Provato Fable: The Journey

Allo Showcase di Microsoft giochiamo le prime fasi dell'ultima avventura di Molyneux

Provato Fable: The Journey
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Fable è la creatura della mente di Peter Molyneux, il vulcanico game designer inglese che ha creato grandi classici come Populous e Dungeon Keeper. Quello che nelle parole del suo papà avrebbe dovuto essere un nuovo punto di riferimento dei giochi sandbox, in realtà si rivelò poco più di un adventure fantasy con elementi di crescita del personaggio che andavano oltre le solite statistiche come forza e punti ferita. A causa delle dichiarazioni di Molyneux, il gioco fu spesso criticato più duramente di quanto meritasse, ma in futuro non accadrà più perché, dopo tutti questi anni, Molyneux ha deciso di abbandonare Fable e Microsoft Studios per dedicarsi ad altri progetti presso un’altra società. Tuttavia, prima di andarsene ha completato i lavori su Fable: The Journey, il nuovo gioco di questa serie fantasy che uscirà il 12 ottobre in esclusiva per Xbox 360 e Kinect.
    Fable: The Journey era tra i giochi che Microsoft ha mostrato la settimana scorsa a un evento promozionale organizzato a Londra. Noi non solo eravamo presenti, ma siamo anche stati tra i primi ad arrivare, così abbiamo potuto provare con molta calma il gioco e scambiare quattro chiacchiere con i membri di Lionhead presenti. In sviluppo da circa due anni, Fable: The Journey è stato pensato fin dalla sua nascita come un gioco per Kinect ed è basato sull’Unreal Engine. La scelta di affidarsi a un motore solido e collaudato come quello di Epic ha permesso agli sviluppatori di concentrarsi maggiormente su altri aspetti del gioco come il perfezionamento del sistema di controllo con Kinect e la storia. Ambientato 50 anni dopo la conclusione del terzo capitolo della serie, il protagonista Fable: The Journey è Gabriel, un giovane in viaggio con la carovana della sua tribù che, a causa di una tempesta di straordinaria violenza, si trova costretto a proseguire il resto del tragitto, almeno inizialmente, in compagnia solo della sua anziana cavalla. La nostra prova ci ha messo nei panni del ragazzo proprio all’inizio del gioco, quindi abbiamo vissuto questi eventi in prima persona.

    TUONI E FULMINI E COSE MOLTO CATTIVE

    Appena lanciato il gioco, quello che colpisce immediatamente di Fable: The Journey è il livello altissimo dei valori di produzione. Graficamente il gioco è eccellente, ma sono soprattutto le animazioni e il doppiaggio inglese a rimanere particolarmente impressi. Gabriel e gli altri personaggi si muovono con estrema naturalezza (grazie al motion capture) e i dialoghi sono piacevoli e ben scritti. I primi minuti nei panni di Gabriel sono passati a fare la conoscenza dei personaggi di contorno e poi, finalmente, dei controlli.

    Mentre eravamo seduti tutt’altro che comodamente su un ceppo di legno (sì, non c’è bisogno di stare in piedi per giocare), i messaggi a schermo ci hanno insegnato come controllare il nostro carro trainato dal cavallo con l’ausilio di Kinect. I comandi sono piuttosto intuitivi, simulano quelli che faremmo se fossimo davvero alle redini di un carro, e rispondono con buona prontezza ai nostri movimenti. La sequenza introduttiva è piuttosto lunga, fin troppo, e per buona parte della nostra prova abbiamo alternato scene d’intermezzo non interattive a sezioni di guida del carro. L’incontro con la veggente Theresa è il momento di svolta perché marca l’entrata in scena di quella che la donna chiama la Corruzione, una sorta di creatura in grado di consumare e bruciare tutto quanto entra in contatto.

    GABRIEL POTTER

    Dopo la nostra non certo agevole fuga e qualche altra scena d’intermezzo, finalmente abbiamo potuto provare nuovi elementi di gioco, grazie al paio di guanti di cui Gabriel è entrato in possesso e che gli permettono di lanciare incantesimi offensivi. In questa sezione, ambientata in una grotta abitata da insetti molto aggressivi, il ragazzo si muove automaticamente in avanti e noi dobbiamo lanciare incantesimi magici ripetendo con le mani i movimenti che ci sono stati insegnati durante il dettagliato tutorial che abbiamo seguito poco prima. Anche in questo caso, Kinect fa il suo dovere, ma i nostri incantesimi sembrano sempre andare dove li abbiamo indirizzati, anche quando manchiamo completamente il bersaglio. Le magie a nostra disposizione in questa sezione sono due: una di attacco che colpisce e danneggia i nemici e un’altra che ha proprietà fisiche e permette di afferrare insetti ed elementi del fondale come pietre e simili.

    Ovviamente il gioco incoraggia il giocatore a combinare i due incantesimi, quindi è possibile lanciare in aria un insetto con un movimento della mano sinistra per poi colpirlo con la magia di attacco con la mano destra. Tutte queste azioni fruttano punti esperienza che, come da tradizione del genere, ci permettono di potenziare alcune caratteristiche di Gabriel e del suo cavallo. Resta però da scoprire se la progressione sarà interessante e ben ponderata, e se influirà sul numero e sulle funzioni degli incantesimi.

    Fable: The Journey Quando tra le caratteristiche di un gioco gli sviluppatori hanno sottolineato la possibilità di poter giocare da seduti, siamo rimasti interdetti, lo confessiamo, ma la nostra prova ha cancellato in parte i nostri timori. Fable: The Journey sembra un prodotto con un grande investimento di risorse alle spalle. È un’esperienza ludica e narrativa molto guidata, come ci hanno detto gli sviluppatori, ma secondo loro sarà anche un gioco in grado di coinvolgere gli utenti grazie alle sue meccaniche e ai personaggi. Durante la nostra prova ci siamo divertiti nonostante le molte pause causate dalle forse troppe scene d’intermezzo, e Gabriel sembra un personaggio interessante e con il quale dovrebbe essere facile immedesimarsi. Difficile dire se Fable: The Journey sia in grado di mantenere vivo l’interesse durante sessioni di gioco più lunghe, ma la nostra oretta di prova è passata in maniera molto piacevole.

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