

    Dead Rising 2 Off The Record Off The Record funziona meglio di Dead Rising 2. E ci vuol poco, direte voi, dal momento che si tratta sostanzialmente dello stesso gioco, ottimizzato ed arricchito. In effetti, basterebbe la riduzione dei tempi di caricamento, la revisione del sistema di salvataggio e la presenza del SandBox Mode a fare di questo “What if” videoludico un titolo meritevole di attenzione. Ma la verità è che il ritorno di Frank West porta con se una nuova visione degli eventi: esagerata, scanzonata, cinica e spregiudicata. Insomma, proprio quella che ci serviva.

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