Dead Space 2: lo abbiamo provato alla Gamescom 2010

Testato a Colonia il Survival Horror di EA

Dead Space 2: lo abbiamo provato alla Gamescom 2010
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Nel buio profondo di una saletta privata, Dead Space 2 terrorizza la stampa presente al GamesCom 2010. La demo é praticamente la stessa della conference EA, con una piccola sezione che si aggiunge al termine della sequenza mostrata sul palco. Inoltre, c’é la possibilitá di testare direttamente la built dell’E3, esplorata minuziosamente dalla nostra insaziabile curiositá.
    Dead Space 2 é la manifestazione concreta di tutti i desideri dei Fan. Amanti dei Survival Horror, della tensione che corre lungo la schiena, del “Gore” piú spinto, feticisti degli angoli bui e dei sussulti cardiaci, saranno compiaciuti ed esaltati dalla nuova fatica di Electronic Arts.
    Se giá il primo capitolo raccoglieva le suggestioni di certi Horror Sci-Fi e le declinava in maniera impeccabile in un linguaggio ludico diretto ed efficace, il sequel rafforza ogni aspetto del predecessore, senza rinunciare alla sua identitá. E´vero che il team di sviluppo insiste sull’aspetto action del prodotto, ma forse é meglio parafrasare le affermazioni dei creativi. Dead Space 2 é effettivamente piú dinamico e ritmato nelle sparatorie, rispetto al primo lavoro dei Visceral Games. La reattivitá del Control System, testato con mano per la prima volta, é aumentata. I movimenti di Isaac sono piú rapidi, ed i cambi di arma avvengono con meno impaccio. Mirare e far fuoco, sfruttare le funzioni secondarie delle armi, é piú naturale, ed in generale il protagonista sembra meno impacciato che in precedenza. Si moltiplicano anche gli approcci, fra arti da raccogliere con il modulo telecinetico, coi quail impalare I necromorfi piú aggressivi. Eppure, nonostante tutto, Dead Space 2 non compie lo stesso scempio dell’ultimo Resident Evil, e non tradisce la filosofia alla base del genere (il Survival Horror duro e puro). Sará che I passi del protagonista sono ancora incerti, che la corsa non basta per allontanarsi senza pensieri dalle minacce. Oppure l’evidenza che stavolta il team di sviluppo abbia giocato sul numero e sull’intelligenza dei nemici, o sulle loro spaventose dimensioni. Fatto sta che il giocatore non si sente mai al sicuro, ed una costante inquietudine procede al suo fianco. Corridoi stretti, scorci poco rassicuranti, rumori oppressivi ed insidiosi. L’atmosfera di Dead Space, la sua anima nera e corrotta, sono rimaste fortunatamente intatte.
    In ogni caso, la demo giocabile era la stessa dell’E3 losangelino, per cui vi rimandiamo, per una descrizione piú accurata, agli articoli che abbiamo redatto in quell’occasione. Di nuovo, stavolta, c’era un’intera sessione giocata nello spazio profondo, che ha messo in luce la propensione del titolo a non perdere neppure la buona varietá di situazioni che caratterizzava il vecchio episodio. La tendenza a concedere ampio spazio all’esplorazione, ed un’apertura al Puzzle Solving meno intricato ci rendono ancora piú entusisasti del prodotto.

    La sequenza cominciava all’interno di una struttura orbitale, una stazione in cui appositi specchi convogliano l’energia del vento solare affinché venga raccolta e spedita su The Sprawl. La caratterizzazione artistica del complesso orbitante é perfetta: gli anelli della stazione sovrastano l’intera cittá, che si intravede in lontananza, mentre vengono avvolti dalla luce aranciata che si propaga con indolenza sugli specchi esagonali. Lo spazio di Dead Space, oltre ad essere terribilmente silenzioso, é ammantato di una solitudine amara, e basta un colpo d’occhio per capire che il lavoro preparatorio su scenografie e ambientazioni non ha veramente pari in questa generazione.
    Lanciandosi nel vuoto, Isaac si muove liberamente, senza piú le costrizioni dei “salti a gravitá zero”. Puó cosí avvicinarsi agli specchi, per ruotarli nella direzione opportuna e ripristinare il flusso di energia che alimenta i complessi industriali e residenziali della colonia. Impalcabile, il timer che mostra quati secondi d’aria restano al protagonista, lampeggia sull’indicatore della nuova tuta. Il giocatore deve agire in fretta: muoversi alla ricerca delle ricariche d’ossigeno, evitare gli strani ammassi di pustule lanciati dai nemici che, come giganteschi parassiti, si attaccano alle pareti metalliche dei satelliti.
    Il breve spezzone é perfetto per lasciarsi avvolgere dalla qualitá inarrivabile degli effetti acustici. Se giá l’hands on aveva rivelato una cura magistrale per quel che riguarda l’aspetto sonoro, sono i rumori ovattati dello spazio, il respiro affannoso che rimbomba nel casco, l’ansimare malato dei Necromorfi che, forti di una pulizia sonora impareggiabile, caratterizzano in maniera impeccabile luoghi e situazioni di Dead Space 2.
    Riattivato il flusso di energia, Isaac ha poi dovuto raggiungere The Sprawl, sfruttando una bellissima struttura di propulsione, che lo ha letteralmente scagliato verso la colonia. Schivando i detriti che galleggiavano molli nello spazio, si é arrivati quindi alla parte finale della presentazione, in cui Isaac ha dovuto affrontare uno stormo di Puker, alcuni dei nemici piú pericolosi del gioco. Per terminare la dimostrazione il relatore si é lasciato sopraffare, mentre il protagonista, attaccato dai succhi gastrici corrosivi del necromorfo, si é spento in un lungo rantolo di morte. Disturbante quanto basta per lasciarci stracolmi di curiositá.

    Dead Space 2 Dead Space 2 é il gioco che inaugurerá in grande stile il 2011 (l’uscita é fissata a fine Gennaio). Lasciate perdere la bolgia di Novembre, e guardate oltre: i survival horror, giá sconvolti dall’avvento del primo capitolo, dovranno per forza celebrare un nuovo messia. Dotato di un impatto scenico solidissimo, di un gameplay piú vivace, ma senza che sia intaccato lo spirito contorto e ed inquietante che ha caratterizzato il vecchio episodio, Dead Space 2 appare giá da adesso un prodotto imprescindibile per le ludoteche dei videoplayer di questa generazione.

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