Provato Ghost Recon Online

Ubisoft e il free2play tripla A

Provato Ghost Recon Online
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  • Digital Delivery e Free2Play sono termini entrati oramai di diritto nel lessico gergale di ciascun videogiocatore. Non si tratta più di concetti astrusi ed incomprensibili legati soltanto a qualche PC-gamer incallito ma di modelli efficaci e sempre più ricercati per vivacizzare offerte sempre meno competitive. Tra i publisher più importanti, pioniere in questi settori è stata Ubisoft; il colosso francese ha da tempo investito parte delle sue risorse nella produzione di titoli di spessore dedicati al mercato della distribuzione digitale (si vedano From Dust ed I Am Alive, ad esempio) e non ha nascosto di voler entrare prepotentemente anche nel buisness del free2play. L'occasione si è presentata proprio quest'anno, quando l'ennesimo reboot di Ghost Recon ha dato l'input giusto per percorrere una nuova strada. Da Ubisoft Singapore nasce dunque Ghost Recon Online, sparatutto in terza persona free2play che basa le sue fortune sulle classiche micro-transazioni.
    Quella di Ghost Recon Online è una produzione piuttosto ambiziosa: alla stregua di Blacklight: Retribution, infatti, il titolo vuolefregiarsi della famosa tripla A - nonostante le caratteristiche free (che, naturalmente, comportano qualche compromesso). Ubisoft Singapore, recuperando in parte quanto di buono visto in Future Soldier, ha lavorato alacremente, mancando -come vedremo a breve- l'obiettivo soltanto per pochi, ma non trascurabili, centimetri.
    Ma prima di tutto è bene ricordare che Tom Clancy's Ghost Recon Online è disponibile gratuitamente a questo indirizzo.

    Camping e poco altro

    Il primo passo in Ghost Recon Online sarà, come in molti sparatutto, la creazione della classe. Già si nota, in questo frangente iniziale, la perizia con la quale il team di sviluppo ha lavorato: la disponibilità, infatti, è pressoché la stessa del più blasonato Future Soldier. Troviamo l'Assault, il classico fuciliere equipaggiato con giubbotto antiproiettile per resistere più a lungo durante le cariche e con fucile automatico M27, utile sia negli scontri a media distanza che a corto raggio. Al suo fianco, immancabile, lo Specialist, ovvero il classico soldato di supporto dotato di armamentario pesante (e carico di proiettili) nonché equipaggiato da una serie di gadget di supporto che, pur limitandone la mobilità, lo rendono indispensabile in qualsiasi squadra. Chiude il Recon, il cecchino.

    "Per essere un free2play Ghost Recon Online non ha le caratteristiche di un browser game o di una produzione di basso livello. A delinearne i contorni tecnici, infatti, una più che discreta modellazione poligonale dei protagonisti a schermo e degli elementi ed una texturizzazione più che sufficiente"

    Fucile di precisione e mitraglietta MP5 per gli incontri ravvicinati accompagnano una dotazione tecnologica di tutto rispetto, che vede -tra gli accrocchi- possibilità interessanti come rendersi invisibili per un certo intervallo di tempo, individuare i nemici che corrono o sparano per segnalarli ai compagni e molto altro ancora. Entrati per la primissima volta in gioco e in partita, naturalmente, non avremo a disposizione l'intera dotazione per equipaggiare il nostro avatar. La base -veramente striminzita- potrà essere ampliata accedendo allo store in game, un comodo negozio militare all'interno del quale ci sarà veramente l'imbarazzo della scelta: dalle armi agli elmetti fino ai "perks" potremo bardare il nostro alter ego dalla testa ai piedi...a patto di potercelo permettere. E' qui che entra in gioco infatti il sistema delle micro-transazioni che dovrebbe tenere in piedi la struttura e consentire ad Ubisoft di produrre qualche utile dalla sua produzione. Ogni oggetto avrà due prezzi: uno in monete di gioco e l'altro in valuta reale, con il primo, chiaramente, molto più alto del secondo. Tutto come da copione insomma, se non fosse che, già alla prima partita, ci accorgeremo di come -in maniera piuttosto comune a dire il vero- l'equipaggiamento abbia un peso a dir poco decisivo nel computo ludico. I giocatori di livello elevato (con tante ore alle spalle), o coloro i quali hanno avuto l'ardire di investire decenti somme di denaro nel negozio virtuale, saranno insomma pressoché imbattibili. Un meccanismo sicuramente contestabile ma, da un certo punto di vista, indispensabile per focalizzare l'attenzione sullo shop.
    Equipaggiati (o meno) sarà il momento di scendere in campo, per testare con mano l'offerta di Ghost Recon Online. Sulle prime il titolo risulta molto simile a Future Soldier, nonché agli sparatutto in terza persona più comuni in questa generazione. Il quartetto WASD viene utilizzato per muoversi sul campo, in combinazione con il mouse -deputato al fuoco- ed ad altri tasti completamente configurabili per il più comodo sfruttamento di abilità, gadget, granate e chi più ne ha più ne metta. Fa il suo ritorno anche il sistema di coperture dinamico che abbiamo visto nella già citata versione retail, con un grosso MA. In questa versione free2play, infatti, il sistema non sembra ottimizzato alla perfezione, presentando alcuni inconvenienti soprattutto in merito alla precisione delle dinamiche ed alla reattività dell'alter-ego a schermo. In soldoni significa che, di tanto in tanto, ci ritroveremo in copertura senza desiderarlo veramente e, altrettanto spesso, faremo leggermente più fatica del necessario per rimetterci in marcia. Le caratteristiche da shooter tattico vengono dunque mantenute, ma sopraggiunge un minimo di frustrazione. Poco male, in ogni caso: il sistema di mira -fondamentale in uno shooter- funziona piuttosto bene e, anche essendo uno sparatutto completamente online, questo Ghost Recon schiva abilmente la maggior parte dei fenomeni di lag o latenza (eccezzioni a parte, ovviamente).

