Diablo 3: la nostra prova alla Gamescom 2010

Primo sguardo al nuovo capitolo della famosa saga di action-rpg!

Diablo 3: la nostra prova alla Gamescom 2010
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Anni e anni di attesa sembrano ora quasi un ricordo. Diablo 3 si presenta al pubblico in una versione rigorosamente a tempo -20 minuti disponibili- ma finalmente fruibile anche ai visitatori. Molto, troppo è stato già detto su questo pluriannunciato titolo di casa Blizzard che definì il genere hack'n'slash più di dieci anni fa. A questa GamesCom 2010 si mostra con tre classi giocabili e una regione sabbiosa totalmente esplorabile.

    Impronta classica

    Come noto, Diablo 3 non vuole certo rivoluzionare il genere, piuttosto vuole porre un nuovo punto di riferimento a imperitura memoria. Pretesa non da poco, ma alla Blizzard sanno il fatto il loro: dalla selezione dei tre personaggi giocabili -Witchdoctor, Barbarian, Wizard - al semplice ma tatticamente significativo sistema di combattimento non si può che rimanere deliziati dalla cura per il dettaglio profusa nello sviluppo del gioco. Iniziando questa demo, abbiamo ricevuto il compito di arrivare a una città sicura percorrendo una strada perigliosa lungo la quale abbiamo incontrato diversi tipi di nemici. La regione desertica presentata è immensa e su più livelli. I nemici da combattere, al di là degli onnipresenti Fallen Ones, costituiscono una sfida differente a seconda della classe scelta. I dervisci ad esempio sono letali in corpo a corpo nel loro turbinìo di lame e una sfida ben più ardua per un barbaro rispetto a un mago che con tre semplici missili arcani dalla distanza li annienta senza pietà. Ovviamente al contrario, gli Hound infernali e i loro artigli infuocati che velocemente arrivano in corpo a corpo sono tutt'altra faccenda. Ogni nemico, entrando nel gioco casualmente, può essere di diverse categorie -o rarità- e lasciarci in premio, una volta sconfitto, oggettistica disparata adeguatamente proporzionata alla difficoltà rappresentata. La grafica, le animazioni, gli effetti e gli ambienti rappresentano quanto di più graficamente avanzato Blizzard abbia mai proposto, conservando in generale uno stile goticheggiante, impronta classica della serie. Procedendo tra le orde belluine delle più disparate orrificanti mostruosità, troviamo diversi punti di interesse nella zona, alcuni senza nessuno scopo apparente, altri che iniziano nuove avventure. Forti degli anni di raffinamento del sempiterno World of Warcraft, gli sviluppatori Blizzard hanno uniformato il loro prossimo parto con molti degli elementi che caratterizzano il famoso MMO. Dai famigerati punti esclamativi gialli sulle teste dei quest-givers, all'interfaccia di gioco tutta -unica eccezione le due sfere laterali di vita e mana-, passando per gli skill tree in cui far progredire i nostri personaggi. La barra scalettata dell'esperienza suggella un ambiente molto e forse eccessivamente familiare per tutti coloro un pò avvezzi al gioco di ruolo massivo più giocato del momento. Ci sono però due differenze fondamentali che fanno divergere lievemente le meccaniche di Diablo 3 da quelle di World of Warcraft. Innanzitutto il personaggio esclusivamente controllabile via mouse, che permette di agire più naturalmente sui tasti dedicati alle abilità da svolgere. In seguito la struttura più spiccatamente lineare delle sezioni affrontate. L'azione tipicamente hack'n'slash con attacco primario sul bottone sinistro e attacco secondario sul bottone destro del mouse dona ai combattimenti il perfetto miscuglio tra frenesia e oculatezza delle azioni da svolgere. Le abilità usabili dai personaggi sono ricalcate sulla stregua delle innumerevoli già presenti in World of Warcraft, lasciando il giocatore più esperto in uno stato di esaltazione e lieve rammarico. Potevamo noi appassionati chiedere forse di più? La risposta a questa domanda è decisamente prematura, ma a una prima impressione non così scontata come potrebbe sembrare...

    Diablo III Il puro e sempreverde spirito hack'n'slash di Diablo diverte più che mai nell'iperadrenalinica serie di click e decisioni istantanee da panico. La costante esaltazione della scoperta di nuove, casuali e inesplorate zone di gioco sottolinea ancora di più questo aspetto, tenendo soprattutto conto dellottima varietà di situazioni in cui potremo trovarci. Alcune derive autorefernziali però, come tutta l'interfaccia e gran parte delle abilità, rischiano di minare la solita perfezione a cui siamo abituati con una sensazione di "già visto" che non ci aspettavamo. E' comunque molto presto per trarre alcun intento di giudizio su un titolo che comunque, fin d'ora, conferma esattamente quanto promesso: crude battaglie solitarie contro orde sempre più spettacolari di nemici in ambienti amèni e perfettamente particolareggiati. Entro la fine di questa GamesCom avremo modo di tornare su queste pagine con un'intervista speriamo chiarificatrice su alcune perplessità suscitate dalla breve sessione giocata.

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