    Tutto sembra funzionare per il meglio; dove stanno dunque i veri problemi di Ghost Recon Online? Principalmente nella volontà del team di rendere la produzione sin troppo user friendly, se così possiamo dire. Moltissimi infatti i gadget e i talenti in aiuto di chi volesse camperare o giocare da lupo solitario senza un minimo di collaborazione di squadra - punto focale dell'opera videoludica targata Tom Clancy. La maggior parte delle partite, come chiunque approccerà la produzione Ubisoft potrà constatare, si giocheranno perciò dalla distanza (con sette cecchini su otto partecipanti) e dando molto più peso alla kill rispetto al'obiettivo delle modalità di gioco. A questo proposito, prima di proseguire, bisogna ammettere che la selezione non appare certo entusiasmante; due sono al momento le game modes disponibili: Assault e Conquest, entrambe basate sulla conquista di punti d'interesse sulla mappa, con la prima suddivisa in turni d'attacco e difesa e la seconda, più frenetica, senza alcuna suddivisione ma la semplice necessità di arrivare a fine match con il maggior numero di zone. Un'offerta abbastanza striminzita (per quanto sicuramente di futuro ampliamento) tenendo anche presente la facoltà di giocare su sole quattro mappe, due per ciascuna modalità.
    Tenendo presente quanto appena detto, dunque, trovarsi continuamente catapultati in partite in cui oltre i tre quarti dei giocatori se ne stanno rintanati in qualche pertugio in attesa del momento giusto per far saltare qualche testa risulta veramente frustrante; tanto che, in fase di beta testing, le community ufficiali si sono riempite di proteste e di richieste per un matchmaking in cui il numero di Recon venisse limitato. Il team al momento si è limitato ad inserire alcune feature come l'Oracle, un radar che di tanto in tanto rivelerà la posizione di tutti i nemici sulla mappa: troppo poco per vivacizzare partite che, al momento, non presentano alcuna verve. Un vero peccato poiché il design delle mappe sarebbe anche promettente: dislivelli, edifici in parte esplorabili e strutture d'ogni genere caratterizzano infatti location a livello di una produzione retail di ottima fattura. I problemi, in ogni caso, non si limitano ai camper; il team ha inserito infatti alcune abilità speciali legate alle classi che faciliteranno in maniera esagerata il gioco "disimpegnato". Barriere invalicabili, possibilità di rendersi completamente invisibili ed amenità simili rovinano letteralmente la componente tattica del brand, rendendo una sorta di Rambo chiunque abbia voglia di spendere un piccolo gruzzoletto (reale) nello shop militare: una decisione, stavolta sì, completamente contestabile.
    Lodevole, in chiusura, il comparto tecnico. Per essere un free2play Ghost Recon Online non ha le caratteristiche di un browser game o di una produzione di basso livello. A delinearne i contorni tecnici, infatti, una più che discreta modellazione poligonale dei protagonisti a schermo e degli elementi ed una texturizzazione più che sufficiente. Certo, non dobbiamo aspettarci la presenza di una gestione particellare avanzata o l'implementazione delle routine fisiche viste in un Battlefield, ma il risultato finale appare piuttosto soddisfacente. Della stessa caratura le campionature ambientali, molto migliori di quanto ci si aspetterebbe da un "semplice" free2play.

    Ghost Recon Phantoms Per quanto Ghost Recon Online sia senza ombra di dubbio un titolo di un certo valore, sicuramente uno dei migliori free2play in circolazione, la sensazione di un’occasione al momento (e in parte) sprecata è avvertibile. Il bilanciamento complessivo della struttura ludica non convince appieno ed i favoritismi rispetto a coloro i quali intendono immediatamente acquistare un arsenale appaiono davvero esagerati: un modello pay for win che non ha fatto molto piacere ai giocatori come si legge nelle discussioni ufficiali. Le potenzialità per crescere, considerando il continuo evolversi di titoli di questo tipo, ci sono tutte: le poche modalità e mappe ad ora disponibili sono promettenti e con qualche accorgimento, col passare del tempo, Ghost Recon Online potrà pensare di scalare le classifiche degli shooter free2play e primeggiare. Al momento rimane solamente un più che discreto esponente del genere.

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